Gitta Sereny
Gitta Sereny (Vienna, 13 marzo 1921 – Cambridge, 14 giugno 2012) è stata una giornalista e storica britannica di origini ungheresi.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Il padre, un principe protestante ungherese, morì quando lei aveva solo due anni; la madre era un'attrice ebrea-tedesca di Amburgo, che si risposò col famoso economista austriaco Ludwig von Mises. Da ragazza fu educata in Inghilterra e a Vienna, dove studiò alla scuola d'Arte Drammatica fondata dal celebre attore e regista teatrale Max Reinhardt. Dopo che la Germania annesse l'Austria nel 1938, si trasferì in Francia, lavorando come infermiera volontaria per gli sfollati in fuga dalla parte occupata dai nazisti; poi emigrò negli Stati Uniti, dato il suo impegno nella Resistenza francese. Tornata in Europa alla fine della Seconda Guerra Mondiale, si occupò per conto di un'Agenzia delle Nazioni Unite di cercar di riunire i bambini sopravvissuti al campo di concentramento di Dachau ai loro familiari. Nel 1948 sposò Donald Honeyman, morto nel 2011, fotografo della rivista Vogue, e ne ebbe due figli, Mandy e Chris.
I suoi libri hanno investigato prevalentemente il terribile comportamento di malvagi e criminali: l'assassina di due bambini, Mary Bell; gli assassini di James Bulger; il boia nazista Stangl; l'architetto nazista Speer. Cosa che i suoi critici non hanno mancato di rimarcare, accusandola di avere un ossessivo interesse per il Male e di essere troppo simpatetica coi personaggi descritti. Scrisse i ritratti di protagonisti dell'Olocausto; reportage sugli abusi infantili; si occupò della prostituzione minorile in Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania Occidentale; raccolse in volume i propri saggi sulla storia tedesca del Ventesimo Secolo, che trattano la difficile eredità del nazismo.
Testimone dell'Olocausto, assistette come giornalista nel 1945 al Processo di Norimberga e ai Processi contro nazisti che si tennero negli anni sessanta. Fu una giornalista attiva a Londra come inviata del Sunday Times; collaborò a numerose testate internazionali quali la New York Review of Books, Die Zeit, Le Nouvel Observateur. Ispirata dal celebre reportage di Hannah Arendt, "Eichmann a Gerusalemme", sul processo che si tenne a Gerusalemme contro Adolf Eichmann, Sereny scrisse il libro In quelle tenebre, psicobiografia frutto di più di 60 ore di colloqui con Franz Stangl, il comandante dei campi di sterminio a Treblinka e Sobibor, detenuto allora nella prigione di Dusseldorf, dove stava scontando l'ergastolo. Per il libro, Sereny intervistò molte persone che fanno da corollario al racconto, spesso opaco, molto reticente e vittimizzante di Stangl. Nell'ultimo incontro con Sereny, Stangl ammise finalmente di condividere la colpa per l'Olocausto. Morì meno di 24 ore dopo.
Nella sua biografia di Albert Speer, Ministro per gli Armamenti e la Produzione Bellica di Hitler, Sereny riconobbe che le numerose interviste e incontri che ebbero - avvenuti dopo i 20 anni di imprigionamento di Speer nel carcere di Spandau - la portarono ad instaurare un amichevole rapporto con Speer e la moglie, grazie anche all'allure sofisticata, evasiva ed elusiva che il personaggio emanava. Questo non impedì, tuttavia, all'autrice di dimostrare chiaramente nel libro, dal titolo In lotta con la verità, che Speer, contrariamente alla sua asserzione di essere sempre stato all'oscuro dei piani di Hitler per lo sterminio di massa degli ebrei d'Europa, fosse a conoscenza della Soluzione finale ben da prima del 1943. Secondo Sereny, la sua ammirazione personale per Adolf Hitler lo spinse a continuare il suo lavoro a fianco del Führer fino alla fine.[1]
È morta, dopo una lunga malattia, il 14 giugno 2012 all'età di 91 anni all'Addenbrooke's Hospital di Cambridge, dov'era ricoverata.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- The Medallion. A suspense-crammed thriller of the Cold War, Pan Books, 1957
- The Case of Mary Bell: A Portrait of a Child Who Murdered, Methuen Publishing, London, 1972
- Into That Darkness. From Mercy Killings to Mass Murder, 1974; trad. italiana In quelle tenebre, La Collana dei Casi, Adelphi 1975 ISBN 978-88-459-0204-8; poi nella Collana "gli Adelphi", Adelphi, 1994-2012 ISBN 978-88-459-1044-9
- The Invisible Children. The Shattering Tragedy of the Runaways on Our Streets, Macmillan, 1984; trad. italiana Bambini Invisibili. La prostituzione infantile in Europa e in America, Collana Saggi, Mondadori, Milano, 1986
- Albert Speer. His Battle With Truth, A. Knopf, 1995 ISBN 9780394529158; trad. italiana In lotta con la verità. La vita e i segreti di Albert Speer, amico e architetto di Hitler, Collana Storica, Rizzoli, 1995 ISBN 88-17-33029-9; Collana Saggi, BUR, 1998 ISBN 88-17-11220-8; Collana Storia, BUR, 2009 ISBN 88-17-02871-1
- Cries Unheard: Why Children Kill: The Case of Mary Bell, Macmillan, London, 1998; Grida dal silenzio. Storia di una bambina, Collana Saggi Italiani, 1999 ISBN 88-17-86029-8
- The German Trauma. Experiences and Reflections 1938-2001; trad. italiana Germania. Il trauma di una nazione. Riflessioni 1938-2001, Collana Saggi Stranieri, Rizzoli, 2002 ISBN 88-17-86950-3
Premi e riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- Duff Cooper Prize: 1995 vincitrice con In lotta con la verità[2]
- James Tait Black Memorial Prize: 1995 vincitrice con In lotta con la verità[3]
- CWA Gold Dagger for Non-Fiction: 1998 vincitrice con Grida dal silenzio[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Gitta Sereny: biographer with bite, in BBC News, 30-04-1998. URL consultato il 01-06-2009.
- ^ (EN) Past Winners, su theduffcooperprize.org. URL consultato il 28 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 12 settembre 2019).
- ^ (EN) Biography winners, su ed.ac.uk. URL consultato il 28 aprile 2020.
- ^ (EN) Scheda del libro vincitore, su thecwa.co.uk. URL consultato il 28 aprile 2020.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Gitta Sereny
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Opere di Gitta Sereny, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 61552226 · ISNI (EN) 0000 0000 8387 1979 · SBN CFIV007762 · Europeana agent/base/64022 · LCCN (EN) n50009805 · GND (DE) 123296501 · BNE (ES) XX1405670 (data) · BNF (FR) cb119244590 (data) · J9U (EN, HE) 987007463525705171 · NDL (EN, JA) 00456122 · CONOR.SI (SL) 113600611 |
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