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Soffrire Quotes

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Diego De Silva
“A forza di soffrire per te ho contratto un debito intellettuale nei confronti del tempo che attraverso. Sono un militante del pensiero critico. Mi attirano libri che fino a qualche tempo fa m’innervosivano solo a leggerne il titolo. Sei compatibile con tutto: con il privato, il pubblico, la politica, l’etica, l’estetica, la religione, la musica, la letteratura, il cinema, il teatro, l’informazione, la tecnologia, la pubblicità dei pannolini e persino quella delle macchine. Ogni cosa è compromessa con te. E io sono obbligato a speculare su tutto, perché tutto ti riguarda. Sei ovunque, tranne dove vorrei che fossi. Indovina dove.”
Diego De Silva, Sono contrario alle emozioni

Andrzej Sapkowski
“Nessuno vuole soffrire. Eppure è il destino di ognuno. E alcuni soffrono più degli altri. Non necessariamente per scelta. La questione non sta nel sopportare il dolore. La questione sta nel come lo si sopporta”
Andrzej Sapkowski, Chrzest ognia

Hermann Hesse
“Imparare a soffrire è difficile. (…) Imparate ad ascoltare la voce della vita quando si fa sentire! Imparate a guardare quando il sole del destino scherza con le vostre ombre! Imparate il rispetto per la vita! Imparate il rispetto per voi stessi! (…) soffrire rende tenaci, soffrire tempra. (…) Perché l’azione, la buona e radiosa azione, amici miei, non viene dal fare, non deriva dall’attivismo, non è frutto della diligenza e del martellare. Essa cresce solitaria sui monti, cresce sulle cime, dove sono silenzio e pericolo. Sgorga dal dolore… (…) Io vi parlo della solitudine. Solitudine è la via lungo la quale il destino vuol portare l’essere umano a se stesso. Solitudine è la via che l’essere umano teme massimamente.”
Hermann Hesse, Il coraggio di ogni giorno

Ernest Hemingway
“Non devo fargli aumentare il dolore, pensò. Il mio non importa. Posso controllarlo. Ma il suo dolore può farlo diventare matto.”
Ernest Hemingway, The Old Man and the Sea

Alessandro Manzoni
“E non sapte voi che il soffrire per la giustizia è il nostro vincere?”
Alessandro Manzoni, The Betrothed

Cristel Anna Notarianni
“Voglio vivere di questo dolore e morire lentamente nel suo ricordo”
Cristel Anna Notarianni, Bisbigliando - Sussurri di mezzanotte

Ilya Ilf
“Se non può far a meno di soffrire, soffra almeno in silenzio.”
Ilya Ilf, The Twelve Chairs

Sylvie Germain
“Guarda ragazza, tu che vaghi per fuggire al tuo dolore, guarda bene la pazienza degli alberi. È così grande, è fatta di umiltà. Accettano tutto. Accettano l’immobilità che è imposta loro e la solitudine cui sono condannati. I loro rami hanno un bel tendersi, non raggiungeranno niente, né l’orizzonte che li circonda, né il cielo che passa per tutte le tonalità del colore, né gli altri alberi che crescono al loro fianco. Qualche volta riescono a sfiorarsi appena, con la cima delle loro fronde. Ma la felicità dell’abbraccio, l’oblio di sé contro il corpo dell’altro, sono loro per sempre negati. Si nutrono di luce, di pioggia e di rugiada e non hanno altra voce per i loro lamenti, i loro desideri e i loro sogni, che quella che il vento vuole di tanto in tanto prestare loro, quando ne scuote le foglie.

Tutto arriva loro dall’esterno, da un altrove dove non possono avventurarsi. Non possiedono nient’altro che la loro pazienza. E non conservano quello che succede loro. Non trattengono niente; loro che sono trattenuti dalla terra senza speranza di liberazione. Lasciano che i loro fiori si schiudano e sboccino contro il cielo, e che appassiscano; e che maturino i loro frutti che gli uccelli di passaggio beccheranno. Distribuiscono al vento, alle api e a tutte le bestiole, la manna vegetale che hanno lungamente stillato. E offrono riparo a tutte le creature che cercano rifugio. Donano perfino la loro ombra. La loro ombra larga e blu che tremula sulla terra di cui sono prigionieri. Non serbano rancore, né amarezza. Esaltano le loro pene in aromi delicati e leggeri bisbigli. Portano i bambini dai sogni intrepidi fino alla cima delle loro fantasie vegetali, li cullano tra le loro braccia, insegnano loro a guardare la terra con occhi nuovi, con un cuore più dolce. E insegnano loro a guardare il cielo con occhi immensi, con anima cristallina.

Contempla ragazza, la pazienza degli alberi che aspettano lì dritti che tutto venga loro donato, con i loro rami tesi come braccia di mendicanti. Aspettano come i poveri, per poi colmare le altre creature di ciò che hanno ricevuto. Solleva, ragazza, i tuoi occhi dalle palpebre dolenti di lacrime, impara a vedere in modo nuovo, contempla la pazienza degli alberi, che vegliano senza fine, dall’alba alla notte e dalla notte al giorno, con i rami elevati come braccia di uomini in preghiera. Ricevi quella pazienza, perché perfino di quella fanno dono. Accogli quella pazienza, che è umiltà, dolcezza e generosità. Che è amore puro, dalle radici nodose e distorte per la sofferenza. È come una preghiera.”
Sylvie Germain, Immensités

“Le ferite guariscono solo se riusciamo a risalirle. Sono come vette ripide su cui rischiamo di scivolare, e allora dobbiamo ricominciare tutto da capo, sudando dolore e sanguinando aguzzo, come le rocce. È per questo che, se non stiamo attenti, ci induriamo. Ci vengono i pensieri storti e la bocca molle.”
Natascha Lusenti, Al mattino stringi forte i desideri

Simona Sparaco
“Certi graffi, soprattutto nell'adolescenza, quando si vive tutto in modo amplificato, sono come maschiature a fuoco.”
Simona Sparaco, Equazione di un amore

“«Ma, Cane Grigio, perché gli uomini soffrono cosi quando una persona va via? Insomma, non è mica morta, ha solo un sentiero diverso dal suo. Le loro strade si sono divise, ma non dimenticate»
«Hai perfettamente ragione piccolo, ma vedi, per gli uomini è diverso. Noi siamo abituati a perdere gli affetti fin da piccoli, dobbiamo imparare a cavarcela da soli e sappiamo bene che la nostra vita è troppo corta perché smarrisca i giorni dietro la nostalgia. Per gli uomini è invece diverso, loro vivono delle cose che perdono.»
«Non capisco»
«Immagina di possedere una cosa bellissima alla quale sei molto legato e di perderla per strada e di non ritrovarla più, come ti sentiresti?»
«Sarei triste»
«Esatto, soprattutto perché quella cosa che tu hai custodito e trattato con tanta cura, andrà nelle zampe di qualcun altro e tu non la riavrai mai più. Qualcuno l'accudirà al posto tuo, l'amerà al posto tuo, la stringerà al posto tuo, la terrà al caldo al posto tuo ma nessuno la dimenticherà al posto tuo, perché per quanto riguarda le cose belle che possiedi, c'è sempre qualcun altro pronto a prendersele, ma mai nessuno pronto a cancellartele dal cuore.»”
Marco Gregò, Nella terra del sole che sboccia

“Da quando lo aveva perso, Aurora non era più la stessa. Era diventata una maniaca dell'ordine, della pulizia. Come se mettere ordine in casa, fosse sintomo di ordine mentale, del cuore. Ma non lo era. In quel disordine, c'era tutto tranne che amore. Tutto tranne abbracci, strette di mano silenziose. Tutto tranne gambe incrociate, piumoni tirati da una parte del letto. Però aveva imparato. Aveva imparato a sentirsi comoda in un letto troppo grande per lei. Aveva imparato a comprarsi le rose. Quelle belle, strada vedi e te ne innamori. Tanto le hanno già tirate via, almeno ne approfittava per po' di bellezza.
C'è bellezza in ogni cosa, quando ti hanno tolto tutto Solo che inizialmente non lo vedi. Inizialmente vedi Isolo un letto vuoto che ha bisogno di essere riempito. Vedi un appendiabiti con un giubbotto soltanto e pensi "Beh, il suo qui, ci starebbe proprio bene". Non te ne accorgi della bellezza, a volte addirittura, la calpesti, la scansi, la sorpassi. E non ti accorgi che il mondo va avanti lo stesso. Che non esistono graffi più profondi di quelli che possiamo provocare a noi stessi.”
Francesco Cristofaro, Distanze

Donato Montesano
“Sembrava non avesse sofferto mai, o che avesse sofferto troppo per darlo a vedere.”
Donato Montesano, I grandi scrittori non mangiano

“Non avevo mai pianto tanto in tutta la mia vita. Prima di quel momento, non sapevo che cosa significasse davvero, piangere. Piangere a singhiozzi, senza riuscire a smettere, piangere in macchina, nel traffico, piangere in autobus, piangere mentre cammini tra la gente, con le cuffie nelle orecchie, piangere al lavoro, mentre tagli i pomodori, da solo nel letto fino a che il cuscino diventa una pozzanghera. Piangere sotto la doccia, nel mare, al bar, seduto al ristorante. Piangere, iniziare e non riuscire a smettere. Pensare: è impossibile che mi rimangano ancora lacrime, e continuare a piangere. Piangere era diventata un'abitudine, e potevo sempre dire alla gente: sono un tipo emotivo, il che era vero. Ma la gente sapeva che non piange così chi è emotivo, piange così chi soffre. E io soffrivo.”
Marzia Sicignano, Dove si nascondono le lacrime