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Ragazzi selvaggi
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Rainb0warri0r's review
bookshelves: strano-forte, sperimentale, statunitensi, sfida-comodino, lgbt
Sep 22, 2014
bookshelves: strano-forte, sperimentale, statunitensi, sfida-comodino, lgbt
Particolarissimo romanzo di sperimentazione linguistica e tematica, Ragazzi selvaggi è un romanzo in racconti (tipica forma narrativa di Burroughs), in cui l'autore, alla ricerca di un nuovo indirizzo espressivo, si discosta progressivamente dalla tecnica del cut-up e dalle atmosfere surreali della tossicodipendenza, recuperando un po' lo stile dei suoi primi scritti e trovando infine nuove stravaganti forme espressive.
La prima sensazione è quella di un'opera in fieri, che di pagina in pagina muta aspetto, muta stile, tema, un'opera continua di auto-riscrittura. A ben vedere, però, questa sua particolare caratteristica non tradisce l'ingenuità di un'opera in corso di definizione, ma risulta essere proprio il suo punto di forza, un romanzo dinamico che trae forza dalla sua irruenza verbale.
Gran parte dei romanzi del periodo Nova (a cominciare da Pasto Nudo) sono caratterizzati dalla centralità dell'esperienza della tossicodipendenza, che trasfigura la realtà permettendo al protagonista/narratore/autore di squarciale il velo di Maya e scorgere l'orrore della realtà in sé. Con questo romanzo Burroughs inaugura un'era diversa: la tossicodipendenza finisce in secondo piano, mentre acquista centralità l'omosessualità (secondo elemento del binomio burroughsiano per eccellenza). I ragazzi selvaggi sono, dunque, ragazzi omosessuali (saltuariamente tossicodipendenti), che si presentano come mutazione e possibile evoluzione morale del genere umano. Il richiamo, fortissimo ed evidentissimo, è al cruciale periodo di contestazione studentesca che fa proprio da setting alla stesura del libro. Ricorrendo poi a una fantascienza più limpida, Burroughs immagina una vera e propria guerra globale tra il vecchio sistema e il caotico spirito dionisiaco dei ragazzi selvaggi.
Impressionante è la vitalità che trasuda questo libro, ancora oggi: anche svilito, derubricato, abusato, lo spirito della contestazione travolge il lettore, tutt'altro che eco di altri tempi. Notevole è la cura nel dettaglio, sintomo di una riscoperta lucidità che però deve forzarsi tra le maglie dell'intrico stilistico di Burroughs (non ama parlare chiaro, davvero). C'è una forte critica sociale, brillante e variopinta, che assume i colori della parodia, della satira, e del pamphlet.
Altrettanto significativa è la ricerca espressiva. Archiviata (ma non troppo) la tecnica collage del cut-up, Burroughs elabora dei brevissimi capitoletti intermedi chiamati Peep Show, con delle forme di scrittura parecchio singolari e che non sto qui a cercare di spiegarvi perché davvero non ne sono in grado.
La prima sensazione è quella di un'opera in fieri, che di pagina in pagina muta aspetto, muta stile, tema, un'opera continua di auto-riscrittura. A ben vedere, però, questa sua particolare caratteristica non tradisce l'ingenuità di un'opera in corso di definizione, ma risulta essere proprio il suo punto di forza, un romanzo dinamico che trae forza dalla sua irruenza verbale.
Gran parte dei romanzi del periodo Nova (a cominciare da Pasto Nudo) sono caratterizzati dalla centralità dell'esperienza della tossicodipendenza, che trasfigura la realtà permettendo al protagonista/narratore/autore di squarciale il velo di Maya e scorgere l'orrore della realtà in sé. Con questo romanzo Burroughs inaugura un'era diversa: la tossicodipendenza finisce in secondo piano, mentre acquista centralità l'omosessualità (secondo elemento del binomio burroughsiano per eccellenza). I ragazzi selvaggi sono, dunque, ragazzi omosessuali (saltuariamente tossicodipendenti), che si presentano come mutazione e possibile evoluzione morale del genere umano. Il richiamo, fortissimo ed evidentissimo, è al cruciale periodo di contestazione studentesca che fa proprio da setting alla stesura del libro. Ricorrendo poi a una fantascienza più limpida, Burroughs immagina una vera e propria guerra globale tra il vecchio sistema e il caotico spirito dionisiaco dei ragazzi selvaggi.
Impressionante è la vitalità che trasuda questo libro, ancora oggi: anche svilito, derubricato, abusato, lo spirito della contestazione travolge il lettore, tutt'altro che eco di altri tempi. Notevole è la cura nel dettaglio, sintomo di una riscoperta lucidità che però deve forzarsi tra le maglie dell'intrico stilistico di Burroughs (non ama parlare chiaro, davvero). C'è una forte critica sociale, brillante e variopinta, che assume i colori della parodia, della satira, e del pamphlet.
Altrettanto significativa è la ricerca espressiva. Archiviata (ma non troppo) la tecnica collage del cut-up, Burroughs elabora dei brevissimi capitoletti intermedi chiamati Peep Show, con delle forme di scrittura parecchio singolari e che non sto qui a cercare di spiegarvi perché davvero non ne sono in grado.
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Ragazzi selvaggi.
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Reading Progress
September 22, 2014
–
Started Reading
September 22, 2014
– Shelved
September 25, 2014
– Shelved as:
sperimentale
September 25, 2014
– Shelved as:
strano-forte
September 25, 2014
– Shelved as:
statunitensi
September 25, 2014
– Shelved as:
sfida-comodino
September 25, 2014
– Shelved as:
lgbt
September 25, 2014
–
Finished Reading
Comments Showing 1-3 of 3 (3 new)
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message 1:
by
Stela
(new)
Sep 25, 2014 09:03AM
Better than Naked Lunch, then? :)))
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