“Il magnate di un impero vinicolo a Mondstadt, la sua ricchezza, reputazione e le sue capacità sono senza eguali.”
Storie del personaggio[]
Informazioni sul personaggio
L'industria dell'alcol di Mondstadt, la città delle ballate e dei vini, è rinomata in tutta Teyvat. In quanto proprietario del Vigneto Prima Luce, Diluc è essenzialmente responsabile di metà dell'industria, e può contare su un enorme flusso di guadagni e una vasta rete d'informazioni, sotto forma di pettegolezzi degli avventori della taverna. In un certo senso, è il re senza corona di Mondstadt.
Storia del personaggio (1)
Livello amicizia 2
Il profumo del vino aleggia sempre nell'aria di Mondstadt. Se qualcuno ne seguisse la scia fino alla fonte, arriverebbe invariabilmente al Vigneto Prima Luce di Diluc.
Una targa di legno annuncia con orgoglio il nome del vigneto e ne riporta il motto: "Risplendi di purezza". La maggior parte delle persone lo interpreta pensando alla produzione del vino, all'ottenere un gusto corposo usando tecniche antiche e quella sana dose di solare ottimismo che la prima luce dell'alba porta con sé. Allo stesso tempo, ai Cavalieri di Favonius più pragmatici ricorda la lunga storia di sostegno reciproco tra il vigneto e la città.
Il vigneto organizza di tanto in tanto delle feste, alle quali partecipano abitualmente padri entusiasti ansiosi di presentare le loro splendide figlie al giovane (e scapolo) padrone della cantina. Un gran divertimento per gli altri ospiti, che osservano e si lasciano andare ai commenti più sarcastici: "Preferiamo di gran lunga che patron Diluc sposi il vigneto, visto quanto è buono questo vino!"
Diluc affronta in modo impeccabile tutte le situazioni, non importa chi o cosa gli capiti davanti. Un giovane gentiluomo sotto ogni punto di vista.
Storia del personaggio (2)
Livello amicizia 3
Diluc evita di parlare del passato.
"Se solo Diluc fosse ancora un membro dei Cavalieri..."
Dopo qualche bicchiere, non è inusuale sentire i cavalieri veterani pronunciare queste parole con un sospiro. Si riferiscono a eventi di molto tempo fa, quando il padre di Diluc, patron Crepus, era ancora il proprietario del vigneto. Patron Crepus voleva che suo figlio diventasse il cavaliere più stimato di tutti e proteggesse Mondstadt, la Città della Libertà.
Seguendo il volere di suo padre, Diluc si addestrò rigorosamente per rendersi degno del nome dei Ragnvindr. Superò le prove dei Cavalieri di Favonius, prestò il giuramento di protezione a Mondstadt ed entrò nei loro ranghi. In breve tempo, ricevette una promozione diventando il più giovane capitano di cavalleria della storia.
Nel corso dei pattugliamenti e degli incarichi, gli abitanti di Mondstadt impararono a conoscere questo giovane e appassionato capitano di cavalleria. Manteneva sempre la compostezza e la sua dedizione, qualsiasi fosse l'incarico che gli veniva affidato. Non importava quanto grande fosse la sfida, il suo coraggio senza limiti lo portava sempre in prima linea e le lodi che riceveva dai compagni e dai cittadini lo spronavano ad andare avanti.
Ma le parole di elogio che apprezzava di più erano: "Ottimo lavoro. Sono fiero di te, figlio mio". Le parole di suo padre alimentavano la fiamma nel suo cuore ed erano la più grande delle motivazioni.
La sua fede era un fuoco inestinguibile che bruciava forte e luminoso dentro di lui. Diluc era ancora molto giovane.
Storia del personaggio (3)
Livello amicizia 4
"A volte, la vita può cambiare in un istante". Il giorno in cui Diluc si sentì rivolgere da Crepus queste parole sarebbe stato per lui l'ultimo come Cavaliere di Favonius.
Quel giorno, infatti, un mostro orribile attaccò il convoglio su cui viaggiavano lui e suo padre. Diluc non fece in tempo a chiedere rinforzi: il mostro era più forte di qualsiasi nemico che il giovane capitano di cavalleria avesse mai affrontato, e ne venne sopraffatto. Ma non avrebbe mai potuto prevedere il modo in cui sarebbe terminata quella battaglia: suo padre, che era stato escluso dai Cavalieri e ignorato dagli dèi, sconfisse il mostro con un potere malvagio e sconosciuto, che finì per ritorcersi contro di lui e ferirlo mortalmente. Poco dopo, Crepus morì tra le braccia di suo figlio.
Con un tale peso sul cuore, Diluc tornò al quartier generale dei Cavalieri, solo per ricevere un ordine impensabile da parte dell'ispettore Eroch: "Insabbia tutto quanto".
Eroch insistette nel voler considerare l'avvenimento come uno sfortunato incidente, per preservare la reputazione dei Cavalieri di Favonius agli occhi della cittadinanza.
La richiesta era talmente oltraggiosa che Diluc pensò non valesse neppure la pena di obiettare.
Anni prima, il padre di Diluc gli aveva detto che il mondo non avrebbe mai voltato le spalle ai fedeli; ma ora, i Cavalieri di Favonius avevano calpestato tutto ciò in cui credeva come se nulla fosse. Si chiese quali fossero stati i pensieri di suo padre in merito alla fede, nei suoi ultimi momenti.
Quello stesso giorno, Diluc si dimise dai Cavalieri e si lasciò tutto alle spalle, compresa la sua Visione. Giurò che avrebbe vendicato la morte del padre e che avrebbe trovato la fonte di quel potere occulto che aveva causato la sua morte.
Storia del personaggio (4)
Livello amicizia 5
Dopo essersi dimesso e aver abbandonato la sua Visione, Diluc affidò la gestione del Vigneto Prima Luce alla governante e lasciò Mondstadt.
Viaggiò per tutte le sette nazioni di Teyvat alla ricerca della verità. Tutti gli indizi puntavano a una gigantesca organizzazione: i Fatui. Scoprì che producevano in segreto delle Visioni contraffatte chiamate "Illusioni". Un'Illusione poteva amplificare all'estremo il potere del suo portatore, ma anche ritorcersi contro di lui. Era questo ad aver causato la morte di suo padre.
Davvero Crepus si era procurato un oggetto così sacrilego per fare del bene? Diluc sapeva che non avrebbe mai scoperto tutta la verità, ma questo non gli avrebbe impedito di cercarla.
Come un'aquila che perlustra la natura selvaggia, si mise alla ricerca della verità. La determinazione ardeva come fuoco nel suo cuore, gli enigmi imperscrutabili e le battaglie senza fine non bastavano a distoglierlo dalla sua strada. Andava avanti senza sosta, sofferente ma imperterrito, come un ciclone di fiamme che brucia la densa nebbia del mistero.
Gli ufficiali dei Fatui, i Messaggeri, monitoravano i progressi di Diluc nell'ombra. Il coraggio con cui aveva distrutto numerose roccaforti dei Fatui attirò la loro attenzione e li costrinse ad agire. Diluc sfuggì per un soffio alla morte per mano dei Messaggeri, grazie a un osservatore proveniente dal Nord e facente parte di una vasta rete clandestina di servizi segreti. L'osservatore diceva di aver seguito Diluc per qualche tempo e di approvare i suoi metodi.
Dopo il suo incontro ravvicinato con la morte, Diluc rimuginò a lungo sul suo passato e sulla rabbia che aveva covato per così tanto tempo. Riconoscendo le sue mancanze, decise di unirsi a quella rete di informatori. Proprio come quando era nei Cavalieri di Favonius, Diluc si dedicò completamente al suo lavoro.
I suoi talenti e le sue abilità lo fecero salire rapidamente di rango, fino alle alte sfere della rete. Essa era composta da volontari, e molti dei suoi membri avevano rinunciato alle loro precedenti posizioni e reputazioni pur di farne parte. Alcuni avevano addirittura abbandonato i propri nomi.
Lavorare con questi nuovi compagni avrebbe finalmente potuto ripristinare la fede a cui un tempo Diluc si aggrappava? La fede che era stata quasi distrutta negli eventi relativi alla morte di suo padre?
Storia del personaggio (5)
Livello amicizia 6
"Risplendi di purezza". Il vero significato di questo motto è stato discusso a lungo, ma per Diluc è semplice e chiaro: "Il male non può rimanere impunito. Non accontentarti mai della mediocrità, non dimenticare mai che la prima luce dell'alba tornerà a risplendere".
Il viaggio solitario di Diluc durò tre anni. Ormai un giovane uomo, Diluc tornò a Mondstadt quattro anni dopo per dirigere il vigneto di famiglia. In quei quattro anni, Eroch era stato cacciato dai Cavalieri di Favonius dopo essersi dimostrato un traditore, mentre il Gran Maestro Varka era partito per una spedizione, lasciando a Jean il ruolo di Gran Maestra Reggente.
Ci si aspettava che il ritorno del proprietario del Vigneto Prima Luce fosse un'occasione importante per Mondstadt, ma la cosa passò stranamente inosservata. Il motivo? I cittadini di Mondstadt erano troppo occupati a riflettere sul misterioso caso di uno sconosciuto "Guardiano di Mondstadt".
Tutto ciò che si sapeva dell'ignoto guardiano era che lasciava dietro di sé una scia di bruciato. I pochi che l'avevano scorto ne avevano visto soltanto l'ombra, proiettata per un attimo nell'oscurità della notte da uno scoppio di fiamme rosse, prima di scomparire nel giro di un istante.
I corpi dei mostri che avevano afflitto Mondstadt per un'eternità ora giacevano morti nella natura selvaggia... I ladri più ricercati della città apparivano improvvisamente legati e imbavagliati, appesi per i piedi nella piazza della statua... L'intero corpo dei Cavalieri di Favonius fu inviato ad affrontare, una volta per tutte, un Mago dell'Abisso colpevole di innumerevoli crimini avvenuti in città, solo per scoprire al loro arrivo che era già stato ucciso da tempo... Nelle taverne e nelle strade, complice l'aiuto del vino, la leggenda del misterioso guardiano si diffuse rapidamente, dando vita al nome "Eroe oscuro".
In pubblico, Diluc sembrava disprezzare questo eroe e faceva una smorfia di disprezzo ogni volta che ne sentiva il nome. Elzer, della Gilda dei viticoltori di Mondstadt, era uno dei pochi a sapere la verità, e una volta chiese spiegazioni a Diluc: la sua disapprovazione dell'Eroe oscuro era solo una recita, pensata per depistare i cavalieri e proteggere il suo anonimato?
Ma Diluc si limitò ad aggrottare la fronte ancora una volta e, con fare brusco, rispose: "È soltanto un nome stupido".
Sidro di mele del Vigneto Prima Luce
Livello amicizia 4
Diluc potrà anche tenere l'intera industria vinicola nel palmo della mano, ma a lui non piace molto bere.
Su richiesta di Diluc, il Vigneto Prima Luce ha sviluppato diverse bevande analcoliche, una decisione che è stata accolta con clamorosa approvazione da chi a Mondstadt non può bere alcol, ma vuole comunque calarsi nella cultura locale. Una di queste bevande analcoliche è l'aceto di sidro di mele di Mondstadt, che, in termini di vendite mensili, ha tanto successo quanto il vino di denti di leone.
Alcuni pensano che Diluc abbia degli standard così alti, in materia di vino, che non beve i prodotti mediocri disponibili al pubblico. Altri credono che bere vino gli ricordi suo padre, e che questo sia il motivo per cui non osa toccarlo.
Quando qualcuno glielo chiede, Diluc risponde che l'alcol offusca i pensieri e che berlo avrebbe un impatto sul suo lavoro quotidiano. Ma quello che la gente non riesce a spiegarsi è: che razza di lavoro fa il proprietario di un vigneto, se gli impedisce di bere anche una sola goccia d'alcol?
Visione
Livello amicizia 6 • Alibi dell'Eroe oscuro
Crepus aveva due rimpianti nella vita: uno era di non essere mai diventato un cavaliere e l'altro di non aver mai ottenuto una Visione. Per questo motivo, quando ricevette la sua Visione, Diluc lo prese come un riconoscimento da parte degli dèi dell'ambizione condivisa da padre e figlio... Finalmente, poteva rendere orgoglioso suo padre. Pochi anni dopo, suo padre morì in un giorno buio e uggioso. Le speranze e i sogni che ardevano nella Visione di Diluc si spensero sotto la pioggia torrenziale che cadde quella notte.
Non importa quanto una persona possa essere giusta e di buon cuore, la morte arriva comunque senza alcun preavviso. Non esiste quindi un lieto fine, quando si parla di giustizia?
Reputava la sua Visione e il suo rango di cavaliere entrambi inutili per proteggere quello a cui teneva di più. Quando riconobbe la propria impotenza, la sua Visione divenne solo un peso, non più utile di un'Illusione. Non provava alcun interesse per i titoli senza valore. Lui cercava fiamme ardenti che bruciassero più di tutte le altre e una determinazione incrollabile. Solo una fermezza inamovibile può spingere avanti chi cerca la verità, e solo delle fiamme ardenti possono sciogliere il ghiaccio che blocca la mano della giustizia.
Il giorno in cui Diluc tornò a Mondstadt, egli accettò nuovamente la sua Visione. Gli anni di lontananza lo avevano purificato dalla sua immaturità giovanile e trasformato in un eroe pronto a sostenere di nuovo la volontà del padre. Ogni notte, nell'ombra, combatteva per Mondstadt.
Non parlava del passato, ma nemmeno lo ignorava. Per chi è smarrito, una Visione può essere un faro luminoso con cui gli dèi indicano la strada da seguire. Se sei privo di convinzione, invece, una Visione è semplicemente un'estensione del tuo vigore, un mezzo per incanalare la forza di volontà, un tributo alle esperienze formative e un testamento alla storia della propria vita.
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