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Le Jour d'avant

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« Venge-nous de la mine », avait écrit mon père. Ses derniers mots. Et je le lui ai promis, poings levés au ciel après sa disparition brutale. J’allais venger mon frère, mort en ouvrier. Venger mon père, parti en paysan. Venger ma mère, esseulée à jamais. J’allais punir les Houillères, et tous ces salauds qui n’avaient jamais payé pour leurs crimes.

336 pages, Paperback

First published August 16, 2017

About the author

Sorj Chalandon

26 books170 followers
Sorj Chalandon est un journaliste et écrivain français.

Sorj Chalandon is a French journalist and writer.

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Profile Image for Orsodimondo [on a hiatus].
2,327 reviews2,255 followers
September 2, 2023
GERMINAL



Quando succede l’incidente in miniera, il sedicenne Michel ha più o meno la metà degli anni di suo fratello Jojo (diminutivo per Joseph).
Jojo ha scelto la miniera deludendo le aspettative di suo padre che sperava di trasmettergli l’amore per la terra e la coltivazione.
Ma vuoi mettere la dignità del lavoro di operaio rispetto a quello di contadino! Poter sentire di marciare al passo col progresso, di far parte del mondo moderno anziché di quello antico.
Così va la vita, diceva Jojo. Era la sua frase preferita, ripetuta così spesso da diventare un intercalare.



Eppure in miniera la morte cammina con il minatore, lo segue, lo anticipa nei cunicoli più stretti, è una realtà tangibile, presente, perenne. Non si tratta di dicerie: se non è un incidente a ucciderti prima, lo sarà poi la tosse, la silicosi dei polmoni che diventano sassi. Se non te ne vai prima giù in un cunicolo, lo fai quando smetti, poco dopo che inizi a “goderti” la pensione.



Jojo finisce dentro il più grave incidente minerario francese dall’ultimo dopoguerra: il giorno dopo Santo Stefano del 1974, ancora scaldati dai festeggiamenti natalizi, entrano in galleria alla solita ora prima dell’alba e ne escono cadaveri.
41 morti, ai quali se ne aggiunge un altro che ha resistito per ventiquattro ore in ospedale e poi amen.
Jojo è il numero 43: anche lui arriva ferito in ospedale, resiste quattro settimane, e poi muore.
Ci sono già stati i funerali di stato. Ed è così che Jojo rimane fuori dal calcolo ufficiale: le vittime sono 42, non 43, e 42 i nomi che passano alla (infausta) storia, quelli incisi sulla lapide commemorativa.
La beffa dopo il danno.



Michel, che ha gli occhi come quelli di Steve McQueen, e che del carismatico attore americano ha fatto il suo nume tutelare dopo averlo visto in Le Mans – Le 24 ore di le Mans, dove Steve interpretava il pilota Michael Delaney, - Michael come Michel, e Michel battezza il suo TIR “Steve Il Camion” - cresce nel culto del fratello scomparso.
Il padre, il contadino della famiglia, si impicca un anno dopo. E lascia un biglietto d’addio: Michel, vendicaci della miniera.
E così, una narrazione in prima persona per bocca (o mano) del sopravvissuto Michel, che sembra destinata a restare triste, deprimente, lamentosa, monotona, grigia, si accende e Chalandon introduce inaspettati colpi di scena che presumo sappia strappare alla cronaca. Svolte narrative che rimettono tutto in discussione, anche quanto ho scritto finora. Tipo quando il senso del titolo diventa terribilmente chiaro.



E il racconto diventa un inno epico al Lavoro, che è un diritto e non un privilegio.
E se ti mandano sottoterra a scavar carbone senza aver preso le necessarie precauzioni - i tunnel non erano stati propriamente mantenuti, avrebbero dovuto essere innaffiati prima di accogliere i minatori dopo la pausa natalizia, invece polvere e gas erano nell’aria – e ci lasci la vita per il disprezzo di chi è responsabile, di chi comanda, non è sacrosanto che qualcuno paghi e venga punito? Anche se, ma quanto costa una vita? Come si risarcisce una vita persa così?
Non si tratta di vendetta, è giustizia. È bisogno di verità.
Solo che la Giustizia si dimenticò di Jojo – ma anche degli altri 42, che alla fine furono considerate vittime di fatale incidente non prevedibile e non evitabile.
E quindi a Michel non resta che farsela da solo. La giustizia. E la vendetta
E Chalandon regala un romanzo verità, una cronaca letteraria, che è epica del lavoro ma anche della famiglia, di quei rapporti d’affetto, una storia di sentimenti, un racconto di colpa, vendetta, perdono, assoluzione



PS
Germinal, il romanzo di èmile Zola parla della vita dei minatori nella Francia del nord, la zona mineraria della nazione. Il libro anticipa di vent’anni la catastrofe di Courrières, la più grande della storia del nostro continente, nella quale morirono 1099 minatori.


I love you baby. But, I’m married to the road.
Profile Image for Steffi.
1,018 reviews253 followers
August 17, 2019
Was für ein wunderbarer Roman! Eine berührende Hommage an die untergegangene Bergbaukultur, mit all ihren Schattenseiten. Eine Erzählung über den Umgang mit dem Verlust geliebter Menschen und darüber wie Erinnerungen Menschen ein Leben lang verfolgen können. Eine unsagbar traurige Geschichte, aber auch eine spannende Geschichte mit einer ganz unvorsehbaren Wende. Und am Ende eine beeindruckende Gerichtsverhandlung.

Absolute Leseempfehlung!

Ich werde mir sofort alle ins Deutsche übersetzten Bücher von Chalandon bestellen.
Profile Image for piperitapitta.
1,012 reviews410 followers
May 6, 2021
Nel tempo ho maturato la decisione che i romanzi di Sorj Chalandon per me sono tutti cinque stelle a prescindere: per l'impegno sociale e civile, per la rabbia mai spenta, per la passione con la quale abbraccia i temi che nella sua carriera da reporter di guerra ha deciso di fare suoi e di non abbandonare mai, per la splendida persona che è.
Profile Image for Libros Prestados.
450 reviews987 followers
June 23, 2020
Segunda obra que leo del autor, y creo que me gustó más que la primera y todo.

Como "La cuarta pared", habla de un suceso del pasado (el accidente minero ocurrido en Liévin, en 1974), pero en este caso, gran parte de la historia ocurre en el presente, con ese protagonista que lleva carga un peso tan grande que lo lleva a cometer un acto extremo.

En esencia, este libro habla de la culpa. No solo en el sentido del Derecho Penal (responsabilidad criminal), sino en el más usual de "culpa moral". Qué te hace sentirte culpable. Cómo lidia una persona con la culpa. Cuál es el castigo adecuado para la misma. También cuál es el castigo para aquellos que no son culpables directo de un suceso, pero pueden tener responsabilidad en que ocurriera. ¿Cómo puede alguien liberarse de la culpa?

Me emocionó mucho el relato y me pareció muy humano. Hay cierta crítica social y se analiza este accidente minero que incluso en Francia cayó en el olvido, pero al final lo que sujeta toda la novela es la historia personal del protagonista, que es una tragedia tan grande como el propio accidente.
Profile Image for Charlotte L..
333 reviews144 followers
March 23, 2018
Alors que le Quatrième Mur m'avait marqué dès les premières pages, c'est venu un peu plus progressivement pour celui-ci. Pourtant, au final, le même résultat : de grosses larmes et un coeur tout retourné !
On retrouve les phrases courtes et les mots superbement bien choisis de l'auteur, mais il y a en plus dans ce roman une construction narrative magnifiquement menée. On se laisse balader du passé au présent du narrateur, jusqu'à une révélation qui résonne comme un coup de tonnerre dans l'histoire et qui, personnellement, m'a complètement prise par surprise.
J'ai découvert beaucoup de choses sur l'histoire des mines, sur la souffrance des "gueules noires" et de leurs familles, sur l'inhumanité totale de ce travail morbide. Penser à ces générations englouties dans ces boyaux noirs, c'est terrible ... et rien que ça pourrait suffire à marquer un lecteur pendant longtemps. Mais entremêlé à ça, il y a tout le travail sur la psychologie du narrateur qui est absolument fascinant. On se pose tant de questions sur ces sentiments, sur ses motivations, et quand on croit avoir des réponses, tout est chamboulé. C'est difficile d'en dire plus sans spoiler cette incroyable histoire, mais c'est une lecture encore plus bouleversante qu'on ne peut l'imaginer dans la première partie du roman. C'est terrible, douloureux mais aussi plein d'amour. Encore une fois, Sorj Chalandon ne m'aura pas laissée sortir indemne de son roman.
Profile Image for Milly Cohen.
1,249 reviews400 followers
January 22, 2020
Tomas en tus manos este libro ganador del premio de los libreros de París, lo acaricias antes de comenzarlo, lo hueles (si quieres), lees contraportada y sabes de qué va ( o eso crees), luego vas saboreando cada palabra, vibrando con cada sentimiento, sufriendo cada dolor, vas siguiendo la historia, de la mano de Flavent, estás atento, triste, enojado, cuando de pronto...

No dejes de leerlo, es magnífico, en forma y en fondo, como novela y como realidad. Un acertado homenaje a los mineros del mundo.

Como bien dice: cuando la mina los mata, es cuando la gente se acuerda que existen los mineros.

Para recordarse siempre.
Profile Image for Michael Bohli.
1,107 reviews44 followers
February 17, 2023
Ein Roman über ein tödliches Unglück in einem Bergwerk, erzählt als Sinnsuche nach Trost und Rache - doch "Am Tag davor" ist weit davor entfernt, ein eindimensionales Buch zu sein. Sorj Chalandon verpackt wahre Geschehnisse und grosse Fragen zu Trauer und Verlust in eine spannende Erzählung, die in der zweiten Hälfte alle gemachten Vermutungen und Tatsachen auf den Kopf stellt.
Mit einer angenehmen Sprache und der geschickten Struktur überzeugt der Autor und konfrontiert zugleich die persönliche Moralvorstellungen.
Profile Image for Buccan.
291 reviews33 followers
November 3, 2022
Bellísimo libro y narración: puede parecer un tanto lacónica pero deja trabajar a la mente, es ella quien tiene la verdadera palabra, y también la última, de toda la historia.
Mezcla el recuerdo y la tragedia y la crítica con la complejidad de la sique humana, su trastorno y melancolía.
Un autor que tenía pendiente, y no me ha defraudado en absoluto.
¡Recomendable!
Profile Image for Floris.
262 reviews117 followers
June 14, 2023
Je me suis bien fait berner par ce roman ... et j'ai adoré ça ! C'est toute la culture de la mine qui suinte des pages de Chalandon. Les corons, les mineurs, la mort: il convoque tout cet esprit et y mêle une histoire contemporaine avec brio. Sans jamais médire ou tromper les mineurs et les victimes de l'accident survenu en décembre 1974, Sorj Chalandon nous embarque et rend hommage à ces 42 victimes. Mais finalement, des victimes, n'y en a t il pas eu plus? 1, 2, 3 ... des centaines? Roman sur la culpabilité et le déni, l'écriture de l'auteur sait dire ce qui ne se dit pas ou ce qui doit rester caché.
101 reviews7 followers
July 4, 2021
Non è stato colpo di fulmine, con questo libro di Chalandon. Inizialmente mi è sembrato eccessivamente lento, quasi un esercizio stilistico, scritto divinamente ma non troppo nelle mie corde. Poi sono entrata nella storia. Ho conosciuto meglio Michel Flavent e suo fratello JoJo. I minatori e la vita in miniera. La storia ha iniziato a scorrere più velocemente, e ho capito che la lentezza iniziale probabilmente era lo specchio della staticità e dell'impasse in cui Michael ha vissuto la sua vita. Una esistenza grigia e nebbiosa. Offuscata dalla tragedia del 1974. Consigliato.
Profile Image for Neo Marshkga.
450 reviews70 followers
January 28, 2024
Uno de esos libros que me encontré por casualidad en la mesa de ofertas de Random en la feria del libro del 2022 (tristemente, ya no hay mesa de ofertas, maldita multinacional roñosa y mezquina), lo vi, me gustó la presentación, la tapa rugosa y el estilo que da la idea de literatura de calidad junto con el aviso de que fue elegido como libro del año por los libreros de París (cuan buen elogio esto sea, no lo sé, pero es mejor que nada segur).
A primera vista, un libro sobre la historia de un hombre, cuyo hermano mayor murió cuando el era chico en un accidente en una mina de carbón en el norte de Francia, el dolor y trauma que esto le generó a través de su vida, y su promesa de vengar esta muerte, de vengarse de la mina por lo que les robó a él y su familia.


« ”Vénganos de la mina", escribió mi padre. Sus últimas palabras. Y se lo prometí. Nunca dejé de prometérselo. Vengaría a mi hermano, muerto como obrero. Vengaría a mi padre, muerto como campesino. Vengaría a mi madre, muerta abandonada. Nos vengaría a todos de la mina. Nos resarciría de los Yacimientos de Hulla, de las crápulas que nunca habían pagado por sus crímenes. »


Pero si, esa es la trama a primera vista, el gancho para vender el libro, para ver si te interesa leerlo o no, ya que lo que el libro realmente trata se empieza a delucidar ya más entrada la lectura (y acá dejo mi aviso de que van a leer spoilers, ya que se me hace imposible hablar de este libro de forma coherente sin hacerlo). De a poco vamos viendo que hay algo raro en la historia del personaje, detalles que no nos cierran perfectamente, que pueden pasarse por alto hasta que nos enteramos de la verdad, que Jojo, el hermano mayor no murió en la mina, ni por causa directa del accidente en la mina, y de ahí se va desenredando una maraña emocional, dolorosa e impactante que nos muestra cual es el verdadero tema que une esta obra. La culpa.
La culpa en todas sus formas, tanto en la autotortura a la que nos sometemos cuando nos percibimos como los responsables de algo, así como la culpa en un sentido más punitivo o judicial, de lograr encontrar un individuo, una persona, cuyo error produjo la catástrofe, la fatalidad que destruyó a un pueblo entero.
Lo hermoso de este libro, es que toca estos temas desde una perspectiva que comprende las relaciones entre los individuos y la realidad, los medios de producción, en vez de optar por una culpabilidad individualista en la que el libro se dedicara a buscar a esa persona que por negligencia, maldad o avaricia causará la muerte de 42 personas, la narración nos hace pensar que la historia va a pasar por ahí, pero rápidamente vamos viendo que el mundo no es tan simple, tan blanco y negro y que la culpa como idea es compleja, mutable, difícil de adjudicar cuándo se analiza la realidad misma y no la proyección ideológica de esta.
El culpable directo de la muerte de estos mineros, no fue un individuo particular, no fue un grupo de individuos con afán de poder tampoco, sino que fue la injusticia de un sistema económico que se basa en la explotación, en el uso masivo del ser humano como una herramienta para la generación de riquezas de unos pocos, en el desdén hacia la vida humana, más cuando esta es pobre, vive lejos o es diferente a nosotros de alguna forma que podemos usar como excusa para jerarquizarla por debajo de nosotros.
Es un libro al que lo recorre una evidente crítica al sistema capitalista, pero que en ningún momento cae en el hecharte esto en cara, en ser directos y esquemáticos, sino que nos hace pensar en este problema que subyace al sistema que nos rige bajo la pregunta de ¿Quién es el culpable por la muerte de los mineros?, una pregunta que no tiene una respuesta satisfactoria para nadie, ya que no tenemos una persona a la que indicar con un dedo como la malvada, como la originaria del mal que generó tal fatalidad.

Disfruté mucho este libro, tanto su historia, como la forma en la que se desenvuelve, como uno va recontextualizando el conocimiento que tiene de la trama y personajes a medida que los giros y sorpresas se van poniendo en su lugar. El ritmo, el silencio del protagonista sobre el final, junto a los silencios que el libro pone a propósito en ciertos momentos para que desconozcamos ciertas partes de la historia jasta el momento justo. Toda la secuencia del juicio está muy bien lograda, es emotiva pero sin recurrir a clichés.
Una historia triste y crítica, que disfruté y me emocionó, con momentos que fueron un placer de leer por el ritmo que tiene la prosa, que sabe cuando calmarse y cuando acelerase.

Una carta de amor a los mineros muertos, en este accidente y en incontables otros, de la misma forma que a todos los demás, que incluso cuándo salieron vivos, perdieron sus vidas en las profundidades de una forma u otra.
Profile Image for Nathalie Vanhauwaert.
909 reviews43 followers
September 18, 2017
Livre coup de coeur. Livre coup de poing. Livre coup de gueule, cri de rage.

Rage que Sorj Chalandon a en lui depuis très longtemps. Il est jeune journaliste à "Libération" lorsque le 27 décembre 1974 éclate la catastrophe minière de Lens-Liévin. 42 mineurs y trouvent injustement la mort.

Non ce n'est pas la fatalité, cela aurait pu être évité. Non, ce n'est pas normal pour un mineur de finir ainsi au fond du trou. Non, ces travailleurs et la profession n'ont pas reçu l'hommage et la reconnaissance nationale qu'ils auraient dû avoir.

Alors resté tapie au fond de lui, cette colère gronde et pour la première fois l'auteur nous livre un récit qui sort de l'autobiographie.

Comment nous parler de ce drame ? En créant le personnage de Michel Flavent, le frère du mineur. Michel et son frère Jojo sont des enfants de paysans et le Nord c'est aussi cela le combat entre la terre du dessus (les paysans) et la terre du dessous (les mines). Leur père espère qu'ils reprendront l'activité agricole mais au village, au bistrot en particulier il y a les "rabatteurs", qui dénigrent la profession liée à la terre et font miroiter que la mine, elle, chauffe les foyers, bitume les routes, apporte la richesse à la nation, les mineurs de la mine sont utiles... et ils enrôlent les jeunes.
Jojo a 20 ans lorsqu'il devient mineur, il devient la fierté de son frère Michel qui il faut bien l'avouer sans cet accident l'aurait suivi dans le fond.

Le 27/12/1974 cela faisait cinq jours que l'on n'était plus descendu dans la mine, on aurait pu éviter cette tragédie mais au nom de la rentabilité et des économies, on n'avait pas pris les mesures de sécurité de base nécessaires : pas d'arrosage du fond, pas de dégrisoutage, de ventilation correcte, à quoi bon, le filon était en fin d'exploitation...

Michel ne se remettra pas de la catastrophe et de la mort de Jojo et de son père. Il vouera à la mine et au mineur une ferveur, une dévotion mais aussi une grande envie de vengeance. Il retournera au pays quarante ans après la catastrophe...

Michel à travers la plume de Chalandon nous réservera quelques surprises : trahison, mensonges, besoin de vérité, de vengeance...

Un récit captivant, bouleversant. un roman truffé de fausses pistes, de rebondissements. Un personnage trouble celui de Michel qui fait de son drame personnel le procès de la mine.

L'écriture de Chalandon est comme toujours percutante. Des phrases courtes allant droit au but, à l'essentiel. C'est bouleversant, touchant. Il cerne comme toujours ses protagonistes avec beaucoup de psychologie. La plume est tout en justesse, magnifique remplie d'une belle humanité.

C'est pour moi un incontournable de la rentrée.

Un gros coup de coeur. ♥


Les jolies phrases

Un mineur aujourd'hui, c'est un mécanicien, a répondu l'aîné. C'est Germinal robotisé, a rigolé son copain en nous ouvrant la porte.

Elle se gavait d'hommes la mine. Elle avait faim de nous. Jamais elle ne nous laisserait en repos.

Eux fouillaient la terre pour éclairer le pays, chauffer les familles, produire le ciment, le béton, goudronner nos routes.

Ne fais jamais d'enfant, Michel. S'il te plaît. C'est trop de souffrances.

Blessé, c'est un mot triste pour dire qu'il est vivant.

Il a commis un crime pour en payer un autre.

Au nom du rendement, nous demandions aux hommes de faire plus que ce qu'ils pouvaient.

La prison n'est pas une halte, c'est le bout du chemin. Le mur de briques au fond de l'impasse. L'antichambre du sépulcre.

Le chef du siège 19, lui , a été condamné à 10 000 francs d'amende et 1 000 francs de dommages et intérêts, versés à trois syndicats. "42 morts = 10 000 francs. Une ligne dans un bilan comptable"


Je n'ai pas relu les 42 noms. Je les connaissais depuis ma jeunesse, appris par coeur comme les lettres de l'alphabet. Celui de Jojo n'était pas dans la pierre, rejeté par les Houillères et par la mémoire. Mort trop tard pour être des martyrs. Mort trop loin pour être célébré. Mort entre deux draps pas entre deux veines. Mort en malade de la ville, pas en victime du fond.


J'ai raconté son enterrement de rien. Trop tard pour les honneurs, trop seul pour l'Histoire. Inconnu au bataillon des braves. Ni sur les plaques de cuivre, ni dans les coeurs de pierre. J'ai raconté sa veuve, crachée par les vivants. Ma jeunesse sans Jojo. La mort de mon père. Sa fin de paysan. Sa lettre . "Venge-nous de la mine."

https://nathavh49.blogspot.be/2017/09...
Profile Image for Valou.
13 reviews2 followers
August 19, 2017
Sorj Chalandon est un auteur que j'admire, et dont j'attends avec impatience chaque nouvelle sortie. Ce roman est un véritable coup de cœur, bouleversant hommage aux mineurs de fond, à travers l'histoire de Michel, hanté par la catastrophe minière du 27 décembre 1974, à la fosse 3bis de Lens-Liévin...
Un univers minier justement présenté, pour un récit une fois encore très documenté, comme l'auteur sait si bien les écrire.
Je ressors de cette lecture sonnée, émue, et tellement admirative devant la force de la plume de Sorj Chalandon.
Profile Image for Jorge García.
95 reviews34 followers
December 24, 2020
Una novela muy bien construida y fabulada en torno a una tragedia minera real. Esto sirve como denuncia y como reconstrucción de esos hechos en clave de novela criminal y judicial. Es muy recomendable como artefacto, e incluye un final muy emotivo (estoy seguro de que no tardarán en trasladarla al cine porque es muy adaptable y sagazmente redonda), aunque yo no he conectado demasiado con el tono ni con el protagonista.
Profile Image for Pikobooks.
442 reviews78 followers
January 9, 2018
C'était une évidence pour ceux qui me connaissent bien : ce livre m'a plu. il m'a même mis une sacrée claque, voire deux claques si je dois respecter sa construction.

je n'en dirai pas plus pour l'instant, c'est un livre qu'il faut digérer pour savoir poser les mots.
Profile Image for Yoko Tsuno.
99 reviews1 follower
December 1, 2019
Un gros coup de coeur pour l'écriture magnifique pour l'histoire et pour l'émotion. Une vraie découverte !!!
509 reviews16 followers
June 25, 2019
„Ein Verbrecher darf sich der Gerechtigkeit nicht entziehen“

„Wie die anderen Bauern hoffte mein Vater, dass sein Sohn einmal den Hof übernehmen würde, und fürchtete, dass die Mine ihn entführen könnte.“ Kapitel 1. Ich-Erzähler Michel und sein großer Bruder Jojo, Joseph, wachsen auf im Nord-Pas-de-Calais, wo der Untertagebau nach Kohle als Haupt-Arbeitgeber die Gegend dominiert. Dann ändert ein Grubenunglück alles im kleinen Wohnort der Familie, brachte 42 Männern sofort den Tod. Jojo starb mit nur 30 Jahren und sein Verlust wurde von der Familie nie verwunden, hat besonders den jüngeren Bruder nie losgelassen. Später geht Michel nach Paris, seine Recherche zum Unglück füllt eine Garage: „Ich bezeichnete es als eine Bibliothek, ein Archiv, ein Büro, aber in Wahrheit war es ein Grab. … Ich hatte darin mein Grauen vor der Kohle eingesperrt. … wo er „…weinte, betete und Rachepläne wälzte.“

„Am Tag davor“ ist ein Buch über Verlust, aber auch über Gerechtigkeit, Wahrheit, Rache, Schuld und Vergebung. Vom Ende her betrachtet, betrifft das drei Einzelstränge: die Bergleute, Michel und den Vorarbeiter. Der Kniff ist genial: die Grundfrage nach Gerechtigkeit ist so universell wie die Schuldgefühle der Überlebenden und speziell in diesem Kontext, in dem ein Arbeitgeber in der Situation ist, alles zu dürfen, weil er alle betrifft, ist diese Verkettung über das Theoretische hinaus evident. „Zu viel Sicherheit mindert den Ertrag“, so heißt es.

2017 erschien die Originalversion dieses Romans, der mich sehr beeindruckt hat, unter dem Titel „Le Jour d’avant“. Eindringlich schildert Sorj Chalendon die Liebe der Brüder, die Abhängigkeit der Region von der Kohle, wie das Leben der Bergleute alles durchdringt, der Staub, die Krankheiten der Alten, die Verflechtung mit dem alltäglichen Leben. Sprachlich bin ich begeistert, von den Motti aus der Bergarbeitersprache, von den starken Bildern, den überraschenden Wendungen. Es ist ein Roman, aber die Steigerung, der Spannungsaufbau, davon können noch manche Krimiautoren lernen. Das Buch ist eine einzige Anklage gegen das „System Mine“, gleichzeitig Familiengeschichte, Drama, Gerichtskrimi, Sozialkritik. Dabei ist nichts gekünstelt, alles ist so direkt und einfach wie der harte Job unter Tage.

Absolute Leseempfehlung. 6 Sterne.


(einmal ohne Seitenzahlen bei den Zitaten, mein ebook entzog sich da dem Zugriff)
https://www.humanite.fr/le-27-decembr...

https://de.wikipedia.org/wiki/Li%C3%A...

https://www.youtube.com/watch?v=LxdHV... Jacques Brel: Jojo
Profile Image for Alexandra.
203 reviews9 followers
September 16, 2017
https://commeparenchantements.wordpre...

Il s’agit du premier livre que j’ai lu pour cette nouvelle rentrée littéraire. Et cet article entre également dans le challenge du #RLN2017. Et tout de suite, coup de coeur ! ♥ Il faut dire que c’est un auteur que j’aime énormément et donc forcément, j’attendais ce nouveau roman avec tellement d’impatience ! Et je ne suis absolument pas déçu ! Il a une écriture tellement belle, il a toujours les mots justes. Et en même temps, une écriture poétique. Et ce roman change un petit peu des autres. Le côté historique est parfait !

On s’attache vraiment très vite au personnage principal, qui nous parle à nous lecteurs. Il vit une tragédie. il perd son frère dans un accident de mine. Cette histoire m’a donné envie de me renseigner sur cette catastrophe, qui a eu lieu le 27 décembre 1974 à Lievin, et qui a causé la mort de 42 mineurs. Il s’agit donc d’un hommage à ses victimes, aux travers de personnages inventés, et qui pourtant, ont l’air si réels !

On suit ce personnage complètement désemparé par tout ce qu’il a vécu, pour au final apprendre quelque chose à laquelle on ne s’attendait absolument pas ! C’est habilement mené ! Et j’aime bien le petit hommage aussi à Steve McQueen et à son personnage de Michael Delaney dans le film Le Mans, sorti en 1971. Cet auteur est vraiment épattant, et je le conseil à tout le monde ! Le Quatrème Mur et Profession du Père sont géniaux !
Profile Image for Jostein.
41 reviews4 followers
November 21, 2017
Steve Mc Queen était son héros
Ses rêves de Formule 1
Se sont perdus dans le cambouis
A la terre du paysan, Joseph préfère
La contribution à la nation
La fraternité de la mine
C’est comme ça la vie

Trop de sécurité, pas de rendement
Le 27 décembre 1974, 42 mineurs
De la fosse 3 bis de Saint-Amé
Perdent la vie.
Joseph les rejoint au trou
Après 26 jours d’hôpital.
La mine nous tuera tous

Venge-nous de la mine
Sont les derniers mots du père
au seul fils qu’il lui reste
Trop jeune, Michel fuit la région
mais se recueille en son mausolée
Attendre que tous soient rangés
Au cimetière pour retourner à Saint-Vaast

Si l’assassin est le grisou
Le contremaître est responsable
De la mort de ceux qui ne sont plus
Que le numéro de leur taillette.
Jamais trop tard pour affronter ses démons
Michel remonte du fond pour lancer
Le grand procès de la mine

Nous sommes tous des victimes de la mine
Mais seuls ceux du pays peuvent le comprendre

Emotion à fleur de mots, fraternité, compassion, réalisme, coup de théâtre, Le jour d’avant aurait largement mérité quelques citations lors des sélections de Prix Littéraires.
Je lui décerne le prix de ma meilleure lecture de cette rentrée littéraire.
Profile Image for Victoria Catonio.
248 reviews8 followers
January 30, 2020
Coup de cœur..
J'ai pleuré, mon ventre était noué mais pas autant que ma gorge.
Immense roman qui rend hommage à ces mineurs qui travaillent dans les pires conditions humaines et qui meurent à petite dose tous les jours en respirant ce foutu charbon.
Gros procès contre tous ces chefs qui ne pensaient qu'au rendement et aux profits.
Bouleversant, récit palpitant et histoire incroyable
Je revoyais l'agonie de mon grand-père qui cherchait l'air dans ses poumons. La silicose qui le tuait et allait nous le prendre bien trop tôt.
Immense roman.
Profile Image for Brize Deslandes.
10 reviews2 followers
November 27, 2017
Quarante ans après la catastrophe de Liévin, dans laquelle son frère Joseph a trouvé la mort, Michel est toujours hanté par le drame. Il avait 16 ans alors, admirait son frère plus que tout au monde et comptait bien le rejoindre à la mine. Mais l’accident, qui a coûté la vie à 42 mineurs, en a décidé autrement.
Depuis, Michel a vécu, s’est marié. Avec lui, sa femme Cécile a dû épouser son obsession, accepter qu’il transforme le box de leur cave en un mausolée dédié à son frère.
Mais Cécile vient de s’éteindre. Et maintenant qu’il est seul, Michel juge qu’il est temps de donner libre cours à sa vengeance. Elle s’exercera sur celui qu’il estime responsable du désastre : Lucien Dravelle, à l’époque contremaître …

Avec « Le jour d’avant« , Sorj Chalandon rend un hommage passionné et passionnant aux victimes de Liévin et, avec elles, à tous ceux qui sont morts par et pour la mine, de manière flagrante ou plus insidieuse, car la mine tuait aussi à petit feu en s’attaquant aux poumons. Ce thème ne pouvait qu’intéresser une petite-fille de mineur comme moi (la mine où travaillait mon grand-père se situait non loin de Liévin), qui se souvient des corons où elle rendait visite à sa famille restée là-bas (mon père, qui avait quitté sa région d’origine, se mettait à parler ch’ti à peine étions-nous arrivés, ça m’impressionnait toujours !).
Le récit s’ouvre sur l’évocation de Jojo, le frère tant regretté dont Michel n’a jamais surmonté la disparition traumatisante. On se dit qu’il lui en a fallu du temps, à Michel, pour se décider à le venger, mais c’est vrai qu’il y avait Cécile et il ne pouvait risquer de compromettre leur vie à tous les deux. On se dit aussi qu’il doit être bien vieux, le Lucien Dravelle, mais on suit les pas de Michel parti à sa recherche.
Et Sorj Chalanton, avec le talent qu’on lui connaît, nous embarque dans une histoire qui a eu l’art de me captiver. Puis, au moment où je m’y attendais le moins, celui où la tension diminuait et où je me demandais ce qu’il allait pouvoir me raconter, tout a basculé …
Prenant et surprenant, « Le jour d’avant » ne m’a pas déçue (ce qui avait été le cas avec « Profession du père« , alors que j’avais beaucoup aimé « Retour à Killybegs« ).
Profile Image for GalicianFee.
240 reviews33 followers
January 22, 2022
El 27 de Diciembre de 1974 tras una explosión en el Pozo 3bis de Saint-Amé de Liévin 42 mineros fallecieron. Esta fue la mayor catástrofe minera de la Posguerra en Francia.
A ese terrible accidente se lo denominó como "fatalidad" lo cual tras varias investigaciones se descubrió que no fue tal. Que esa "fatalidad", ese trágico accidente,se podía haber evitado. Se descubrieron las negligencias causantes de la catástrofe que el escritor Tunecino Sorj Chalandon describe tan bien en su novela. Lo hace a través de Michel, el hermano pequeño de Jojo, el minero número 43.Un minero que no falleció en la mina si no casi un mes después en la cama de un hospital "entre algodones". Su nombre nunca apareció en la placa conmemorativa, no fue considerado víctima de la mina.(El minero 43 nunca existió en realidad, es un personaje creado por el autor para narrar los acontecimientos)
Michel,(como el propio autor) 40 años tras el suceso, decide volver al pueblo para vengarse de una de las personas que él considera culpable de ese hecho.
He descubierto a este autor, dotado de una narrativa exquisita, recientemente y creo que quiero leer todo de este hombre. Tras ver varias entrevistas suyas en diferentes medios tengo la certeza de que me gustará todo lo que salga de su puño y letra.

❓Os recomiendo esta lectura? 100% para mí es un must read, un 5⭐.
Profile Image for Granny Sebestyen.
497 reviews23 followers
November 9, 2017
Bonjour les lecteurs
ATTENTION ... énorme COUP DE COEUR !!!!!
On a déjà beaucoup écrit sur ce livre, que rajouter de plus ?
Si vous ne l'avez pas encore lu .. hâtez-vous de l'ajouter à votre Pal ou de le demander en cadeau de Noël !!!
Mon billet sera volontairement bref, ceci pour en dévoiler le moins possible.. juste pour vous donner envie de vous précipiter dessus.
L'histoire se passe dans la noirceur des terrils du Nord, dans la noirceur des mines de charbon.
Michel a perdu son frère Joseph dans la catastrophe du 27 décembre 1974 qui tua 42 mineurs dans la fosse 3 bis de Lievin.
Adulte, Michel va fuir ce Nord pendant des années, mais un beau jour, il revient.
Ce livre n'est pas un livre sur la vengeance.
Ce livre est un livre sur la colère et la culpabilité.
Ce livre est tout en souffrance
Ce livre est un cri de rage ...
Ce livre ... NE LE RATEZ PAS!.
J'avais découvert cet auteur avec son roman " profession du père " que j'avais également beaucoup aimé.
Une chose est certaine, je ne vais pas en rester là!!
Profile Image for Knit Spirit.
673 reviews17 followers
February 21, 2018
Michel est du Nord de la France, son frère a été tué par la mine et il a décidé de venger sa famille.
Cet ouvrage m'a boulversée, "Le jour d'avant" est écrit à la 1ère personne et cela ajoute au tragique. Un livre coup de poing, coup de g***l*, coup de grisou. Un livre qui décrit le Nord des mines, la vie difficile des mineurs et qui met en parallèle un drame familial dont notre héros ne se sortira jamais. J'ai été comme giflée par le retournement de situation qui a lieu au milieu de l'ouvrage, je ne m'y attendais pas et ce fut un véritable choc. L'histoire prend alors un tournant complètement différent qui m'a profondément émue. Mon seul bémol : j'ai été un peu déçue par la fin que j'espérais autre.
Le lecteur a une voix très agréable et rend l'histoire encore plus vivante (coup de coeur pour les expressions minières du Nord dites avec l'accent).
En bref : à lire / écouter !
Profile Image for laeti_bulles.
79 reviews7 followers
November 5, 2017
Gros coup de coeur pour ce premier roman de Chalandon que je lis! Il m'a fallu un temps d'adaptation avec son écriture plutôt froide et cassante. Il n'y a pas d'émotions au premier abord, juste un cri de haine, d'injustice, et une soif de vengeance. Les liens fraternels sont très fort et m'ont beaucoup émue. Et puis en cours de route l'histoire prend une incroyable vitesse : je n'ai pas pu le lâcher! C'est un roman beaucoup plus complexe qu'il n'y paraît, qui aborde la culpabilité, le deuil, la perte. L'auteur paraît extrêmement touché par le sujet et par conséquence, fait preuve d'énormément d'humanité dans ce récit. En un mot, il m'a transportée.
Profile Image for Maghily.
356 reviews
December 23, 2018
Sorj Chalandon maîtrise décidément l'art de me faire pleurer ! Dans ce magnifique roman hommage aux 42 mineurs décédés le 27 décembre 1974, l'auteur décrit non pas le procès d'un homme mais celui de la mine. Difficile de savoir que ressentir face à ce narrateur qui nous émeut mais qui nous énerve également par son mutisme, quand il s'agit de raconter la vérité. L'auteur manie à merveille le retournement de situation et m'a gardée rivée à ma lecture tant je voulais connaître le fin mot de cette histoire plus complexe encore que ce qu'on aurait pu croire au premier abord.
Profile Image for Matthias.
349 reviews8 followers
February 15, 2019
La vérité, c'est moi...

How does one deal with the truth under extraordinary pressure?
This is one of those books that make your head explode about half way through.
It is also one of those books you want to read before you read any reviews about it.
Displaying 1 - 30 of 141 reviews

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