Il congegno narrativo – coppie scoppiate, ricconi e gansters, omicidi-suicidi, usa-europa-mexico, nuove identità - intrattienTriste, solitario y final
Il congegno narrativo – coppie scoppiate, ricconi e gansters, omicidi-suicidi, usa-europa-mexico, nuove identità - intrattiene ancora bene nonostante letto oggi sia un po’ scontato, ma questo è inevitabile perché qui siamo in presenza del canone del noir/hard boiled.
E’ Marlowe che ci rimane dentro. Abbastanza duro da navigare tra poliziotti rudi e di pochi scrupoli e pericolosi malavitosi. Cinico al punto giusto per non lasciarsi travolgere dagli eventi. Tenero e malinconico quando inizia o finisce un amore o un’amicizia.
Dal suo rifugio sulle alture di Lauren Canyon osserva la grande LA. “Laggiù, nella notte intessuta di mille delitti, individui morivano, venivano mutilati, tagliuzzati da schegge di vetro, schiacciati contro i volanti delle automobili o sotto le ruote di pesanti veicoli. Altri individui venivano percossi, derubati, strangolati, violentati e assassinati. Altri individui ancora erano affamati, ammalati, annoiati, disperati, tormentati dalla solitudine, o dal rimorso, o dal terrore, o dallʼira, erano crudeli, febbricitanti, squassati dai singhiozzi. Una città non peggiore delle altre, una città perduta e corrotta e colma di vacuità. Tutto dipende dalla posizione in cui ci si trova, dagli interessi personali. Io non ne avevo alcuno. E me ne infischiavo.”
Frequentatore di bar in penombra e silenziosi, in cerca del dolce stordimento dell’alcool. “Mi piace gustare adagio il liquore. Il primo sorso tranquillo del pomeriggio in un bar silenzioso... è stupendo.” Fui dʼaccordo con lui. “Lʼalcool è come lʼamore,” disse. “Il primo bacio è magico, il secondo intimo, il terzo unʼabitudine. E poi si spoglia la donna.”
Un addio, dopo una notte d’amore ed il rifiuto di una fuga a Parigi. Ci dicemmo addio. Seguii con lo sguardo il tassì fino a quando non fu scomparso. Salii la rampa di scale, entrai nella camera da letto e disfeci il letto completamente e lo rifeci. Vʼera un lungo capello nero su uno dei cuscini. Vʼera un grumo di piombo nel mio stomaco. I francesi hanno un modo di dire per situazioni del genere. Quei bastardi hanno un modo di dire per tutto, ed è sempre giusto. Dirsi addio è un poʼ come morire.”
E l’addio finale all'amico. “Avete avuto molto da me, Terry. In cambio di un sorriso, e di un cenno del capo e di un saluto fatto con la mano e di qualche minuto di serenità in un bar silenzioso, di quando in quando. È stato bello finché è durato. Arrivederci, amigo. Non vi dico addio. Vi dissi addio quando significava qualcosa. Vi dissi addio in un momento di tristezza e di solitudine, quando sembrava definitivo.”
Sarà anche l’addio di Chandler che dopo aver scritto il suo miglior libro, questo, produrrà poco altro, proverà il grande dolore per la perdita dell’amata moglie, si perderà sempre più nell’abisso dell’alcool e tenterà il suicidio prima di lasciarci qualche anno dopo.
L'importanza di Venezia nella vita del poeta e per tutta l'umanità, composta in 51 frammenti.
Brodskij, dissidente sovietico, dopo una condann[image]
L'importanza di Venezia nella vita del poeta e per tutta l'umanità, composta in 51 frammenti.
Brodskij, dissidente sovietico, dopo una condanna al gulag deve lasciare l'amata Leningrado per gli Stati Uniti. Professore universitario in Michigan, in occasione della pausa invernale, per due decenni, visita regolarmente Venezia, città acquatica come la sua d'origine. Solitario, armato di libri e macchina da scrivere, soggiorna in freddi appartamentini o camere d'hotel. Frequenta l'intellighènzia internazionale, senza troppo entusiasmo, mentre vorrebbe passare molto più tempo a discutere con qualche avvocato o farmacista locale al Danieli o al Florian. Soprattutto percorre le calli - senza direzione né meta, l’acqua come compagna di escursione - assorbendo bellezza: terapia contro l'ostilità e la bruttezza del mondo.
La bellezza indicibile di Venezia. Le facciate dei palazzi. Le chiese. I caffè storici. Le cupole come teiere ed i camini come trombe. Un vaporetto che nella nera notte attraversa le bianche curve dei ponti. Una gondola che scivola silenziosamente verso l'isola dei morti. Inondata dalla luce, anche in inverno. Malinconica quando cala la nebbia. Immersa nel suo elemento, l'acqua, origine della vita. Nella visione poetica di B. la bellezza indicibile di Venezia passa, viene percepita, innanzitutto, dai nostri occhi. Viene duplicata specchiandosi in essi e nelle acque. E scorre nel tempo, nel grande panta rei, per nostro tramite e per quello dell'acqua, abbellendo il futuro....more
Il sole splendeva, senza possibilità di alternative, sul niente di nuovo.
[image] Emil Nolde, Oceano
Un incipit, quello sopra, che finisce tra i più beIl sole splendeva, senza possibilità di alternative, sul niente di nuovo.
[image] Emil Nolde, Oceano
Un incipit, quello sopra, che finisce tra i più belli.
E prepara il terreno a Murphy ed al tema del libro. L’insensatezza, l’assurdità, il non senso, del vivere. O la paura che la nostra vita si trasformi in questo.
Murphy è un indolente, che ci ricorda Oblomov. Non ha voglia e non vuole lavorare. La ricerca di un lavoro è un incubo e un orrore. Accetterà un solo lavoro, al manicomio MMMM, perché pensa di aver trovato nei pazienti i suoi simili. Ma anche questo non sarà vero. In una scena notevole guarderà negli occhi uno di loro, Endon, è non si riconoscerà. La (famosa) partita a scacchi con lo stesso Endon si rivelerà sterile, inutile, assurda.
Murphy ha la sua macchina del tempo, un dondolo a tutta velocità, per fuggire dal mondo esterno, il “grande mondo”, e rifugiarsi nel proprio mondo interiore, il “piccolo mondo”. Nel mirabile capitolo VI ci saranno spiegate le III zone che attraversa con la sua personale macchina. Nell’ultima fase si è oltre il nirvana, “Qui egli non era libero, ma un atomo nella tenebra della libertà assoluta. Qui non si muoveva, era un punto in un ribollimento di linee, in una generazione e in uno sfacelo di linee, senza sosta né condizione.”
Oblomov troverà sollievo e momenti felici nell’amore. Murphy no. O forse non avrà il modo ed il tempo di amare Celia (”Che cos’è la mia vita, se non Celia”), la puttana che in una notevole scena incontra in una strada di Londra. Ignaro peraltro di essere al centro di un intreccio amoroso, con sfumature vagamente hard boiled, tra una sua ex, un suo prof, un altro allievo di questi ed un improbabile investigatore privato.
Il finale, Murphy che finisce in un bar di quart’ordine e Celia che accompagna il nonno ad Hyde Park a far volare l’aquilone, è fantastico.
[image] Ernst Ludwig Kirchner, Franzi in una sedia intagliata
Stile modernista, il periodo è quello, e quindi basato su flusso di pensieri, sottintesi, allusioni, incertezza sui tempi dell’azione. Citazioni coltissime, come in Joyce, suo maestro. Descrizioni molto dettagliate, alla Proust, di cui fu tra i primi recensori. Tutto basato su un tono comico-ironico-tragico. Difficile e appagante.
Come scoprirete il libro ha due versioni; io ho letto, alternandole, entrambe, preferendo forse quella tradotta dal francese....more
Felici gli amati e gli amanti e coloro che possono fare a meno dell’amore. Felici i felici. (Borges, Frammenti di un vangelo apocrifo)
Vent’uno mini racFelici gli amati e gli amanti e coloro che possono fare a meno dell’amore. Felici i felici. (Borges, Frammenti di un vangelo apocrifo)
Vent’uno mini racconti che si incastrano alla perfezione, ognuno narrato in prima persona da un diverso protagonista, intrecciati tra loro con richiami ad altri personaggi o situazioni, in un quadro alla fine fittamente popolato da tante figure e storie. Tutto molto vero, ai limiti del cinico, ma anche con momenti dolci o comici.
Tornare indietro diverse volte per rileggere in questo caso aiuta a ricostruire i legami ed i tratti dei diversi soggetti, godendosi al meglio la lettura, sempre comunque facile e scorrevole.
Il filo che intesse il libro è la ricerca, in ultimo, ovvio, della felicità. Un fine illusorio. La felicità, come dice Borges citato da YR, è una predisposizione ed è passeggera, da cogliere attimo per attimo.
Contrastiamo la solitudine attraverso un rapporto di amore, che anche quando è duraturo, può essere solo di facciata e comunque il tempo cambia tutto e la coppia che eravamo un tempo non è più la stessa. Ed un amante c’è sempre, ed anche la sua situazione é dura. E quando la coppia scoppia torniamo alla faicosa ricerca dell’amore. I figli possono dare la felicità? Certo, poi però crescono e c’è da affrontare lo scontro con la loro identità in formazione, che può prendere anche direzioni inaspettate. E la vecchiaia porta serenità? Sì, ma anche rimorsi, rimpianti e malinconie per il passato e poi ci sono la malattia e la morte incombente. E il successo sul lavoro? Sono affermato, sì, ma questo non cancella i segni che la vita mi ha lasciato.
La felicità può essere la propria casetta in campagna in cui coltivare mele e fare il sidro. Oppure andare a pescare con il migliore amico e, senza perdere la tenerezza, mollare il pesciolino che ha abboccato al nostro amo. ...more
[image] Bruno S. è Kaspar Hauser nel film di W.Herzog (1974)
Il libricino di Feurbach é un giallo storico (siamo nella prima metà dell’oFeuerbach+Herzog
[image] Bruno S. è Kaspar Hauser nel film di W.Herzog (1974)
Il libricino di Feurbach é un giallo storico (siamo nella prima metà dell’ottocento). Con stile asciutto, preciso e tecnico F. , uomo di legge, ci espone il caso e ce ne dà una possibile soluzione. Possibile perché in realtà il caso rimane dibattuto, controverso e irrisolto.
Questa storia ha romanticamente emozionato l'intera Europa e può avere ancora oggi lo stesso effetto. Le pagine di F. ci colpiscono e ci trasmettono il sentimento di tenerezza verso questo bambino-ragazzo: i suoi cavallini adornati di nastrini colorati, unici compagni nella sua buia prigione, le sue tare fisiche, mentali, linguistiche prodotte dalla lunga prigionia, lo stupore bambino e la smania di apprendere di fronte alla scoperta del mondo.
Quello stupore che rimane fissato per sempre grazie al film di Herzog nelle sembianze e movenze di Bruno S., con la sua goffa fisicità, lo sguardo stralunato, il gesticolare che accompagna il parlato. Herzog legge e arrichisce il caso dandone un’interpretazione in chiave socio-politica, Kaspar come diverso, Kaspar che smonta le ns. certezze e ci fornisce una visione altra del mondo e per questo é espulso dalla societá. Mitiche le scene in cui smonta l'insegnante di logica ("...sei una pulce?") o demolisce il dogma religioso ("…credo solo in quel che vedo")....more
[image] Klaus Kinski nel Woyzeck di Werner Herzog (1979)
Testo teatrale. O meglio frammento di testo teatrale, basato su successive versioni ricostruite[image] Klaus Kinski nel Woyzeck di Werner Herzog (1979)
Testo teatrale. O meglio frammento di testo teatrale, basato su successive versioni ricostruite da manoscritti vergati da Buchner – morto ad appena 25 anni – con grafia di difficile comprensione.
B. ci lascia un altro personaggio notevole (vedi Lenz). Per il quale proviamo calore e solidarietà.
Woyzeck è un soldato semplice, che per raggranellare due soldi in più per vivere fa da barbiere al proprio capitano e si sottopone agli esperimenti del dottore. Metafora dello sfruttamento delle classi gerarchicamente o economicamente inferiori.
W. ha la bella e amata Marie ed il figlioletto, loro sono tutto il suo mondo. Destinato però a sgretolarsi inesorabilmente. E sarà pazzia e tragedia.
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WOYZECK - Hai freddo, Maria? Però sei calda, tu. Che labbra calde hai! Rischierei l'inferno per baciarle ancora una volta!.
WOYZECK - …Ogni uomo è un abisso, a chiunque gira la testa se ci guardi dentro... Se fosse vero! E' lì che c'è l'innocenza…...more
Ancora Eve Babitz (--> chi era). Mentre --> Sex&Rage ha una struttura piú classica qui siamo sempre in terreno di autGiorni lenti, compagnie brucianti
Ancora Eve Babitz (--> chi era). Mentre --> Sex&Rage ha una struttura piú classica qui siamo sempre in terreno di autofiction ma con una struttura poco ortodossa. Lo dichiara già l’autrice in premessa che il romanzo non é lineare e turbini di non senso talvolta si sollevano, augurandosi al contempo che dettagli, luoghi e figure diano integrità al tutto.
[image] EB in uno scatto di Ed Ruscha
Abbiamo una sorta di lettera d’amore, diretta a destinatario ignoto, per il quale EB disperde nel testo easter eggs per attirarne l’attenzione e vi si mette a nudo, con l’anima ed il corpo. Sono diverse scene, racconti, episodi, in cui prima ed a volte sopra EB e le sue compagnie veloci sono protagonisti luoghi e condizioni metereologiche. Non sorprende che Bret Easton Ellis consideri questo libro il suo preferito su Los Angeles (--> total pleasure). L’amore per LA (zona Holliwood in particolare) é confermato e riconfermato. Per EB LA é notti tiepide, smog, distese sconfinate, tramonti infuocati, jacarande in fiore. LA é casa dove far sempre ritorno. Ed anche i dintorni di LA sono qui magnificamente rappresentati. Il deserto di Palm Springs, alla Georgia o’Keeffe maniera. I vigneti, le montagne, le sequoie intorno a Bakersfield. Lo spettacolo dell’oceano a Laguna Beach. E poi c’é la pioggia, cosí rara a LA, che evapora sull’asfalto bollente, rende l’orizzonte limpido, profuma l’aria. Ed il vento di Santa Ana, che per Joan Didion e Raymod Chandler é maligno mentre per EB è gioia ed energia, é camminare a piedi nudi sul cemento per sentirti il vento rovente sulla pelle, o ballare con la sorella sull’erba e sotto le stelle, trascinata dallo scirocco.
[image] LA sunset
Ed in mezzo a tutto ciò c’é EB, e la sua vita che scorre, tra le illusioni e disillusioni di quel regno di cartapesta che é Holliwood. A volte (poche) a tentar di scrivere articoli. Spesso in “compagnia” dei suoi miti letterari, Proust, Jan Austen, Heller, l’amatissima Woolf. Sempre con i suoi amici/amori/amanti, uomini e donne. A bere un drink con l’irlandese di San Francisco. A fare una cosa molto americana, vedere una partita di baseball, con l’ultimo vero americano. On the road con il lettore di un suo articolo. Con il suoi boy omosessuale, con cui peró funziona tutto molto bene. Tante cene/bevute in locali e da amici. Tanti personaggi e storie - con molti riferimenti italiani, tra cui i momumenti immortali di Roma ma anche designers milanesi e la predatrice perugina Isabella Farfalla. Tanta eroina, che Burroughs senza non riusciva ad alzarsi dal letto e farsi la barba e che invece ha ucciso Janis Joplis, tanta coca, acidi, tanto quaalude che rilassa e dinibisce. Molto sesso, mai esibito, sempre sottotraccia sebbene la tensione sessuale si percepisca nitidamente. Senza indulgenze e senza flagellazioni. Con un pizzico di umorismo, ironia e autoironia. E cercando di tener a bada quei demoni che nell’ultimo splendido racconto, Il giardino di Allah, sono fuggiti dalla villa dell’attrice Alla Nazimova per trasferirsi poco più in là, al leggendario Chateau Marmont.
Autobiografia romanzata. Jacaranda, la protagonista, è lei, Eve Babitz.
Colorata, luminosa, splendente come i fiori viola/blu dell'albero omL.A. WOMAN
Autobiografia romanzata. Jacaranda, la protagonista, è lei, Eve Babitz.
Colorata, luminosa, splendente come i fiori viola/blu dell'albero omonimo, molto presente a Los Angeles.
L.A. è la sua città, con cui si identifica totalmente e da cui non riesce a staccarsi. L.A. ed i suoi tramonti, amplificati dallo smog. Holliwood e le sue illusioni. L'oceano da surfare.
Frequenta masicciamente e voluttuosamente i party della Los Angeles degli anni '60 e '70, tra eccessi di alcol e droghe varie. consumando molto sesso e molte storie con uomini e donne, nella realtà e tra gli altri: Harrison Ford, Jim Morrison, Steve Martin, Ed Ruscha, Annie Leibovitz.
E' come vivere su una "chiatta" in mezzo all'acqua, isolati da tutto, una bolla di ricchi e famosi. Infine, una vita vuota e insoddisfacente.
[image] Eve Babitz
E allora prova a trovare la sua strada, che è quella di esprimere la vena artistica, che origina e attraversa la propria famiglia: padre ebreo di origini russe, musicista degli studios di Holliwood, la madre artista cajun, la fantastica zia Sonia stella del cinema. E poi chi può dire di aver avuto come padrino Igor Stravinskij?. O di fare quella cosa molto Dada con Marchel Duchamp (autocitata nel libro). Aerografare le tavole da surf o disegnare le copertine dei vinili è un modo. Ma il vero obiettivo è la scrittura.
Per diventare uno scrittore occore staccarsi da L.A., andare nella ostile New York, affrontare agenti ed editor. Imparare quell'equilibrio che serve per stare in piedi sulla tavola e surfare la vita. Senza smetere di ballare il tango, con sesso e rabbia. E Jacaranda-Eve ce la farà.
Da leggere sulle note di L.A. Woman dei Doors , ispirata a Jim Morrison indovinate da chi.
....Well, I just got into town about an hour ago Took a look around, see which way the wind blow Where the little girls in their Hollywood bungalows Are you a lucky little lady in the city of light Or just another lost angel, city of night City of night, city of night, city of night, whoa, come on
L.A. woman, L.A. woman L.A. woman, you're my woman Little L.A. woman, little L.A. woman L.A. L.A. woman woman L.A. woman, come on...more
Sono partito da qui per un motivo personale: il romanzo è ambientato a Porquerolles, la splendita isola della costa azzurra, dolcIl mio primo Simenon.
Sono partito da qui per un motivo personale: il romanzo è ambientato a Porquerolles, la splendita isola della costa azzurra, dolce ricordo di una vacanza in famiglia, i bimbi ancora piccoli, di ormai tanti anni fa.
E Porquerolles è protagonista del romanzo.
E' quel sud caldo, colorato, luminoso, ritmi lenti, natura selvaggia, è vita "Laggiù, chino sull’acqua, assisteva a misteriosi combattimenti, a una lotta incessante; dietro ogni roccia, dietro ogni ciuffo d’erba marina, pesci dalla sagoma aggressiva ne insidiavano altri, e persino i fiori che si aprivano sul fondo del mare spiavano la preda per poi imprigionarla nei loro petali." E' amore possente e impossibile per una ragazzina magra, dal semplice vestito di cotone rosso, portato direttamente sulla pelle, capelli di un biondo chiarissimo, occhi azzurri.
Ma tutto questo è il sogno di una vacanza estiva, poi si rientra in città, sotto il giogo delle convenzioni sociali, quella vita monotona che altri - tutti i Mahè della famiglia, pietre tombali che ti intrappolano in un cerchio impenetrabile - hanno costruito per te.
E sull'isola non torneremo più, a camminare su quel sentiero di un bianco accecante, o a bere un bianchetto nella piazza del paese, a giocare a petanque, a guardare il traghetto che arriva e parte tutti i giorni per il continente, a pescare ombrine, a sognare quel vestito rosso.
***
Bellissima la copertina Adelphi, come spesso capita, che mi ha fatto scoprire Felix Vallotton e le sue luci.
Nel Vietnam caldo e umidiccio, risaie, fiumi e case d’oppio, sotto il dominio coloniale francese, infuria la guerra pUn giallo tropicale e geopolitico
Nel Vietnam caldo e umidiccio, risaie, fiumi e case d’oppio, sotto il dominio coloniale francese, infuria la guerra per l’indipendenza guidata dai comunisti Vietminh, su al nord. Ci sono già il napalm e le atrocità che ritoveremo qualche anno più tardi nella guerra degli americani nello stesso teatro e condizioni e che conosciamo meglio per la copertura mediatica, cinematografica e letteraria.
Un triangolo amoroso tra il giornalista inglese più attempato, cinico ateo e disincantato, il giovane americano stoltamente idealista e la bella orientale che tenta di accasarsi. E l’ispettore francese che tenterà invano di risolvere un omicidio.
Una scrittura che non esalta troppo, personaggi un po’ freddi e talvolta poco credibili, un giallo non cosí appassionante, un set tropicale scolorito, questioni geopolitiche meritevoli di maggiore sviluppo. ...more
"Con Edgar Allan Poe visitiamo il palazzo incantato. Entriamo al piano nobile, dove regna la ragione analitica di Auguste Dupin. E nelle soffitte e n
"Con Edgar Allan Poe visitiamo il palazzo incantato. Entriamo al piano nobile, dove regna la ragione analitica di Auguste Dupin. E nelle soffitte e nelle cantine, dove credevamo ci fosse poco o nulla: ci sono invece tutti i pensieri che stanno tra il sonno e la veglia, la vita e la morte, la realtà e la fantasia. E poi ci sono la paura, l’orrore, il terrore e l’angoscia, nei loro appartamenti defilati; sapevamo che c’erano, ma la letteratura non li aveva frequentati volentieri." Mariarosa Mancuso, Prefazione
Selezione di 15 racconti di Poe, maestro della letteratura gotica, che spaziono su tutta la sua diversa produzione, usualmente suddivisa per generi - e.g. racconti del grottesco e del terrore, racconti arabeschi o straordinari, racconti del delitto, racconti ironici. Per quanto ne so questa raccolta include i racconti migliori, io l'ho integrata con una manciata d'altri [La verità sul caso di Mr. Valdemar, Hop-frog, Berenice, Morella, La botte di Amontillado, Una discesa nel Maelstrom].
I racconti di Poe, sono accomunati tutti dalla breve lunghezza, per creare quell'unità di effetto che si perderebbe, secondo i sui canoni creativi, su testi più lunghi. Il tempo di lettura di ognuno non supera, direi, al massimo, 1 ora.
Ci intrattengono e ci lasciano qualcosa, due secoli dopo esser stati scritti? Sì sì sì.
[image] Poe nella cover di Sgt Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles
Sì, perchè al minimo sono puro intrattenimento, ad es. per le ambientazioni o atmosfere che crea vedi la casa degli Usher o la festa in maschera de La maschera della Morte Rossa o il buio scantinato del Pozzo e il Pendolo, i naufragi de il Ms. nella bottiglia [e Una discesa nel Maelstrom] o per gli esseri che li popolano come il gatto nero, l'uomo con l'occhio opaco, [il nano vendicatore di Hop-frog] o l'improbabile scrittrice Ms. Zenobia, o per la sagacia del detective Dupin nel risolvere i casi (I dellitti della rue Morgue, La lettera rubata).
Sì, perchè ci parlano delle nostre paure e angosce. Quegli scantinati bui, quelle case diroccate, quel gatto nero, quelle falci e quel pendolo sulla nostra testa, l'impulso a compiere qualcosa di malvagio, il brivido di essere scoperti e la necessità di confessare e trovare la punizione, la folla e la solitudine, stanno a simboleggiare le paure e angosce che nascono dagli strati più profondi e che sono quindi traslabili dal tempo di Poe al nostro, immutate o riadattate o magari amplificate da una realtà che è sicuramente più complessa e per certi versi più spaventosa.
Sì, perchè ci parlano di noi e della nostra personalità e dei nostri sentimenti e fallimenti. Ci struggiamo anche noi d'amore per le donne di Poe - Ligeia [Morella, Berenice] - facendo il parallelo con la triste storia della sua amata sposa bambina, Virginia. Ci stupiamo a pensare alle versioni alternative di noi stessi, ai nostri doppleganger, ai nostri William Wilson. Alle nostre perversioni, fissazioni, stranezze. Ai rapporti malati che possiamo avere con chi ci sta vicino fino a distruggerli (la sorella della casa degli Usher, la donna de Il ritratto ovale).
Ed è bello poi seguire le tracce di Poe disseminate in tanta letteratura posteriore. Dalle più evidenti, come i lavori di Lovecraft e King (rileggere o rivedere The shining) ai gialli di Sherlock Homes ed Hercule Poirot debitori del Dupin poesiano, alle (a me) meno note e inaspettate, come Borges - l'ispettore Lonnrot de La Morte e la bussola, lo scantinato dell'Aleph, il mondo fantastico degli Immortali - e Bolaño con il suo reverendo del Notturno cileno, doppia personalità e camera di tortura (ancora) nello scantinato....more
Edouart Manet, Il corvo, illustrazione per una traduzione francese della piú conosciuta poesia di Poe
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Edouart Manet, Il corvo, illustrazione per una traduzione francese della piú conosciuta poesia di Poe
Selezione di 20 poesie che, per quanto ho potuto vedere, rappresentano il meglio della produzione di Poe. Fuori della raccolta ho letto Peana, Il castello incantato, Le campane, Fantasticheria, Terra di sogno, Un sogno dentro a un sogno, A mia madre.
Nei racconti Poe ha costruito i suoi mondi e le sue atmosfere gotiche, scavando nelle nostre paure e angosce. Nelle poesie li ritroviamo ma, complice il diverso mezzo, troviamo anche un Poe più intimo e delicato.
I componimenti sono di breve lunghezza, per creare quell'unità di effetto che si perderebbe su testi più lunghi, come ci spiega lo stesso EAP nella sua Filosofia della composizione, presente in appendice, dove assistiamo, spiegata passo a passo, alla costruzione della sua poesia più nota, ovvero Il Corvo.
***
In «Solo» c'è l'EAP geniale outsider, conscio di esserlo, che vivrà per questo una vità breve e grama
Fin da bambino, io non sono stato uguale agli altri; non ho mai guardato il mondo come gli altri; le passioni da una fonte comune non ho tratto. Dalla stessa sorgente non ho attinto il mio dolore; né ho accordato il cuore alla gioia di chi mi stava accanto. Ciò che io ho amato, l’ho amato da solo.
Ne «La Città del mare» ritroviamo i mondi cupi di EAD
Guarda: la Morte si è innalzata un trono in una città strana e solitaria laggiù, nell’Occidente tenebroso, dove buoni e cattivi, ottimi e pessimi sono andati al loro eterno riposo. I templi ed i palazzi, lì, e le torri (corrose ormai dal tempo, ma non tremano!) non somigliano a niente che sia nostro. E tutt’intorno acque malinconiche giacciono rassegnate sotto il cielo dimenticate perfino dai venti.
Ne «Il verme conquistatore» si mette in scena lo spettacolo della vita, delle passioni e dei desideri, infine spazzati via dalla morte conquistatrice
Notte di gala, guarda!, in questi solitari ultimi anni! Una gran folla d’angeli, alati, adorni di bei veli e sciolti in pianto, siede in teatro e assiste a un dramma di speranze e di paure, mentre l’orchestra a intervalli sussurra musica delle sfere.
E poi ci si strugge per le morte donne di EAP, morte come le sue due madri (naturale e adottiva) e la sua amata sposa bambina Virginia,
come «Ulalume»
I cieli erano cenere e tristezza; le foglie erano tutte crespe e secche – le foglie erano tutte vizze e secche; ed era notte nel deserto ottobre di un anno che vorrei dimenticare; e fu vicino al nero lago di Auber in mezzo alle foschie del medio Weir, e fu laggiù, presso lo stagno di Auber, nei boschi del Weir, dimora di mostri.
e chiaramente come la Lenore de «Il Corvo», con il suo ipnotico "mai più"
“Tu, profeta dell’inferno!” dissi. “Tu, demonio o uccello! Per il cielo su di noi – per il Dio a cui ci inchiniamo – di’ a quest’anima infelice se qui o nel lontano Eden stringerà la donna sacra che per gli angeli è Lenore – sì, quell’unica, radiosa, che per gli angeli è Lenore.” Disse il Corvo: “Mai più”....more
L’idea di partenza del libro è quella di ricreare il taccuino di disegni, purtroppo mai ritrovato, del famoso filosofo Baruch “Bento” SpinozSpinoziano
L’idea di partenza del libro è quella di ricreare il taccuino di disegni, purtroppo mai ritrovato, del famoso filosofo Baruch “Bento” Spinoza, reietto tra gli ebrei della Amsterdam del ‘600, una delle menti dell’umanità che ci ha lasciato i suoi pensieri più profondi nell’”Etica”.
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Da questa idea, Berger sviluppa tante micro storie che intrecciano momenti di vita, persone, riflessioni sul vedere-disegnare-narrare, frammenti dell’Etica, disegni dell’autore belli e delicati come l’andamento ed il tono complessivo del libro.
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“Il moto dell’immaginazione che suscita l’impulso a disegnare – qualunque ne sia il soggetto �� ripete implicitamente lo stesso schema che la storia del ritratto di Platonov illustra in modo esplicito. Il desiderio simbiotico di avvicinarsi sempre di più, di penetrare il sé di quel che si sta disegnando, e la previsione della distanza immanente sono simultanei. Disegni simili aspirano a essere sia un appuntamento segreto sia un arrivederci! Alternativamente e ad infinitum.”
Che meraviglia questi nove racconti !! Come ha detto qualcuno, forse costituiscono l’opera migliore di JD Salinger, meglio del GCON AMORE E SQUALLORE
Che meraviglia questi nove racconti !! Come ha detto qualcuno, forse costituiscono l’opera migliore di JD Salinger, meglio del Giovane Holden.
Per lo stile, sicuramente: dialoghi costruiti perfettamente, eleganza, precisione, concisione che punta ad esaltare anche il non detto lasciando spazio alla nostra immaginazione, titoli che non si dimenticano. E per i contenuti che si snodano e intrecciano nelle nove prove e tracciano un filo rosso, da seguire come in un romanzo. Emozionante in tante parti, divertente in diversi passaggi, movimentato e sorprendente talvolta.
[image] JDS scrive il giovane Holden nelle pause della II guerra mondiale
JDS partecipò alla seconda guerra mondiale, sbarcò a Utah beach nel D Day, avanzò di battaglia in battaglia per la liberazione dell'Europa, fino a Monaco ed al campo di sterminio di Dachau. Soffrì di stress post traumatico. Le due vette dei 9 racconti, Un giorno ideale per i pescibanana e Per Esmé: con amore e squallore poggiano su questa sua esperienza. E sono bellissimi.
Oona O'Neill fu il grande amore di JDS, destinataria delle sue lettere dal fronte; ad un certo punto le lettere non trovarono più risposta. Oona aveva sposato Charlie Chaplin. Bella bocca e occhi miei verdi è la storia di un tradimento, anche un po' di quello subito da JDS.
[image] Oona O'Neill e Charlie Chaplin
JDS è di padre ebreo come Lionel, il bimbo protagonista di Giù al dinghy che, sconvolto da una frase antisemita diretta contro il padre, ritroverà la serinità grazie alle cure amorevoli della madre.
L'incanto della fanciullezza la ritroviamo nè L'Uomo Ghignante, la squadra di baseball ed un racconto (nel racconto) fantastico ricreano la magia di quel periodo della nostra vita.
Le difficoltà e conflittualità dell'adolescenza sono invece al centro di Alla vigilia della guerra contro gli Eschimesi.
[image] Il "rifugio" di Salinger in New Hampshire dopo il ritiro dalla scena pubblica
Il dialogo spettacolare di Lo zio Wiggily nel Connecticut tra due ex compagne di college ci riporta con malinconia ai sogni e amori dell'adolescenza in contrapposizione impietosa alla realtà attuale.
Le aspirazioni artistiche e qualche esperienza mistica le troviamo in Il periodo Blu di De Daumier-Smith, dove il nostro è impegnato in un'improbabile scuola d'arte per corrispondenza condotta da due coniugi giapponesi in quel di Montreal.
Teddy è un altro dei ragazzi speciali di JDS e ci porterà verso la trascendenza spirituale e le religioni orientali, una risposta diversa, la stessa che sperimenterà per una vita l'autore, rispetto a quella originata dai pescibanana, chiudendo così il cerchio di queste nove storie.
[image] Swami Nikhilananda, monaco induista, fondatore del Ramakrishna-Vivekananda Center, Manhattan, New York, maestro spirituale di vedanta-yoga di Salinger. ...more
Il giovane Lord Chandos dialoga via epistola con, nientedimeno, Francesco Bacone.
È sconvolto perché ha perso, lui giovane scrittore, la vena creativaIl giovane Lord Chandos dialoga via epistola con, nientedimeno, Francesco Bacone.
È sconvolto perché ha perso, lui giovane scrittore, la vena creativa non riuscendo più a collegare, tramite il linguaggio, spirito e materia. “La mia condizione era quella di chi si fosse trovato improvvisamente catapultato in un giardino affollato di statue senza occhi.”
Al contempo acquisisce la capacità di “sentire” nell’intimo il fluire della vita nelle cose più minute, partecipare e godere del presente. “Ma c’era qualcosa di più, qualcosa di più divino e più animalesco; e c’era il presente, il più concreto e sublime presente.”
Un gioiellino. In 15 pagine un’esplosione emotiva. Letto 3 volte consecutive. ...more
Scritto da un giovanissimo Buchner, poco prima della prematura morte, racconta la crisi esistenziale vissuta daNon disunirti
Un gioiellino di racconto.
Scritto da un giovanissimo Buchner, poco prima della prematura morte, racconta la crisi esistenziale vissuta da Lenz, letterato di origini baltiche, esponente dello Sturm und Drang, morto, anch’egli relativamente giovane, in disgrazia e anonimato a Mosca.
Lenz si muove a piedi attraverso le montagne. Le descrizioni dei paesaggi sono notevoli, pare di stare immersi tra nubi, nebbia, squarci di cielo blu, lame di luce solare, rami ed erba bagnati o coperti dalla neve. Raggiunge il paesino dove é parroco Oberlain (dalle cui memorie Buchner prende spunto per il racconto) e da lui e la sua famiglia riceve cure e accoglienza calorosa. La preghiera é un utile sostegno. Il dipingere e le riflessioni sull’arte, pure. Il ricordo di un amore fornisce ardore e speranza.
Vien da dire che potrebbe essere un buon rehab!
Ma non per Lenz. La natura é piú maligna che benigna. La religione non salva. L’amore non si realizza. L’arte é sterile. Lenz ha perso il fluido vitale, é vuoto, la passione di un tempo é svanita. Si provoca ferite e mette in atto goffi tentativi di suicidio solo per tornare a sentire di essere vivo. Non ci riuscirá, condannato a vivere come un automa.
Mi viene in mente il Sorrentino di “E’ stata la mano di Dio” con il suo “non disunirti”. Forse che Lenz/Buchner ci vuol dire di ricordarci e sentire sempre, chi siamo, da dove veniamo, i nostri sogni, idee, obiettivi, valori, quel poco o tanto che abbiamo appreso e realizzato. E vivere fino in fondo, buona o cattiva sorte che sia. A volte poi ci sarà il “munaciello” che sistemerà le cose.
“…gli tornavano i ricordi dei tempi in cui tutto in lui urgeva, quand’egli ansimava sotto il peso di tutte le sue sensazioni; e adesso era così morto.”...more