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Non perdiamoci di vista

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Come quegli anni che non scorderemo mai

«Mi ero ripromessa che sarebbe stato l’ultimo Capodanno che avrei trascorso così, ma poi ne erano passati altri sei e adesso mi sentivo davvero come la povera illusa che continua a esprimere desideri quando vede una stella cadente o sente i rintocchi della mezzanotte.»

È l’ennesimo 31 dicembre, e Benedetta lo trascorre con gli amici della storica compagnia di via Gonzaga, gli stessi amici che, negli anni Ottanta, passavano i pomeriggi seduti sui motorini a fumare e a scambiarsi pettegolezzi, e che ora sono dei quarantenni alle prese con divorzi, figli ingestibili, botulino e sindrome di
Peter Pan.
Ma quello che, a distanza di trent’anni, accomuna ancora quei «ragazzi» è l’aspettativa di un sabato sera diverso dal solito in cui, forse, succederà qualcosa di speciale: un bacio, un incontro, una svolta. Un senso di attesa che non li ha mai abbandonati e che adesso si traduce in un messaggio sul telefonino che tarda ad arrivare. Un messaggio che potrebbe riannodare il filo di un amore che non si è mai spezzato nonostante il tempo e la distanza, che forse era quello giusto e che torna a far battere il cuore nell’era dei social, quando spunte blu, playlist e selfie hanno preso il posto di lettere struggenti, musicassette e foto sbiadite dalle lacrime.
Una nostalgia del passato difficile da lasciare andare perché significherebbe rassegnarsi a un mondo complicato, competitivo e senza punti di riferimento, che niente ha a che vedere con quello scandito dai tramonti e dal suono della chitarra intorno a un falò. Fino al giorno in cui qualcosa cambia davvero. Il sabato diverso dagli altri arriva. L’inatteso accade. La vita sorprende. E allora bisogna trovare il coraggio di abbandonare la scialuppa e avventurarsi a nuoto nel mare della maturità, quella vera.
Federica Bosco è una certezza per i lettori. Ogni suo romanzo diventa un bestseller grazie al passaparola inarrestabile. Un’autrice da oltre un milione di copie vendute, fonte inesauribile di nuove storie e nuovi, indimenticabili personaggi. Non perdiamoci di vista parla a tutti noi. Parla a tutte le generazioni. Perché il valore dell’amicizia non ha età. Perché tutti, almeno una volta nella vita, siamo stati fermi ad aspettare che succedesse qualcosa, per paura o per inerzia. Ma la vera magia è rischiare, qualunque cosa accada.

 

266 pages, Kindle Edition

First published January 1, 2019

About the author

Federica Bosco

40 books234 followers
Federica Bosco è scrittrice e sceneggiatrice. Appassionata di yoga e convinta sostenitrice dell’alimentazione vegan a cui sottopone parenti e amici, ultimamente sta anche imparando a fare il pane («Con i tempi che corrono è bene avere un mestiere in mano!»). Potete leggere di lei nel suo blog all’indirizzo www.federicabosco.com.
Con la Newton Compton ha pubblicato Mi piaci da morire, L’amore non fa per me e L’amore mi perseguita, tre romanzi con Monica come protagonista, e Cercasi amore disperatamente: tutti hanno avuto un grande successo di pubblico e di critica, in Italia e all’estero. È anche autrice di uno spassosissimo manuale di sopravvivenza per giovani donne: 101 modi per riconoscere il tuo principe azzurro (senza dover baciare tutti i rospi).

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25 (5%)
1 star
7 (1%)
Displaying 1 - 30 of 55 reviews
Profile Image for Annalisa.
124 reviews36 followers
February 6, 2020
Ottima lettura.
Mi ha davvero intrattenuto, il romanzo è molto ben scritto (cosa davvero non scontata ultimamente).
Divertente e a tratti anche profondo. Personaggi autentici ed esilaranti.

Solita minestra, direte. La solita minestra però bisogna anche saperla fare. Pare facile. Provate a mangiala ad una mensa: capirete che nulla è scontato.
Profile Image for Il confine dei libri.
4,683 reviews146 followers
November 18, 2019
Salve lettori!
Finalmente riesco a parlarvi dell’ultimo libro di Federica Bosco: “Non perdiamoci di vista”, edito da Garzanti.

Federica Bosco è nota per la sua capacità di dare vita a delle protagoniste femminili in cui tutte, chi più chi meno, possiamo riconoscere qualcosa di noi.
Questa volta facciamo la conoscenza di Benedetta, Betta per gli amici, una donna di quarantasei anni che si divide fra il suo lavoro da fisioterapista che ama, il rapporto sempre più complicato con i figli - Vittoria di sedici anni e Francesco di dodici - e il confronto continuo con la madre, Leontine, che vive con loro da quando ha divorziato dall’ex marito.
La vita per lei ha sempre seguito una strada dritta e ben definita, senza scossoni o svolte brusche, tanto è vero che perfino il suo divorzio è avvenuto in tutta tranquillità e di comune accordo, senza scatenare nessun dramma che potesse in qualche modo compromettere la serenità dei ragazzi.
Eppure, quando Benedetta si ritrova a trascorrere l’ennesimo Capodanno nella casa sul lago di Como dei genitori di Andrea, uno dei suoi più cari amici, insieme al resto della compagnia che è esattamente la stessa di trent’anni prima, non può fare a meno di desiderare qualcosa di diverso.

“Ma ogni volta, allo scoccare della mezzanotte, giuravo a me stessa che quello sarebbe stato l’ultimo anno, che finalmente l’anno dopo sarebbe successo qualcosa di pazzesco […], insomma qualsiasi cosa purché lontana da lì, dalla solita vita, dalla solita gente e dalle solite cose. L’anno seguente sarebbe stato il mio sabato sera speciale e indimenticabile.”

Tuttavia, in tutti questi anni non è mai successo niente e, da qualunque lato della sua vita guardi, non riesce a trovare niente di eccitante o degno di nota, e forse non c’è addirittura mai stato.
Betta, come tutti gli altri del resto, ha seguito una strada prestabilita, che era quello che la società, nonché gli stessi genitori, si aspettavano da lei. Ha preso una laurea, si è sposata e ha avuto due figli. Eppure non può fare a meno di chiedersi se sia davvero tutto qui.
Ma poi una scintilla di speranza si riaccende dentro di lei, le farfalle tornano ad agitarsi nello stomaco, il cuore sembra aver ripreso a battere dopo un tempo infinito, tutto questo grazie al ritorno del suo primo amore, Niccolò.
Quel primo amore che non si scorda mai e che, chissà, forse non sarebbe mai finito se il padre di lui non li avesse costretti a lasciarsi.
Entrambi si sono fatti una vita da allora, hanno intrapreso le loro rispettive carriere e hanno iniziato e concluso un matrimonio che non ha saputo dare loro la felicità che credevano.
Adesso che si sono ritrovati dopo tanti anni si sentono innamorati come se il tempo non fosse mai passato, come se potessero riprendere la loro storia d’amore da dov’era stata bruscamente interrotta.

A tutto questo si aggiungono i figli, alle prese con le difficoltà tipiche dell’adolescenza, i primi problemi di cuore e con compagni di classe pronti a prenderli in giro senza alcuna pietà; la madre Leontine che la rimprovera per il suo voler essere un genitore amichevole invece di una madre autoritaria e che cerca di aiutarla con i suoi preziosi consigli a fare le scelte giuste; l’ex marito che diventa sempre più succube della nuova fidanzata e le darà parecchio filo da torcere; gli amici della compagnia che hanno tutti, chi più chi meno, qualche conflitto irrisolto a cui non riescono a trovare una soluzione.
Nessuno della vecchia compagnia sembra pienamente felice e realizzato, qualcosa evidentemente è andato storto, nonostante tutti abbiano cercato di rispettare i precetti con cui sono stati educati e cresciuti, in un’epoca in cui i genitori erano visti come un’autorità forte e temibile.

La verità è che cercano tutti di ingannare il tempo, ognuno in modo diverso, comportandosi come se avessero ancora tutta la vita davanti, continuando ad aspettare qualcosa, senza accorgersi dei segnali che loro stessi portano addosso e che indicano chiaro e tondo quanto siano insoddisfatti e fragili. Fino a quando la realtà dei fatti non si presenterà dritto in faccia a tutti loro, nel modo più inatteso e doloroso possibile, costringendoli a crescere una volta per tutte, a meno che non vogliano continuare a rimandare la vita invece di afferrarla, morderla e goderne a pieno finché se ne ha la possibilità.

Questo romanzo è un tributo alla generazione cresciuta negli anni ’80, fatti di sogni, musica e sabati pomeriggio pieni di speranza, quando l’attesa era tutto, quando si era alla ricerca dell’amore che dura per sempre, quando succedeva tutto anche se in fondo non succedeva mai nulla davvero.
Ma ormai i tempi sono cambiati, le nuove tecnologie hanno modificato i rapporti tra le persone e la concezione del tempo, dell’attesa e del desiderio, l’amore vero sembra sempre più un’utopia e, come se non bastasse, i modelli educativi di una volta si rivelano del tutto inefficaci di fronte a quelle che sono le nuove generazioni.
Fra le tematiche portanti di tutto il romanzo, troviamo infatti il confronto generazionale, rappresentato in maniera efficiente dal confronto continuo fra Betta, la madre e la figlia, tre figure femminili che diventano il simbolo di tre epoche, tre generazioni, completamente differenti.
Ma ciò che davvero caratterizza questo libro è un sentimento di nostalgia e di attaccamento al passato che, quando non viene elaborato e superato, rischia di congelare la nostra esistenza, impedendoci di crescere e di vivere la nostra vita per quello che è nel momento in cui la stiamo vivendo. Ed è un po’ quello che succede ai personaggi.

Il romanzo è ambientato a Mantova, in una piccola realtà di provincia, e segue le vicende di un gruppo di amici che è rimasto tale dai tempi dell’adolescenza e ancora adesso si ritrovano ogni settimana come se niente fosse cambiato, come se il tempo non fosse mai davvero passato.
Ma in realtà ognuno di loro sembra rimasto ancorato a quello che erano da ragazzi e ciò che li lega adesso, più che una vera amicizia, appare sempre di più come l’ennesimo tentativo di restare attaccati al passato, di trincerarsi dietro l’illusione di essere le stesse persone che erano trent’anni fa.
La compagnia di via Gonzaga è liberamente ispirata alla compagnia con cui l’autrice ha condiviso gli anni dell’adolescenza, la storia che racconta in questo romanzo è un po’ la loro storia, ma è anche la storia di tutti. È come un romanzo di formazione ambientato nel pieno dell’età adulta perché non si finisce mai di crescere e di imparare qualcosa di nuovo su noi stessi e sulla vita.

I personaggi sono tutti dipinti in maniera vivida e profonda, facendoci intravedere le luci e le ombre di ognuno di loro. Ho amato tantissimo Leontine e i suoi confronti con Betta. E ho amato molto quest’ultima per il coraggio e la forza che ha dimostrato nell’affrontare ogni sfida che la vita le ha messo davanti e per la donna che è diventata alla fine.
Ho adorato anche Woody, perché anche se è un attira disgrazie come me non perde mai la sua ironia e alla fine si prende pure una bella rivincita.

Lettori, non posso che consigliarvi questo romanzo. Per i personaggi che vi farà conoscere, per le emozioni che vi farà provare (lacrime comprese), per le domande che vi spingerà a porre e per le risposte che vi farà trovare.
Sia che si tratti di un’adolescente come Mia, di una giovane donna che si affaccia alla vita adulta cercando la propria strada come Monica, o di una donna matura di quarantasei anni come Benedetta, Federica Bosco si mostra perfettamente in grado di coglierne ogni sfumatura, ogni emozione, ogni difficoltà. È come se l’autrice fosse capace di raccontare tutte noi donne, cogliendo l’essenza di ciò che siamo state, di ciò che siamo e di ciò che saremo.

Federica Bosco per me è una certezza, ancora una volta si è rivelata una scrittrice capace di raccontare la vita in tutti i suoi aspetti, da quelli più pratici e comici, a quelli più intensi e dolorosi, e di scandagliare l’animo umano con un mix equilibrato di semplicità, leggerezza e profondità, grazie al quale ognuno di noi riesce a ritrovare parte di sé nelle sue parole, quasi stesse raccontando anche un pezzo della nostra storia, di quello che siamo o siamo stati.
Ogni volta che leggo un suo romanzo mi sento a casa, in un posto in cui l’affetto e il calore non mancano mai, ma allo stesso tempo so che quando meno me lo aspetto arriveranno le batoste, quei colpi di scena tremendi ma inevitabili che anche nella vita vera piombano sempre all’improvviso e ci costringono a rivoluzionare e a mettere in discussione tutto il resto.
Ma l’autrice non solo sa come aprirti gli occhi sugli aspetti più difficili e dolorosi dell’esistenza, riesce anche ad offrirci una chiave di lettura per accettare quello che la vita ci riserva e trovare il modo di andare avanti.
L’aveva già fatto con “Ci vediamo un giorno di questi”, con cui si è presa un pezzo del mio cuore per sempre, e l’ha riconfermato con questo romanzo.
E quando alla fine Andrea pronuncia la frase che dà il titolo al libro, tu lettore capisci che il segreto sta tutto lì, nel vedere e nel vedersi veramente, nel cogliere la vita nel momento presente, nel guardare le cose e le persone nel profondo, nel vederci per quello che siamo e non nasconderci dietro stupide illusioni. Finché siamo sulla Terra, c’è sempre tempo per recuperare, per cambiare quello che non ci piace, per far accadere il sabato più speciale e indimenticabile della nostra vita.

Voto: 5
Profile Image for Maison Koala.
309 reviews10 followers
November 18, 2019
Divorato in una notte, tra una risatina soffocata e una lacrima che preme dietro la pupilla.

Perché la Bosco è la Bosco, e con una prosa pulita e scorrevole dà vita a protagonisti a cui è impossibile non paragonarsi o affezionarsi almeno un po’, in un alternarsi ben dosato di leggerezza e profondità.

In questo caso Betta, la protagonista, ha giusto una manciata d’anni più di me e il tuffo a doppio carpiato nei mitici anni ‘80 da cui nessuno, ma proprio nessuno della sua storica comitiva sembra esser capace di scollarsi davvero, è totale è inevitabile.

Se poi per caso anche tu sei madre, alle prese con teenager o quasi in piena crisi d’autoaffermazione, allora questa lettura è anche fonte di ispirazione e, perché no, conforto.

Bello bello bello. Consigliato!
November 5, 2019
Romance and Fantasy for Cosmopolitan Girls


Federica Bosco in questo libro ci tiene ben saldi al terreno e ci parla del mondo adulto, sì quello pieno di casini, famiglia, figli, mariti, ex mariti, un gran mix di emozioni.
Dal punto di vista di Betta, la nostra protagonista, percepiamo tutte le sfumature che una donna, madre e amica, può provare.


È una fisioterapista di 46 anni che ascolta i problemi di tutti, con due figli, un ex marito, una manciata di amiche, un migliore amico, sua madre che l'ammonisce di continuo e l'amore della sua vita.


Nicolò, divorziato con 2 figli, non ha ancora dimenticato la sua ex moglie, ma in realtà è sempre stato sposato con il suo lavoro a Londra. Torna nella vita di Betta come un tornado e le risveglia le stesse sensazioni ed emozioni di anni e anni prima. Si erano persi di vista per aver fatto delle scelte più comode e meno stressanti, ma che li hanno resi infelici a lungo andare.

"«Se c’è una cosa che ho imparato dalla nonna è che la vita va sempre avanti e più va avanti più è sorprendente.»"

Il lettore viene risucchiato subito nel vortice degli avvenimenti, da contorno ci sono i problemi di bullismo scolastico che devono affrontare a scuola i figli di Betta. Come madre è esemplare, cerca di non essere troppo amica dei figli, ma al tempo stesso cerca di dettare le regole nel modo più giusto possibile. Il suo vantaggio è che il suo ex marito si fidanza con una vera rompi scatole che vuole avere potere decisivo sui ragazzi di Betta. Loro sono i primi a non voler andare dal padre, così lei si ritrova a odiare la nuova donna e a sostenere Vittoria e Francesco in quel trambusto.
Il personaggio della madre è il portento di tutta la storia. Leonina continua a usare il pugno duro anche con i suoi nipoti e con la figlia. La riprende sempre ma sa essere dolce e premurosa al momento giusto. Di punto in bianco, decide di andare a convivere con il nuovo compagno e leva le tende, promettendo di tornare al bisogno. Così Betta si ritrova a dover fare tutto da sola ed è in quel momento che si rende conto di essere forte abbastanza da affrontare tutto. Nel frattempo nella sua vita è tornato Nicoló, il suo primo amore, ma che ora vive a Londra. Lei è incredula perché non pensava di poter rivivere sensazioni di amore da farfalle nello stomaco, come se fosse ancora un'adolescente.

"Mi sentivo in colpa, è vero. Perché Fabrizio era stato il compagno e il marito perfetto, ma l’ondata che mi aveva travolta e trascinata sulla riva come mi era successo con Niccolò, riempiendomi i polmoni d’acqua e il cuore di sabbia, per lui non l’avevo mai provata"

Il vero centro della storia è la compagnia di Betta, quella di sempre sin da giovani e ne fanno tutti parte. Un gruppo di adulti che non vuole crescere, che si nasconde dietro alle problematiche che ci possono essere e ognuno è vittima delle sue scelte e delle proprie frustrazioni. Fino a quando Andrea, l'evergreen della compagnia, scopre di avere i giorni contati. L'unica a saperlo del gruppo é proprio Betta, che inizia a cambiare atteggiamento nei confronti di tutti. Si rende conto che in realtà i problemi che dicono di avere sono futili in confronto al percorso che dovrà affrontare il suo migliore amico.


La sua eredità è un video in cui si rivolge a ognuno dei presenti in sala, svelando delle verità inconscie, ma che nessuno voleva vedere e affrontare. È inutile dire che la compagnia si sfalda, alla fine era tutta una copertura per questi perenni adolescenti che scappano dai problemi.
Così, Betta capisce che forse con Nicolò non c'è futuro, lui è sempre così distante e immerso nel lavoro da non poterle dare tutta l'attenzione di cui ha bisogno una donna. Poi lei non è da sola e ha appena creato un buon rapporto con i suoi figli.
Una storia che tratta temi importanti legati al mondo degli adolescenti, con continui riferimenti al passato per sottolineare che i tempi sono davvero cambiati.
Una lettura piacevole e che fa riflettere, molte volte mi sono messa in gioco pensando a come avrei reagito io in determinate situazioni e Betta è la mia preferita: fragile ma forte allo stesso tempo.
L'autrice conclude dicendo che il destino ha più fantasia di noi, già perché non dobbiamo accontentarci ma ricercare la felicità, quella che ci fa sentire le farfalle nello stomaco e che ci toglie il respiro per l'emozione di vivere la vita come piace a noi.

"Se c’è una cosa che mi ha insegnato Andrea è che se vuoi davvero qualcosa finché sei su questa terra, sei sempre in tempo per recuperare."

Profile Image for Marta Folgarait.
592 reviews11 followers
March 26, 2020
Un bel libro che si legge tutto d'un fiato. Storia di una famiglia comune con tutte le sue componenti : separazione, lavoro, figli, amicizie, amore, gioie e dolori. Un mix ben elaborato con quel tocco di ironia che lo rende leggero ma fa anche molto riflettere.
Profile Image for Anna Giovane Reader.
247 reviews18 followers
October 21, 2019
"Non perdiamoci di vista" è uno spaccato quanto mai realistico di più generazioni a confronto, tra le quali però prevale, più di ogni altra, quella di chi è cresciuto negli anni '80 con "...un sacco di speranza negli occhi, la musica nelle orecchie e il desiderio di un amore che durasse per sempre..." e che si ritrova a fare i conti con sogni e tramonti mancati.
È la generazione di Betta, la protagonista, e della variegata combriccola di amici che, nel mezzo del cammino della loro vita, si ritrova a fare bilanci, con quella sensazione di essersi miseramente schiantati al suolo, perdenti, stanchi e falliti. Sono quelli che credono di poter ingannare lo scorrere del tempo, continuando a comportarsi come se avessero ancora tutta la vita davanti, ricorrendo a toy boy, palestre e ritocchini col botox.

Recensione completa sul blog: https://appuntidiunagiovanereader.blo...
Profile Image for Simona Moschini.
Author 5 books45 followers
July 8, 2021
Dopo "Ci vediamo un giorno di questi" che raccontava un'amicizia femminile più forte di tutto, la Bosco ci dà un altro romanzo sul tema, stavolta però declinato in modo più corale.

La nostalgia la fa da padrona, nel senso che tutti i protagonisti rimpiangono la giovinezza e quindi gli anni Ottanta, e che dire, mi ci ritrovo parecchio, ma si parla anche di maturazioni tardive, di recupero della lucidità, di crescita personale che non è alzarsi una mattina e decidere di diventare new age ma rendersi conto che l'orologio va avanti e bisogna darsi una svegliata.
Anche se la protagonista è una, le storie che le girano attorno sono coinvolgenti, al peggio divertenti, e anche qui l'amore se funziona bene, sennò tanti saluti, come giustamente cantava anche la Carrà.

Lo stile non mi fa impazzire, al contrario li ho letti solo perché portati in casa dal mio compagno cui un'amica ne aveva regalato uno. Però apprezzo molto lo sforzo dell'autrice di creare personaggi di oggi con problemi di oggi, bambini veri, adolescenti veri, rapporti madre/figlio realistici e storie dove il lieto fine non consista necessariamente in lui e lei felici e contenti, anche perché se non ha funzionato la prima volta di solito un motivo c'è.

Nota finale: l'autrice è una fiorentina vissuta per lo più a Milano e a Roma, ma - non ho la più pallida idea del motivo - il romanzo si svolge a Mantova e ne cita doverosamente i toponimi d'obbligo. Direi che dalla totale mancanza di ambientazione avrebbe potuto benissimo svolgersi altrove (o meglio in una grande città) senza colpo ferire, ma non è un problema.
Profile Image for Romanticamente Fantasy.
7,459 reviews218 followers
December 4, 2019
Simo G. - per RFS
.
Ciao, oggi vi racconto di un bellissimo libro che mi ha fatto rispolverare un sacco di bei ricordi sulla mia adolescenza a cavallo tra la fine degli anni ottanta e novanta. Quindi, quarantenni nostalgiche, questa è la storia che fa per voi!

La voce narrante è quella di Benedetta, che ci fa partecipare in prima persona alla sua vita di quarantaseienne felicemente separata e madre di due figli.

Già l’incipit del libro è di per sé evocativo:

“Mi ero ripromessa che sarebbe stato l’ultimo Capodanno che avrei trascorso così…”

Infatti, ogni anno, la protagonista e i suoi amici di sempre, si ritrovano nella villa di uno di loro per festeggiare insieme la fine dell’anno. Ma come sovente succede, questo tipo di feste non sono molto diverse da quelle che si fanno a sedici anni, forse una delle poche differenze sono i figli a carico, che ogni tanto richiedono attenzione o si lamentano di qualcosa!

Questo è anche il bilancio della sua vita, pensato da Benedetta, seduta su un divano a spettegolare con le amiche e ad aspettare un messaggio che tarda ad arrivare…

“Ma in fin dei conti non eravamo cambiati: continuavamo ad aspettarci qualcosa dalla vita, qualcosa di spettacolare e unico che prima o poi sarebbe arrivato, esattamente come quando ci preparavamo per uscire il sabato sera, immaginando una serata speciale e indimenticabile e invece tornavamo a casa morti di freddo dopo una fila interminabile fuori da un qualunque locale di Mantova che avesse un tavolo abbastanza grande per tutti.”

A lei sembra, infatti, di aver sempre seguito una strada prestabilita, lineare e senza scossoni: ha un buon lavoro da fisioterapista, ha sposato un amico della sua stessa compagnia con cui ha avuto due figli e poi si è separata in modo amichevole una volta che si sono accorti di non essere più innamorati.

" E poi? Era tutto lì? "

Quante volte anche noi ci siamo fatte la stessa domanda? Una volta che abbiamo raggiunto, in un modo o nell’altro, gli obiettivi che ci eravamo prefissate da ragazzine, non ci rimane più nulla di meraviglioso da aspettare?

Ma un giorno qualunque arriva una richiesta di amicizia su Facebook… Niccolò, il primo amore di Betta, partito per Londra a diciotto anni e mai più rivisto, vorrebbe fare amicizia con lei…

" Mi sentivo in colpa, è vero. Perché Fabrizio era stato il compagno e il marito perfetto, ma l’ondata che mi aveva travolta e trascinata sulla riva come mi era successo con Niccolò, riempiendomi i polmoni d’acqua e il cuore di sabbia, per lui non l’avevo mai provata. "

E da qui lei ritorna a essere insicura come la ragazzina rimasta in Italia, che aspetta un messaggio e un incontro che tarda sempre troppo ad arrivare. Però il cuore batte forte come allora, l’intensità con cui si desidera è sempre la stessa. Esilarante quando deve chiedere alla figlia sedicenne come fare i selfie con i filtri, per apparire almeno una trentenne! Nello stesso modo mi ha divertito moltissimo la figura di Leontine, madre/generale svizzero di Benedetta, che si era trasferita da lei dopo il divorzio per aiutarla con i figli. Di fronte agli interrogatori delle madri, si ritorna a essere figlie in tutto e per tutto, qualsiasi sia la nostra età, quando leggerete il libro capirete il perché! Mitico il suo commento quando scopre che i due innamorati hanno ricominciato a frequentarsi:

“La minestra riscaldata non è buona il giorno dopo, figuriamoci dopo vent’anni…”

La storia di Betta mi è piaciuta tantissimo, ne ho già presa una copia da regalare a una amica per Natale! Forse il fatto che sia ambientato a Mantova è stato per me molto più evocativo di quello che potrà essere per qualcun altro, dato che ho frequentato le scuole superiori proprio in questa città e nel periodo che ricorda la protagonista. Molte scene quindi le ho vissute in modo simile. Ho amato molto i vari personaggi che popolano la storia, sono caratterizzati in modo eccellente. Mi hanno fatta ridere e piangere, rendendo la lettura veramente deliziosa. Ho letto diversi libri di Federica Bosco, di cui apprezzo particolarmente la scrittura fluida e ironica, ma questo è al momento il mio preferito in assoluto. Ne consiglio vivamente la lettura, il finale, sicuramente non banale, è stato per me la decisiva ciliegina sulla torta!
Profile Image for Silvia Devitofrancesco.
Author 20 books127 followers
October 19, 2019
Recensione presente nel blog www.ragazzainrosso.wordpress.com
Benedetta è una fisioterapista ultraquarantenne costretta a barcamenarsi tra partita IVA, due figli, una madre dal carattere molto forte e un ex marito totalmente succube della nuova compagna. Le poche occasioni di svago le trascorre con gli amici di sempre, un gruppo che frequenta sin dai tempi dell’adolescenza. Nessuno di loro ha mai realmente preso la propria strada, tutti legati alla reciproca immagine di un tempo. Qual è, però, il confine tra passato e presente? Benedetta è ancorata al passato, ma non è forse giunto il momento di crescere davvero?

“Avevamo fatto tutto quello che i genitori e la società si erano aspettati da noi, seguito i precetti che ci avevano inculcato dalla nascita, il senso dell’onore e della famiglia, del sacrificio e la moralità. Eravamo andati a messa fino alla cresima e più o meno seguito i dieci comandamenti, non eravamo usciti troppo dal seminato, eppure qualcosa era andato storto. Nessuno di noi poteva dirsi felice e realizzato.”

Punto focale del romanzo è il sentimento nostalgico nei confronti di una fase della vita che, nonostante sia per antonomasia delicata e complessa, fa da spartiacque tra la spensieratezza e la responsabilità; un periodo di transizione al quale è difficile dire addio.

Benedetta è una donna apparentemente completa e matura, tuttavia in alcuni risvolti del suo carattere è ancora tremendamente adolescente. Questo suo aspetto si evince soprattutto nella sfera amorosa in quanto il ricordo di una persona e il sentimento che provava nei suoi confronti non le fanno considerare l’oggettivo trascorrere del tempo che cambia inevitabilmente gli individui.

Come lei tutti i membri di questa particolare comitiva vivono legati a un rapporto sociale ormai defunto, non ci sono più interessi comuni né reali sentimenti di affetto, il loro è un qualcosa che procede per inerzia, dietro al quale tutti si trincerano.

Interessante è il confronto generazionale. La società degli anni ’80 era completamente diversa da quella odierna e gli stessi metodi educativi apparivano più rigidi, i genitori impartivano regole da rispettare e non si travestivano da amici dei figli.

Lo stile dell’autrice è semplice e scorrevole. La prosa alterna momenti leggeri e divertenti ad altri drammatici che contribuiscono al processo di crescita dei personaggi. Il lettore è pienamente coinvolto dalle vicende poiché trova inevitabilmente aspetti nei quali identificarsi.

Una lettura agrodolce. Un romanzo di formazione fatto di alti e bassi proprio com’è la vita adulta.
Profile Image for Alice.
633 reviews20 followers
March 19, 2023
Non avevo mai letto nulla di Federica Bosco prima di questo libro - ad essere sincera, forse non mi ero mai neanche soffermata più di tanto sulle trame dei suoi romanzi. Questo ha attirato subito la mia attenzione a causa della copertina - il mare e il falò in spiaggia sono qualcosa che mi appartengono, qualcosa che fanno parte della mia vita da sempre e che ancora mi ispirano quella sensazione di nostalgia per qualcosa che non si ha mai avuto.

E la nostalgia per qualcosa che non si ha mai avuto è forse un po' una delle emozioni di base di questo romanzo - in cui, inaspettatamente, mi sono ritrovata più di quanto avrei creduto possibile e che mi ha lasciato questa sensazione dolce-amara tale da portarmi a volere il libro in cartaceo.

La nostra protagonista, Benedetta, ha quasi cinquant'anni: è divorziata, ha due figli adolescenti, una madre-generale che vive in casa con lei e che spesso la tratta come se anche lei fosse ancora adolescente, lo stesso gruppo di amici da una vita e ha appena ripreso a sentirsi con il suo primo amore.

Vi chiederete in cosa e dove mi sono rivista - io, che di anni ne ho quasi 34, sono single, senza figli, precaria e vivo ancora con i miei genitori.

Benedetta si definisce una baby-boomer e sebbene io di fatto sia una millennial, credo che le cose in comune tra le nostre generazioni siano più simili di quanto tutti ci aspettiamo. Benedetta è nata negli '70 e io alla fine degli anni '80, quando lei era già un'adolescente, ma ho visto tante similitudini tra noi e Federica Bosco ci offre un ritratto spietato e assolutamente imparziale su tre generazioni a confronto.

Benedetta ancora vive di ricordi - ricordi di una madre quasi intransigente, ma che l'ha educata al rispetto e alle regole e così Benedetta ha cercato di fare con i suoi figli. Ma la generazione dei suoi figli ha sempre il naso immerso nel cellulare, rincorre sempre i like su Instagram e TikTok e rispetto, regole, educazione e compassione sembrano solo parole estratte da un dizionario che per loro non hanno alcun significato.

Benedetta e i suoi amici ancora vivono e si comportano in alcuni casi come se non fossero mai usciti dall'adolescenza: ritrovi settimanali, feste, bevute, rimpatriate e qualsiasi cosa o mezzo che combatta l'avanzare del tempo. Tutti aspettano sempre quella che sarà la serata che cambierà la loro vita, che darà una svolta o che porterà l'amore vero - tutti aspettano ciò che finalmente smetterà di farli sentire dei falliti. Tutti rincorrono qualcosa che non c'è più, qualcosa che hanno cristallizzato e idealizzato nel tempo - anche se la vita nel frattempo è andata avanti.

Ed è qui che mi sono rivista - ho rivisto l'educazione e il rispetto che mi hanno impartito i miei, il senso di timore per l'autorità o comunque per chi ne sapeva più di me ed era più anziano di me. La mia è quella generazione che poi è diventata adolescente con i primi cellulari, ma che è troppo "vecchia" per perdersi dietro al conteggio dei like su Instagram o TikTok - e gente, io ci lavoro a scuola e ho visto come sono i ragazzi alle medie oggi: completamente diversi da come lo eravamo noi. Oggi sono più bulli, più maleducati, sempre immersi nei cellulari, più strafottenti e menefreghisti - ho visto mancanze di rispetto e sentito discorsi che quando ero adolescente io mi avrebbero fatto volare i denti fuori dalla bocca. E invece, come dice Benedetta, una volta i genitori tiravano le ciabatte dietro ai figli; oggi invece è più probabile che chi solo osi accusare il loro prezioso pargoletto di qualcosa si becchi una denuncia.

Ma ho rivisto anche l'aspettare sempre qualcosa di meglio, l'aspettare sempre quella serata che ti cambierà la vita, l'aspettare quella persona che si rivelerà essere l'amore che finalmente meriti - ma intanto invecchi e ti rendi conto che ormai sono le ragazze più giovani ad avere in mano il mondo.

Ho riprovato la sensazione di sentirsi dei falliti e di non aver combinato nulla nella vita - perché forse è vero, nonostante l'educazione più rigida di adesso, qualcosa è andato storto e non siamo per niente arrivati dove volevamo arrivare.

Ho rivisto me stessa - che ancora mi comporto a volte come se l'adolescenza non fosse mai finita, come anche io a volte mi aggrappi a sentimenti di amicizie che furono e che oggi non hanno motivo di esistere. Come ogni settimana in cui vedo le mie amiche storiche, spero sempre che quella sarà la serata in cui cambierà qualcosa e l'adolescente che ancora vive in me torna a casa delusa quando non succede.

E il punto di svolta nella vita di Benedetta arriva, anche se non nella forma che si aspettava. Ed è un pugno in pieno petto, ma è anche ciò che le fa capire cosa vuole davvero dalla vita e cosa si merita, chi davvero ci resta sempre accanto e chi invece è ancora nella nostra vita per abitudine o per incapacità di lasciare andare - anche quando ormai è chiaro che il rapporto si è esaurito o che è rimasto basato sulle persone che eravamo allora e non su quelle che siamo oggi.

So che ho parlato più che altro di me che del libro in sé, ma se avete più o meno la mia età, credo sarà impossibile non ritrovarvi tra queste pagine - assistere ad uno scontro di generazioni e vedere come le cose siano cambiate e come alcune siano rimaste le stesse. Non è un romanzo perfetto, ma per ciò che mi ha lasciato provo ancora una stretta al cuore e allo stomaco - e l'immagine di copertina, l'immagine dei miei ricordi, mi farà sempre sentire la nostalgia di un'adolescenza che non è stata per niente perfetta e la nostalgia per qualcosa che non ho mai avuto, ma anche lo struggimento dell'attesa di qualcosa che forse non arriverà mai.
January 13, 2020
Avvincente nelle prime pagine, bello ricordare gli anni dell'adolescenza e della prima giovinezza. Ma la storia raccontata è quella ai giorni nostri, molto meno attraente, quasi del tutto priva di poesia, ma che sembra solo costellata di ostacoli e incomprensioni. Dalla metà del libro in avanti ho fatto fatica a proseguire, tutto perde smalto e diventa grigio. Finale prevedibile, mi ha lasciato poco.
Profile Image for Elena Traduzioni Oceano Mare.
553 reviews40 followers
October 19, 2019
Li leggo tutti i libri della Bosco, sperando sempre di ritrovare la sua ironia unica dei primi lavori, ma anche questo mi ha lasciato delusa.
Profile Image for Mariateresa.
735 reviews19 followers
August 21, 2021
"non perdiamoci di vista" è il secondo romanzo di Federica Bosco che leggo (l'altro "cercasi amore disperatamente, molto carino) ed è stato la conferma della bravura di questa autrice.
In questo romanzo la protagonista è Benedetta, fisioterapia quarantaseienne con due figli adolescenti, un ex marito con cui cerca di rimanere in buoni rapporti, e una madre che la aiuta nel crescere i ragazzi.
Dopo l'ennesimo capodanno a casa di Andrea con la compagnia dei tempi del liceo si trova a far il bilancio della sua vita:

."Eravamo andati a messa fino alla cresima e più o meno seguito i dieci comandamenti, non eravamo usciti troppo dal seminato, eppure qualcosa era andato storto. Nessuno di noi poteva dirsi felice e realizzato.”

È di questo che si rende conto osservando i suoi amici e lo schermo del cellulare in attesa del messaggio di Nicolò, il suo primo amore sbucato dal passato e intenzionato a riprendere da dove avevano interrotto anni prima, con la promessa di un weekend tutto per loro appena tornerà a Mantova... Qualcosa è andato storto, anche se non saprebbe dire cosa.

Da quel bilancio, da un messaggio mancato, Benedetta si mette in discussione e inizia a riflettere su di sé, su quel che ha raggiunto e perso e su cosa può fare per essere felice.
Non sa come Niccolò rientrerà nel quadro, ma spera che ne faccia parte.
E intanto vive il confronto/scontro con l'ex marito, coi figli Francesco e Vittoria e con Leontine, la madre dai modi decisi e un po' dittatoriali che però garnatisce l'ordine all'interno della famiglia.
Poi dovrà affrontare la crisi delle amicizie e un evento che cambierà tutto e sarà l'occasione per crescere e, magari, essere davvero felici scoprendo che la felicità è essere e star bene con se stessi,senza aspettarsi nulla da nessuno e senza "raccontarsela", senza vivere nel passato, crescendo, smettendo di essere eterni adolescenti.


È un romanzo che mette in luce le differenze di tre generazioni : quella di Leontine, di Benedetta e quella dei suoi figli; e sebbene io sia nata un decennio dopo la protagonista, mi sono ritrovata nei suoi malumori, nelle sue serate a casa degli amici a chiacchierare, nell'accettare un No (mio babbo e mia mamma su questo erano intransigenti : "se è no, è no." e non c'era margine di trattativa. Si incassava il no e si andava avanti).
Anche io ho avuto il Walkman(poi il discman, e solo dopo un lettore mp3), i dischi, il diario su cui annotavo tutto.
Ancora non si parlava di "influencer", "social", like e commenti e se si parlava di cosa fsr da grandi le risposte erano "maestra, dottore, scrittore, avvocato", lo youtuber non era contemplato.
Mi ha fatto venire un pizzico di nostalgia!

Ma è anche un romanzo che parla di bullismo, di disabilità,dell'essere genitori, di amicizia e affetti senza essere troppo pesante o cadere nei luoghi comuni.

È un romanzo che consiglio ai "Boomer" e non solo, perché è una lettura piacevole, mai troppo sdolcinata, ( divertentissimi sono gli scambi madre-figlia Leontine-Benedetta), e che fa riflettere su chi si è, su cosa si vuole davvero e sul fatto che, comunque, la vita va sempre avanti si può ricominciare.

Lo stile fluido, piacevole, con il giusto mix di ironia e drammaticità, fa sì che le pagine scorrano via veloci, senza annoiare mai.
Confrontando i soli due libri che ho letto di questa autrice qui ho proprio sentito la crescita, una maggior sicurezza espressiva e una maggior capacità di raccontare le emozioni della protagonista (e non solo).

Alla fine, è stato bello conoscere Betta, entrare nella sua vita e volerle bene, quindi il mio voto è
4 stelle.. e un pizzico di nostalgia.

Buone letture e alla prossima!!





Profile Image for Ale Zu.
194 reviews4 followers
July 12, 2020
E' un periodo molto fortunato per i libri che leggo (almeno qui le cose vanno per il verso giusto). Avevo acquistato il libro di Federica Bosco seguendo un impulso, anche perché no avevo mai letto nessuna opera precedente. Ebbene, quell'impulso era saggio e preveggente. Ho dato cinque stelline e volevo darne almeno dieci e da lì a salire. Innanzi tutto questo libro è nello stile de "Il grande freddo" e "Peter's friends" due film anni '80 che ho amato tantissimo. In più i protagonisti della vicenda sono miei coetanei, in quanto anch'essi cresciuti nei mitici anni '80 e perciò tantissime atmosfere mi sono congeniali e ne riesco a percepire il profumo. Come negli ultimi trent'anni la compagnia di via Gonzaga (la storia è ambientata a Mantova, ma per i temi proposti, ogni posto che vogliate pensare sarebbe valido) si ritrova per il Capodanno a casa di Andrea, il più gioviale e "disinibito" del gruppo. Ognuno dei partecipanti si porta dietro i "soliti" problemi di famiglia, lavoro, denaro, noia, invecchiamento, solitudine e paura del futuro. Ma questo Capodanno sarà l'ultimo di questa trita e ritrita tradizione. Nei mesi successivi tutti i protagonisti, adolescenti mai cresciuti in corpi di quasi cinquantenni, dovranno abbandonare l'involucro comodo e rassicurante del passato per diventare (finalmente) adulti. Benedetta (detta Betta) è la protagonista e, seguendo le sue avventure / disavventure, cresceremo insieme a lei, capiremo quanto sia davvero difficile affrontare la vita. Betta, poi, rappresenta l'archetipo perfetto della sua (e mia) generazione: da figli di un mondo ancora "arcaico" con tradizioni e severità ben solidificate a genitori di giovani immersi in un mondo velocissimo, dove l'autorità è svanita totalmente e ognuno si ritrova solo nell'oceano senza salvagente né scialuppa. Betta, infatti, si trova a fare da cuscinetto tra la madre Leontine, che la tratta ancora come se fosse una bambina (si ammorbidirà? Leggete il libro) e i figli Vittoria e Francesco, il molle ex-marito Fabrizio e l'isterica e perfida Camilla, la nuova fidanzata. E poi le amiche della cumpa ognuna con le sue manie. E infine un amore di ritorno, l'affascinante Niccolò sempre in bilico tra Londra e Mantova, tra lavoro e... lavoro. La corona di personaggi che si "agita" intorno a Betta, oltre che la stessa Betta, è straordinaria. E' abusato, lo so, dire che i personaggi sembrano veri, sembrano uscire dalla pagina, però questa volta è proprio così. Tutti si possono ritrovare in questo campionario di anime perdute e indecise, che cercano la felicità vera e duratura, ma in realtà costruiscono castelli sulla sabbia spazzata dalle onde. Libro meraviglioso: dolce e amaro, struggente e malinconico e divertentissimo e comico. Questo libro ha tutto per appassionare e far sognare nei ricordi, ma è anche un utilissimo "strumento" per capire che il passato è bello ma deve restare là. Gli occhi e il cuore devono essere sempre rivolti in avanti, verso il futuro.
Profile Image for Chiara.
416 reviews17 followers
October 1, 2023
Il libro è raccontato in prima persona da una quasi cinquantenne che racconta la sua vita di mamma, donna che lavora, divorziata, in cerca di un nuovo amore, figlia immatura che ha bisogno sempre di appoggiarsi alla genitrice. Racconta di un gruppo di amici storici della gioventù che continuano a vedersi anche se è l'ipocrisia che regna sovrana tra loro.
bosco che leggo
Inutile dire che questo libro non mi è piaciuto per niente. Premetto che è il primo libro della Bosco che leggo e forse è il suo stile, ma mi è sembrata una scrittura piatta e pulita, senza nessuna variazione di tono o velocità. Formalmente impeccabile ma di una noia mortale. Sai già che tassello sarà inserito alla frase successiva.
Passiamo alla trama. Posso dire che la storia è alquanto banale. Una divorziata che dice di avere ottimi rapporti con un marito che non ha mai amato, cresce due figli con l'aiuto della madre, altrimenti non sarebbe assolutamente in grado di farlo, cerca disperatamente un altro uomo per colmare la sua vita e, pur deplorando chi fa uso di botulino, non si sottrae. Dimostrando ancora una volta estrema insicurezza.
I dialoghi con i figli sono da libro di psicologia, non si capisce come riesca a inserire questi pezzi perfetti in dialoghi con adolescenti inca...volati. Mentre leggevo pensavo, ma si dai, se mai i miei figli avranno problemi potrei propinarli direttamente brani scelti da questo libro infarcito di belle parole in teoria.
Le problematiche dei figli si risolvono in breve tempo azzeccando scelte da manuale, lei a cinquant'anni che dipende dalla madre in tutto. Gli amici che boh, sembrano parecchio squinternati. Diciamo che leggendo pensavo che questi alla fine sono della generazione prima della mia e che forse la distanza siderale di atteggiamenti e comportamenti di sicuro possa essere dovuta ad una manciata di anni di differenza . Oppure latitudine, chissà. Di sicuro la società mantovana non ci esce benissimo, che posto orribile dove vivere. Sarà che a diciotto anni dalle mie parti si devono fare scelte un pò più mature, forse poco consapevoli, m la maturità dei miei coetanei mi sembra superiore, chissà. Con questo non voglio dire che avrei voluto un romanzo in cui rispecchiarmi, ma qualcosa che, pur nella differenza, potesse in qualche modo travalicare la piccolezza della provincie e essere qualcosa di universale.
Ecco, se i personaggi, le ambientazioni e i temi sono sempre questi, non credo che leggerò altro di questa Bosco...sono molto combattuta sul giudizio finale che oscilla tra una e due stelle e no, non lo consiglio.
377 reviews4 followers
April 20, 2021
Questo libro è uno spaccato quanto mai realistico di più generazioni a confronto, tra le quali però prevale, più di ogni altra, quella di chi è cresciuto negli anni '80. È la generazione di Betta, la protagonista (e anche la mia!!), e della variegata combriccola di amici che, nel mezzo del cammino della loro vita, si ritrova a fare bilanci, con quella sensazione di essersi miseramente schiantati al suolo, perdenti, stanchi e falliti. Sono quelli che credono di poter ingannare lo scorrere del tempo, continuando a comportarsi come se avessero ancora tutta la vita davanti, ricorrendo a toy boy, palestre e ritocchini col botox.
Di contro altre due generazioni con cui fare i conti. Da un lato quella di Leontine, la mamma di Betta, una donna autoritaria e solida all'apparenza, ma dal cuore tenero, appartenente a quella schiera di donne e uomini che affronta i cambiamenti con naturalezza e autenticità, indossando rughe ed acciacchi con sorriso e accettazione.
Dall'altro, la generazione dei figli di Betta, Vittoria e Francesco, per nulla pronta ad accettare un no, incapace di considerare i propri genitori come figure di riferimento da imitare o quantomeno rispettare e più preoccupati dai social e dal numero dei like che persi con il naso per aria, a fantasticare del proprio futuro. Una nuova generazione altamente tecnologica ed intuitiva, sì, ma dal cuore fragile e delicato.
È in questa combinazione di storie, relazioni e sentimenti che si muove la figura della protagonista, personaggio riuscitissimo e chi in cui mi sono ritrovata moltissimo, sarà per la vicinanza anagrafica!!
E' un romanzo di forte impatto, non scevro da sbavature, ma capace di mettere il lettore dinanzi alla vita reale e di portalo a fare qualche raffronto su come ci comportiamo in questa società che se non stiamo attenti ci macina con lei.
Profile Image for Sonia Donelli.
2,513 reviews104 followers
October 13, 2019
http://www.esmeraldaviaggielibri.it/r...

Non perdiamoci di vista di Federica Bosco, romanzo di narrativa, pubblicato oggi 7 ottobre da Garzanti Editore.

Torna in libreria Federica Bosco con una delle sue storie magiche, che sanno parlare al lettore, e, nelle quali quasi sempre riusciamo a rispecchiarci. Con “Non perdiamoci di vista” Federica offre a tutti coloro che sono cresciuti negli anni 80 uno specchio nel quale riflettersi, in un periodo in cui tutto era totalmente diverso da oggi, forse più sano, più genuino, più fresco e sincero. Una generazione, quella degli anni 80, che si scontra con quella di oggi, fatta di social, smartphone, di “tutto e subito”, di maleducazione, bullismo, cattiveria. I giovani di oggi hanno forse smesso di sognare, di credere nell’amore vero, quello speciale, quello che “spero duri per sempre” e poi ti lasciava in una valle di lacrime. Oggi nel mondo del tutto è dovuto, non alziamo più nemmeno lo sguardo da nostro telefonino, e, nel timore di non vedere un like, ci perdiamo attimi, sensazioni ed emozioni che nessuno potrà restituirci.

Betta ha 46, due figli, un matrimonio fallito e la speranza che non sia troppo tardi per il suo “sabato del villaggio”, la felicità tanto agognata. Lei e gli altri ragazzi della compagnia di via Gonzaga si raffrontano oggi con i risultati di una vita in cui qualcosa forse è andato storto. Divorzi, figli ingestibili, delusioni e una grossissima sindrome da Peter Pan che impedisce loro di andare realmente avanti, perché crescere significa accettare le cose come sono e pensare di non poterle più cambiare, perché è troppo difficile o troppo impegnativo

Avevamo fatto tutto quello che i genitori e la società si erano aspettati da noi, seguito i precetti che ci avevano inculcato dalla nascita, il senso dell’onore e della famiglia, del sacrificio e la moralità. Eravamo andati a messa fino alla cresima e più o meno seguito i dieci comandamenti, non eravamo usciti troppo dal seminato, eppure qualcosa era andato storto.
Nessuno di noi poteva dirsi felice e realizzato.”

In un continuo confronto tra il suo essere madre e il suo essere stata figlia, Betta ci accompagna pagina dopo pagina a riscoprire la bellezza della semplicità di un passato che un po’ rimpiangiamo, in confronto ad un presente in cui tutto è davvero un po’ troppo: difficile, pesante, superficiale.
Persino l’amore.
Come era bello amare quando era lei ad avere diciotto anni? Quando non doveva rendere conto a nessuno se le piaceva un ragazzo piuttosto che un altro, quando i sentimenti non si traducevano in istantanei messaggi e l’attesa era anch’essa qualcosa di logorante e piacevole allo stesso tempo, quando non si dava per scontato uno sguardo e ci si credeva fino in fondo, o almeno si sperava. Tutto era amplificato, e lo sentivi, fin sotto pelle: la musica alla radio, le canzoni d’amore canticchiate all’orecchio, una foto rubata, il primo bacio, la prima volta…

Forse quella di Betta è stata una generazione di “sfigati”, – come direbbero i giovani di oggi – che non si ribellava al volere dei genitori, che non si permetteva di uscire troppo dal seminato, ma che almeno credeva. Credeva nell’amore, nell’amicizia, nelle infinite possibilità. E cos’è rimasto oggi di tutto quello sperare? La disillusione e il disincanto. La storia del “per sempre” li ha un po’ fregati, li ha condizionati, condannandoli a desiderare qualcosa che oggi non ha più lo stesso valore. O forse no? È ancora possibile sperare nell’amore, quello vero? Quello che ti toglie l’appetito e ti fa ascoltare in loop la stessa canzone, quell’amore che ti fa formicolare la pelle e fa volare le farfalle nello stomaco? Forse si, ma intanto sono cambiati, sono dovuti crescere in qualche modo, accettando le brutture della vita tanto quanto i successi e semplicemente l’amore ha assunto un altro significato.



Non perdiamoci di vista è un bellissimo diario, che mette a confronto due generazioni totalmente differenti che fanno fatica ad incontrarsi, due generazioni che cercano di comunicare ed inserirsi l’una all’interno dell’altra, cercando di resistere incolumi al tempo.

Betta si racconta senza se e senza ma, cerca di capire cosa può essere salvato dei giorni della sua adolescenza e cosa invece è giusto cestinare per un sentire e vivere più adatto al presente. Ci racconta di quel matrimonio finito senza troppi scossoni, della difficoltà di crescere due figli da sola, in un mondo nuovo che li mette costantemente a dura prova, sotto una pressione che lei non avrebbe mai sopportato, che chiede loro di essere qualcuno di diverso, qualcuno che gli altri possono accettare, far entrare nell’élite. Parla del suo vecchio amore, bello, sofferto, lontano e ora forse ancora possibile, perché la vita è sempre in grado di sorprenderti. Ma come si riporta al presente qualcosa che ha fatto parte di un tempo che mai più tornerà? Come far combaciare nuovamente due persone che non sono più quelle di una volta, due anime segnate in modo differente dalle loro scelte, dalla vita stessa?
Betta parla della difficoltà di trasmettere un determinato tipo di valori, che sembrano ormai dimenticati: rispetto, fiducia, lealtà, onestà, amore. Cerca di sopravvivere ai litigi con la figlia, ai musi lunghi, alle fragilità del figlio, bullizzato dai suoi compagni, e ci mostra gioie e dolori dell’essere genitori oggi, cercando di parlare una lingua a lei sconosciuta.

Il romanzo è continuamente pervaso da un senso di nostalgia, insoddisfazione e allo stesso tempo di speranza, con quel tocco di leggerezza in puro stile Federica Bosco, reso possibile dai dialoghi spesso frizzanti, ironici e genuini. Nostalgia per cosa poi? Per un tempo che è andato, concluso, finito e che mai più tornerà, per un tempo che forse li aveva sbeffeggiati rendendoli oggi fragili ed emotivamente troppo esposti. Un tempo che aveva dato tanto ma che poi si era ripreso tutto con gli interessi. E ora tocca crescere, ora bisogna andare avanti, ma forse la vita ha ancora in serbo qualcosa di speciale per loro.

L’importante, e sarà Andrea, il migliore amico di Betta ad insegnarcelo, è cogliere l’attimo, cambiare le cose che non ci fanno stare bene, mordere la vita, reagire… Perché è proprio quando pensi di avere tutta l’esistenza davanti, che il tempo a disposizione si esaurisce.

Il libro ideale per tutti quelli che sono cresciuti negli anni 80 e vogliono rivivere la loro giovinezza, per tutti coloro che faticano a comunicare con i propri figli e han bisogno di capire di non essere lì soli e per chi ha voglia di una storia vera, senza fronzoli, onesta e profonda.
Profile Image for The scream of love.
Author 1 book5 followers
October 30, 2023
📚 Consiglio di lettura del giorno: "Non perdiamoci di vista" di Federica Bosco.

🎭 I libri di questa autrice non deludono mai, ognuno è caratterizzato dalla sua impronta inconfondibile. Un equilibrio perfetto di ironia e drammaticità.

📖 Così come è la vita o, per lo meno, dovrebbe esserlo. Questa lettura parla di un gruppo di amici di mezza età che si conoscono dai tempi del liceo. Ognuno con i suoi drammi, chi separato, chi eterno giovane, chi ancora in cerca dell’anima gemella e chi di se stesso.

🌟 Qualcuno con figli e altri che, al posto dei figli, preferiscono gli amanti. Chi è soddisfatto del proprio lavoro e chi, invece, nella vita si è accontentato. È un meraviglioso connubio di emozioni belle, di emozioni vere.

❤️Il fil rouge che tiene unito queste storie è l’amicizia, quella vera, quella sincera. Quella che non muore mai, anche quando la morte mette il bastone fra le ruote.

🌍 Ho amato tanto i rapporti raccontati ma, più di tutti, quello fra Vittoria, la figlia della protagonista, e un ragazzo di cui non rivelo nulla. Così come il profondo sentimento di amicizia che lega Benedetta, la protagonista, ad Andrea. I sorrisi non mancheranno mentre leggerete questa storia ma, come sempre, l’autrice ci stupisce facendoci scontrare con la realtà tipica di qualsiasi vita umana.

💧 E le lacrime arriveranno quando le emozioni vi colpiranno in pieno petto al pari di una potente onda anomala.

Profile Image for Giusy Guerra.
473 reviews5 followers
November 30, 2021
Cinque stelle meritate per quest ultimo libro di Federica Bosco.
Continuo ad insistere che gli ultimi suoi libri sono i più belli in assoluto rispetto ai suoi primi.
I primi sono libri da sedicenni, in questi ultimi ho trovato una Bosco maturata sia lei che le sue storie, la sua scrittura è decisamente migliorata e le storie sono più intense e più coinvolgenti.
Questo libro è una celebrazione del passato, dei mitici anni 80(penso che abbiamo la stessa età), alla compagnia che si ritrovava in piazza quando non c erano i telefonini e non c era wp. Una grande nostalgia.
Trama: Elisabetta quarantasett enne, un divorzio alle spalle e due figli, una adolescente in crisi esistenziale e un ragazzino bulimico che ha solo bisogno di una spintarella.
Il solito gruppo di amici e amiche del liceo, si ritrovano ogni settimana per parlare confrontarsi, ma alla fine ognuno di loro indossa una maschera e tante sono le cose non dette che forse meriterebbero di essere rivelate.
Betta si ritrova a risentire Niccolò il suo primo grande amore anche lui della compagnia che vive a Londra, ma sarà di nuovo amore o gli anni sono passati per tutti e le cose cambiano?
Solo un tragico evento, riporterà le cose in chiaro e loro non potranno far altro che guardarsi dentro e guardarsi intorno.
Vivamente consigliato
Profile Image for Matilde.
2 reviews
November 14, 2024
Si tratta di un romanzo, che attraversa tematiche molto profonde quali l’amicizia, l’amore e la gestione della vita da adulti.
La protagonista è una mamma di 2 figli, separata da un uomo con il quale è cresciuta. Del resto, quell’uomo, Fabrizio, fa parte di tutta una compagnia che avevano in comune da ragazzi, al liceo. Di questa compagnia fa parte anche Antonella, la migliore amica di Betta (la protagonista) e varie altre amiche. La situazione di Betta è inizialmente apparentemente calma, lei fa la fisioterapista e accoglie, fra i suoi pazienti, sia i suoi amici, sia un ragazzo paralitico, molto in gamba. Tutto ad un tratto si ripresenta un vecchio amore storico, dal quale lei viene di nuovo sopraffatta come se non si fossero mai lasciati ed è qui che iniziano i guai. Come se fosse tutto in salita per far capire che l’adolescenza è passata e che deve crescere, nonostante comunque, anagraficamente, lei sia già una donna di mezza età.
La storia si conclude tutto sommato con un lieto fine che, per alcuni, può risultare bello e per altri insoddisfacente.
Passando alle opinioni finali, devo dire di essere piacevolmente sorpresa da questo libro, perché all’inizio mi aspettavo fosse noioso, la solita pappardella amorosa che si ripete ma dopo un po’ stanca. Invece no, si è dimostrato un libro profondo e istruttivo, di quelli che quando finisci di leggere ti rimane il segno.
Profile Image for Daniela Racina.
443 reviews30 followers
August 16, 2022
DNF.
Potrei smontare questo libro lettera per lettera, tanto è terribile. Ma questo significherebbe sprecare altro tempo, dopo quello già perso per arrivare a metà libro. Per cui sintetizzerò così: un rakugo inventato da un autore torturato dalla canzone "Notte prima degli esami" in loop per 72 ore e scritto anche peggio, "Waiting for Godot" Che a metà libro non si degna di farsi vedere (mi riferisco al credibilissimo fidanzato in epoca adolescente della protagonista, che dal nulla compare via messaggio ed è innamorato come se non fossero passati trent'anni di distanza e silenzio), personaggi inconsistenti (madre della protagonista presunta Signora Trinciabue e poi è apertissima di mente, moderna, priva di qualsiasi mentalità retrograda, parla di vita intima come niente), vibes da "ai miei tempi" e "ma che ne sanno i Duemila" di una cinquantenne che non racconta NULLA dei suoi fantastici anni giovanili e parla per frasi fatte, slang assurdi e ragiona per stereotipi (si finge moderna ma poi usa disturbi alimentari come insulti/battute e sparla delle amiche madri chioccie quando è la prima a viziare i propri di figli). Mi spiace, pure il secondo tentativo con la Bosco è andata male, per cui non ho motivo di provare una terza volta.
Profile Image for Jessica.DC.
207 reviews
October 4, 2023
Questo libro è scritto in prima persona, è la storia di Betta, della sua compagnia fin dal tempo dell' adolescenza.
Ad oggi hanno 46 anni e sarà per tutti loro l'anno della svolta, ognuno di loro dovrà far pace con se stesso e andare avanti lasciando dietro di sé il passato perché non si può rimanere adolescenti per sempre!

Ho amato Andrea, un personaggio "cazzuto" ma anche vero. Il classico uomo con la sindrome di Peter Pan che tutt'un tratto cambia.
Anche Vittoria e Mattia mi sono piaciuti molto e la nonna un fenomeno🤣

Ho trovato il libro molto carino, ha trattato temi diversi e la maggior parte a mio avviso importanti.
Credo che però la storia personale di Betta sia quella che sia rimasta più vuota. È un po' come.se lei fosse il.filo conduttore e non la protagonista.
In ogni caso lo consiglio😊
Profile Image for Giuls.
1,681 reviews138 followers
December 22, 2023
Devo dire che non so bene che cosa pensare di questo romanzo. Mi è piaciuto? Sì, ma comunque non mi ha fatto impazzire.
Il fatto è che i temi trattati sono davvero importanti e mi sono piaciuti. In questo libro, infatti, si parla di crescita, di rapporti interpersonali estremamente complessi, di perdita… il problema è che lo si fa con una protagonista, Betta, che ha praticamente cinquant’anni, ma che in realtà ha delle paturnie da adolescente. Tant’è che spesso ho trovato Vittoria, la sua figlia di diciassette anni nemmeno compiuti, decisamente più matura della madre.
Certo è che non si può dire che la protagonista non sia cresciuta estremamente durante il romanzo: quest’aspetto mi è piaciuto davvero molto, seppur abbia trovato questa crescita a tratti un po’ troppo repentina.
1 review
April 5, 2023
Preparate i fazzoletti perché dal capitolo 15 vi serviranno.
Unica pecca di questo libro: personalmente penso che i capitoli siano troppo lunghi, alcuni arrivano anche a 15/17 pagine e ogni tanto risultava difficile andare avanti; nonostante ciò il libro tratta di temi molto importanti e attuali sebbene i personaggi abbiano quasi cinquant'anni o più.
Per portare a termine questo libro ci sono stata esattamente un mese, infatti ammetto che per un attimo ho deciso di non leggerlo più in quanto mi stava causando il blocco del lettore: diventa più intrigante e interessante a partire dal capitolo 9/10, perciò se i libri lenti non vi piacciono, non lo consiglio!
February 1, 2024
Amo Federica Bosco perché sa farmi entrare così tanto nelle storie che mi sembra quasi di viverle in prima persona. Ma, allo stesso tempo, odio Federica Bosco perché mi fa piangere tutte le volte.
I suoi libri ti aprono il cuore, la sua scrittura scorrevole ti tiene agganciata facendoti perdere la cognizione del tempo.
Adoro i suoi personaggi, tanto da sentirli amici!
Adoro le emozioni che mi fa provare e che riesce a far scaturire durante una narrazione che bilancia ironia e serietà.
Non ho dato la quinta stellina solo perché l’inizio l’ho trovato un po’ lento, ma poi si è rivelato stupendo, come tutti i suoi libri.
Profile Image for Emanuela.
63 reviews
May 1, 2024
Confesso... avevo abbandonato questo libro da tempo, pensando che, pur avendo adorato la leggerezza e l'ironia dell'autrice, ormai avesse già dato il suo meglio, lasciandosi guidare ora da schemi collaudati e ripetitivi. Ma ho dovuto ricredermi. Al contrario di certi autori che non riescono a mantenersi allo stesso livello fino alla fine, Federica Bosco merita la pazienza di entrare nel suo racconto e conferma ancora una volta la sua capacità di trattare temi delicatissimi, attuali e fondamentali in un crescendo costante che ti lega a sé fino all'ultima riga. E la leggerezza resta, in modo sorprendente, una leggerezza che non va mai intesa come superficialità.
Grande, grandissima forza!
Author 15 books6 followers
August 2, 2020
Mi aspettavo qualcosa in più. Il mio problema principale è stato non essere entrata in empatia con la protagonista. Penso che il libro descriva bene quelli che sono i cliché che vivono attorno a noi. In fondo siamo tutti un po' cliché. Personaggi realistici, che rispecchiano la comunità moderna. Le difficoltà quotidiana, l'amore che sembra grande dietro a un messaggio e poi sfuma in una bolla di sapone. Non so cosa non mi abbia convinta fino in fondo, forse mancava quel che. Ora vorrei leggermi altro di questa autrice!
Profile Image for Chiara Sartori.
24 reviews2 followers
December 29, 2020
Storia realistica di una madre, moglie e figlia.

"Non perdiamoci di vista è un romanzo di forte impatto, non scevro da sbavature, ma capace di mettere il lettore dinanzi alla vita reale senza indorare la pillola e senza ricorrere a sfumature di colore che possano rendere il tutto meno traumatico. È un romanzo che invita a guardare la vita dalla giusta prospettiva, a godere a pieno dell'attimo e non nell'attesa del domani. È una lettura che insegna a lasciar andare e che rende consapevoli che, nel bene o nel male, siamo noi il nostro adulto di riferimento, anche se questo, il più delle volte, ci fa tanta paura."
Profile Image for AnnaLionly.
139 reviews9 followers
April 13, 2020
Sono partita con aspettative alte e all' inizio il libro mi aveva preso e mi piaceva non ultimo anche per come era scritto oltre che per la storia. Tuttavia alla fine la trama mi è parsa scontata e inconsistente....Forse partivo davvero da aspettative alte. Penso comunque che proverò a leggere ancora questa autrice e , anche se il libro non mi ha convinto e non lo ragalerei, non mi sento neanche di stroncato
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