Questo romanzo è stato pubblicato per la prima volta nel 1953 ed è invecchiato benissimo. 71 anni dopo, l'ho letto senza riuscire a staccarmici, con laQuesto romanzo è stato pubblicato per la prima volta nel 1953 ed è invecchiato benissimo. 71 anni dopo, l'ho letto senza riuscire a staccarmici, con la frenesia di arrivare alla fine. È vero, un paio di colpi di scena me li ero immaginati, ma bisogna considerare che in questi decenni sono state prodotte valanghe di romanzi, film, serie tv gialle e dopo un po' che usufruisci del genere tendi ad anticipare alcuni meccanismi. In ogni caso, l'immaginare cosa sarebbe successo a breve nulla ha tolto al piacere della lettura. Davvero godibile. Non avevo mai letto Levin, ora vorrei recuperare le altre sue opere. ...more
Un non-sense sicuramente affascinante, ma che a me (come tutto il non-sense) lascia perplessa e con un po' di amaro in bocca. Un non-sense sicuramente affascinante, ma che a me (come tutto il non-sense) lascia perplessa e con un po' di amaro in bocca. ...more
"Ci si adatta alle cose, senza in realtà abituarsi."
Una cosa che non sapevo di Olive Kitteridge è che fosse una specie di raccolta di racconti. Ognuno"Ci si adatta alle cose, senza in realtà abituarsi."
Una cosa che non sapevo di Olive Kitteridge è che fosse una specie di raccolta di racconti. Ognuno racconta di un abitante o una famiglia di questa cittadina sulla costa statunitense, Crosby, nel Maine. A volte le storie si intrecciano strettamente, a volte l'unico legame è un breve riferimento a lei, Olive. Tre o quattro racconti trattano proprio di questa donna imponente e scomoda, mai compiacente, dal carattere forte e spigoloso. Una persona difficile, senza dubbio. Sono storie non ordinarie e non banali, succedono avvenimenti che non possono essere annoverati tra i piccoli eventi di tutti i giorni, eppure nel complesso alla fine della lettura hai l'impressione di aver sbirciato dalle finestre di una sonnacchiosa manciata di case, dove nulla di interessante potrebbe mai accadere. Non l'ho amato come mi sarei aspettata, ma certo è una lettura che mi sentirei di consigliare. ...more
Un romanzo lirico e frammentato, doloroso. Tre bambine di origine pakistana rimaste orfane negli Stati Uniti, dove sono nate, tre sorelle, forti del leUn romanzo lirico e frammentato, doloroso. Tre bambine di origine pakistana rimaste orfane negli Stati Uniti, dove sono nate, tre sorelle, forti del legame che c'è tra loro e di nient'altro. La loro storia viene raccontata dalla più piccola, Kausar, appena cinque anni alla morte del padre, due sorelle di qualche anno di più, un filo stretto che le avvolge e le cuce insieme. Una storia di mancanze, di resistenza, di crescita: le bambine smettono di essere tali e diventano orfane e sorelle, unici aggettivi adatti a descriverle. Vengono affidate alle cure dello zio materno, che garantirà la loro sopravvivenza in cambio degli assegni mensili e di un posto in paradiso. Con capitoli brevi, a volte brevissimi, una prosa che diventa talvolta cantilenante e poetica, vocaboli evocativi, tratti grafici distintivi, l'autrice mette in scena un romanzo di formazione, di ricerca della propria identità e individualità: ci sono ferite, grandi assenze, privazioni, piccole gioie e poi di nuovo perdite, ma c'è anche il calore e la sicurezza dell'essere insieme, la resistenza e l'adattabilità di queste bambine e ragazze, che cercano di sopravvivere perché non possono fare altro e di trovare il proprio posto nel mondo....more
L'America polverosa e arrugginita che mi piace ritrovare nei romanzi, quella che fa pensare all'intonaco che si scrosta, immagine di qualcosa che poteL'America polverosa e arrugginita che mi piace ritrovare nei romanzi, quella che fa pensare all'intonaco che si scrosta, immagine di qualcosa che poteva essere e invece è stato abbandonato a sé stesso e al tempo. Vite che si trascinano, possibilità mancate e scelte sbagliate. Ma anche una resistenza che scorre alla base di tutto e un affetto saldo, inamovibile....more
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