Indicazioni editoriali Un piccolo raffinato college nel Vermont. Cinque ragazzi ricchi e viziati e il loro eccentrico e affascinante professore di grecIndicazioni editoriali Un piccolo raffinato college nel Vermont. Cinque ragazzi ricchi e viziati e il loro eccentrico e affascinante professore di greco antico, che insegna al di fuori delle regole accademiche imposte dall’università e solamente a una cerchia ristretta di studenti. Un’élite di giovani che vivono di eccessi e illusioni, lontani dalla realtà che li circonda e immersi nella celebrazione di un passato mitico e idealizzato, tra studi classici e riti dionisiaci, alcol, droghe e sottili giochi erotici. Fino a che, in una notte maledetta, esplode la violenza. E il loro mondo inizia a crollare inesorabilmente, pezzo dopo pezzo. Una storia folgorante di amicizia e complicità, amore e ossessione, colpa e follia, un romanzo di formazione che è stato uno dei pi�� grandi casi editoriali degli anni Novanta....more
Indicazioni editoriali Antonio Deltito è uno psichiatra, «un uomo alto e sgraziato» che ricorda, al narratore di questa storia, «la figura dell’imprendIndicazioni editoriali Antonio Deltito è uno psichiatra, «un uomo alto e sgraziato» che ricorda, al narratore di questa storia, «la figura dell’imprenditore Ambroise Vollard, immortalata nel ritratto colmo di sfaccettature che gli fece Picasso». Altrettanto pieno di enigmi e sfumature sembra essere il disturbo psichico che improvvisamente comincia ad affliggerlo. Una serie di amnesie, un’alterazione nella visione dei colori, e sbalzi umorali gravissimi, sono solo i primi segni di un declino inarrestabile che porterà alla frammentazione della sua mente in «pezzi di vetro, scintillanti e amorfi». Durante uno dei molti ricoveri ospedalieri, però, Deltito fa una dice di sapere esattamente cosa lo affligge, ovvero la sindrome di Ræbenson, un disturbo che non compare in nessuna classificazione diagnostica, e sulle cui tracce, a detta dello psichiatra stesso, ci sono da tempo degli studiosi, i ræbensonologi, che hanno a cuore soprattutto che la malattia rimanga celata agli occhi del chi ne soffre sarebbe infatti incapace di morire di morte naturale…Affascinante e inclassificabile tanto quanto lo strano morbo che illustra, La sindrome di Ræbenson è la straordinaria ed erudita opera prima di un giovane scrittore, psichiatra di professione, che sulla scia di maestri come Sebald, Borges e Nabokov porta il lettore a chiedersi cosa sia possibile conoscere veramente della mente altrui, e quale sia il significato ultimo, se esiste, del nostro passaggio sulla Terra....more
Indicazioni editoriali Tre strani incendi nell'arco di 24 ore in altrettanti punti del mondo, lontanissimi tra loro: Sicilia, Francia e Amazzonia. Il gIndicazioni editoriali Tre strani incendi nell'arco di 24 ore in altrettanti punti del mondo, lontanissimi tra loro: Sicilia, Francia e Amazzonia. Il giornalismo dominante, concentrato ormai solo sul Nulla, li cestina. Ma tre giornalisti di vecchia scuola, squadra di punta di un piccolo quotidiano svizzero, fiutano le scie di bruciato di quei roghi, legandoli tra loro. Sono un inviato speciale, instancabile cacciatore di notizie; una fotografa dotata di testa, coraggio e lunghe gambe; un caporedattore sovrappeso che li sprona. Insieme, si pongono domande. Roghi casuali o messaggi intimidatori? E se è andata così, chi li ha organizzati? Perché e per conto di chi? I tre indagano. Ed emergono, via via, i nomi di potenti manager e di strapotenti multinazionali, insieme al sospetto di un patto segreto e globale ai danni dei consumatori. Sullo sfondo, nella nebbia del suo anonimato, si muove un insignificante ometto lussemburghese con pochi capelli. Rossi e con il riporto.
In questo romanzo appartenente al genere del "new journalism", in cui realtà e fiction si fondono, Guido Mattioni ci porta dentro il mondo delle multinazionali che ha conosciuto nella sua lunga carriera di inviato speciale. E lo fa con la sapienza del grande narratore che tiene il lettore inchiodato alla pagina, sia per la forza della trama sia per il messaggio di fondo sia – last but not least – per la qualità della scrittura....more
Indicazioni editoriali Per capire che cosa abbia rappresentato Berlusconi per l’Italia, bisogna sapere innanzitutto chi è stato davvero Silvio, il CavaIndicazioni editoriali Per capire che cosa abbia rappresentato Berlusconi per l’Italia, bisogna sapere innanzitutto chi è stato davvero Silvio, il Cavaliere. “L’uomo del fare”, come si è autodefinito più volte? “L’uomo dei miracoli”, come è stato descritto in vita e anche dopo dagli adoratori? Oppure il male in persona, come sostengono da sempre gli antiberlusconiani duri e puri? Per aiutarci a sciogliere l’enigma dell’uomo Berlusconi, torna in libreria la biografia ormai “classica” del Cavaliere scritta da Paolo Guzzanti e aggiornata agli eventi del 2023 e alla scomparsa del protagonista. Un racconto per nulla compiacente, anzi dissacrante e a tratti feroce, ma senza la solita litania di accuse. Paolo Guzzanti è uomo di grandi passioni, una delle menti più anticonformiste del giornalismo italiano. Tutti sanno del suo “innamoramento” per il Cavaliere, nel quale ha creduto – invano, secondo Guzzanti – di riconoscere il possibile leader di una rivoluzione liberale italiana. Già in tempi non sospetti il giornalista aveva denunciato la progressiva ibernazione del Parlamento, la mancanza di democrazia interna al partito e la selezione del personale politico secondo criteri di sex appeal. Uscito dall’orbita del Cavaliere, Guzzanti ne ha restituito un ritratto molto ravvicinato, personale e indiscreto, ripercorrendo anche la sua storia familiare attraverso due lunghe interviste esclusive a Berlusconi e alla madre Rosa. E raccontandoci di quell’ultimo incontro con Silvio, nel marzo del 2023, quando ormai l’autunno del Cavaliere aveva assunto i colori più cupi dell’imminente distacco....more
Indicazioni editoriali Se Donald Dodd ha sposato Isabel anziché, come il suo amico Ray, una di quelle donne che fanno «pensare a un letto», se vive a BIndicazioni editoriali Se Donald Dodd ha sposato Isabel anziché, come il suo amico Ray, una di quelle donne che fanno «pensare a un letto», se vive a Brentwood, Connecticut, anziché a New York, è perché ha sempre voluto che le cose, attorno a lui, «fossero solide, ordinate». Isabel è dolce, serena, indulgente, e in diciassette anni non gli ha mai rivolto un rimprovero. Eppure basta uno sguardo a fargli capire che lei intuisce, e non di rado disapprova, le sue azioni – perfino i suoi pensieri. Forse Isabel intuisce anche che gli capita di desiderarle, le donne di quel genere, «al punto da stringere i pugni per la rabbia». E quando, una notte che è ospite da loro, Ray scompare durante una terribile bufera di neve e Donald, che è andato a cercarlo, torna annunciando a lei e a Mona, la moglie dell’amico, di non essere riuscito a trovarlo, le ci vuole poco a intuire che mente, e a scoprire, poi, che in realtà è rimasto tutto il tempo nel fienile, a fumare una sigaretta dopo l’altra: perché era sbronzo, perché è vile – e perché cova un odio purissimo per quelli che al pari di Ray hanno avuto dalla vita ciò che a lui è stato negato. Isabel non dirà niente neanche quando Ray verrà trovato cadavere: si limiterà, ancora una volta, a rivolgere al marito uno di quei suoi sguardi acuminati e pieni di indulgenza. Né gli impedirà, pur non ignorando quanto sia attratto da Mona, di occuparsi, in veste di avvocato, della successione di Ray, e di far visita alla vedova più spesso del necessario. Ma Donald comincerà a non sopportare più quello sguardo che, giorno dopo giorno, lo spia, lo giudica – e quasi lo sbeffeggia....more
Indicazioni editoriali UN DELITTO BRUTALE SCUOTE LA CALMA PERFETTA DI UN PAESINO DELLA SARDEGNA TRA COLPI DI SCENA E STORIE D'AMORE PERICOLOSE LA PRIMA IIndicazioni editoriali UN DELITTO BRUTALE SCUOTE LA CALMA PERFETTA DI UN PAESINO DELLA SARDEGNA TRA COLPI DI SCENA E STORIE D'AMORE PERICOLOSE LA PRIMA INDAGINE DEL MARESCIALLO STANKOVIC Il maresciallo Mirko Stankovic è stato sbattuto in un paesino sperduto tra i monti della Barbagia e il mare dove non accade mai niente. Non ha mai amato le regole e per questo, dopo l'ennesimo sgarro, è scattato il trasferimento punitivo. Quando entra nel suo nuovo ufficio di Santa Lucia, che assomiglia più allo scantinato di una pizzeria che a un luogo istituzionale, inizia a pensare che con la vita d'azione potrebbe aver chiuso per sempre. A smentirlo, però, ci pensa il rinvenimento, pochi giorni dopo il suo arrivo, del cadavere di una donna all'interno di una grotta naturale per metà sommersa dall'acqua. La vittima, Marcella Ferrante, era figlia di un noto imprenditore locale, Manuel Ferrante, proprietario dei club più esclusivi della Costa Smeralda. I primi rilievi fanno pensare a un omicidio di stampo malavitoso, ma Stankovic, appellandosi al suo fiuto investigativo, si convince che si tratti di una falsa pista. Un rapimento risalente a quasi cinquant'anni prima e un riscatto sparito nel nulla lo porteranno a scoprire per l'ennesima volta che nessun caso può essere archiviato con leggerezza. Un nuovo eroe poliziesco irresistibile, il maresciallo Stankovic: un uomo incapace di stare lontano dai guai, tormentato dal suo passato, destinato a innamorarsi di donne di grande fascino e intelligenza e a pentirsene. La sua prima indagine, un rompicapo che racconta la storia travagliata di una famiglia di potere, prende piede in una Sardegna violenta, piena d'azione e divisa tra campi sterminati e calette irraggiungibili....more
Indicazioni editoriali A volte l'unico modo per voltare pagina è andare via. È quello che si rassegna a fare la vicecommissaria Giulia Riva, decisa a cIndicazioni editoriali A volte l'unico modo per voltare pagina è andare via. È quello che si rassegna a fare la vicecommissaria Giulia Riva, decisa a chiudere una storia clandestina con un superiore che le procura soltanto dolore. Ha appena chiesto il trasferimento, che al commissariato di Cagliari si presenta Elisa, nove anni e una richiesta che raggela: ritrovare la mamma scomparsa. Giulia non può tirarsi indietro, anche se Virginia Piras era una moglie e una madre serena, e dunque per sparire così probabilmente è stata uccisa. Ma da chi? E perché? Tutti sembrano essersi dimenticati di lei, compreso l'ispettore Flavio Caruso, il partner e mentore di Giulia, a cui l'indagine è affidata. Caruso però non è più il poliziotto di un tempo, e Giulia capisce che potrebbe aver commesso errori fatali. Così si fa assegnare il caso, nella speranza di risolverlo ed evitare una possibile onta al suo partner. Non immagina che la ricerca la spingerà a interrogarsi anche sui propri errori passati: perché il cuore ha due lati, uno con cui si ama e uno con cui si odia....more
Indicazioni editoriali Uno scrittore morto all’apice del successo. Tre uomini legati da un segreto. Un insegnante chiamato a vivere la vita di un altro. SIndicazioni editoriali Uno scrittore morto all’apice del successo. Tre uomini legati da un segreto. Un insegnante chiamato a vivere la vita di un altro. Scorrono così, i giorni di Laust Troelsen, lenti e noiosi, tra le pareti di una classe di liceo e una pizza a cena, in compagnia dei suoi libri. Avrebbe voluto fare lo scrittore, ma il destino gli ha riservato un’esistenza da insegnante di lettere, costringendolo ad abbandonare i sogni di gloria. Finché un giorno la noia decide di abbandonare lui, e lo fa nel più sconvolgente dei modi: Laust rientra a casa e trova il cadavere di un uomo riverso sul pavimento. Sul tavolino, un pacchetto di sigarette e un pezzo di carta con scritto «SCUSA». Laust conosce quell’uomo, il suo volto campeggia sui manifesti nelle strade di Copenaghen. È lo scrittore più famoso di tutta la Danimarca. È William Falk. Quello che Laust ancora non sa è che lo staff dell’autore lo ha designato come suo successore e gli ha affidato il compito di portare a termine il romanzo conclusivo della serie che ha consacrato Falk re del giallo. Ma perché hanno scelto proprio lui? E cosa significa lo strano messaggio che Laust trova nel suo appartamento, e che è solo il primo di una lunga serie? Il successore dovrà rivivere alcuni ricordi che credeva di aver sepolto per far luce sulla morte di Falk e su una nuova vita piena di misteri: la sua....more
Il Fenomeno M5S Abbiamo appena cominciato a vederli all’opera. Quel che colpisce immediatamente sono le fluttuazioni, i contorcimenti, le giravolte conIl Fenomeno M5S Abbiamo appena cominciato a vederli all’opera. Quel che colpisce immediatamente sono le fluttuazioni, i contorcimenti, le giravolte continue, anche da un giorno all’altro. Sono scemi? Volubili? Ignoranti? Solo arrivisti? Perché affrontano, lieti, l’agenda politica muovendosi come scolaretti delle elementari? Né scemi, né ignoranti. Sono un tool, dice Iacoboni in questo libro, ma io preferirei definirlo “un giocattolo”. Un giocattolo serve per giocare e non c’è niente di più serio del gioco, se ci pensate bene. Sono, i pentastellati, i protagonisti di un esperimento a suo modo affascinante: indirizzare le opinioni e creare il consenso attraverso l’ingegneria sociale.
Deus ex machina dell’esperimento è Gianroberto Casaleggio, perito informatico, programmatore e analista, appassionato di teoria dei giochi e delle reti. Ama Asimov, il fantasy, gli aforismi famosi (il divertimento è forza creativa) spesso rovesciati. Ama anche il Bossi dei primi comizi nei bar delle valli padane. Un visionario. Nel 1997-1998, Gianroberto –già progettista di software presso l'Olivetti di Ivrea- guida la WebEgg, una piccola azienda di sviluppo tecnologico e consulenza informatica, e tra i settecento impiegati mette su un team ristretto di lavoro per sperimentare tecniche di formazione e distribuzione del consenso Un vecchio collaboratore, Carlo Baffé, racconta: “Ci vedevamo in una riunione ristretta per decidere “cosa lanciare sulla Intranet”, per usare un’espressione di Roberto». Un banale forum aziendale, all’inizio, per discutere apertamente di qualsiasi argomento. A un certo punto «si iniziò a usare il forum per far passare certe posizioni di Roberto come se fossero frutto di una discussione democratica. Il metodo, organizzato in queste riunioni, era il seguente: un membro del gruppo funzionale Intranet lancia la discussione su un tema, un altro membro risponde con una posizione contrastante, poi altri due membri prendono le parti del primo. Un po’ alla volta i normali dipendenti prendevano le parti del primo, e si creava quella che Roberto chiamava la “valanga del consenso”. Il giochino era molto divertente all’inizio – può immaginarsi per un under trenta ritrovarsi a pianificare azioni di questo tipo e vedere che funzionano», racconta ancora Baffé: «Ma poi mi resi conto che non era altro che un esperimento di ingegneria sociale per capire quali fossero i metodi più efficaci per manipolare le opinioni e creare il consenso. Con una discussione apparentemente democratica». Ma i cui confini sono stabiliti dall’alto, a priori, invisibili.»
Comincia così, per gioco. Alla fine, tutti i saperi della WebEgg passano alla Casaleggio Associati, nascono il blog di Grillo (il paziente zero dei Cinque stelle) e i meet-up, insomma il Movimento vero e proprio. E non è un caso che Grillo, nel libro, venga appunto chiamato il paziente zero: è lui il primo sul quale l’Esperimento funziona. Soprattutto funziona la propaganda, non tanto perché sia ben fatta ed efficace, quanto perché “il Movimento non fa propaganda, “è” propaganda”. Iacoboni racconta un aneddoto significativo. La presidente della Camera Laura Boldrini fu oggetto, sul blog, di pesanti attacchi sessisti e Gianroberto parlando coi suoi collaboratori ammise l’errore: «Oggi abbiamo sbagliato ma il risultato che ne è venuto fuori ci dice che la rete è dalla nostra parte. È la rete che decide la reputazione delle persone. Per il futuro dobbiamo essere in grado di canalizzare questo sentimento senza apparire direttamente, governandolo». Governandolo come? Attraverso l’uso “scientifico” dei dati, il vero oro nero della Casaleggio s.r.l. Del resto, “i grandi partiti tradizionali, il Pci e la Dc, hanno sempre combattuto al loro interno contese leggendarie per detenere gli elenchi degli iscritti, o le leve del tesseramento. Chi aveva nelle mani le liste poteva controllare l’organizzazione cioè la vita del partito”.
E la democrazia? Non c’entra. Ma non c’entra neppure la non democrazia, la dittatura, la sovranità popolare. Siamo oltre, siamo all’ademocrazia. "Perché nel Movimento è la forma - e non il contenuto - ad essere la sostanza. Non importa davvero il “chi parla”, non importa davvero il “che cosa si sostiene”. È il “come”, la formula vincente, la rivoluzione. “La loro forza sta nel suo coincidere con la propaganda. Il Movimento è diventato un fantasy, e dal fantasy non si dissente, il fantasy si ama. Solo dalla realtà si può dissentire”."
Letture di riferimento G. Orwell, La fattoria degli animali A. Koestler, Buio a mezzogiorno
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Il Fenomeno M5S Abbiamo appena cominciato a vederli all’opera. Quel che colpisce immediatamente sono le fluttuazioni, i contorcimenti, le giravolte continue, anche da un giorno all’altro. Sono scemi? Volubili? Ignoranti? Solo arrivisti? Perché affrontano, lieti, l’agenda politica muovendosi come scolaretti delle elementari? Né scemi, né ignoranti. Sono un tool, dice Iacoboni in questo libro, ma io preferirei definirlo “un giocattolo”. Un giocattolo serve per giocare e non c’è niente di più serio del gioco, se ci pensate bene. Sono, i pentastellati, i protagonisti di un esperimento a suo modo affascinante: indirizzare le opinioni e creare il consenso attraverso l’ingegneria sociale.
Deus ex machina dell’esperimento è Gianroberto Casaleggio, perito informatico, programmatore e analista, appassionato di teoria dei giochi e delle reti. Ama Asimov, il fantasy, gli aforismi famosi (il divertimento è forza creativa) spesso rovesciati. Ama anche il Bossi dei primi comizi nei bar delle valli padane. Un visionario. Nel 1997-1998, Gianroberto –già progettista di software presso l'Olivetti di Ivrea- guida la WebEgg, una piccola azienda di sviluppo tecnologico e consulenza informatica, e tra i settecento impiegati mette su un team ristretto di lavoro per sperimentare tecniche di formazione e distribuzione del consenso Un vecchio collaboratore, Carlo Baffé, racconta: “Ci vedevamo in una riunione ristretta per decidere “cosa lanciare sulla Intranet”, per usare un’espressione di Roberto». Un banale forum aziendale, all’inizio, per discutere apertamente di qualsiasi argomento. A un certo punto «si iniziò a usare il forum per far passare certe posizioni di Roberto come se fossero frutto di una discussione democratica. Il metodo, organizzato in queste riunioni, era il seguente: un membro del gruppo funzionale Intranet lancia la discussione su un tema, un altro membro risponde con una posizione contrastante, poi altri due membri prendono le parti del primo. Un po’ alla volta i normali dipendenti prendevano le parti del primo, e si creava quella che Roberto chiamava la “valanga del consenso”. Il giochino era molto divertente all’inizio – può immaginarsi per un under trenta ritrovarsi a pianificare azioni di questo tipo e vedere che funzionano», racconta ancora Baffé: «Ma poi mi resi conto che non era altro che un esperimento di ingegneria sociale per capire quali fossero i metodi più efficaci per manipolare le opinioni e creare il consenso. Con una discussione apparentemente democratica». Ma i cui confini sono stabiliti dall’alto, a priori, invisibili.»
Comincia così, per gioco. Alla fine, tutti i saperi della WebEgg passano alla Casaleggio Associati, nascono il blog di Grillo (il paziente zero dei Cinque stelle) e i meet-up, insomma il Movimento vero e proprio. E non è un caso che Grillo, nel libro, venga appunto chiamato il paziente zero: è lui il primo sul quale l’Esperimento funziona. Soprattutto funziona la propaganda, non tanto perché sia ben fatta ed efficace, quanto perché “il Movimento non fa propaganda, “è” propaganda”. Iacoboni racconta un aneddoto significativo. La presidente della Camera Laura Boldrini fu oggetto, sul blog, di pesanti attacchi sessisti e Gianroberto parlando coi suoi collaboratori ammise l’errore: «Oggi abbiamo sbagliato ma il risultato che ne è venuto fuori ci dice che la rete è dalla nostra parte. È la rete che decide la reputazione delle persone. Per il futuro dobbiamo essere in grado di canalizzare questo sentimento senza apparire direttamente, governandolo». Governandolo come? Attraverso l’uso “scientifico” dei dati, il vero oro nero della Casaleggio s.r.l. Del resto, “i grandi partiti tradizionali, il Pci e la Dc, hanno sempre combattuto al loro interno contese leggendarie per detenere gli elenchi degli iscritti, o le leve del tesseramento. Chi aveva nelle mani le liste poteva controllare l’organizzazione cioè la vita del partito”.
E la democrazia? Non c’entra. Ma non c’entra neppure la non democrazia, la dittatura, la sovranità popolare. Siamo oltre, siamo all’ademocrazia. "Perché nel Movimento è la forma - e non il contenuto - ad essere la sostanza. Non importa davvero il “chi parla”, non importa davvero il “che cosa si sostiene”. È il “come”, la formula vincente, la rivoluzione. “La loro forza sta nel suo coincidere con la propaganda. Il Movimento è diventato un fantasy, e dal fantasy non si dissente, il fantasy si ama. Solo dalla realtà si può dissentire”."
Letture di riferimento G. Orwell, La fattoria degli animali A. Koestler, Buio a mezzogiorno...more
L'incipit «Questo è uno dei miei ricordi. In un nuvoloso mattino di febbraio del 1996, ricevetti per posta da St Louis il pacco di San Valentino di miaL'incipit «Questo è uno dei miei ricordi. In un nuvoloso mattino di febbraio del 1996, ricevetti per posta da St Louis il pacco di San Valentino di mia madre, che conteneva una romantica cartolina d'auguri rosa, due barrette Mr Goodbar da un etto, un cuore cavo di filigrana rossa con un anello di spago per appenderlo, e una copia del referto del neuropatologo che aveva compiuto l'autopsia sul cervello di mio padre. Ricordo l'intensa luce grigia di quel mattino invernale. Ricordo di aver lasciato le barrette, la cartolina e il ninnolo in soggiorno, di aver portato il referto dell'autopsia in camera da letto e di essermi seduto a leggere». E sui ricordi: "Tutti i ricordi, dicono i neuroscienziati, sono in realtà ricordi di ricordi, ma di solito non sembrano tali. Questo invece sì. Mi ricordo di ricordare: mio padre a letto, mia madre seduta accanto a lui, io in piedi vicino alla porta. Avevamo appena avuto un’angosciosa conversazione famigliare, forse su dove avremmo trasferito mio padre quando fosse uscito dall’ospedale. È una conversazione che mio padre detesta, per quel poco che riesce a seguirla. Alla fine urla con enfasi appassionata, come se ne avesse abbastanza di tutte quelle sciocchezze, 'Ho sempre amato tua madre. Sempre'. E mia madre si nasconde la faccia tra le mani e scoppia in singhiozzi." ..................... A metà tra il saggio ed il racconto autobiografico, si legge d'un fiato per l'intensità dell'intreccio e l'incanto dello stile. Straordinaria narrazione.
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L'incipit «Questo è uno dei miei ricordi. In un nuvoloso mattino di febbraio del 1996, ricevetti per posta da St Louis il pacco di San Valentino di mia madre, che conteneva una romantica cartolina d'auguri rosa, due barrette Mr Goodbar da un etto, un cuore cavo di filigrana rossa con un anello di spago per appenderlo, e una copia del referto del neuropatologo che aveva compiuto l'autopsia sul cervello di mio padre. Ricordo l'intensa luce grigia di quel mattino invernale. Ricordo di aver lasciato le barrette, la cartolina e il ninnolo in soggiorno, di aver portato il referto dell'autopsia in camera da letto e di essermi seduto a leggere». E sui ricordi: "Tutti i ricordi, dicono i neuroscienziati, sono in realtà ricordi di ricordi, ma di solito non sembrano tali. Questo invece sì. Mi ricordo di ricordare: mio padre a letto, mia madre seduta accanto a lui, io in piedi vicino alla porta. Avevamo appena avuto un’angosciosa conversazione famigliare, forse su dove avremmo trasferito mio padre quando fosse uscito dall’ospedale. È una conversazione che mio padre detesta, per quel poco che riesce a seguirla. Alla fine urla con enfasi appassionata, come se ne avesse abbastanza di tutte quelle sciocchezze, 'Ho sempre amato tua madre. Sempre'. E mia madre si nasconde la faccia tra le mani e scoppia in singhiozzi." ..................... A metà tra il saggio ed il racconto autobiografico, si legge d'un fiato per l'intensità dell'intreccio e l'incanto dello stile. Straordinaria narrazione....more
Volevo capire. Cercavo risposte alla domanda: “Ignazio Silone fu una spia dell’Ovra, sì o no?”. Nel corso degli ultimi anni, com’è noto, si sono scontVolevo capire. Cercavo risposte alla domanda: “Ignazio Silone fu una spia dell’Ovra, sì o no?”. Nel corso degli ultimi anni, com’è noto, si sono scontrate due tesi/fazioni contrapposte, quella dei siloniani e quella degli antisiloniani. I primi disposti a mettere la mano sul fuoco pur di scagionarlo, i secondi implacabili “accusatori” (un nome su tutti: lo storico Luciano Canfora). Tra questi s’inserisce l’autore de "Il fenicottero" che con Silone ha avuto più di una prossimità: entrambi marsicani, entrambi romanzieri, entrambi “pazienti” (terapia junghiana). «Posso forse dire per questo: “Ignazio Silone c’est moi?”. Nonostante la mia misantropia, non posso dirlo. Vedo la sua ombra, di quando era vecchio e muto, con i baffetti e la pappagorgia, seduto sulla poltrona del mio salotto. E’ ancora in pena per quella vita vagabonda che aveva vissuto, per quella isteria schizofrenica che non lo faceva più dormire. Ha gli occhi bassi, poi li alza e guarda verso la finestra il volo di un gabbiano, tossicchiando, di tanto in tanto»
Diciamo subito che Paris aderisce a quel che una certa ricerca storica ha tentato di dimostrare, che cioè Secondino Tranquilli/Ignazio Silone sia stato un informatore della polizia politica fascista. Nel suo libro riporta infatti più di un colloquio scambiato con Dario Biocca, lo storico che con Mauro Canali aveva tentato una prima ricostruzione (avvalendosi di documenti rinvenuti negli Archivi di Stato) dell’attività spionistica di Silone. All’ambigua figura del commissario Guido Bellone in quanto rappresentante del regime al cui soldo Silone avrebbe lavorato, Paris affianca il Guido Bellone “amante clandestino mai compiutamente rivelato neppure a se stesso”. Personaggio doppio, come doppio appare Silone. Va detto che quella di Paris è una biografia romanzata che copre un arco di tempo di trent’anni, non così romanzata tuttavia da rivelare conclamate falsità. Le sue sono interpretazioni, talvolta ipotesi, nate sulla falsariga –ripeto- della documentazione fornita dai due storici sopra citati. Nel corso della stesura del libro, l’autore fece anche ricerche personali, inseguendo soprattutto le tracce del fantomatico commissario di cui peraltro non esistono foto e la cui tomba al cimitero del Verano sembra addirittura scomparsa. “Ho voluto capire –sostiene Paris in un’intervista- come si arriva a ascrivere un capolavoro come "Fontamara", quali atroci sofferenze e schizofrenia bisogna attraversare prima di scrivere il primo rigo. Eppure ci sono ancora studiosi disposti a ignorare la sua attività di informatore del governo fascista... Ci sono siloniani che pur di adorare il santino a cui sono stati abituati, sono disposti a ignorare tutto, nonostante l'evidenza. Ma sono quelli ancorati a vecchie politiche, che oggi non sono più vive. Silone è moderno anche per la sua singolarità di sciamano e di collaboratore di Guido Bellone”. Mistero svelato? Neanche per sogno. Alle ricerche dei due storici ed al romanzo di Paris hanno fatto seguito –colpo su colpo- altre ricerche, in particolare quella di Alberto Vacca, autore di “Le false accuse contro Silone”, il cui titolo sembrerebbe chiudere la partita. Non ho letto il volume, ma in rete ho trovato qualche buon commento e soprattutto la copia di una perizia calligrafica dei documenti “accusatori”. Qui https://siloneblog.wordpress.com/2017...
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Volevo capire. Cercavo risposte alla domanda: “Ignazio Silone fu una spia dell’Ovra, sì o no?”. Nel corso degli ultimi anni, com’è noto, si sono scontrate due tesi/fazioni contrapposte, quella dei siloniani e quella degli antisiloniani. I primi disposti a mettere la mano sul fuoco pur di scagionarlo, i secondi implacabili “accusatori” (un nome su tutti: lo storico Luciano Canfora). Tra questi s’inserisce l’autore de "Il fenicottero" che con Silone ha avuto più di una prossimità: entrambi marsicani, entrambi romanzieri, entrambi “pazienti” (terapia junghiana). «Posso forse dire per questo: “Ignazio Silone c’est moi?”. Nonostante la mia misantropia, non posso dirlo. Vedo la sua ombra, di quando era vecchio e muto, con i baffetti e la pappagorgia, seduto sulla poltrona del mio salotto. E’ ancora in pena per quella vita vagabonda che aveva vissuto, per quella isteria schizofrenica che non lo faceva più dormire. Ha gli occhi bassi, poi li alza e guarda verso la finestra il volo di un gabbiano, tossicchiando, di tanto in tanto»
Diciamo subito che Paris aderisce a quel che una certa ricerca storica ha tentato di dimostrare, che cioè Secondino Tranquilli/Ignazio Silone sia stato un informatore della polizia politica fascista. Nel suo libro riporta infatti più di un colloquio scambiato con Dario Biocca, lo storico che con Mauro Canali aveva tentato una prima ricostruzione (avvalendosi di documenti rinvenuti negli Archivi di Stato) dell’attività spionistica di Silone. All’ambigua figura del commissario Guido Bellone in quanto rappresentante del regime al cui soldo Silone avrebbe lavorato, Paris affianca il Guido Bellone “amante clandestino mai compiutamente rivelato neppure a se stesso”. Personaggio doppio, come doppio appare Silone. Va detto che quella di Paris è una biografia romanzata che copre un arco di tempo di trent’anni, non così romanzata tuttavia da rivelare conclamate falsità. Le sue sono interpretazioni, talvolta ipotesi, nate sulla falsariga –ripeto- della documentazione fornita dai due storici sopra citati. Nel corso della stesura del libro, l’autore fece anche ricerche personali, inseguendo soprattutto le tracce del fantomatico commissario di cui peraltro non esistono foto e la cui tomba al cimitero del Verano sembra addirittura scomparsa. “Ho voluto capire –sostiene Paris in un’intervista- come si arriva a ascrivere un capolavoro come "Fontamara", quali atroci sofferenze e schizofrenia bisogna attraversare prima di scrivere il primo rigo. Eppure ci sono ancora studiosi disposti a ignorare la sua attività di informatore del governo fascista... Ci sono siloniani che pur di adorare il santino a cui sono stati abituati, sono disposti a ignorare tutto, nonostante l'evidenza. Ma sono quelli ancorati a vecchie politiche, che oggi non sono più vive. Silone è moderno anche per la sua singolarità di sciamano e di collaboratore di Guido Bellone”. Mistero svelato? Neanche per sogno. Alle ricerche dei due storici ed al romanzo di Paris hanno fatto seguito –colpo su colpo- altre ricerche, in particolare quella di Alberto Vacca, autore di “Le false accuse contro Silone”, il cui titolo sembrerebbe chiudere la partita. Non ho letto il volume, ma in rete ho trovato qualche buon commento e soprattutto la copia di una perizia calligrafica dei documenti “accusatori”. Qui https://siloneblog.wordpress.com/2017......more
Be', che l'immaginazione fosse andata al potere con Berlusconi c'ero arrivata anch'io che non sono un'intellettuale. Diciamo che era facile, va'. E cheBe', che l'immaginazione fosse andata al potere con Berlusconi c'ero arrivata anch'io che non sono un'intellettuale. Diciamo che era facile, va'. E che Berlusconi sia andato al potere "anche" per l'insipienza della Sinistra, nemmeno questo è un concetto nuovo (vedere Giovanni Russo, Perché la Sinistra ha eletto Berlusconi). Ma ciò che Machiavelli ed il Tenerissimo (il libro è strutturato come un dialogo agli inferi tra i due) non ci dicono è quel che la Sx avrebbe dovuto "concretamente" fare (a parte affrontare a viso aperto il conflitto d'interessi) per evitarlo. Partire dall'Istruzione, forse? Ma se la catodizzazione della scuola è avvenuta PRIMA (molto prima) dell'avvento di Berlusconi! Ma se il peggior ministro dell'Istruzione degli ultimi anni è stato di Sx! E che nome portava, il Nostro... http://ricerca.repubblica.it/repubbli...
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Be', che l'immaginazione fosse andata al potere con Berlusconi c'ero arrivata anch'io che non sono un'intellettuale. Diciamo che era facile, va'. E che Berlusconi sia andato al potere "anche" per l'insipienza della Sinistra, nemmeno questo è un concetto nuovo (vedere Giovanni Russo, Perché la Sinistra ha eletto Berlusconi). Ma ciò che Machiavelli ed il Tenerissimo (il libro è strutturato come un dialogo agli inferi tra i due) non ci dicono è quel che la Sx avrebbe dovuto "concretamente" fare (a parte affrontare a viso aperto il conflitto d'interessi) per evitarlo. Partire dall'Istruzione, forse? Ma se la catodizzazione della scuola è avvenuta PRIMA (molto prima) dell'avvento di Berlusconi! Ma se il peggior ministro dell'Istruzione degli ultimi anni è stato di Sx! E che nome portava, il Nostro... http://ricerca.repubblica.it/repubbli......more
Le "Indicazioni editoriali" sono quasi più corpose di questo poemetto:
L’epidemia come una forma di apocalisse Partendo dai ritagli di giornale che hannLe "Indicazioni editoriali" sono quasi più corpose di questo poemetto:
L’epidemia come una forma di apocalisse Partendo dai ritagli di giornale che hanno raccontato l'epidemia della mucca pazza del 2001, Carlo Bordini sostituisce alla parola “capo” (inteso come l'animale da macello) la parola “schiavo”. L'effetto è immediatamente disturbante: “Tutti gli schiavi che si trovavano in un raggio di tre chilometri dai siti ove l'infezione è stata riscontrata, saranno inceneriti. La campagna di abbattimento, cui collaborano le forze armate, ha ricevuto il beneplacito della categoria degli allevatori, che ha espresso il suo sostegno per questi provvedimenti, definiti terribili quanto necessari”.
Non sono più bestie quelle che muoiono a migliaia, ma schiavi. E dunque, con scandalo enorme, esseri umani. Sono persone che qui e ora, in questo presente giornalistico, muoiono uccise da un morbo inaudito. Così viene spazzata via l'indifferenza, la non-cura, la lontananza dal dolore; ciò che resta è un'incredula empatia, una destabilizzante condivisione, un'inaccettabile personificazione. Questo è il destino dell'uomo, sembra dirci Carlo Bordini: la fine.
L'epidemia è la forza della natura che più di tutte costringe l’essere umano a interrogarsi sul senso e sul valore della vita. Com'è possibile dare un significato all’esistenza, quando intorno le persone muoiono in un numero così grande da non poter essere contate? Quando non si è altro che il dato statistico di una carneficina senza colpevoli, né colpe? Carlo Bordini si è interrogato e interroga il lettore sul senso della vita, sul suo valore e, come in una reale sanguinaria epidemia, la sola risposta possibile a tutte le mormorate domande è quel vago senso di assurdità impotente, d’inutilità manifesta. Del nulla.
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Le "Indicazioni editoriali" sono quasi più corpose di questo poemetto:
L’epidemia come una forma di apocalisse Partendo dai ritagli di giornale che hanno raccontato l'epidemia della mucca pazza del 2001, Carlo Bordini sostituisce alla parola “capo” (inteso come l'animale da macello) la parola “schiavo”. L'effetto è immediatamente disturbante: “Tutti gli schiavi che si trovavano in un raggio di tre chilometri dai siti ove l'infezione è stata riscontrata, saranno inceneriti. La campagna di abbattimento, cui collaborano le forze armate, ha ricevuto il beneplacito della categoria degli allevatori, che ha espresso il suo sostegno per questi provvedimenti, definiti terribili quanto necessari”.
Non sono più bestie quelle che muoiono a migliaia, ma schiavi. E dunque, con scandalo enorme, esseri umani. Sono persone che qui e ora, in questo presente giornalistico, muoiono uccise da un morbo inaudito. Così viene spazzata via l'indifferenza, la non-cura, la lontananza dal dolore; ciò che resta è un'incredula empatia, una destabilizzante condivisione, un'inaccettabile personificazione. Questo è il destino dell'uomo, sembra dirci Carlo Bordini: la fine.
L'epidemia è la forza della natura che più di tutte costringe l’essere umano a interrogarsi sul senso e sul valore della vita. Com'è possibile dare un significato all’esistenza, quando intorno le persone muoiono in un numero così grande da non poter essere contate? Quando non si è altro che il dato statistico di una carneficina senza colpevoli, né colpe? Carlo Bordini si è interrogato e interroga il lettore sul senso della vita, sul suo valore e, come in una reale sanguinaria epidemia, la sola risposta possibile a tutte le mormorate domande è quel vago senso di assurdità impotente, d’inutilità manifesta. Del nulla....more
Non so quale criterio abbia scelto l'editore per la pubblicazione della presente raccolta, ma -alla fine della lettTre racconti di scacchi e di follia
Non so quale criterio abbia scelto l'editore per la pubblicazione della presente raccolta, ma -alla fine della lettura di questi tre magnifici racconti- ho avuto l'impressione quasi palpabile di aver assistito a tre partite a scacchi. La prima è dichiarata già nel titolo; alle altre due si arriva forse per "osmosi". Nel racconto "Paura" la protagonista si trova di fronte un'avversaria sconosciuta ed infida che pare conoscerne ogni mossa, così come sapientemente avviene tra i due giocatori della "Novella". Nel terzo racconto "Lettera di una sconosciuta", la partita si svolge in solitario, tra la sconosciuta e sé stessa. Zweig scrive da Dio: limpido, raffinato, elegante. L'analisi psicologica dei personaggi è superba: non è un caso che fosse amico di Freud e Schnitzler. Che grandi autori ci ha regalato il mondo ebraico!
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Tre racconti di scacchi e di follia
Non so quale criterio abbia scelto l'editore per la pubblicazione della presente raccolta, ma -alla fine della lettura di questi tre magnifici racconti- ho avuto l'impressione quasi palpabile di aver assistito a tre partite a scacchi. La prima è dichiarata già nel titolo; alle altre due si arriva forse per "osmosi". Nel racconto "Paura" la protagonista si trova di fronte un'avversaria sconosciuta ed infida che pare conoscerne ogni mossa, così come sapientemente avviene tra i due giocatori della "Novella". Nel terzo racconto "Lettera di una sconosciuta", la partita si svolge in solitario, tra la sconosciuta e sé stessa. Zweig scrive da Dio: limpido, raffinato, elegante. L'analisi psicologica dei personaggi è superba: non è un caso che fosse amico di Freud e Schnitzler. Che grandi autori ci ha regalato il mondo ebraico!...more
Indicazioni editoriali Gennaio 1970. Il commissario Bordelli in aprile andrà in pensione, dopo quasi un quarto di secolo in Pubblica Sicurezza, e ancorIndicazioni editoriali Gennaio 1970. Il commissario Bordelli in aprile andrà in pensione, dopo quasi un quarto di secolo in Pubblica Sicurezza, e ancora non sa cosa aspettarsi, non riesce a immaginare come accoglierà questo totale cambiamento. Ma per adesso è in servizio, e il tempo per riflettere e farsi troppe domande non c’è: in una via del centro di Firenze avviene un omicidio brutale. Sarà proprio quel crimine odioso il suo ultimo caso? Ma soprattutto, riuscirà a risolverlo? Lui e il giovane Piras, che nel frattempo è diventato vice commissario, lavorano a stretto contatto, spinti come ogni volta dal senso di giustizia, ma in questa occasione anche dalla intollerabile inutilità di quell’omicidio. Passano i mesi, arriva la primavera, la data del pensionamento si avvicina. La relazione del commissario con la bella Eleonora sembra essere sempre più solida. Non mancherà la cena a casa di Franco Bordelli, dove come d’abitudine ognuno racconterà una storia. Ma una mattina il commissario riceve una telefonata dalla questura… un altro omicidio?
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Indicazioni editoriali Gennaio 1970. Il commissario Bordelli in aprile andrà in pensione, dopo quasi un quarto di secolo in Pubblica Sicurezza, e ancora non sa cosa aspettarsi, non riesce a immaginare come accoglierà questo totale cambiamento. Ma per adesso è in servizio, e il tempo per riflettere e farsi troppe domande non c’è: in una via del centro di Firenze avviene un omicidio brutale. Sarà proprio quel crimine odioso il suo ultimo caso? Ma soprattutto, riuscirà a risolverlo? Lui e il giovane Piras, che nel frattempo è diventato vice commissario, lavorano a stretto contatto, spinti come ogni volta dal senso di giustizia, ma in questa occasione anche dalla intollerabile inutilità di quell’omicidio. Passano i mesi, arriva la primavera, la data del pensionamento si avvicina. La relazione del commissario con la bella Eleonora sembra essere sempre più solida. Non mancherà la cena a casa di Franco Bordelli, dove come d’abitudine ognuno racconterà una storia. Ma una mattina il commissario riceve una telefonata dalla questura… un altro omicidio?...more