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Solitudine Quotes

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Albert Einstein
“Nella vita quotidiana sono il classico solitario, ma la consapevolezza di appartenere alla comunità invisibile di quelli che lottano per la verità, per la bellezza e per la giustizia mi ha risparmiato ogni sensazione di isolamento”
Albert Einstein

Virginia Woolf
“Se sconsideratezza è l’avventurarsi disarmati nell’antro di un leone, sconsideratezza avventurarsi sull’Atlantico in una barca a remi, sconsideratezza fare la cicogna sulla cupola di St Paul, più sconsiderato ancora è tornarsene a casa sole in compagnia di un poeta. Un poeta è insieme Atlantico e leone. Se sfuggi alle zanne, soccombi ai flutti. Un uomo capace di distruggere le illusioni è al tempo stesso belva e onda. ”
Virginia Woolf, Orlando

Cesare Pavese
“In sostanza chiedevo un letargo, un anestetico, una certezza di essere ben nascosto. Non chiedevo la pace nel mondo, chiedevo la mia.”
Cesare Pavese, La casa in collina

Henry James
“Ralph dichiarò che per lui l’aristocrazia non lasciava un vuoto che la signorina Stackpole stessa non riuscisse a colmare, e che in quel momento non si poteva trovare un uomo più contento di lui. In questo diceva la verità, perché quei frusti giorni di settembre, nell’enorme città semivuota, portavano un fascino avvolto in sé, così come in uno straccio polveroso può essere ravvolta una gemma dai mille colori. Quando a sera rientrava nella casa vuota di Winchester Square, dopo una serie di ore trascorse con le sue relativamente ardenti compagne, s’aggirava per la gran sala da pranzo oscura, dove la candela che egli entrando prendeva dal tavolo nell’atrio costituiva tutta l’illuminazione. La piazza era silenziosa, la casa era silenziosa; se apriva una delle finestre della sala da pranzo per far entrare un po’ d’aria, udiva il lento scricchiolio degli stivali di una solitaria guardia di città. Il suo stesso passo, nella casa vuota, sembrava alto e sonoro; alcuni tappeti erano stati avvolti, e dovunque andasse egli risvegliava una eco malinconica. Si sedeva in una delle poltrone; la grande tavola da pranzo scura luccicava qua e là alla debole luce della candela; i quadri sulle pareti, tutti molto scuri, apparivano vaghi e indistinti. C’era un’aria spettrale, come di pranzi da lungo tempo digeriti, di discorsi conviviali che avevano perduto la loro attualità. Questa punta di soprannaturale forse aveva qualcosa a che vedere con il fatto che la sua fantasia prendeva il volo e che egli rimaneva nella sua poltrona molto più in là dell’ora alla quale avrebbe dovuto essere a letto; senza far niente, senza nemmeno leggere il giornale della sera. Dico che non faceva niente, e confermo l’espressione, proprio perché in quei momenti egli pensava a Isabel. Per lui pensare a Isabel non poteva essere che un ozioso passatempo, che non portava a niente e giovava ben poco ad alcuno. La cugina non gli era mai sembrata così affascinante come in questi giorni trascorsi a scandagliare, alla maniera dei turisti, gli abissi e la superficie dell’elemento metropolitano. Isabel era piena di premesse, di conclusioni, di emozioni; se era venuta in cerca di colore locale, lo trovava dappertutto. Faceva troppe domande perché lui potesse darvi risposta, e varava audaci teorie, su cause storiche ed effetti sociali, che egli era incapace nella stessa misura di accettare o di confutare.”
Henry James, The Portrait of a Lady

Naomi Alderman
“All'inizio non abbiamo parlato a cuore aperto perché non era virile. Adesso non parliamo perché abbiamo paura, ci vergogniamo, e ci sentiamo disperati, ognuno nella propria solitudine. E' difficile sapere quando siamo passati dalla prima fase alla seconda.”
Naomi Alderman, The Power

Barbara Kingsolver
“Ma da dove arriva, questa malattia di volere altro? Da come sono nato, o da come mi hanno fatto diventare, o dai branchi con cui ho corso in seguito? Tutti a metterti in guardia dalle cattive influenze, ma sono le cose che hai dentro di te a trascinarti davvero giù. Quell'irrequietezza che hai nelle viscere, come gatti randagi impazziti per le loro faide di sangue che si aggirano nel buio delle notti senza luna. Desideri senza speranza che non smettono mai di tormentarti: parole perfette che credi di poter dire a qualcuno per costringerlo a vederti, amarti, restare. O che potresti dire al tuo specchio per la medesima ragione.”
Barbara Kingsolver, Demon Copperhead

Rainer Maria Rilke
“Questo più umano amore somiglierà a quello che noi con lotta faticosa prepariamo, all’amore che in questo consiste: che due solitudini si custodiscano, delimitino e salutino a vicenda.”
Rainer Maria Rilke, Lettere a un giovane poeta/Lettere a una giovane signora/Su Dio

“E le tombe tutt’intorno ricordano che la morte è una storia di per se stessa, e che quella storia è condivisa da tutti, è il più grande denominatore comune.
Il cimitero è uno di quei rari luoghi dove non ci si sente mai veramente soli.”
Antoine Leiris, La Vie, après

Cassandra Luzi
“Siamo attualmente tenuti insieme da un sistema comunicativo che non cessa di rivelarsi inadeguato per poterci dire chi siamo davvero, sintomo che linguisticamente parlando dovremmo scavare in direzioni in cui non ci avventiamo mai, ti dicevo.”
Cassandra Luzi, Declinata

Chandra Livia Candiani
“La sera mi sdraio con me intorno
e al fianco, mi tengo lievemente
al lenzuolo non stirato
al bordo dell’abisso della notte,
l’abbraccio che fa silenzio alla montagna,
ore che crollano con la grazia fasulla delle foglie.”
Chandra Livia Candiani, La bambina pugile ovvero la precisione dell'amore

Charles Bukowski
“Ci sono cose ben peggiori di essere soli, ma spesso ci vogliono decenni per realizzare e spesso quando lo si fa è troppo tardi.”
Charles Bukowski

Giulia Caminito
“Ora è distante e malefica, mi pungola il suo sguardo, quelle moine che all’improvviso mi danno malanno, sono io la prima a ritrarmi e a interporre antipatie, proprio quando la nostra amicizia è in pericolo e qualcuno di più seducente di me la sta per irretire, io non so farmi piacevole, non so camuffarmi da santa protettrice, ma sputo fiamme e alzo muraglia.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Giulia Caminito
“Io voglio essere felice, voglio essere felice, fatemi essere dannatamente felice, mi sento di gridare, ma non ci riesco e li faccio uscire dalla stanza, metto il vestito rosso e le scarpe che sono troppo strette sulla punta del piede destro, non c’è nulla in cui nascondersi, niente che copra la mia disgrazia.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Giulia Caminito
“Io non so fare quello che fanno loro, non seduco, non ammalio, non riesco a propormi, mai l’ho saputo fare, le guardo danzare, sorridersi e bere, loro mi invitano più volte a raggiungerle, sei una di noi vogliono simulare, sei opportuna e benvoluta, ma io vedo menzogna in quegli sguardi, perché non c’è mai stato un luogo per me, un mio stare al posto adatto.
[...]
Sento intanto un cappio al collo, lo spazio aperto di quel giardino, l’aria fresca e umida che sale dall’acqua del lago, il sibilo delle onde piccole che sciabordano mi dà claustrofobia, mi vedo in una scatola di latta, senza buchi per respirare, appiattita sotto una pressa da cantiere.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Giulia Caminito
“Di quei dieci comandamenti – volontà di tregua e pace perpetua – io non ne ho rispettato nessuno, ho avuto mesi e anni per mettermi in pari, recuperare gli errori commessi, ma ho procrastinato gli eventi, ogni giorno poteva essere quello dopo, ogni tramonto lo avremmo potuto guardare la sera seguente, ogni perdono poteva restare implicito, nessuno avrebbe prosciugato il lago o avrebbe sradicato il molo, e il coniglio era morto da tempo e tale sarebbe rimasto: morto e sepolto nel giardino sul retro, tra le lattughe e qualche melanzana.
[...]non le ho narrato della mia scarsa autostima, la coriacea voglia di offendere e affondare, come se ognuno fosse un pesce e io la mano stretta intorno al suo corpo liscio dentro la grande fontana che è una vita qualunque.
Lei ha sempre custodito, nella sua memoria emotiva, la me fantastica e valorosa, la me affabile e sorridente, la me che è vittima e non fa pezzi dei corpi altrui, quella che canta a gola aperta in macchina e legge i libri al fresco dell’ombra, una me fugace, durata il tempo di una stagione, una immagine evanescente, un viso sott’acqua durante una gara di apnee.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Giulia Caminito
“In casa mia c’è un regime di non belligeranza e indifferenza reciproca, io sono diventata la figlia a carico che non produce, non moltiplica, non incassa, non cucina e non ha tesori o dispense, la figlia mai cacciata e mai tornata, la statua di sale che a tutti tocca vedere all’ora di cena, eppure vorrei interrogare mia madre, chiederle cosa dovrei fare, perché lei sempre ha trovato soluzioni sul da farsi, sul mettersi in moto e risolvere, mentre io ho solo preso armi e carrarmati e ho attaccato le altrui barricate, il suo agire è progetto, il mio agire è guerra, nel primo caso l’obiettivo è noto, nel secondo ciò che si sa è solo che conviene distruggere prima che siano gli altri a pensarci.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Franz Werfel
“La paura della morte si dileguò e le subentrò una meravigliosa indifferenza. Egli si distese come per dormire. Il cielo gemmato della notte d'agosto stava immobile sopra di lui. Fra i miliardi di stelle nessuna baluginava. Stefano era solo nel mondo e col mondo.”
Franz Werfel, I quaranta giorni del Mussa Dagh: Volume II

Amalia Frontali
“Essere soli insieme non è una solitudine.”
Amalia Frontali, La Chioma di Berenice

“la solitudine è il mio Composizione chimica”
Andre Verticchio

Cristina Comencini
“ma fatico a capire i miei sentimenti, mi sembra sia un lusso occuparsene".”
Cristina Comencini, Flashback

Cristina Comencini
“Cosa mi aveva spinto a lasciare il lavoro e diventare la sua assistente personale? Te lo spiego. La sua luce era talmente forte che illuminava anche noi, poi clic, la spostava, e noi restavamo al buio.”
Cristina Comencini, Flashback

Pierre Drieu la Rochelle
“Un uomo solitario è un illusionista.”
Pierre Drieu la Rochelle, Le feu follet suivi de Adieu à Gonzague

Pierre Drieu la Rochelle
“E nello specchio, si guardò alle spalle. Questa camera vuota, questa solitudine… Provò un brivido immenso che lo afferrò alle reni e al midollo, correndogli lungo la schiena dalla testa ai piedi come un fulmine di ghiaccio: la morte gli fu davanti in tutta la sua evidenza. Era la solitudine, se n’era servito come di un coltello per minacciare la vita, ed ora questo coltello si rivoltava e gli perforava le viscere. Più nessuno, più nessuna speranza. Un isolamento irrimediabile.”
Pierre Drieu la Rochelle, Le feu follet suivi de Adieu à Gonzague

“Quando non abbiamo le persone che amiamo ce le inventiamo. Ma tutto, nella vita, funziona così. C'inventiamo sempre ciò che ci manca.”
Domenico Dara, Malinverno

Fabrizio Acanfora
“E si rimane per sempre quello che, a un dato momento, si è deciso che dovevi essere. Non c'è rielaborazione possibile: le persone devono essere ben catalogate, marchiate a vita.
Almeno, però, fatemi un favore: non venitemi a dire che non è possibile; perché il dolore, la solitudine, la difficoltà nel sentirmi diverso da voi, li ho portati dentro da solo, quasi sempre in silenzio. La fatica di sembrare normale in modo che voi poteste stare tranquilli, l'ho fatta da solo.
Adesso sono stanco, mi sono reso conto che non c'è bisogno di vergognarsi, nel sentirsi diverso. Ora ho deciso che io, tutto sommato, a questa normalità che distrugge il pianeta in cui vive, che odia chiunque manifesti delle differenze; a questa normalità che tenta di annientare il pensiero critico e aspira a una beata mediocrità, non voglio più assomigliarci.”
Fabrizio Acanfora, Eccentrico: Autismo e Asperger in un saggio autobiografico

Alba de Céspedes
“Sveglia, ero oppressa da un incubo: nell'appartamento di sopra, in quello contiguo, nei bianchi casamenti moderni che sorgevano accanto al nostro, in tutte le case di Roma, in tutte le case del mondo, vedevo le donne sveglie nel buio, dietro l'invalicabile muro delle spalle maschili. Parlavamo lingue diverse, ma tutte tentavamo invano di far udire le stesse parole: nulla poteva attraversare l'incrollabile difesa di quelle spalle. Bisognava rassegnarsi ad essere sole, dietro il muro, e stringerci tra noi, sorreggerci, formare un grumo di sofferenza e di attesa. Era il solo conforto che ci fosse consentito, insieme a quello di lavorare, partorire, piangere, e questo davvero era il nostro sollievo: piangere, sole, sedute nelle cucine azzurre che al tramonto divengono livide e tristi, nelle cucine grigie dove i ragazzini giuocano in terra e spesso anche loro piangono con voci lugubri e già adulte. Alcune tra noi, come la Nonna, si appagavano nell'esser padrone dei grandi armadi della biancheria, cupi e solenni come bare: altre, senza saperlo, si riducevano addirittura a dimenticare se stesse in un seguito di giorni ricchi, futili, mondani. Ma tutte, talvolta o sempre, dormivano nel freddo, dietro un muro. Tutte. Le sentivo gemere, implorare, senza essere udite: perché la voce di una donna è solamente povero fiato; e il muro è pietra, cemento, mattoni.
("Dalla parte di lei")”
Alba de Céspedes

Beppe Salvia
“noi sposi per l'eternità degli sposi.

aver vissuto mia solitudine
e senza aiuto e sua temperanza
già m'acquista una voce e una parola
ch'è già parola di che s'accompagna.”
Beppe Salvia, Un solitario amore

Barbara Kingsolver
“Voltai la faccia verso il finestrino, così nessuno poteva vedere che mi mettevo a piangere. Era quella, la vita che mi aspettava? Infilarmi dove la gente non mi voleva? Una volta ero qualcuno e poi ero andato a male, come il latte. Il figlio della drogata morta. Un pezzetto marcio della torta americana che tutti avrebbero voluto semplicemente far sparire.”
Barbara Kingsolver, Demon Copperhead

“Se qualcuno avesse chiesto a Linus Baker se si sentiva solo, lui avrebbe risposto con una smorfia sorpresa. Il pensiero gli era del tutto estraneo, quasi scioccante. E sebbene anche la più piccola delle bugie gli facesse venire l'emicrania e il mal di stomaco, c'era comunque la possibilità che alla domanda avrebbe risposto di no. Ovviamente lo era. Era disperatamente solo.
Forse una parte di lui sarebbe persino stata convinta di dire la verità. Ormai da tempo aveva accettato che certe persone, a prescindere da quanto fosse buono il loro cuore o di quanto amore avessero da offrire, erano destinate a rimanere sole. La vita aveva quello in serbo per loro. All'età di ventisette anni, Linus aveva capito di appartenere a quella categoria di persone.
Oh, non che si fosse verificato chissà quale traumatico evento. Semplicemente si sentiva... meno luminoso degli altri. Come una lampadina a risparmio energetico in un mondo a mille watt. Nessuno l'avrebbe mai notato.”
TJ Klune

Ivo Andrić
“Sì, il mondo è grande, il mondo è immenso anche di giorno, quando la vallata di Višegrad vibra sotto la calura e quasi si sente il rumore del grano che matura, quando la kasaba, sparpagliata intorno al verde fiume, chiusa dalla linea regolare del ponte e dai neri monti, sembra esplodere nel suo biancore. Ma è di notte, solo di notte, che il cielo si anima e si infiamma rivelando l'immensità e la grande energia di quel mondo in cui l'essere umano si smarrisce e non sa più dove andare né cosa desiderare o fare. Solo allora si vive realmente, con serenità e a lungo; solo allora non ci sono più parole che impegnano per tutta la vita, promesse fatidiche o situazioni disperate la cui conclusione si avvicina inesorabile e lascia solo la morte o la vergogna come via d'uscita. Sì, non è come durante la vita diurna, quando non si può tornare sulla parola data, né sfuggire a quel che si è promesso. Di notte tutto è libero, infinito, anonimo e muto.”
Ivo Andrić, Il ponte sulla Drina. Racconti

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