Gerhard Stoltenberg
Gerhard Stoltenberg | |
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Ministro presidente dello Schleswig-Holstein | |
Durata mandato | 1971 – 1982 |
Dati generali | |
Partito politico | Unione Cristiano Democratica |
Titolo di studio | doktor nauk in filosofia |
Università | Università Christian Albrecht di Kiel |
Gerhard Stoltenberg (Kiel, 29 settembre 1928 – Bad Godesberg, 23 novembre 2001) è stato un politico tedesco dell'Unione Cristiano-Democratica di Germania.
È stato ministro nei governi tedeschi di Ludwig Erhard, Kurt Georg Kiesinger e Helmut Kohl. Dal 1971 fino a 1982 ricoprì la carica di ministro-presidente dello Schleswig-Holstein. Al livello nazionale, fu tra altro ministro delle finanze e ministro della difesa sotto il cancelliere Helmut Kohl.[1][2]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Gioventù e formazione
[modifica | modifica wikitesto]Gerhard Stoltenberg nacque il 29 settembre 1928 a Kiel, nella Germania settentrionale. I genitori, il padre un pastore protestante e la madre un'insegnante, erano originari dell'Holstein. Per via del padre, la famiglia si trasferì a Bad Oldesloe, nel circondario dello Stormarn.[3]
Nel 1944, prima di poter concludere la scuola secondaria,[3] divenne aiutante antiaereo della marina (HJ-Marinehelfer), ausiliario della Gioventù hitleriana nella Kriegsmarine.[3] Durante la Seconda guerra mondiale, Stoltenberg fu catturato, e dopo una breve prigionia venne liberato nel 1945, quando tornò a Bad Oldesloe dove lavorò come apprendista amministrativo per la città. Nel 1949 concluse le scuole secondarie ottenendo l'abitur presso il liceo di Bad Oldesloe, e iniziò a studiare storia, sociologia e filosofia presso l'Università di Kiel. Durante i suoi studi ebbe modo di visitare per diversi mesi gli Stati Uniti d'America tra il 1952 e il 1953 nell'ambito del programma "German Youth Leaders". Tornato a Kiel, terminò gli studi nel 1954 con una tesi di dottorato assieme a Otto Becker intitolata "Il Reichstag tedesco 1871-1873".[3] Dopo il dottorato, lavorò come assistente alla cattedra di scienze politiche a Kiel con il professore Michael Freund. Dal 1956 è stato inoltre docente all'Università di Kiel.[3]
Stoltenberg sposò Margot Rann nel 1958,[3] e i due ebbero due figlie. Fu membro della Chiesa luterana. Stoltenberg morì a Bad Godesberg il 23 novembre 2001, a causa di un cancro. Nonostante avesse richiesto di non avere un funerale di stato, molti politici del governo federale e dei governi statali presenziarono al servizio funebre a lui dedico nella sua città d'origine Kiel.[3]
Carriera politica
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1947 è diventato membro della Junge Union (JU), la federazione giovanile dei partiti dell'Unione Cristiano-Democratica di Germania (CDU) e dell'Unione Cristiano-Sociale in Baviera (CSU), divenendo subito membro del consiglio di amministrazione dell'associazione distrettuale di Stormarn. Poco dopo si iscrisse anche alla CDU. Durante gli studi, Stoltenberg continuò a militare nella JU, venendo eletto nel 1951 Presidente distrettuale della Junge Union-Schleswig-Holstein, una regione in cui la CDU stava affrontando alcuni problemi di popolarità.[3] Dal 1955 al 1961 è stato Presidente federale della Junge Union, dopo aver battuto il rivale Ernst Majonica.[3]
Nel 1954 Stoltenberg divenne il membro più giovane del Landtag dello Schleswig-Holstein. Dopo aver ottenuto il sostegno del Cancelliere Konrad Adenauer, si candidò nel 1957 alle elezioni federali nel collegio elettorale di Eckernförde, ottenendo il seggio.[3] Nel 1957, Stoltenberg venne quindi eletto nel parlamento federale, il Bundestag, e ne fu membro inizialmente fino al 1971, e di nuovo dal 1983 al 1998.
Dal 1965 fino a 1969 fu ministro della istruzione pubblica nei governi CDU-CSU di Ludwig Erhard e Kurt Georg Kiesinger.[4] Con la sconfitta della CDU-CSU alle elezioni federali in Germania del 1969,[5] la CDU-CSU dovette andare all'opposizione, e Stoltenberg perse il suo incarico ministeriale. Nel mentre egli venne nominato Vicepresidente della CDU-CSU ed eletto al Presidio della CDU, di cui fece parte fino al 1992.[3] Il 24 maggio 1971, Stoltenberg ottenne la guida del governo del Landtag dello Schleswig-Holstein, ottenendo la carica di Primo ministro dello Schelswig-Holstein con il 51,9% delle preferenze elettorali.[3]
In qualità di ministro-presidente, è stato Presidente del Bundesrat dal 1977 al 1978. Nel 1982, la CDU-CSU riguadagnò il potere al livello nazionale, e Stoltenberg si ritirò dalla sua carica per entrare al neo-formato gabinetto di Helmut Kohl. Il suo successore da ministro-presidente diventò Uwe Barschel, mentre Stoltenberg rimaneva presidente del partito a Schleswig-Holstein. Dal 1982 al 1989 è stato ministro delle finanze della Germania,[6] e dal 1989 al 1992 ministro della difesa.[7] Helmut Kohl chiese le sue dimissioni come ministro della difesa nel 1992, a seguito di una controversia riguardante la vendita di carri armati tedeschi alla Turchia.[8]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (DE) Deutsche Biographie, Stoltenberg, Gerhard - Deutsche Biographie, su www.deutsche-biographie.de. URL consultato il 29 giugno 2023.
- ^ Gerhard Stoltenberg - Munzinger Biographie, su www.munzinger.com. URL consultato il 29 giugno 2023.
- ^ a b c d e f g h i j k l (EN) Gerhard Stoltenberg, su Geschichte der CDU, 26 ottobre 2015.
- ^ (EN) Gerhard Stoltenberg, 73; Reunified Germany's Armies, in The New York Times, 6 dicembre 2001. URL consultato il 29 giugno 2023.
- ^ (DE) Bundestagswahl 1969 - Geschichte der CDU Konrad-Adenauer-Stiftung e.V., su Geschichte der CDU.
- ^ (DE) Michael Dschida, Die Finanzpolitik der achtziger Jahre unter Gerhard Stoltenberg, GRIN Verlag, 2008, ISBN 978-3-640-19558-9. URL consultato il 29 giugno 2023.
- ^ MdB-Biographien der 13. Wahlperiode / Biographie des MdB Dr. Gerhard Stoltenberg, CDU, su webarchiv.bundestag.de. URL consultato il 29 giugno 2023.
- ^ (DE) Kehrseite, su Das Parlament. URL consultato il 29 giugno 2023.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gerhard Stoltenberg
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]Controllo di autorità | VIAF (EN) 42630853 · ISNI (EN) 0000 0001 2024 6954 · LCCN (EN) n50011778 · GND (DE) 118618601 · J9U (EN, HE) 987007463606705171 |
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