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Foto di gruppo con signora
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Böll: il premio Nobel delle macerie e della ricostruzione del dopoguerra tedesco.
Nel'anno del suo Nobel, correva il 1972, al più prestigioso riconoscimento letterario mondiale erano candidati anche ben tre autori italiani: Riccardo Bacchelli, Eugenio Montale, e Alberto Moravia.
Probabilmente la forza, il tema e l'originalità di architettura stilistica di questo romanzo deve invece avere dato un contributo importante all'assegnazione del premio a Heinrich Theodor Böll.
E ridendo e scherzando, anche se quando si legge Böll c'è sempre veramente poco da ridere e pure i tempi nostri di oggi così cupi, direi quasi apocalittici, mal si coniugano ad alcun tentativo di letizia o serenità, comunque dicevo vabbè che, ridendo e scherzando, sono arrivata al mio quarto Boll.
Con Foto di gruppo con signora(titolo assolutamente cinematografico) siamo più dalla parte de L'onore perduto di Katharina Blum piuttosto che di E non disse nemmeno una parola, che invece è pervaso da una dolenza che, all'età in cui lo lessi, mi aveva totalmente sopraffatto, laddove invece abbandonai proprio Opinioni di un clown che peraltro desidero riprendere.
Oggi invece mi sentirei di affermare di essere una Bolliana di ritorno.
Appunto siamo più dalla parte de L'onore perduto di Katharina Blum perché questo romanzo ha un' atmosfera quasi da spy story, tiene in sospeso il lettore infondendo quella sensazione che qualcosa di sconvolgente debba accadere, lasciandolo quasi fino all'epilogo sulla soglia psicologica di un'attesa.
Se poi accadrà, non accadrà, si verificherà quel qualcosa, qui e ora non mi è dato dirlo, nemmeno sotto le torture più spietata dell'inquisizione spagnola.
In realtà è una ricostruzione documentaria paziente, pedante, meticolosa in cui un giornalista A. (P.s. Böll utilizza le iniziali per identificare i personaggi che affollano il romanzo e che sono piuttosto numerosi ingenerando anche una bella confusione pertanto consiglio di farsi uno specchietto) ricostruisce la personalità di una donna Leni Gruyten.
Di lei Böll dirà:
Ho tentato di descrivere, o di scrivere il destino di una donna tedesca che si avvicina alla cinquantina, e che ha dovuto portare tutto il peso della Storia tra il 1922 e il 1970.
Perché è un romanzo intriso della storia delle due Guerre e soprattutto del dopoguerra tedesco, visto e vissuto dall'interno del popolo invasore, con il peso anche inconsapevole della colpa.
Paradossalmente Leni, di cui Böll scrive per circa 350 pagine, è in realtà la grande assente perché di lei si parla quasi sempre per interposta persona, ma ugualmente di lei si saprà tutto.
E Leni è una donna a cui mi sono affezionata particolarmente, che Böll ricopre di una colata di sospetta intensa ambigua sensualità, con il paradosso che era sensuale, proprio perché non lo era del tutto.
Nel'anno del suo Nobel, correva il 1972, al più prestigioso riconoscimento letterario mondiale erano candidati anche ben tre autori italiani: Riccardo Bacchelli, Eugenio Montale, e Alberto Moravia.
Probabilmente la forza, il tema e l'originalità di architettura stilistica di questo romanzo deve invece avere dato un contributo importante all'assegnazione del premio a Heinrich Theodor Böll.
E ridendo e scherzando, anche se quando si legge Böll c'è sempre veramente poco da ridere e pure i tempi nostri di oggi così cupi, direi quasi apocalittici, mal si coniugano ad alcun tentativo di letizia o serenità, comunque dicevo vabbè che, ridendo e scherzando, sono arrivata al mio quarto Boll.
Con Foto di gruppo con signora(titolo assolutamente cinematografico) siamo più dalla parte de L'onore perduto di Katharina Blum piuttosto che di E non disse nemmeno una parola, che invece è pervaso da una dolenza che, all'età in cui lo lessi, mi aveva totalmente sopraffatto, laddove invece abbandonai proprio Opinioni di un clown che peraltro desidero riprendere.
Oggi invece mi sentirei di affermare di essere una Bolliana di ritorno.
Appunto siamo più dalla parte de L'onore perduto di Katharina Blum perché questo romanzo ha un' atmosfera quasi da spy story, tiene in sospeso il lettore infondendo quella sensazione che qualcosa di sconvolgente debba accadere, lasciandolo quasi fino all'epilogo sulla soglia psicologica di un'attesa.
Se poi accadrà, non accadrà, si verificherà quel qualcosa, qui e ora non mi è dato dirlo, nemmeno sotto le torture più spietata dell'inquisizione spagnola.
In realtà è una ricostruzione documentaria paziente, pedante, meticolosa in cui un giornalista A. (P.s. Böll utilizza le iniziali per identificare i personaggi che affollano il romanzo e che sono piuttosto numerosi ingenerando anche una bella confusione pertanto consiglio di farsi uno specchietto) ricostruisce la personalità di una donna Leni Gruyten.
Di lei Böll dirà:
Ho tentato di descrivere, o di scrivere il destino di una donna tedesca che si avvicina alla cinquantina, e che ha dovuto portare tutto il peso della Storia tra il 1922 e il 1970.
Perché è un romanzo intriso della storia delle due Guerre e soprattutto del dopoguerra tedesco, visto e vissuto dall'interno del popolo invasore, con il peso anche inconsapevole della colpa.
Paradossalmente Leni, di cui Böll scrive per circa 350 pagine, è in realtà la grande assente perché di lei si parla quasi sempre per interposta persona, ma ugualmente di lei si saprà tutto.
E Leni è una donna a cui mi sono affezionata particolarmente, che Böll ricopre di una colata di sospetta intensa ambigua sensualità, con il paradosso che era sensuale, proprio perché non lo era del tutto.
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Foto di gruppo con signora.
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Reading Progress
February 16, 2023
–
Started Reading
March 1, 2023
–
Finished Reading
April 17, 2023
– Shelved
April 17, 2023
– Shelved as:
biblioteca
April 17, 2023
– Shelved as:
letteratura-tedesca
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message 1:
by
Dimitri
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rated it 5 stars
May 02, 2023 08:05AM
Il mio preferito di Boll.
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Interessante recensione, Evi.
Libro letto in gioventù. L'avevo apprezzato sicuramente., anche se come lettore ero piuttosto acerbo.
Libro letto in gioventù. L'avevo apprezzato sicuramente., anche se come lettore ero piuttosto acerbo.