Inizia con Boy Blue che ricorda, nel giorno dell'anniversario dell'ultima fuga dalle Terre Natie, la battaglia finUn gran bel numero, epico e potente.
Inizia con Boy Blue che ricorda, nel giorno dell'anniversario dell'ultima fuga dalle Terre Natie, la battaglia finale all'Ultimo Baluardo. Una battaglia epica e memorabile, con tanti eroi decisi a sacrificarsi per consentire la fuga dei civili in uno scontro impari contro le forze apparentemente infinite dell'Avversario. Un preludio al tema del volume, che ci introduce anche al personaggio di Cappuccetto Rosso... una figura che tornerà a sorpresa, dopo secoli, nel mondo terreno, nuovamente fuggita alla schiavitù dell'Avversario.
Ma è veramente così, o si tratta di una spia?
Mentre il Principe Azzurro trama per prendere il potere destituendo Re Cole come sindaco, per tentare di sbarazzarsi di Luca e Bianca allo stesso tempo, lo sceriffo di Favolandia indaga su questa nuova esule, cercando di scoprire la verità prima che sia troppo tardi.
Un'invasione a Favolandia, eroici sacrifici, scontri tra streghe, prove di forza e cuori spezzati: c'è tutto in queste pagine. E una grande, grandissima domanda che ci resta alla fine della lettura: Geppetto è alleato o schiavo dell'Avversario? ...more
Chiude una discreta quantità di trame (la setta deviata dei servizi segreti, l'astronauta russa, il motivo dell'immuOttimo, questo quinto volume di Y!
Chiude una discreta quantità di trame (la setta deviata dei servizi segreti, l'astronauta russa, il motivo dell'immunità di Yorick), riporta in scena il personaggio di Hero sviluppandolo e rendendolo un tantinello complicato e instabile, ci riesce ad abbindolare perfettamente facendoci ipotizzare una determinata cosa prima di darci la risposta al quesito.
E ora siamo pronti per lo step successivo, la caccia alla rapitrice: nuova ambientazione, nuovi personaggi, nuovi segreti. Senza scordare che il Giappone è più vicino all'Australia (dove nel frattempo vediamo Beth in vita e in azione nel deserto)....more
Dopo che nel primo numero incontriamo i personaggi delle fiabe in esilio a Favolandia, questo secondo volume ci mostra l'altra faccia delle fiabe, il Dopo che nel primo numero incontriamo i personaggi delle fiabe in esilio a Favolandia, questo secondo volume ci mostra l'altra faccia delle fiabe, il lato oscuro di Favolandia.
Perché ok Bianca Neve e sua sorella Rosa, va bene il Lupo cattivo reso umano con un incantesimo, vanno bene Re Cole, Barbablu, la Bella e la Bestia, Jack e tutti gli altri... ma le tante fiabe antroporfe, come Timmy dei Tre Porcellini?
Scopriamo qui dove e come vivano le fiabe non umane, nella già menzionata Fattoria. Bianca sfrutta l'occasione del dover riportare a casa Timmy per andare a fare il controllo periodico, portandosi dietro una riluttante Rosa.
Ma la Fattoria non è come ce la aspettavamo, né come se la aspettava Bianca: deserta, con gli animali intenti a tenere un'assemblea dai toni infervorati in un granaio, e con il Fabbro che vi era stato posto a capo che è scomparso, dimmissionario a sentire i Maiali.
La storia diventa rapidamente Orwelliana, con parallelismi\citazioni\parodie di "La Fattoria degli Animali" (e una vera chicca, cioè il fatto che all'interno di una storia che omaggia e richiama Orwell, un personaggio per lanciare un segnale compie un gesto che richiami Il Signore delle Mosche e il gesto viene riconosciuto per il richiamo che è. Un personaggio di una citazione che compie scientemente un'altra citazione. Wow!), dove il motore del tutt è il senso di non appartenenza in questo mondo di umani, l'odio per la prigione nella quale le fiabe non umane si sono ritrovate, il desiderio di lottare per riprendersi le loro terre e l'ambizione politica di un singolo personaggio.
Una bella storia, divertente da leggere e con alcune scene davvero belle (come gli inseguimenti da parte dei predatori, o la spietatezza degli animali contro chi non è dalla loro parte) e con l'unica pecca della prevedibilità del colpo di scena finale su Rosa.
Molto interessante poi quanto Rosa dice su Bianca e sulla sua condizione particolare, apre scenari davvero intriganti per lei e per altri personaggi....more
Ed eccoci alla fine. Un voume quasi perfetto, con dei disegni ottimi per questa storia.
Morfeo è morto, c'è un nuovo Sogno degli Eterni in attesa di entEd eccoci alla fine. Un voume quasi perfetto, con dei disegni ottimi per questa storia.
Morfeo è morto, c'è un nuovo Sogno degli Eterni in attesa di entrare nel ruolo, e i sognatori arrivano in massa per partecipare alla veglia funebre e al funerale. Non del Sogno, che le idee non possono morire, ma di un... punto di vista. Di un aspetto del Sogno.
Una marea di personaggi visti o intravisti nel corso di questa serie, con le loro storie e i loro rapporti con Morfeo. Una fine e un nuovo inizio.
Peccato solo per le due storie finali che rovinano un po' l'atmosfera, per quanto inserite nel contesto per cui la materia del Sogno travalica il tempo, e le Storie sopravvivono al narratore prendendo vita e rimanendo. Ma francamente chiudere con la fine della Veglia sarebbe stato molto, molto meglio....more
Un volume emozionante. Corposo, bello corposo, ma per validi motivi.
Tipo il dover chiudere le varie storie di Sandman, portare le trame a compimento, Un volume emozionante. Corposo, bello corposo, ma per validi motivi.
Tipo il dover chiudere le varie storie di Sandman, portare le trame a compimento, far tornare praticamente tutti i personaggi apparsi nei numeri precedenti. Completare il cerchio.
Il tutto in un volume dai toni di tragedia, in cui il lettore si ritrova oppresso fin dall'inizio dal peso del fato, di ciò che deve accadere, di ciò che potrebbe accadere. Dalla consapevolezza di quel che sta succedendo e dalla speranza che ci sia una scappatoia.
Tragedia, si, ma anche l'opportunità per far brillare (a volte brevemente) alcuni personaggi secondari. Tante domande troveranno risposta, altre nasceranno.
E finalmente ho capito perché Gaiman stesso, parlando del cast di attori scelti per l'adattamento di questa serie, ha fatto presente che non c'era necessità di scritturare per il ruolo di Lucifero lo stesso attore protagonista della serie Lucifer.
Un finale non sorprendente, visto che la cosa era stata già accennata più volte in precedenza, ma la sua prevedibilità non guasta minimamente la storia: non è tanto il punto finale quanto il viaggio, il come ci si arrivi, quel che succede in mezzo. Quello che accade ai comprimari, come tutto si intrecci, come ogni filo si riveli alla fine dotato di una sua importanza. ...more
Un volume emozionante, l'attesa ricerca del settimo Eterno finalmente viene intrapresa e sarà diversa da come ci si poteva immaginare.
Delirio e Sogno Un volume emozionante, l'attesa ricerca del settimo Eterno finalmente viene intrapresa e sarà diversa da come ci si poteva immaginare.
Delirio e Sogno partono per questa Cerca, contro il parere di Desiderio e Disperazione... la ricerca di Distruzione, sparito da trecento anni dopo aver deciso di abbandonare il suo compito.
Ne scopriremo le motivazioni, ne scopriremo il fato. Ma soprattutto assisteremo al viaggio di Sogno e Delirio nel mondo della veglia, arriveremo a conoscere meglio la sorella folle di Sogno e poco a poco Sogno stesso continuerà la propria evoluzione. Incontreremo divinità e creature quasi immortali, ritroveremo personaggi già conosciuti in passato.
Chi chiederemo quali potrebbero essere le parole che Delirio ricerca, e ci stupiremo per la sua mente, per i suoi colori, per la sua psichedelia. Rimarremo a bocca aperta davanti all'immensità di ciò che si scoprirà sull'universo e sull'esistenza degli Eterni.
Perché ogni moneta ha due facce, e ciò che questo significa è esemplificato perfettamente da Delizia/Delirio, che infatti è l'unica a comprenderne realmente il significato dato che lo vive. E alla luce di questo acquista senso la vita che conduce Distruzione. Ma pure il giorno di vita mortale che Morte si concede, o il rapporto di Desiderio con Sogno.
E Sogno? Sogno ormai sta cambiando, questo viaggio ha reso ancora più evidente e marcata la sua evoluzione. A cosa porterà, e cosa comporterà per lui, per il Sogno, per la Veglia e per gli Eterni? Un ottimo volume!...more
La materia stessa di cui sono fatte le fiabe, ecco di cosa è fatto questo volume.
Un volume che pesca a piene mani in mondi radicati nell'immaginario cLa materia stessa di cui sono fatte le fiabe, ecco di cosa è fatto questo volume.
Un volume che pesca a piene mani in mondi radicati nell'immaginario collettivo come Narnia e Oz, reami fantastici dove la bambina protagonista fugge per vivere avventure strabilianti. Un reame magico dove passa il suo tempo mentre dorme la principessa Barbara, che abbiamo già conosciuto in precedenza come Barbie.
E quindi il volume pesca anche negli elementi della storia di Sandman per regalarci una storia che parla di sogni e di magia senza quasi tirare in ballo se non nel finale Sogno in persona. Una storia di amicizia e di fantasia, che richiama racconti famosi e che ne anticipa molti altri (Wanda per esempio è la chiara progenitrice sicuramente di Robin degli Invisibles, per rimanere in ambito internazionale, anche se più di una volta mi ha fatto pensare alla nostrana Cinzia), e che comunque riesce a inserirsi alla perfezione nel mondo di Sandman: creature che viaggiano dentro e fuori dal mondo del sogno, streghe immortali e magie proibite, un viaggio nell'ignoto per salvare un'amica. Ma anche un personaggio come Wanda, non ancora accettato oggi, figuriamoci trent'anni fa, tra il rifiuto della sua famiglia e l'accoglienza ricevuta da parte di Barbie, la non accettazione da parte della Luna e della magia, e il racconto della vecchia senzatetto, fino al finale.
Ho un debole per le storie che giocano in maniera intelligente con questi mondi di fantasia, e questa rientra senza dubbio nella categoria.
Morfeo è tornato nel Regno del Sonno, ma deve fare i conti con i decenni di prigionia. In questo tempo alcuni sogni sono scappati, tra cui quattro incuMorfeo è tornato nel Regno del Sonno, ma deve fare i conti con i decenni di prigionia. In questo tempo alcuni sogni sono scappati, tra cui quattro incubi maggiori.
La loro ricerca si interseca con la comparsa di un Vortice, un umano sintonizzato sulle terre del Sogno, in grado di attirare e unire i sogni delle altre persone con effetti disastrosi. E abbiamo quindi anche la storia di Rose Walker, che a sorpresa si intreccia con gli eventi del primo volume, in una storia dalle tinte molto, molto cupe.
Un convegno di sadici serial killer, una ragazza alla disperata ricerca del fratello, una casa che sembra uscita da un anime giapponese per la varietà di inquilini assurdi che vi si trovano, un bambino in fuga dalla prigionia. E ancora Sogno e tanti sogni, il Corinzio e il folle piano di Bruto e Grumo, la genialità del loro Sandman e i giochi di potere tra gli Eterni.
Un numero che scorre via veloce e ci dona alcuni momenti elevatissimi, come il discorso sulla casa delle bambole....more
Un libro che sorprende, e che approfittando della sorpresa coglie l'attimo e ti colpisce con violenza.
Cercherò di non fare alcuno spoiler, visto che iUn libro che sorprende, e che approfittando della sorpresa coglie l'attimo e ti colpisce con violenza.
Cercherò di non fare alcuno spoiler, visto che il libro stesso è un percorso accuratamente preparato che inizia dalla fine, mostrandoci il Gladiatore, un eroe, intento a salvare degli ostaggi rapiti dalla sua nemesi, l'Imperatore. In un mondo futuro nel quale i governi e le nazioni sono crollati, collassati, e l'umanità è sopravvissuta tirando avanti come se la cosa non importasse. Con i governi sono crollati i diritti delle persone, le loro protezioni. Ora tutto è regolato da contratti e dalla capacità di farli rispettare, tutto è basato sul denaro, sull'aspetto fisico, sulla popolarità.
E noi seguiamo Gootchi dai suoi inizi come contabile sfigato, oppresso dal capo reparto e ignorato dalla segretaria che gli piace, deriso e usato come una pezza da piedi, con l'unico sfogo che è rappresentato dai videogiochi online e dall'intrattenimento dei reality letali (si diceva che sono spariti i diritti, no? Ora per attirare l'attenzione le trasmissioni sono brutali, le regole sono poche, le vite contano poco e per cercare il successo si mette in palio la stessa sopravvivenza), fino a quando arriverà a essere al vertice della catena alimentare.
Con tante sorprese e tante realizzazioni lungo il viaggio, fino ad arrivare alla fine.
Un libro che è critica, che richiama a Palahniuk e a Ellis, che gioca coi nomi e che mostra un futuro cupo e crudele, che sembra una cosa e poi si toglie la maschera e ride di noi e di come si rimane nell'osservare un percorso deragliare rispetto ai binari che si pensava di poter ormai intuire. Aggiungo poi che nelle scene di lotta si vede l'esperienza sul campo dell'autore, che è anche wrestler.
E' il mio primo libro di Stefano Tevini, ora voglio recuperare gli altri....more
Un Ennis in ottima forma ci porta sul fronte orientale della seconda guerra mondiale, al fianco di una squadra di cecchine russe.
Una storia cupa e nonUn Ennis in ottima forma ci porta sul fronte orientale della seconda guerra mondiale, al fianco di una squadra di cecchine russe.
Una storia cupa e non banale, che mostra appieno la brutalità della guerra e di ciò che ci sta dietro.
Sara è una cecchina, a migliore del gruppo, addestrata a sparare al nemico. E il nemico non è un uomo, non un essere umano: è un nazista. E lei lo uccide per salvare la madrepatria, per vendicare tutti i russi morti e brutalizzati da questi invasori tedeschi. Come la sua famiglia, il suo villaggio natale distrutto dal nemico.
Sara è una cecchina, e la vediamo in azione. Assistiamo al contrasto tra la freddezza dell'azione, l'attesa solitaria nel nido, il cecchinaggio e il massacro dei soldati nemici, immersa nella neve e nel gelo della Russia, bianco su bianco, e il calore della casa dove alloggia il suo gruppo, l'amicizia con le altre ragazze, le risate e i tentativi di pensare al futuro dopo la guerra, alle loro vite, a cosa riserverà loro il futuro.
Sara è una cecchina, il meglio che c'è. E al tempo stesso non sopporta la polizia politica, i superiori. Disprezza gli ideali, non crede più. Fa fuori i tedeschi perché sono il nemico e perché è l'unica cosa che possa fare.
Finché non scopriamo il suo segreto. E finché non arriva un cecchino crucco a dare la caccia alla misteriosa cecchina russa che sta distruggendo le truppe tedesche in quella zona...
Dopo i primi due capitoli di questa saga più leggeri, il tono dei volumi matura assieme al protagonista, anno dopo anno, e così alle atmosfere più cupDopo i primi due capitoli di questa saga più leggeri, il tono dei volumi matura assieme al protagonista, anno dopo anno, e così alle atmosfere più cupe de Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban segue questo nuovo e -posso dirlo? lo dico- splendido libro.
Un libro arricchito ulteriormente dai disegni di Kay, che ci accompagnano alla perfezione in certi capitoli più oscuri, fin dal primissimo capitolo (Casa Riddle) che scopriamo avere tutte le pagine nere, cupe, con disegni spettrali ad accompagnarci. Davvero ottimi nel creare la giusta atmosfera a corredo dei vari capitoli!
In questo libro si incrina per la prima volta il classico schema vissuto finora: niente torneo di Quidditch (anche se abbiamo uno scorcio di Coppa del Mondo all'inizio, tanto per non rendere troppo traumatico il taglio col passato), niente gara tra le case (anche se avremo una gara tra quattro ragazzi).
I riflettori sono tutti per il Torneo e per le sue prove, anche se questa è un'illusione: dietro il paravento del torneo, ciò che permea il volume sono le mosse di Voldemort, il suo stato, cosa stia facendo. Chi abbia fatto sì che Harry partecipasse al torneo, e perchè.
Leggeremo interessanti rivelazioni, ci arrabbieremo o infastidiremo per alcune sottotrame, e al tempo stesso però ci verrà ricordata l'età dei protagonisti. Il litigio tra Harry e Ron (e soprattutto il suo perdurare) sembra ridicolo, ma effettivamente a quell'età e in quel contesto avvengono crisi ben più grandi per motivi molto più futili. Così come hanno senso le titubanze di Harry e Ron per il ballo, le loro reazioni, il litigio tra Ron e Hermione... Ci sono però anche segnali di crescita dopo tre anni: appena succede qualcosa, ora, Harry cerca per prima cosa di informare Sirius o Silente, ben diverso dai classici personaggi teen di libri o serie attuali, che vivono nella totale sfiducia verso ogni adulto nei paraggi.
E poi abbiamo il finale, cataclismatico, che prende la serie e la spinge nella direzione che abbandona del tutto l'aria innocente e fatata degli inizi. Voldemort e i Mangiamorte, il Ministero, le decisioni di Silente e i suoi ordini. Il duello, una morte tragica, una lenta e inesorabile sensazione opprimente che permea le pagine finali, promettendo grandi sconvolgimenti e disastri nel prossimo futuro.
Davvero un bellissimo capitolo di questa serie!...more
Quando si dice "cominciare bene"... non penso potessi iniziare l'anno di letture in modo migliore!
Avevo amato i primi tre volumi di questa serie fantaQuando si dice "cominciare bene"... non penso potessi iniziare l'anno di letture in modo migliore!
Avevo amato i primi tre volumi di questa serie fantasy ambientata principalmente nella Firenze di fine tredicesimo secolo, ma questo libro finale è addirittura migliore dei precedenti. Tutti gli eventi, i personaggi, gli indizi e gli accenni fatti nei libri precedenti convergono qui, quando il fantasy storico si intreccia con uno dei testi più famosi a livello mondiale della storia della letteratura italiana: la Divina Commedia di Dante.
Abbiamo lasciato nel terzo volume Kabal in disgrazia: tutti i suoi piani falliti, ogni intrigo scoperto e punito, gli amici traditi ormai allontanatisi da lui, e perfino Guido, il suo pater familias, era ormai moribondo, con una delle sue due anime uccisa per punire la sua ambizione di rendere Firenze una propria signoria. Ma l'arrivo di Dante a Roma, aveva dato una nuova, folle e ultima speranza all'ancestrarca dei Cavalcante... una speranza che ci conduce praticamente "dietro le quinte" della Commedia dantesca.
Avendola riletta da non molto tempo, mi sono potuto godere appieno la perizia dell'autore nel ripercorrere i passi danteschi, mostrandoci al tempo stesso come Virgilio fosse Kabal sotto mentite spoglie, cosa fosse realmente la scena iniziale con le tre fiere che dà il via al viaggio, quale fosse il reale scopo del viaggio. Si passa praticamente metà libro a godersi il viaggio nella Commedia, e ad ammirare la bravura di Livio nell'esserle fedele e al contempo nello scovarne fonti e ispirazioni, nel ricostruire i miti passati su cui si basa il Paradigma da cui deriva, e nell'unire tutto quanto al sistema magico che ha creato e alla storia di Kabal e di Guido.
E l'altra metà? Beh, la passiamo prima a chiederci se e quando Dante scoprirà la verità, cosa farà Kabal (che in questo viaggio negli Inferi porta a completamento il proprio percorso di evoluzione già avviato nel corso della serie), a rimanere a bocca aperta per certe scene e a emozionarci di fronte all'epicità del tutto.
Il bello è che il tutto avrebbe potuto facilmente scivolare nella parodia o nel tentativo di sfruttare l'effetto traino della Divina Commedia... invece qui la Commedia è al servizio della trama di Eternal War, che a sua volta avvolge l'opera dantesca omaggiandola, amandola e rispettandola, dandole un fondamento fantasy lasciando inalterato tutto quanto.
Epico, emozionante, avvincente. La splendida conclusione di una serie eccellente!...more
Con la coppia Radice-Turconi si va sempre sul sicuro.
Questa volta abbiamo una storia ambientata a inizi ottocento, tra il mare solcato da fregate inglCon la coppia Radice-Turconi si va sempre sul sicuro.
Questa volta abbiamo una storia ambientata a inizi ottocento, tra il mare solcato da fregate inglesi, navi della Compagnia delle Indie e vascelli nemici, e la città di Plymouth. Una storia di marinai e di donne che restano a terra, di amore e di tradimento, di mistero e di soprannaturale.
L'isola del tesoro incontra Coleridge (e non solo, per tutto il libro compaiono brani di Coleridge, Wordsworth, Blake. Ma anche Shakespeare, musica classica...) in una storia che pare perfetta per il tratto essenziale ed evocativo di Turconi. Bianco e nero, disegni che sembrano schizzi a matita come quelli di Roberts, che incontriamo a inizio libro mentre, su una spiaggia esotica, dipinge il paesaggio di fronte a sé. Prima di vedere il corpo di un ragazzino nafraugato in mare e portato a riva dalle onde...
Ottimi i personaggi, ottima la storia, ottima l'atmosfera che si respira, ottimi i disegni. Una vera perla....more
Prima guerra mondiale. Una classe di liceali, ispirata e istigata da un insegnante di educazione fisica, uno dei tanti fanatici dell'Impero, entra in mPrima guerra mondiale. Una classe di liceali, ispirata e istigata da un insegnante di educazione fisica, uno dei tanti fanatici dell'Impero, entra in massa nell'esercito, soldati volontari per la gloria e la potenza del glorioso impero.
I sogni instillati in loro dal professore -che chiaramente resta invece a casa a continuare a insegnare e a plasmare giovani menti malleabili- si cominciano a sgretolare durante il durissimo addestramento: soprusi, meschinità, abusi. Un periodo breve e crudele, che però aiuta a forgiare i ragazzi imberbi entrati nel servizio militare in qualcosa di diverso, qualcosa in grado di resistere all'urto con il fronte. A differenza delle ultime infornate di reclute che vedremo arrivare più avanti, ragazzini ancora più giovani, con poco o nessun addestramento, qualche nozione teorica e via, spediti come carne da macello in prima linea, a essere falciati dalle raffiche nemiche.
Poco a poco i sogni svaniscono, insieme alle vite di un tempo. Sogni, speranze, anche solo i concetti di una vita normale, di un lavoro, di una famiglia diventano cose inimmaginabili: l'unica realtà è la trincea, la lotta quotidiana per la sopravvivenza, l'affinarsi di abilità intuitive e lo scomparire di nozioni di tipo scolastico. Il regredire a uno stadio quasi primitivo, per poter sperare di mantenere un minimo di lucidità e raziocinio in quell'inferno che è la guerra di posizione.
Giorni, settimane, mesi in trincea. Tra raffiche di mitra, incursioni notturne, bombardamenti, attacchi col gas, attacchi e contrattacchi. La morte che poco a poco reclama, uno dopo l'altro, i ragazzi della classe. I feriti, i disertori, la follia che colpisce a tradimento. I legami che si formano tra commilitoni, la ricerca di normalità all'interno del caos.
Le riflessioni su cosa possa aspettare loro una volta che la guerra sarà finita, quando diventerà lampante la loro impossibilità di reinserirsi nella società civile: troppo giovani per avere avuto già una vita "là fuori", spezzati dentro dall'orrore vissuto, come potranno sopravvivere nel mondo reale?
Alcuni momenti sono terrificanti: il ritorno a casa in licenza, con la sensazione di essere fuori posto e l'irritazione per l'orgoglio provato nei suoi confronti dalla gente incontrata; la giornata passata oltre le linee nemiche, in compagnia di un soldato francese che ha ucciso per sopravvivenza ma col quale deve convivere fino a sera; e le morti, le morti degli amici.
Un libro poetico e potente, che non vuole entrare nelle questioni della guerra ma racconta la vita di un soldato. Che è tedesco, ma poteva essere di ogni nazione: alla fine i soldati semplici sono tutti uguali, mandati a combattere e a morire da gente che decide a tavolino la vita o la morte di tutti loro, imbottiti di paroloni e sogni di gloria e poi abbandonati a sé stessi. Vittime sacrificali per le ambizioni altrui.
E' triste che una decina di anni dopo l'uscita di questo libro, che si chiede a che servano secoli di progresso umano se ancora si continua a fare la guerra mandando intere generazioni alla morte e alla perdizione, il tutto si sia riproposto su una scala ancora maggiore e più disumana....more
E così questa storia giunge alla fine. Dopo aver assistito ai primi passi tra i due mondi di Vasja, al suo passaggio dal villaggio recluso nel freddo nE così questa storia giunge alla fine. Dopo aver assistito ai primi passi tra i due mondi di Vasja, al suo passaggio dal villaggio recluso nel freddo nord alla grande e politica Mosca, al suo rapporto con Morozko e Mevdev, il Signore dell'Inverno e l'Orso, padroni dell'inverno e dell'estate, della vita e della morte... il percorso di Vasja arriva alla sua conclusione.
La giovane strega dovrà affrontare le conseguenze delle scelte compiute nel secondo libro e scoprire ciò che si nasconde nella storia della sua famiglia. Passando dalla sofferenza, dall'odio e dal rischio di morire la sua magia crescerà sempre di più, e con la sua crescita la ragazza arriverà a capirne meglio il funzionamento e i rischi, oltre a quale sia o dovrebbe essere il suo ruolo. Il motivo per cui il Morozko l'aveva cercata in prima battuta, e perché la signora di Mezzanotte si era dimostrata così interessata a lei in passato.
Il tutto senza scordare l'importantissimo periodo storico, con il cugino Dimitri alle prese con le ingerenze tatare e col sogno di unire sotto di sè i principati russi creando una nuova potenza.
Uno scontro tra due popoli dietro il quale si nascondono altre lotte: quella tra il cristianesimo e la venerazione degli antichi dèi che ora stanno scomparendo, quella tra Morotzko e Mevdev, quella tra Vasja e Konstantin (che ormai in crisi religiosa, spirituale ed esistenziale non esita ad accollare a Vasja la responsabilità delle proprie debolezze: ne è attratto, quindi la odia e la vuole distruggere con tutto sè stesso. Aiutato dall'Orso, certo, ma la materia prima è lì, non viene inventato niente dal demone dell'estate...)
Belle le parti nei reami magici, anche se nella Mezzanotte (dove esistono tutte le mezzanotti) mi è venuto un piccolo dubbio riguardo la possibilità di viaggi nel tempo e di sistemare determinate situazioni prima che si verifichino. Ma non è un romanzo fantascientifico, è una favola ambientata nell'antica russia, quindi si seguono le leggi non dette dei poteri magici in gioco e non pensiamo all'opportunità sfumata di modificare il passato.
Per cominciare, un plauso alla Mondadori: pubblicare i libri appaiati è senza dubbio la scelta giusta, visto che alla fine di Hyperion abbiamo una stoPer cominciare, un plauso alla Mondadori: pubblicare i libri appaiati è senza dubbio la scelta giusta, visto che alla fine di Hyperion abbiamo una storia troncata a metà.
L'inizio di Hyperion è difficoltoso, un po' perché si entra lentamente nella storia, un po' per i costanti cambi di ambientazione e di tenore dovuti ai racconti dei pellegrini. Però superati i primi scogli si rimane affascinati dalle loro storie, e dal lento dispiegarsi dell'universo nel quale ci si muove.
La fine della Terra, l'umanità sparsa nell'universo, la colonizzazione di mondi distanti, le nuove tecnologie scoperte. Ogni racconto fa luce su aspetti diversi sia dell'umanità post-Egira, sia del rapporto con Hyperion e con lo Shrike, la misteriosa creatura che infesta la zona delle Tombe del Tempo su quel remoto pianeta, una zona anomala dove imperversano le maree del tempo che trascinano le tombe indietro lungo l'asse temporale, provenienti da un misterioso futuro e già vuote, uno dei grandi misteri dell'universo.
Hyperion si conclude all'arrivo dei pellegrini alle Tombe del Tempo. E di nuovo, cominciando a leggere La Caduta di Hyperion, si è colti in contropiede, ci si ritrova frastornati: il registro cambia, lo stile cambia, cambia il punto di vista.
Non abbiamo più i racconti e il pellegrinaggio, seguiamo un nuovo//vecchio personaggio, ben lontano da Hyperion ma al pianeta e ai sette collegato. Seguiamo la politica interplanetaria, i consigli di guerra e le correnti sotterranee nei luoghi di potere. Le tessere del mosaico di Hyperion acquisite nel primo volume vengono completate con quelle mancanti, e poco a poco riusciamo a ottenere la visione d'insieme che ci stupisce.
Questi due libri sono iniziati con un pellegrinaggio e finiscono con un'epica sci-fi, ma per tutto il tempo sono pervasi da un amore folle e pervasivo nei confronti di Keats. Il pianeta Hyperion ma anche alcuni personaggi richiamano il poeta, senza contare il fatto che lui stesso sia nel cast dei personaggi centrali della storia.
Ecco, semmai questa ridondanza di Keats è uno dei pochi punti che lasciano perplessi (troppo reiterato e ingombrante per essere un semplice omaggio, troppo oscuro per avere altri significati all'interno della trama), con l'altro che per me è l'intera questione del pellegrinaggio voluta e gestita da praticamente tutte le parti in causa, ognuna con i propri scopi opposti a quelli della controparte. Perché scegliere proprio quelle persone? Alcune scelte sono ovvie (la Vera Voce, il Console, Brownie, il prete) ma altre hanno senso solo alla luce del finale e comunque restano esterne ai giochi di potere e previsioni che hanno portato alla scelta degli altri.
Comunque è stato un viaggio emozionante, pieno zeppo di tematiche intriganti (e di poesia). Mi è dispiaciuto solo averlo letto in un periodo in cui non ho avuto tempo per la lettura, godendomelo così probabilmente meno di quanto non avrebbe meritato....more
In questo terzo volume delle Cronache è più chiara che mai l'influenza di Jordan nella scrittura di Sanderson: ritmo lento con rapide impennate di aziIn questo terzo volume delle Cronache è più chiara che mai l'influenza di Jordan nella scrittura di Sanderson: ritmo lento con rapide impennate di azione e colpi di scena (soprattutto nella parte finale), focus sui tanti personaggi e sulle loro interazioni, tantissimi pov.
Per alcuni sarà sicuramente un male, ma francamente penso che chi non apprezza uno stile di questo tipo probabilmente non proverà neppure a leggere un tomo di più di 1300 pagine che ne segue altri due di poco più leggeri, con diversi altri in arrivo. Personalmente mi sono goduto l'anno scorso la lettura dell'intera serie di Jordan, quindi immagino di rientrare appienonel target di questi libri.
E infatti mi è piaciuto.
Sanderson riesce ad alternare bene il bastone e la carota con i personaggi (e i lettori), concedendo piccole esaltazioni (gli Scudieri dei Radiosi, i poteri dei nostri Cavalieri che sono sempre maggiori, gli Araldi, i passi in avanti della coalizione di Dalinar) e solenni batoste (i Coalescenti, Kholinar, i tradimenti che si sapeva ci sarebbero stati ma che fanno male uguale, il segreto dei Radiosi). A un certo punto è riuscito a farmi davvero dare tutto per spacciato, ipotizzando per il quarto libro tonalità da guerriglia con una manciata di personaggi a cercare di agire nell'ombra per ribaltare una situazione ormai disastrosa: complimenti!
Resta l'irritazione (globale, mi pare) per Shallan, ma tra lei, la depressione che periodicamente cattura Kaladin, l'alcolismo nel quale Dalinar stesso annegava i suoi demoni prima di andare dalla Guardiana, la pazzia nel passato di Jasnah, le enormi insicurezze di Renarin (ma anche i noti problemi di un pontiere, per non parlare dell'Assassino Bianco) mi pare evidente che ci sia una connessione tra il legame con gli spren e i disordini mentali. Gli spren ne sono attratti? Predispone in qualche modo a creare un vuoto che gli spren colmano? Avevo anche pensato che gli spren potessero in qualche modo causarli, ma in certi casi si va troppo indietro nel tempo, dovrebbero "infestare" i futuri radiosi da tutta la vita o quasi!
Comunque, Shallan irritante ma immagino fosse il risultato cercato da Sanderson, che quindi fa centro pieno. Sono curioso di vedere se tornerà intera, e nel caso cosa potrà diventare. Anche se il suo finale mi rende chiaro che passerò buona parte del quarto libro ad arrabbiarmici come successo qui e nel precedente. Gli spren come terapia per superare i propri problemi!
L'irritazione procurata da Shallan è praticamente l'unico possibile difetto che trovo nel libro (posto che la lentezza per me non lo è, se sensata). Avevo storto un poco il naso alle azioni finali di Dalinar, ma bene o male poi spiega come abbia avuto questa epifania quindi ok, le accetto.
I colpi di scena mi hanno colto davvero di sorpresa (almeno quasi tutti): non mi aspettavo questo segreto dietro i Radiosi e i Nichiliferi, non mi aspettavo che un certo personaggio pronunciasse i giuramenti, non mi aspettavo un patto che viene fatto né il passato di Dalinar.
Ho iniziato a scrivere le mie impressioni non sapendo se dare 4 o 5 stelle al libro, per ora propenderei per il voto massimo. Si è fatto divorare in pochissimo tempo malgrado le dimensioni e un periodo non facile, e questo di solito per me è il segnale più importante che un libro mi sia piaciuto tantissimo....more
Non avevo mai letto in precedenza questo libro, che per quanto ne avevo sentito ritenevo troppo "infantile".
Di certo ha un registro e un tenore ben diNon avevo mai letto in precedenza questo libro, che per quanto ne avevo sentito ritenevo troppo "infantile".
Di certo ha un registro e un tenore ben diverso da quello de Il Signore degli Anelli, pur precedendolo di un poco (sia nella storia, sia nel mondo reale come pubblicazione), ma più che "infantile" come avevo temuto, l'ho trovato affascinante.
Una sorta di favola, un racconto fantastico senza grandi complicazioni o dilemmi etici, solo fantasia, immaginazione e l'embrione della Terra di Mezzo che esploderà pienamente in seguito nella trilogia.
La storia di Bilbo Baggins, un tranquillo hobbit che senza aver ben capito come si ritrova a viaggiare per le terre selvaggie insieme a un gruppo di nani che lo ritengono un esperto scassinatore, con l'obbiettivo di recuperare il tesoro del loro popolo rubato e custodito dal perfido drago Smaug, che peraltro ha in passato anche sterminato i nani della Montagna e distrutto la vicina città umana che con loro commerciava. Un personaggio che malgrado tutto è spinto dalla curiosità e dal desiderio di vedere, anche se non lo ammette nemmeno a sé stesso, e che col passare del tempo, affrontando situazioni pericolose, superando avversità per lui inimmaginabili e addirittura salvando più volte i compagni, maturerà in un vero avventuriero, molto più vero del gruppo scalcagnato di nani alla ricerca della loro patria che però sono in grado di perdere costantemente le provviste, di venire catturati da ogni nemico e di essere tendenzialmente pavidi e intimiditi dalle circostanze al punto di spingere l'hobbit ad andare in avanscoperta.
Con l'apice della parte finale del libro, quando si merita i complimenti dei lettori e pure di Gandalf, resistendo alla malia del tesoro e adoperandosi per evitare scontri inutili (e in questo riunisce in sé molti dei tratti che in futuro mostreranno gli hobbit che partiranno con Gandalf e Aragorn).
Un registro meno aulico e più discorsivo, semplice, favolistico. Ma che ovviamente funziona alla perfezione. Probabilmente ho comunque fatto bene ad aspettare fino a ora a leggerlo (stante che non l'ho letto quando ero più piccolo): se lo avessi letto nel momento sbagliato (dalle superiori a qualche anno fa) immagino che non mi avrebbe preso particolarmente. ...more
Rilettura del 2021: Sarà che in questi sei anni trascorsi dalla prima lettura i miei gusti sono evoluti, sarà che nel frattempo mi sono letto un paio Rilettura del 2021: Sarà che in questi sei anni trascorsi dalla prima lettura i miei gusti sono evoluti, sarà che nel frattempo mi sono letto un paio di saghe mastodontiche, ma rispetto alla recensione originaria non ho avvertito minimamente la lentezza che tanto invece mi aveva colpito all'epoca.
Ho apprezzato enormemente l'evoluzione di Kaladin e Shallan, arrivati ad affrontare la verità di ciò che li frenava nel loro percorso, per quanto per tipo mezzo libro Shallan mi sia risultata estremamente irritante con il suo comportamento... ma del resto la natura del suo potere è quella, difficile che possa comportarsi diversamente.
E tra una morte inaspettata e alcuni ritorni inattesi, il fiorire di fazioni che tendenzialmente ancora non si capisce bene a cosa mirino è un tocco graditissimo. Il libro lascia un grande desiderio di scoprire cosa accadrà adesso, tra le due tempeste in azione, la minaccia dei Nichiliferi, le macchinazioni di tutti gli attori in gioco, il caos che si scatenerà nel mondo a breve e la necessità di radunare e addestrare i vincolaflussi che stanno emergendo a buon ritmo (e non aspetto altro che vedere in azione un certo pontiere dalla lingua lunga...), quindi è un bene che io abbia due bei libri pronti per essere letti subito, così da proseguire senza lunghe attese questo viaggio!
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Questo libro è lento. Molto lento.
Nel parlare del primo, The way of kings, avevo già scritto quanto quello fosse lento e ricordasse l'opera di Jordan.
Beh, questo è più lento, una lentezza maestosa che fa pensare ancora di più ai libri di Jordan. Una lentezza dovuta a una trama monumentale, a un mondo vastissimo, a un passato ormai divenuto leggenda che sta tornando in vita nel presente, a molteplici personaggi che ogni tanto fanno capolino (anche se per ora i veri protagonisti sono pochi).
E malgrado ciò gli dò voto pieno, senza dubbi, mentre il primo mi aveva lasciato un po' titubante. Sarà che sapevo già cosa aspettarmi, non so. Ma non ho avvertito fastidio per la lentezza dell'opera, per come gli eventi venivano centellinati.
Il viaggio di Shallan con la sorella del re, le peripezie di Kaladin e dei suoi Pontieri, le visioni di Dalinar e il suo tentativo di unire il regno a tutti i costi come richiestogli... ma anche i personaggi apparentemente casuali che ogni tanto fanno capolino negli angoli più remoti del mondo, mostrandoci nuova gente che si "risveglia".
Già, risveglia. Perché non si tratta solo di Kaladin e Shallan, non più. Kaladin è stato il primo, Shallan la seconda anche se ha scoperto che Jasnah poteva Animutare.
Ma ora... ora la tempesta si sta avvicinando, i Parshendi stanno progettando qualcosa. E mentre Sadeas continua con i suoi piani per eliminare il vecchio amico e prendere il potere, per quanto animato da buone intenzioni, e simili eventi si verificano anche altrove, Dalinar dovrà ubbidire alla sua chiamata e ricreare i Radiosi.
E i Radiosi dovranno rinascere, scoprendo il segreto della loro stessa esistenza, scoprendo il loro legame con gli spren, riscoprendo il passato.
Gli Araldi cominciano a tornare in scena, i Nichiliferi minacciano il ritorno, il passato sfocia nel presente... e le fazioni cominciano a proliferare. E il bello è che abbiamo fazioni avverse che in realtà perseguono lo stesso obbiettivo, fazioni nate da fraintendimenti probabilmente, fazioni che non esisterebbero neanche se tutti si fossero comportati come fanno nel finale, e lo avessero potuto fare apertamente.
Insomma, il libro sarà anche lento ma cattura completamente. E' lunghissimo, ma arrivati alla fine si sbuffa chiedendoci "già finito?". Ottimi i personaggi, ottima la storia che si sta lentamente delineando, opprimente l'atmosfera che si respira sempre più man mano che il conto alla rovescia arriva al termine.
Un ottimo libro, e non è comune che un secondo volume superi il primo....more
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