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La montagna incantata
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bookshelves: autori-tedeschi, dal-romanzo-al-film, letteratura-tedesca, romanzo
Nov 10, 2014
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Sette anni, una vita.
Quando Hans Castorp, giovane tedesco di Amburgo poco meno che trentenne, benestante, orfano e ingegnere, destinato a subentrare negli affari ai ricchi zii che lo hanno allevato, sale a trovare il cugino Joachim ricoverato nel Sanatorio Berghof a Davos in Svizzera per curare un principio di tubercolosi, ancora non sa che trascorrerà lì, lontano "dal piano", sette lunghi anni della propria vita.
Sette anni in cui, così come l'aria diventa sempre più rarefatta mano a mano che si sale in montagna, anche la vita di Hans Castorp diventerà sempre più distaccata dalle "cose di laggiù" arrivando a trovare nel microcosmo cosmopolita del sanatorio - dove arrivano malati di ogni parte d'Europa, dalla Russia alla Germania, dall'Olanda e dall'Italia e alcuni anche da Oltreoceano - un nuovo mondo capace di bastare a se stesso e abbandonando via via tutta quella zavorra inutile che ciascuno di noi inconsapevolmente si trascina dietro.
Non si parla di "cose inutili", sì anche di cose materiali ma, soprattutto, di modi di pensare, di legami, di retaggi, di tutti quei condizionamenti capaci di influenzare e decidere il corso dell'esistenza di ciascuno di noi che Hans Castorp, in un processo che è lunghissimo e allo stesso tempo brevissimo, perché la prima cosa di cui si noterà l'assenza-presenza è proprio il tempo, -mi viene in mente il bel film coreano Primavera, estate, autunno, inverno e… ancora primavera che racconta la vita di un monaco buddista attraverso le stagioni della sua vita- attraverso l'incontro e lo scontro con personaggi indimenticabili come il logorroico umanista Lodovico Settembrini - che diventerà nel corso del romanzo una sorta di mentore dello stesso Castorp -, il gesuita pessimista Leo Naphta, l'affascinante Clavdia Chauchat, l'enigmatico Professor Beherens, ma anche il suo malinconico e romantico alter ego - il cugino Joachim Ziemssen - riuscirà ad alleggerire modificando se stesso e il proprio approccio alla vita.
La montagna incantata quindi - magica nella nuova traduzione italiana di Renata Colorni per Meridiani e forse la sottile differenza potrà essere intesa solo a lettura ultimata - nella sua monumentalità, diventa un romanzo che in sé racchiude non solo una grande storia - di malattia, di morte, di vita, di guerra - ma anche un trattato di filosofia (a volte un po' pesantina, lo confesso, soprattutto per me che filosofia non l'ho mai studiata), di psicologia, di letteratura, di religione, e ancora di arte, di musica, di Storia, di storia dei popoli, di studio e rappresentazione dell'Umanità intera.
Thomas Mann, nel discorso tenuto all'Università di Princeton, riportato in calce alla Montagna, suggerisce di leggere il romanzo due volte, perché solo quando si conosce già la musica è possibile poi apprezzare l'Opera; ed io allora, nonostante abbia faticato non poco a scalare questa montagna, non posso che dargli ragione e sussurrare: - "Arrivederci Hans Castorp!".
[edit]
Mi accorgo solo ora che i sette anni di Hans Castorp corrispondono ai miei sette mesi di lettura :-)
Quando Hans Castorp, giovane tedesco di Amburgo poco meno che trentenne, benestante, orfano e ingegnere, destinato a subentrare negli affari ai ricchi zii che lo hanno allevato, sale a trovare il cugino Joachim ricoverato nel Sanatorio Berghof a Davos in Svizzera per curare un principio di tubercolosi, ancora non sa che trascorrerà lì, lontano "dal piano", sette lunghi anni della propria vita.
Sette anni in cui, così come l'aria diventa sempre più rarefatta mano a mano che si sale in montagna, anche la vita di Hans Castorp diventerà sempre più distaccata dalle "cose di laggiù" arrivando a trovare nel microcosmo cosmopolita del sanatorio - dove arrivano malati di ogni parte d'Europa, dalla Russia alla Germania, dall'Olanda e dall'Italia e alcuni anche da Oltreoceano - un nuovo mondo capace di bastare a se stesso e abbandonando via via tutta quella zavorra inutile che ciascuno di noi inconsapevolmente si trascina dietro.
Non si parla di "cose inutili", sì anche di cose materiali ma, soprattutto, di modi di pensare, di legami, di retaggi, di tutti quei condizionamenti capaci di influenzare e decidere il corso dell'esistenza di ciascuno di noi che Hans Castorp, in un processo che è lunghissimo e allo stesso tempo brevissimo, perché la prima cosa di cui si noterà l'assenza-presenza è proprio il tempo, -mi viene in mente il bel film coreano Primavera, estate, autunno, inverno e… ancora primavera che racconta la vita di un monaco buddista attraverso le stagioni della sua vita- attraverso l'incontro e lo scontro con personaggi indimenticabili come il logorroico umanista Lodovico Settembrini - che diventerà nel corso del romanzo una sorta di mentore dello stesso Castorp -, il gesuita pessimista Leo Naphta, l'affascinante Clavdia Chauchat, l'enigmatico Professor Beherens, ma anche il suo malinconico e romantico alter ego - il cugino Joachim Ziemssen - riuscirà ad alleggerire modificando se stesso e il proprio approccio alla vita.
La montagna incantata quindi - magica nella nuova traduzione italiana di Renata Colorni per Meridiani e forse la sottile differenza potrà essere intesa solo a lettura ultimata - nella sua monumentalità, diventa un romanzo che in sé racchiude non solo una grande storia - di malattia, di morte, di vita, di guerra - ma anche un trattato di filosofia (a volte un po' pesantina, lo confesso, soprattutto per me che filosofia non l'ho mai studiata), di psicologia, di letteratura, di religione, e ancora di arte, di musica, di Storia, di storia dei popoli, di studio e rappresentazione dell'Umanità intera.
Thomas Mann, nel discorso tenuto all'Università di Princeton, riportato in calce alla Montagna, suggerisce di leggere il romanzo due volte, perché solo quando si conosce già la musica è possibile poi apprezzare l'Opera; ed io allora, nonostante abbia faticato non poco a scalare questa montagna, non posso che dargli ragione e sussurrare: - "Arrivederci Hans Castorp!".
[edit]
Mi accorgo solo ora che i sette anni di Hans Castorp corrispondono ai miei sette mesi di lettura :-)
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– Shelved
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– Shelved as:
autori-tedeschi
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December 15, 2017
– Shelved as:
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December 15, 2017
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December 15, 2017
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(Hardcover Edition)
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letteratura-tedesca
December 15, 2017
– Shelved as:
romanzo
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Emilio
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rated it 5 stars
Dec 15, 2017 05:33AM
Bella recensione. Libro meraviglioso: già riletto, ma desidero rileggerlo ancora.
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Bel commento, anche per me è stata una lettura faticosa e ritengo di non averne capito tanto, ora leggerò l'edizione che mi hai consigliato.
Emilio wrote: "Bella recensione. Libro meraviglioso: già riletto, ma desidero rileggerlo ancora."
Grazie, @Emilio. Io l'ho in rilettura perenne, ma confesso di non prendere in mano la mia copia da un bel po' di tempo, il commento di @Siti è una bella spinta a continuare.
Grazie, @Emilio. Io l'ho in rilettura perenne, ma confesso di non prendere in mano la mia copia da un bel po' di tempo, il commento di @Siti è una bella spinta a continuare.
Siti wrote: "Bel commento, anche per me è stata una lettura faticosa e ritengo di non averne capito tanto, ora leggerò l'edizione che mi hai consigliato."
Faticosa, sì, ma quando si sale in quota per la prima volta la testa gira di più, la seconda è già meglio :-)
Faticosa, sì, ma quando si sale in quota per la prima volta la testa gira di più, la seconda è già meglio :-)
Amo il Thomas Mann dei Budenbrock, ma questo non ho mai avuto il coraggio di prenderlo in mano. Questo tuo commento mi ha fatto venire voglia di farlo.
Cxr wrote: "Amo il Thomas Mann dei Budenbrock, ma questo non ho mai avuto il coraggio di prenderlo in mano. Questo tuo commento mi ha fatto venire voglia di farlo."
Uh, scusami, ma sono stati giorni concitatissimi, avevo letto il tuo feedback e dimenticato di rispondere.
Al contrario, io, non ho mai letto I Buddenbrock e mi riprometto da tempo di farlo: magari possiamo incrociare le impressioni, prima o poi :-)
Grazie!
Uh, scusami, ma sono stati giorni concitatissimi, avevo letto il tuo feedback e dimenticato di rispondere.
Al contrario, io, non ho mai letto I Buddenbrock e mi riprometto da tempo di farlo: magari possiamo incrociare le impressioni, prima o poi :-)
Grazie!