Valerie Steele
Valerie Steele, all'anagrafe Valerie Fahnestock Steele (1955), è una scrittrice, storica e museologa statunitense, dal 2003 è curatrice e direttrice del museo del Fashion Institute of Technology, presso l'Università statale di New York[1].
Valerie Steele è autrice di svariati volumi dedicati alla storia della moda, al suo impatto sociale e la sua valenza erotica, ed è considerata una delle pioniere nello studio della moda, oltre che una della maggiori e più autorevoli esperte in materia, venendo definita dalla giornalista di moda Suzie Menkes “il Freud della moda”.[2][3]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1983 Valerie Steele ha conseguito un dottorato (Ph.D) alla Yale University e ha insegnato dal 1985 al 1996.[3] Nel 2003 è stata nominata direttrice del Museo della Moda dello Fashion Institute of Technology,[1] dove è stata curatrice di più di 25 mostre, nel corso degli ultimi venti anni, tra le quali: Gothic. Dark Glamour, Love & War. The Weaponized Woman, The Corset. Fashioning the Body e Femme Fatale: Fashion in Fin-de-Siècle Paris.[4]
Oltre a ciò è la capo redattrice di Fashion Theory. The Journal of Dress, Body & Culture, pubblicata da Berg Publishers, una rivista accademica fondata nel 1997.[4] È inoltre autrice di numerosi libri, in cui ha affrontato anche le connessioni tra moda (con particolare attenzione nei confronti del corsetto), corpo femminile, erotismo e feticismo, come nei volumi: Fashion and Eroticism. Ideals of feminine beauty from the Victorian era to the Jazz Age (1985), Fetish. Fashion, Sex and Power (1996) e The Corset. A Cultural History (2001); o moda nelle sottoculture, come in Gothic. Dark Glamour (2008).[4] Altri titoli comprendono volumi come Paris Fashion. Fifty Years of Fashion. New Look to Now (1988) e Women of Fashion. 20th-Century Designers (1991).[4] Libri che sono stati spesso tradotti in molte lingue, compresi: cinese, francese, italiano, portoghese, russo, spagnolo e tedesco.[4]
Tiene spesso conferenze sui suoi studi ed è apparsa in numerosi programmi televisivi, tra cui The Oprah Winfrey Show.[4] Dopo essere apparsa nello speciale della PBS, The Way We Wear, è stata descritta dal Washington Post come una delle "donne più intelligenti della moda". Spesso citata dai media, è stata oggetto di profili su Forbes e The New York Times, oltre a essere stata inserita nel Daily News tra "i 50 personaggi più importanti della moda".[5]
È collaboratrice dell'Enciclopedia Britannica, per cui ha scritto voci relative alla storia della moda.[6]
Nel 2020 ha fatto parte della giuria dell'International Talent Support 2020, che ogni anno gratifica giovani designer offrendo loro premi e riconoscimenti.[2]
Opere (parziale)
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Fashion and Eroticism. Ideals of feminine beauty from the Victorian era to the Jazz Age, Oxford University Press, 1985, ISBN 0-19-503530-5.
- (EN) Paris Fashion. A cultural history, Oxford University Press, 1988, ISBN 0-19-504465-7.
- (EN) Men and Women. Dressing the part, con Claudia Brush Kidwell, Smithsonian, 1989, ISBN 0-87474-559-4.
- (EN) Women of Fashion. Twentieth-century designers, Rizzoli International Publications, 1991, ISBN 0-8478-1394-0.
- (EN) Fetish. Fashion, Sex and Power, Oxford University Press, 1996, ISBN 0-19-509044-6.
- Fetish. Moda, sesso e potere, Roma, Meltemi Editore, 2005, ISBN 88-8353-374-7.
- (EN) Fifty Years of Fashion. New look to now, Yale University Press, 1997, ISBN 0-300-07132-9.
- (EN) Bags. A lexicon of style, con Laird Borrelli, Scriptum Publishers, 1999, ISBN 1-902686-04-7.
- (EN) China Chic. East meets West, con John S. Major, Yale University Press, 1999, ISBN 0-300-07930-3.
- (EN) Shoes. A lexicon of style, Rizzoli International Publications, 1999, ISBN 0-8478-2166-8.
- (EN) The Corset. A cultural history, Yale University Press, 2001, ISBN 0-300-09071-4.
- (EN) The Red Dress, Rizzoli International Publications, 2001, ISBN 0-8478-2392-X.
- (EN) The Fan. Fashion and Femininity Unfolded, Rizzoli International Publications, 2002, ISBN 0-8478-2446-2.
- (EN) Fashion. Italian style, Yale University Press, 2003, ISBN 0-300-10014-0.
- (EN) Encyclopedia of Clothing and Fashion, Charles Scribner's Sons, 2005, ISBN 0-684-31451-7.
- (EN) Gothic. Dark Glamour, Yale University Press, 2008, ISBN 0-300-13694-3.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Loretta Lawrence Keane e Mary-Anne Smith, Valerie Steele is named director of the museum at The Fashion Institute of Technology, su FIT, State University of New York, 5 maggio 2003. URL consultato l'11 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2007).
- ^ a b Olivia Ghebreeghziabher, Valerie Steele, intellettuale e mentore per la moda del futuro, in Harper's Bazaar, Hearst Magazine Italia S.p.A., 1º novembre 2020. URL consultato il 29 gennaio 2023.
- ^ a b Valerie Steele, su Mam-e - L'Enciclopedia della Moda, Mam-e S.r.l.s., 15 luglio 2021. URL consultato il 29 gennaio 2023.
- ^ a b c d e f (EN) Valerie Steele - Director, su FIT, State University of New York. URL consultato il 25 ottobre 2019.
- ^ (EN) Biography, su Valerie Steele Fashion (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2008).
- ^ (EN) Valerie Steele, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. URL consultato il 29 gennaio 2023.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Valerie Steele
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su valeriesteelefashion.com.
- (EN) Opere di Valerie Steele, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Valerie Steele, su Goodreads.
- Valerie Steele, su Mam-e - L'Enciclopedia della Moda, Mam-e S.r.l.s., 15 luglio 2021.
- (EN) Valerie Steele - Director, su FIT, State University of New York.
- (EN) Valerie Steele, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 315215452 · ISNI (EN) 0000 0001 1655 4823 · LCCN (EN) n84008976 · GND (DE) 120461463 · BNF (FR) cb13483715m (data) · J9U (EN, HE) 987007276226505171 |
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