“Un giovane ricercatore molto portato per la botanica che al momento ricopre il ruolo di Guardiano della foresta nella Selva di Avidya. È una persona onesta e di buon cuore, oltre a essere un esperto nel guidare anche gli studenti più disorientati.”
Storie del personaggio[]
Informazioni sul personaggio
Coloro che attraversano la Selva di Avidya avranno l'occasione di incontrare un Guardiano della foresta speciale.
Ha le orecchie grandi, una coda lunga e un viso delicato. Ad un occhio inesperto potrebbe anche sembrare una specie di animale piccolo e raro, originario della foresta; ma chiunque abbia avuto a che fare con lui sa che è una creatura che si esprime con chiarezza e agisce con fermezza.
"Un momento, per favore. A giudicare dal tuo equipaggiamento, si direbbe che tu sia un venditore ambulante diretto alla Città di Sumeru, dico bene? Torna indietro, stai andando nella direzione sbagliata. Insomma, guarda laggiù: le foglie s'infittiscono e l'ambiente è più umido. Da qualunque angolo la guardi, non sembra la strada principale che porta in città.
Oh, no, la tua borraccia è vuota? Vieni, prendi un po' della mia acqua. Non dovresti mai risparmiare sulle scorte d'acqua, neanche se ti trovi in una foresta pluviale. Se bevi l'acqua che trovi qui in giro, potresti finire ricoverato al Bimarstan.
Beh, se è una tappa del tuo itinerario, allora suppongo che tu abbia... delle idee interessanti."
In mezzo a questa raffica di istruzioni, l'agnellino sperduto si ritroverà messo in riga senza neanche aver il tempo di accorgersene.
"Ehm... Grazie mille! A ogni modo, potrei sapere chi sei...?"
Gli altri guardaboschi, guardando il venditore ambulante inchinarsi al minuto Guardiano della foresta, non possono fare a meno di ridere.
"Pfft, ahah! Ehm, questo è il nostro g... Cioè, il Guardiano della foresta Tighnari."
Storia del personaggio (1)
Livello amicizia 2
Oltre ai normali servizi di manutenzione forestale, i guardaboschi spesso si imbattono in problemi causati dall'uomo: accampamenti occupati abusivamente, capanne costruite distruggendo la vegetazione, discariche di rifiuti domestici che potrebbero diventare possibili fonti di inquinamento, braci dei falò ancora ardenti e non estinte...
Per rimediare a tali situazioni, non devono solo risolvere prontamente il problema, ma anche fare una ramanzina ai responsabili. Tuttavia, questi ammonimenti non sempre sono stati comunicati in maniera efficace.
Solo dopo l'arrivo di Tighnari tra i Guardiani della foresta c'è stato un notevole miglioramento.
Questo in parte grazie al suo rigore scolastico, cioè il modo in cui "dà una lezione" ai combinaguai senza troppi fronzoli.
Ma soprattutto, Tighnari è in grado di spiegare come comportarsi correttamente, e le ragioni alla base di tali comportamenti, nella maniera più chiara possibile.
Secondo lui, queste nozioni di vita nella natura sono anche un tipo di sapere e saper impartire queste nozioni è un'arte.
È molto più utile affrontare gli errori dei responsabili in maniera diretta e spiegare cosa c'è in gioco, piuttosto che limitarsi a dare dei consigli.
Questo è anche un motivo per cui Tighnari è in disaccordo con l'Akademiya sulla fornitura del Terminale dell'Akasha.
Il sapere è, in verità, il tesoro più prezioso di tutti gli esseri viventi. I curiosi dovrebbero accoglierlo con passione e opporsi alla sua strumentalizzazione come metodo di sopravvivenza distribuito in piccole dosi.
Sfortunatamente, da giovane ricercatore quale è, Tighnari non ha avuto la benché minima influenza sull'Akademiya, e tutt'oggi si limita a fare solo ciò che gli è concesso.
Tuttavia, la realtà non sempre rispecchia i propri ideali.
Pertanto, non è raro vedere qualche povero sventurato ricevere una ramanzina da Tighnari nella Selva di Avidya.
Storia del personaggio (2)
Livello amicizia 3
Quando Tighnari arrivò per la prima volta a Borgo Gandharva, era ancora un semplice membro dei guardaboschi, non diverso da ogni altro Guardiano della foresta.
"Piuttosto che partecipare a questi dibattiti inconcludenti riguardo a queste 'grandi idee', preferisco cambiare la foresta per il meglio in modo concreto, mettendo in pratica ciò che ho imparato."
Era così che Tighnari si sentiva quando si era unito ai guardaboschi, ed era un neolaureato della scuola di Amurta che aveva preso le distanze dall'Akademiya, ma molto presto scoprì che anche i guardaboschi avevano dei problemi significativi.
Nonostante fossero entusiasti nel proteggere la foresta, alla loro organizzazione mancava il benché minimo fondamento razionale, oltre che una formazione che si basasse sul rigore scientifico.
Purtroppo, bisognava superare degli ostacoli per far sì che ci fosse un cambiamento, e Tighnari non era mai stato il tipo da lasciarsi scoraggiare.
E così, il dinamico Tighnari entrò in azione per dare una svolta alla situazione.
Creò un metodico registro di pattuglia della foresta, assegnò le mansioni in base ai punti di forza di ognuno e tenne periodicamente dei corsi formativi sulla storia naturale per i suoi compagni...
Grazie all'entusiasmo e alla collaborazione dei suoi colleghi guardaboschi, le pattuglie forestali attorno alla Selva di Avidya divennero sempre più efficienti, soprattutto nei pressi di Borgo Gandharva, dove erano pressoché perfette.
Naturalmente, i guardaboschi iniziarono a nutrire ammirazione verso questo ricercatore dinamico ed esperto.
Un giorno, Tighnari notò che i suoi colleghi avevano preso a chiamarlo con un nuovo nome.
"Ehilà, generale Capoguardiano! Potresti dare un'occhiata al rapporto che ho scritto oggi?"
"Generale Capoguardiano! Ho trovato una valigia giù nel Burrone Chinvat. L'ho messa nella sezione oggetti smarriti.
"Oh no, dov'è andato a finire Sag... Uhm, generale Capoguardiano, l'hai visto?"
All'inizio non gli aveva dato molta importanza, ma poiché la cosa aveva preso piede, non poté fare a meno di mostrarsi accigliato.
"Esiste davvero questo grado? O dovremmo optare per qualcosa di simile a "generale Mahamatra?"
In ogni caso, Tighnari persuase tutti a tornare a chiamarlo Guardiano della foresta, maestro o Signor Tighnari.
"Temo di non essere all'altezza del titolo di generale Capoguardiano", o almeno così aveva detto.
"Eheh, a dire il vero, questo mi riporta alla mente una battuta sul titolo del generale Mahamatra..."
Ma non spiegò mai quest'altra ragione per il rifiuto di quel titolo.
Storia del personaggio (3)
Livello amicizia 4
Un tempo, tra la gente di Sumeru andava di moda un certo tipo di fiore dal colore sgargiante. Poiché molti lo compravano per decorare le proprie case, presto diventò una vera e propria tendenza.
Sfortunatamente, questo fiore era destinato a perire fuori dalla foresta pluviale, e una volta raccolto avrebbe resistito al massimo solo due giorni.
Quando i fiori non erano più freschi, venivano subito rimossi e gettati lungo le strade a marcire: una vergogna sotto tutti i punti di vista.
Bisognava fare qualcosa. Oltre ai problemi relativi ai rifiuti e all'inquinamento, a lungo andare si correva il rischio di danneggiare l'ecosistema della foresta.
A ogni modo, mentre i guardaboschi rimuginavano su questo problema, Tighnari inviò un'offerta di collaborazione ai venditori di fiori della città:
i guardaboschi li avrebbero aiutati a raccogliere fiori freschi gratuitamente, ma loro avrebbero dovuto offrire un servizio aggiuntivo, informando chi acquistava i fiori che se li avessero riportati il giorno dopo, avrebbero ottenuto una ricevuta, valida tre giorni, da scambiare con una decorazione di fiori secchi.
Queste decorazioni, ovviamente, erano fornite da Tighnari e i guardaboschi. La scelta di pagare e quanto pagare, sarebbe toccata ai clienti, proprio come in un bazaar di beneficienza.
Parte di questi Mora sarebbe andata nelle tasche dei proprietari dei negozi come commissione per la raccolta dei fiori avanzati, mentre il resto invece sarebbe andato nei fondi dei guardaboschi per supportare il mantenimento della foresta.
Questa collaborazione andò piuttosto bene. I proprietari dei negozi di fiori si risparmiarono la fatica di andare alla ricerca dei fiori nelle profondità della foresta, e ne ricavarono anche qualcosa per loro; i guardaboschi assunsero il controllo delle operazioni e della quantità di fiori da raccogliere, ottenendo anche dei fondi extra; chi aveva acquistato i fiori, oltre ad un compagno floreale temporaneo, ne aveva ottenuto un ricordo più permanente.
Tutto andava liscio come l'olio, ma alcuni guardaboschi non capivano e chiedevano: "Perché non abbiamo semplicemente vietato la raccolta di questi fiori dall'inizio? Non sarebbe stato più semplice?"
A sentire questa domanda, Tighnari scuoteva testa e orecchie.
"Non dovremmo limitarci a fare semplici calcoli. Se avessimo imposto una condizione simile, avremmo fatto al figura del professore severo che, invece di spiegarsi e farsi capire, fa la ramanzina e semina ribellione.
Se ciò accadesse, la nostra reputazione sarebbe l'ultimo dei guai: saremmo troppo impegnati a fare i conti con chi viene a raccogliere i fiori illegalmente! In ogni caso, le mode sono passeggere. Non preoccupatevi, sono certo che presto le persone avranno altro a cui pensare."
Questi discorsi pragmatici convinsero subito i guardaboschi, prima fra tutti Collei.
"Le decorazioni di fiori secchi che il maestro ci ha insegnato a fare piacciono molto anche ai bambini!"
Storia del personaggio (4)
Livello amicizia 5
Quelli della razza di Tighnari sono esseri rari e imprevedibili, e di solito danno l'impressione di essere dei tipi solitari.
Ma la situazione di Tighnari è alquanto diversa.
Nonostante abbia passato gran parte del suo tempo a meditare sulle sue ricerche e relativamente poco tempo a coltivare le amicizie, è comunque riuscito ad accumulare un discreto numero di compagni.
Fin da subito, Tighnari riportò voti alti nell'Akademiya e in molti si recavano da lui in cerca di aiuto con i loro compiti. Alla fine dei suoi seminari, spesso concedeva foto di gruppo.
Non capiva il motivo di queste richieste, ma acconsentiva comunque.
E fu così che si diffuse l'opinione generale secondo cui "Tighnari sa tutto, ed è molto piacevole parlare con lui!", che spingeva le persone a fare a gara per aggiudicarsi un po' del suo tempo. Persino studenti di altri darsana volevano collaborare con lui.
Questa situazione andò avanti finché, un giorno, la sua popolarità catturò l'attenzione di Cyno, il generale Mahamatra.
La formazione di fazioni e il raduno di forze... non erano altro che avvisaglie di una corruzione accademica!
Tuttavia, dopo aver passato del tempo a osservare Tighnari, Cyno si rese conto che lui aveva accolto le persone solo per gentilezza.
Tighnari aveva occhi solo per il suo lavoro ed era disinteressato alle offerte altrui.
Ovviamente, accettava di collaborare, ma solo se avrebbe giovato alla sua ricerca.
In ultima analisi, la sentenza di Cyno fu: "Si tratta di un giovane talentuoso, onesto e affidabile che non conduce alcun affare discutibile. Minaccia scongiurata.
Fu grazie a questa impressione che il generale Mahamatra, noto per tenersi alla larga da tutto ciò che riguarda scuole e studiosi, iniziò ad abbassare la guarda per poi, in seguito, diventare amico di Tighnari.
Questa serie di situazioni l'avrebbero portato, infine, ad incontrare un'altra compagna.
"Questa signorina si chiama Collei? Non fa niente se non sai leggere o scrivere. Nasciamo tutti senza sapere niente, in questo non sei diversa dagli altri. Allora perché non cominciamo dall'imparare a scrivere il tuo nome?"
Storia del personaggio (5)
Livello amicizia 6
Tutti coloro che amano la ricerca hanno in comune il piacere che ne traggono e la curiosità verso l'ignoto.
Tighnari non è da meno e, infatti, la sua curiosità sembra averlo accompagnato sin dalla nascita.
Mentre i suoi coetanei leggevano ancora le favole, Tighnari si infilava nelle casse e si arrampicava sulle mensole nello studio dei suoi genitori.
Da suo padre, che studiava gli insetti, prendeva dei manuali; da sua madre, invece, che era una paleontologa, prendeva in prestito immagini di fossili.
Era così che Tighnari, abbracciando la sua coda, assorbiva tutto il sapere. Non importa se capisse o meno ciò che stava apprendendo.
A ogni modo, piano piano, le sue conoscenze si ampliarono e anche i posti sconosciuti che desiderava esplorare diventarono sempre più numerosi.
Per esempio, perché alcuni nascevano senza orecchie e code come quelle della sua famiglia?
Sfogliando tutti i tomi antichi che aveva trovato a casa sua, Tighnari scovò un manoscritto lasciato da un suo antenato che riguardava i "Valuka Shuna".
Secondo il testo, i Valuka Shuna erano una razza asservita a Re Deshret, i cui membri vivevano nel vasto deserto e presentavano pelo chiaro e orecchie grandi, ottimi per dissipare il calore.
Poi discese una calamità che annientò il regno di Re Deshret, e gli unici superstiti furono i Valuka Shuna, risparmiati dalla grazia dell'Archon di Dendro che tinse il loro pelo di verde.
"È opportuno notare che, sebbene i Valuka Shuna sembrino più delle volpi, il loro nome significa 'grande cane del deserto'. Secondo un mio amico umano che ha un rapporto speciale con la foresta, fu una creaturina identificata come un Aranara a dargli questo nome."
"Santo cielo", pensò Tighnari sconvolto, "quindi io sono un grande cane del deserto!"
Per la precisione, questo è dovuto al fatto che i suoi antenati, avendo vissuto insieme ai Valuka Shuna, ne avevano ereditato alcune caratteristiche.
Ma ovviamente, un bambino in agitazione non fa caso a questi dettagli. Così, Tighnari chiese immediatamente a suo padre di riportare nel deserto lui, il grande cane del deserto, per dare un'occhiata durante le sue prossime ispezioni.
Sfortunatamente, ebbero un piccolo inconveniente: non appena Tighnari ebbe messo piede nel deserto, svenne per il caldo e fu riportato immediatamente nella foresta pluviale.
"Oh, no", pensò Tighnari con tristezza mentre si riprendeva nella sua casa sull'albero, "i grandi cani del deserto sono regrediti nella mia generazione."
Diversi anni dopo, il bambino ingenuo diventò un ricercatore attendibile e quell'evento non era diventato nient'altro che una aneddoto divertente da raccontare.
Oggi, Tighnari ha trovato le risposte ai due quesiti: perché gli Aranara hanno scelto quel nome e perché sviene facilmente nel caldo deserto.
Il primo è semplice: dal punto di vista biologico, volpi e cani fanno entrambi parte della famiglia dei canidi e, forse, gli Aranara pensavano si equivalessero.
Il secondo, anche se Tighnari odia ammetterlo, probabilmente ha a che fare con una cosa che suo padre usava dire, scompigliandogli i capelli.
"Il pelo di questo ragazzo è di un verde così intenso e scuro. Il caldo del deserto gli causerà sicuramente dei problemi!"
La prima lente d'ingrandimento del ricercatore
Livello amicizia 4
Quando il piccolo Tighnari andava in esplorazione nella foresta da solo, portava con sé una lente d'ingrandimento.
Era un regalo di sua madre. Leggera e dalla forma accattivante, era chiaro che fosse uno strumento adatto ai bambini.
"Visto che le tue orecchie ti permettono già di sentire suoni mooolto lontani, usa questa lente d'ingrandimento per vedere le cose mooolto piccole!"
Così, Tighnari usò quello strumento per osservare le venature sulle foglie, la polvere che si alzava dalle ali delle farfalle e le scie dei serpenti della foresta pluviale...
Fu grazie alla costante osservazione, raccolta e considerazione che riuscì ad essere ammesso prima del tempo alla scuola di Amurta, iniziando così il suo percorso di apprendimento sotto la guida dei Saggi.
Tighnari posò la lente d'ingrandimento, usurata e segnata dal tempo, sulla sua nuovissima lettera d'invito, poi mise il viso tra le mani e rifletté a lungo.
Alla fine, la sua compagna fedele era diventata un ornamento da indossare.
Sapeva che nell'Akademiya avrebbe studiato libri più complessi e avrebbe avuto accesso a strumenti ancora più straordinari, quindi non ci sarebbe stato spazio per questa vecchia lente d'ingrandimento per principianti.
Tuttavia, sarebbe stata per sempre la sua compagna nella sua ricerca per la conoscenza, e l'avrebbe seguito per terre più vaste e lontane.
Visione
Livello amicizia 6
Chi frequenta l'Akademiya, che sia per studio o per lavoro, non può mancare alle conferenze accademiche.
Come è solito accadere nelle conferenze, quelli sul podio danno sfoggio delle loro competenze e quelli nel pubblico forniscono il loro supporto.
Ma parlando francamente, quale ricercatore, sommerso da una marea di informazioni, non commette errori nelle sue indagini?
Durante una conferenza, Tighnari si rese conto che il relatore stava dicendo cose che lui sapeva non essere corrette.
In quel momento, lui era solo uno spettatore e un ascoltatore. Quasi inconsciamente, si guardò intorno e si rese conto che nessuno dei suoi compagni di classe o dei suoi professori aveva detto niente.
Che cosa avrebbe dovuto fare? Forse, tutti erano consapevoli del problema ma nessuno voleva far fare brutta figura al relatore.
O forse lui era l'unico a essersene accorto, e col suo silenzio non avrebbe fatto altro che diffondere disinformazione...
Tighnari esitò per un momento, ma poi si fece forza.
Nonostante il suo stato e la scena fossero un ostacolo, alla fine il rigore della conoscenza prevalse.
In fin dei conti, la conoscenza è come una stella che brilla nel cielo: niente può impedirle di brillare.
Con questo pensiero, Tighnari alzò la mano e disse: "Chiedo scusa. Se posso permettermi..."
In un primo momento, il ricercatore sul palco fu sorpreso di sentire la sua voce gentile, poi reagì rapidamente e lo invitò ad elaborare il suo pensiero.
Col senno di poi, Tighnari aveva fatto la cosa giusta.
Il relatore, dopo aver elaborato le informazioni, accettò le sue correzioni con serietà.
Dopo che ebbero finito di parlare, anche altri studenti e insegnanti fecero a turno per dire la loro. Questo scambio fece emergere nuovi punti di vista sul tema di discussione della conferenza. Tighnari ricevette persino biglietti da visita da ricercatori rinomati.
Alla fine di tutto, Tighnari poté tirare un sospiro di sollievo.
Il fatto che coloro che avevano studiato insieme a lui ponessero tanta importanza sulla conoscenza era davvero una fortuna... no, anzi, una gioia.
Ma lui non sapeva che stava per succedere qualcosa di ancor più fortunato e gioioso.
Al termine dell'incontro, quando Tighnari si alzò per andarsene, udì un netto e rapido "clink"...
Ed ecco che una Visione rotolò giù dai suoi indumenti sulla sedia.
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