Monastero di Solovki
Monastero di Solovki | |
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Panorama del monastero | |
Stato | Russia |
Circondario federale | Nordoccidentale |
Località | isole Solovki |
Coordinate | 65°01′28″N 35°42′38″E |
Religione | cristiana ortodossa russa |
Diocesi | Patriarcato di Mosca |
Sito web | solovki-monastyr.ru |
Il monastero di Solovki (in russo Соловецкий монастырь?) è situato sulle isole Solovki nel Mar Bianco, in Russia. Conserva importanti opere architettoniche risalenti al XVI secolo ed è uno dei cremlini più settentrionali della Russia, amministrativamente appartiene all'oblast' di Arcangelo, anche se fattivamente si trova in Carelia.
Origini
[modifica | modifica wikitesto]Venne fondato da due monaci provenienti dal Monastero di San Cirillo di Beloozero, desiderosi di imitare i padri del deserto egiziano. Alla ricerca di un luogo lontano dal mondo, scelsero le isole vicine al circolo polare artico e vi si stanziarono alla metà del XV secolo.
Sull'isola principale, Bol'šoj Soloveckij, costruirono alcune chiese e gli edifici necessari per la vita comune e poi circondarono il complesso con alte mura. Sulle cinque isole minori eressero chiese più piccole ed eremi.
Dalla fine del XVI secolo l'abbazia era diventata uno dei centri religiosi più importanti della Russia.
L'attuale cremlino e le principali chiese vennero costruite nel XVI secolo, durante la prima parte del regno di Ivan IV Il Terribile, dietro richiesta del vescovo metropolita di Mosca, Filippo II. L'abbazia acquisì notorietà e divenne uno dei centri religiosi più importanti della Russia.
Agli inizi del XVII secolo il monastero fu fortificato in più punti con la costruzione di una cinta di mura in pietra, sormontata da torri ed un profondo fossato, per permettere ai monaci di sostenere l'eventuale attacco delle truppe svedesi e danesi.
In occasione dello scisma della Chiesa ortodossa russa i monaci vetero credenti cacciarono i rappresentanti dello zar dalle isole, provocando l'assedio di otto anni da parte dell'esercito di Alessio I (1668-1676).
Durante il periodo imperiale russo il monastero fu rinomato come fortezza. Riuscì infatti a respingere gli attacchi stranieri durante la prima guerra del nord (XVI secolo), il Periodo dei torbidi (XVII secolo), la guerra di Crimea (XIX secolo) e la guerra civile russa (XX secolo).
In Arcipelago Gulag Aleksandr Solzenicyn descrive il secolare lavoro dei monaci, per mostrare come le isole fossero floride prima dell'apertura del gulag:
«I laghi furono uniti da decine di canali. Tubature di legno portarono l'acqua lacustre al monastero. Con i secoli e i decenni apparvero mulini privati per i cereali, botteghe con segherie proprie, vasellame fatto nelle proprie officine, una fonderia, una fucina, una legatoria. (…) nel XIX secolo una diga di massi (…), collocati in qualche modo sui banchi di sabbia, sbarrò il fiume Muksalma. (…) La terra di Solovki risultò (…) capace di nutrire molte migliaia di abitanti. Negli orti crescevano cavoli bianchi, sodi e dolci (i torsoli erano chiamati «le mele delle Solovki»). Vi crescevano tutti i legumi, e tutti di prima qualità; c'erano anche serre, persino rose.»
Gulag sovietico
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la rivoluzione russa in Russia (1917-18), i monaci vennero cacciati e gli edifici sacri profanati; la stessa cattedrale fu trasformata in dormitorio.
Data la sua costruzione che impediva ogni possibilità di fuga, il monastero divenne sede di un gulag nel 1921, mentre Lenin era ancora a capo della Russia sovietica. Fu trasformato in prigione nel 1929 e chiuso dieci anni dopo, alla vigilia della seconda guerra mondiale. Sfruttando la posizione strategica delle isole, all'inizio della guerra il governo sovietico le trasformò in base navale per la Flotta del Nord. Secondo lo storico Jurij Brodskij, nel gulag morirono 10 000 persone[1].
Oggi: monastero e luogo della memoria
[modifica | modifica wikitesto]All'indomani della caduta dell'URSS, nel 1990, il terreno su cui sorge l'ex campo di lavoro venne restituito alla Chiesa ortodossa russa, mentre gli edifici dell'ex gulag rimasero di proprietà dello Stato, che ne ha ceduto alcuni in concessione ai monaci. Nel 2003 è stata riaperta al culto la cattedrale.
Ogni anno circa 11 000 devoti si recano in pellegrinaggio[1] nei luoghi sacri delle isole Solovki.
Nella cultura di massa
[modifica | modifica wikitesto]Nel romanzo Lunedì inizia sabato dei fratelli Strugatskij (1965), l'ISSTEMS (IStituto di ricerca Scientifica e TEcnologica per la Magia e la Stregoneria) è ubicato in Carelia, nella cittadina fittizia di Solovets, ovviamente ispirata alle isole e all'omonimo monastero.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Jurij Brodskij, Solovki. Le isole del martirio. Da monastero a lager sovietico, traduzione di G. Parravicini, M. Carletti, La Casa di Matriona, 1998.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Monastero di Solovki
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (RU) Sito ufficiale, su solovki-monastyr.ru.
- (EN) Monastero di Solovki, su Structurae.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 127147883 · ISNI (EN) 0000 0001 2253 8395 · LCCN (EN) n83140795 · J9U (EN, HE) 987007390534405171 |
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