Orsodimondo's Reviews > La seconda casa

La seconda casa by Rachel Cusk
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bookshelves: inglese

LA DIFFICOLTÀ DI SENTIRSI COMPLETI


Il bagno dipinto da D.H. Lawrence nella casa di Mabel Dodge Luhan in New Mexico.

Se si trattasse di un film, lo definiremmo un remake.
Perché a monte c’è un libro di memorie, Lorenzo a Taos, scritto nel 1932 dalla ricca e mondana bohemienne Mabel Dodge Luhan che raccontava il caotico soggiorno di D.H. Lawrence nella sua colonia di artisti in New Mexico: lo scrittore inglese si rivelò presenza devastante che finì quasi con l’annientare la sua padrona di casa.


La casa di Rachel Cusk sulla costa inglese (Norfolk) che ha recentemente venduto per due milioni e mezzo di sterline.

Ciò detto, questa premessa ha per me davvero poca importanza: perché il breve romanzo della Cusk - il primo dopo la trilogia che certa critica letteraria ha accusato di voler distruggere la forma romanzo – vive a se stante.
E come tale io l’ho goduto, ritrovando la sua consueta compostezza stilistica, costruita in modo perfetto e minuzioso, con equilibrio, quasi fosse una partitura musicale. Una scrittura che definirei vitrea, che offre una sensazione specchiante a doppio senso: da una parte riflette il lettore, ma dall’altra in qualche modo rivela la presenza sorniona della creatrice.
Una scrittura, e un registro, che altri definiranno sofiscati (ergo, snob), manierati, freddi, monotoni. Altri, non io.


Il laghetto naturale dove fare il bagno.

M – così si chiama l’io narrante, come Mabel si chiamava la Dodge Luhan fonte d’ispirazione e partenza – scopre in un viaggio a Parigi il pittore L: i suoi quadri la conquistano, in essi si riconosce – e si sa che sensazione miracolosa sia il riconoscimento del proprio sé in qualcosa o qualcuno - se ne innamora, e capisce che deve in tutti i modi averlo ospite a casa sua.
E qui direi che si nasconde – mica tanto bene – una forma di bisogno di M di essere, se non riamata, almeno ammirata, apprezzata da L, riconosciuta sia come donna che come scrittrice (sì, M scrive e pubblica, ma L, che è un perfidone, definisce le sue opere “librettini”). Un bisogno d’attenzione che giocherà un ruolo importante.


Lo studio di Rachel Cusk, progettato da Ecospace.

Faccio un passo indietro per tornare alla residenza dove M alloggia gli artisti ospiti. È una casa sulla costa immersa in una palude che si confonde con l’oceano. Una palude d’acqua salata, si suppone. Paesaggio che toglie il fiato e che il gioco della luce solare rende incantevole per gran parte del giorno. Luogo perfetto per un pittore.
L’ospite è alloggiato in una dependance separata dalla casa padronale da un ampio prato: questa è la seconda casa indicata dal titolo.


Un’altra stanza della casa.

E qui – almeno a mio avviso – Cusk si dimostra ancora una volta interessata (ossessionata?) da casa, residenza, costruzione: il secondo volume della citata trilogia ruota tutto attorno a un complesso lavoro di ristrutturazione di un appartamento. Qui, la geografia della proprietà, i lavori idraulici che il marito di M porta avanti nella proprietà per poter irrigare al meglio tutto il frutteto, la descrizione delle due costruzioni, sono parte importante del racconto.
Aggiungerei a questa attenzione/ossessione anche la splendida dimora personale che la Cusk ha recentemente deciso di mettere sul mercato (e credo già venduto).



Il privé

Quando L finalmente si materializza – finalmente, perché non dimentichiamo che L è perfido, e dunque la mena: sì vengo, grazie scusa ma non subito, prima vado in Brasile, poi vado, poi, e infine, arrivo! – quando L si presenta, non in traghetto, né in battello, ma su un aereo privato di proprietà dello stesso uomo alla cloche, che ha appena acquistato una collezione di suoi quadri – M rimane senza parole vedendolo accompagnato da una bella elegante ragazza, Brett, della quale L non aveva affatto preannunciato la presenza.
E qui per M si apre un doppio ordine di problemi: Brett è automaticamente un intralcio nel suo rapporto con L, che M vorrebbe si sviluppasse e avviluppasse (ricordiamoci che M si aspetta attenzioni e attestati d’ammirazione); ma Brett è anche una sfida alla sua femminilità perché è più bella, più elegante, più spigliata. E presto si rivela capace di conquistare la simpatia e l’ammirazione della figlia: Justine, la figlia 21enne di M, rimane subito affascinata dalla ragazza venuta con L. Che proprio ragazza non è perché ne ha trentadue, ma se li porta da dio.
Alla beffa s’aggiunge l’affronto: L fa di tutto per non “riconoscere” M, non c’è l’ombra di ammirazione nel modo in cui la tratta. È interessato e disposto a ritrarre tutti, Tony, il marito di M, oppure Justine, figlia di M da un precedente matrimonio, o anche l’amico della figlia, Kurt. Tutti, ma non M: che protesta, vuole essere lei la sua modella preferita e rimane sorpresa e offesa quando L le dice che non riesce “a vederla”.


Gli scaffali in legno di betulla.

Nella trilogia era privilegiato l’ascolto: la protagonista scrittrice andava in giro per il mondo a insegnare scrittura creativa, a fare convegni e conferenze e presentazioni, e intorno a lei la gente parlava e parlava, monologhi che lei ascoltava senza commentarli al lettore. Qui, invece, l’io narrante è ben presente, quasi prepotente, parla e commenta, ha forza, anche nell’esporre i suoi dubbi, le sue paure, la sua sofferenza.
Qui si direbbe che il senso privilegiato non sia l’udito ma la vista: la capacità cardine non è tanto sapere ascoltare, quando sapere guardare. E, quindi, vedere. La pittura, l’immagine raffigurata non ha bisogno di un prima e di un dopo, non ha bisogno di un’impalcatura di parole a sostenerla ed è in grado di attraversare lo specchio e rivelarci anche il lato più nascosto del sé.



La cucina

A questo punto si potrebbe anche avere la sensazione di trovarsi di fronte a una commedia sociale sui rischi dell’ospitalità. Invece, è un libro della Cusk. E, quindi, è tutta un’altra storia.
Tra momenti che a me echeggiano il gotico – la visione in treno del diavolo, la stessa palude accanto alla casa, il sabba orgiastico pittorico di L e Brett – e aspetti perfino melò, la sottile tagliente ironia che Cusk sfoggiava nella trilogia qui mi pare in gran parte assente.

La narrazione va avanti dall’inizio alla fine in forma di lunga lettera, o racconto orale (io opto per la prima ipotesi) a Jeffers, amico e confidente di M, che potrebbe essere un altro artista, forse un poeta. Jeffers si guarda bene dall’interrompere il flusso di fatti e riflessioni e dubbi che M solleva. Perché, è inutile negarlo, M racconta qualche fatto, ma ne approfitta per riflettere e filosofeggiare su mondo ed esistenza. Con la grazia formale e l’intensità a cui mi ha abituato Rachel Cusk.


La sala da pranzo


Un angolo del giardino


Celia Paul, «Lucian and me», 2019. L’uomo è Lucian Freud, al quale la pittrice inglese fu a lungo legata, e che sembrerebbe essere il protagonista maschile della «Seconda casa» di Rachel Cusk.
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Reading Progress

Started Reading
May 19, 2023 – Shelved
May 19, 2023 – Shelved as: inglese
May 19, 2023 – Finished Reading

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Come Musica La amo 😍


Orsodimondo Come wrote: "La amo 😍"

Anch'io!


message 3: by Hanneke (new)

Hanneke Intriguing review, Orso. I did read that novel of Mabel Dodge Luhan , describing in extenso the visit of D.H. Lawrence at her home in the middle of nowhere. Can’t say I enjoyed Luhan’s account of the visit very much. Seeing you are making a comparison to Rachel Cusk’s novel, i think this novel is not for me, but I must say it sounds interesting.


Orsodimondo Hanneke wrote: "Intriguing review, Orso. I did read that novel of Mabel Dodge Luhan , describing in extenso the visit of D.H. Lawrence at her home in the middle of nowhere. Can’t say I enjoyed Luhan’s account of t..."

What a curious coincidence that you read Luhan's book, which I think is very little known.
By the way, it is Cusk herself who eventually manifests her debt to the book by Luhan, from which this is inspired, of which this represents a kind of remake. But Cusk is not Luhan, Cusk is Cusk.


message 5: by Hanneke (last edited May 24, 2023 03:38PM) (new)

Hanneke Orso, I read the Luhan book because Sketchbook highly recommended it. He is very interested in Luhan and even visited her house in New Mexico. You are so right, Cusk is Cusk.


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