Orsodimondo [in pausa]'s Reviews > L'isola del tesoro
L'isola del tesoro
by
by
Orsodimondo [in pausa]'s review
bookshelves: avventura, inglese
Oct 23, 2020
bookshelves: avventura, inglese
Read 2 times. Last read 2003.
LA MAPPA DELLA VITA
La prima lettura, e probabilmente le prime, perché credo si sia ripetuta, risalgono alla mia infanzia, o giù di lì. Sicuramente con testo non integrale e adattato all’età.
Mi piaceva, m’è piaciuto da subito: il protagonista ragazzino, Jim, nome semplice, senza fronzoli, la sua storia, le sue paure, il suo coraggio, le sue avventure (la sua formazione); il pirata con la gamba di legno, che è cattivo e mette paura, ma poi rivela d’aver cuore e protegge il ragazzo (anche se per interesse); la nave, il mare, l’oceano, l’isola deserta; la mappa, il tesoro, la caverna; il fortino, l’assalto, il rischio della vita, la suspense, e anche qui si stava in ansia e arrivavano i brividi.
Sotto il Bay Bridge che collega San Francisco a Oakland c’è Treasure Island, collegata a Yerba Buena.
Brividi, paura, mistero e attesa che la serie della RAI diretta dal mitico Anton Giulio Majano, pur nella ristrettezza dei mezzi e delle scenografie (praticamente tutta in studio: ma quale bambino ci faceva caso?), e il coro dei marinai dalla voce roca, quindici uomini sulla cassa del morto (e l’accento sembrava cadere sulla seconda ‘o’) e una bottiglia di rum, intensificavano.
Certo, non al livello di Belfagor, che infatti andava in onda di sera dopo Carosello, mentre L’isola del tesoro era programma pomeridiano. Ma insomma…
Sono stati una decina di film tra grande e piccolo schermo, ma lui, Orson, rimane il migliore Long John Silver.
Già l’incipit è saporito, e ghiotto:
Essendo stato incaricato dal conte Trelawney, dal dottor Livesey e dal resto della compagnia di mettere per iscritto tutti i particolari riguardanti la vicenda dell'Isola del Tesoro, dal principio alla fine, tacendo null'altro che la posizione dell'isola, e questo solo perché non è stato disotterrato tutto il tesoro, prendo la penna nell'anno di grazia 17.. e torno al tempo in cui mio padre gestiva la locanda Ammiraglio Benbow, e il vecchio marinaio col viso bruciato dal sole e sfregiato da un taglio di sciabola prese alloggio sotto il nostro tetto.
E anche da adulto si gode la cornice che racchiude tutta la storia, il gusto classico, peraltro dichiarato sin dalla dedica a Lloyd Osbourne
gentiluomo americano. Questo racconto è stato ideato in armonia con il suo gusto classico, ed oggi è dedicato a lui, in cambio delle numerose ore piacevoli e con gli auguri più cari, dal suo affezionato amico, l’autore.
Il piccolo Jim se la vede brutta, i pirati non scherzano.
E si apprezza lo sguardo ad altezza d’occhi del protagonista ragazzino, che però non impedisce a Stevenson di approfondire i personaggi e le loro psicologie.
E si apprezza il linguaggio di ciascuno di loro che è conforme al loro status sociale: e quindi Jim non parla certo come il conte, ma neppure Long John parla come il capitano.
E si apprezza l’intreccio, l’avventura, i colpi di scena, che come ogni buona pubblicità raccomanda, vanno bene per grandi e piccini.
La prima lettura, e probabilmente le prime, perché credo si sia ripetuta, risalgono alla mia infanzia, o giù di lì. Sicuramente con testo non integrale e adattato all’età.
Mi piaceva, m’è piaciuto da subito: il protagonista ragazzino, Jim, nome semplice, senza fronzoli, la sua storia, le sue paure, il suo coraggio, le sue avventure (la sua formazione); il pirata con la gamba di legno, che è cattivo e mette paura, ma poi rivela d’aver cuore e protegge il ragazzo (anche se per interesse); la nave, il mare, l’oceano, l’isola deserta; la mappa, il tesoro, la caverna; il fortino, l’assalto, il rischio della vita, la suspense, e anche qui si stava in ansia e arrivavano i brividi.
Sotto il Bay Bridge che collega San Francisco a Oakland c’è Treasure Island, collegata a Yerba Buena.
Brividi, paura, mistero e attesa che la serie della RAI diretta dal mitico Anton Giulio Majano, pur nella ristrettezza dei mezzi e delle scenografie (praticamente tutta in studio: ma quale bambino ci faceva caso?), e il coro dei marinai dalla voce roca, quindici uomini sulla cassa del morto (e l’accento sembrava cadere sulla seconda ‘o’) e una bottiglia di rum, intensificavano.
Certo, non al livello di Belfagor, che infatti andava in onda di sera dopo Carosello, mentre L’isola del tesoro era programma pomeridiano. Ma insomma…
Sono stati una decina di film tra grande e piccolo schermo, ma lui, Orson, rimane il migliore Long John Silver.
Già l’incipit è saporito, e ghiotto:
Essendo stato incaricato dal conte Trelawney, dal dottor Livesey e dal resto della compagnia di mettere per iscritto tutti i particolari riguardanti la vicenda dell'Isola del Tesoro, dal principio alla fine, tacendo null'altro che la posizione dell'isola, e questo solo perché non è stato disotterrato tutto il tesoro, prendo la penna nell'anno di grazia 17.. e torno al tempo in cui mio padre gestiva la locanda Ammiraglio Benbow, e il vecchio marinaio col viso bruciato dal sole e sfregiato da un taglio di sciabola prese alloggio sotto il nostro tetto.
E anche da adulto si gode la cornice che racchiude tutta la storia, il gusto classico, peraltro dichiarato sin dalla dedica a Lloyd Osbourne
gentiluomo americano. Questo racconto è stato ideato in armonia con il suo gusto classico, ed oggi è dedicato a lui, in cambio delle numerose ore piacevoli e con gli auguri più cari, dal suo affezionato amico, l’autore.
Il piccolo Jim se la vede brutta, i pirati non scherzano.
E si apprezza lo sguardo ad altezza d’occhi del protagonista ragazzino, che però non impedisce a Stevenson di approfondire i personaggi e le loro psicologie.
E si apprezza il linguaggio di ciascuno di loro che è conforme al loro status sociale: e quindi Jim non parla certo come il conte, ma neppure Long John parla come il capitano.
E si apprezza l’intreccio, l’avventura, i colpi di scena, che come ogni buona pubblicità raccomanda, vanno bene per grandi e piccini.
Sign into Goodreads to see if any of your friends have read
L'isola del tesoro.
Sign In »
Reading Progress
Comments Showing 1-15 of 15 (15 new)
date
newest »
message 1:
by
Nicola D.
(new)
Oct 24, 2020 12:07AM
Mi hai fatto tornare in mente tutti gli sceneggiati Rai (oggi si chiamerebbero miniserie TV) trasmessi in quegli anni, con attori d'eccezione e con registi e sceneggiatori che non erano da meno!
reply
|
flag
Nicola D. wrote: "Mi hai fatto tornare in mente tutti gli sceneggiati Rai (oggi si chiamerebbero miniserie TV) trasmessi in quegli anni, con attori d'eccezione e con registi e sceneggiatori che non erano da meno!"
La RAI a quel tempo faceva sia cultura che divulgazione culturale, in RAI lavoravano intellettuali veri (Eco, Gadda...), era una televisione da non sottovalutare.
Alcuni di quegli sceneggiati sono rimasti nella mia memoria, e nel mio cuore.
Ma a volte è proprio il filtro della memoria che li rende migliori: ho riguardato qualche minuto dell'Isola del Tesoro e oggi proprio non regge, né visivamente (il che potrebbe essere il meno) né come recitazione (il che invece mi pare di più difficile accettazione).
Comunque, contento d'averli visti, e goduti.
La RAI a quel tempo faceva sia cultura che divulgazione culturale, in RAI lavoravano intellettuali veri (Eco, Gadda...), era una televisione da non sottovalutare.
Alcuni di quegli sceneggiati sono rimasti nella mia memoria, e nel mio cuore.
Ma a volte è proprio il filtro della memoria che li rende migliori: ho riguardato qualche minuto dell'Isola del Tesoro e oggi proprio non regge, né visivamente (il che potrebbe essere il meno) né come recitazione (il che invece mi pare di più difficile accettazione).
Comunque, contento d'averli visti, e goduti.
Orsodimondo wrote: "Nicola D. wrote: "Mi hai fatto tornare in mente tutti gli sceneggiati Rai (oggi si chiamerebbero miniserie TV) trasmessi in quegli anni, con attori d'eccezione e con registi e sceneggiatori che non..."
Sì è capitato anche a me di provare a rivedere qualcosa di quegli anni con una certa delusione: ho rivisto la prima puntata de “Il segno del comando” e ho trovato la recitazione quasi artefatta, con quel taglio teatrale e quell’enfasi che dà un certo fastidio se guardato in TV. Quello che chiami molto efficacemente “filtro della memoria” in effetti fa apparire tutto in una prospettiva migliore: sarà il fascino della nostalgia!
Sì è capitato anche a me di provare a rivedere qualcosa di quegli anni con una certa delusione: ho rivisto la prima puntata de “Il segno del comando” e ho trovato la recitazione quasi artefatta, con quel taglio teatrale e quell’enfasi che dà un certo fastidio se guardato in TV. Quello che chiami molto efficacemente “filtro della memoria” in effetti fa apparire tutto in una prospettiva migliore: sarà il fascino della nostalgia!
Nicola D. wrote: "Orsodimondo wrote: "Nicola D. wrote: "Mi hai fatto tornare in mente tutti gli sceneggiati Rai (oggi si chiamerebbero miniserie TV) trasmessi in quegli anni, con attori d'eccezione e con registi e s..."
Il segno del comando! Un original, non un adattamento. Anche questo ha lasciato il segno. Almeno nella memoria.
Secondo me Ugo Pagliai non scende mai dal palcoscenico. Carla Gravina più versatile: ma probabilmente anche lei ha finito col farsi contagiare dall'impostazione recitativa "teatrale".
Eh, quanto ci sarebbe da dire...
Il segno del comando! Un original, non un adattamento. Anche questo ha lasciato il segno. Almeno nella memoria.
Secondo me Ugo Pagliai non scende mai dal palcoscenico. Carla Gravina più versatile: ma probabilmente anche lei ha finito col farsi contagiare dall'impostazione recitativa "teatrale".
Eh, quanto ci sarebbe da dire...
l'ho letto solo un mese, non l'avevo mai letto, è l'archetipo di tutti i romanzi pirateschi, che gusto ho avuto nel leggerlo. Stevenson è davvero lo scrittore d'avventura per eccellenza e non solo d'avventura. Il Dottor Jekyll e Mr Hide è molto più sofisticato di qualsiasi versione cinematografica, più comprensibile, più realista. Anche quest'ultimo romanzo l'ho letto epr la prima volta solo pochi mesi fa
Shan wrote: "l'ho letto solo un mese, non l'avevo mai letto, è l'archetipo di tutti i romanzi pirateschi, che gusto ho avuto nel leggerlo. Stevenson è davvero lo scrittore d'avventura per eccellenza e non solo ..."
Sono d'accordo. Ma non dimentichiamoci di Dumas.
Sono d'accordo. Ma non dimentichiamoci di Dumas.
Orsodimondo wrote: "Shan wrote: "l'ho letto solo un mese, non l'avevo mai letto, è l'archetipo di tutti i romanzi pirateschi, che gusto ho avuto nel leggerlo. Stevenson è davvero lo scrittore d'avventura per eccellenz..." certo, certo
Letto e analizzato ai tempi delle medie. Ho ancora la mia copia dei tempi della scuola. E non so quante volte l’ho letto.. «L’isola del tesoro» è e rimarrà uno dei miei libri del cuore. 💙
Chiara wrote: "Letto e analizzato ai tempi delle medie. Ho ancora la mia copia dei tempi della scuola. E non so quante volte l’ho letto.. «L’isola del tesoro» è e rimarrà uno dei miei libri del cuore. 💙"
🤗
🤗
I loved it as a child, but then as an adult, I tried to read it out loud to my own daughter and it was just too much of a thriller for me. I think as children we underestimate this atmosphere of constant dread, you know? And then when one can more fully appreciate the consequences of being surrounded by criminals, this book becomes a rather hard-core experience. I might give it another chance, but I'd rather re-read something else by Stevenson, like 'Kidnapped'.
Plateresca wrote: "I loved it as a child, but then as an adult, I tried to read it out loud to my own daughter and it was just too much of a thriller for me. I think as children we underestimate this atmosphere of co..."
Suspense is part of its magic, don't you think?
Suspense is part of its magic, don't you think?
Orsodimondo wrote: "Suspense is part of its magic, don't you think?"
I think it depends on the kind of suspense for me, on what kind of terror I am subjected to as a reader.
I'll let you know if I reread it, maybe my perspective will shift once more :)
I think it depends on the kind of suspense for me, on what kind of terror I am subjected to as a reader.
I'll let you know if I reread it, maybe my perspective will shift once more :)
Ho imparato proprio in questi giorni, leggendo Le isole di Norman di Veronica Galletta, che l'isola in cui è ambientato il romanzo di Stevenson potrebbe essere proprio Norman Island, un'isola che fa parte dell'arcipelago delle Isole Vergini Britanniche. Coincidenze :-)