Ayodhya
Ayodhya Amministrazione Municipale (Municipal Board) | |
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Localizzazione | |
Stato | India |
Stato federato | Uttar Pradesh |
Divisione | Faizabad |
Distretto | Faizabad |
Territorio | |
Coordinate | 26°47′57″N 82°12′16″E |
Altitudine | 92 m s.l.m. |
Superficie | 79,8 km² |
Abitanti | 49 593 (2001) |
Densità | 621,47 ab./km² |
Altre informazioni | |
Lingue | hindi, inglese |
Cod. postale | 224123[1] |
Prefisso | 5276[2] |
Fuso orario | UTC+5:30 |
Targa | UP-28 |
Cartografia | |
Ayodhya (o Ajodhya, Ayodhaya, Oudh) è una suddivisione dell'India, classificata come municipal board, di 49.593 abitanti, situata nel distretto di Faizabad, nello stato federato dell'Uttar Pradesh. In base al numero di abitanti la città rientra nella classe III (da 20.000 a 49.999 persone)[3].
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome in hindi significa "impenetrabile"; è un'antica città sulla riva destra del fiume Gaghra a sei chilometri da Faizabad. È una delle sette città sacre dell'induismo ed è ugualmente sacra anche per i buddhisti: si tramanda infatti che il Buddha vi abbia predicato per sette anni. Secondo i giainisti, infine, questa fu la città natale del primo Tirthankara, Rishaba.
Quest'antica città (chiamata anche Saketa) capitale del Regno di Kosala, è stata la patria di Ashvaghosha. Qui visse anche Asanga e suo fratello Vasubandhu. Il pellegrino cinese Xuanzang la visitò nel VII secolo. Il poeta di lingua Avadhi Tulsidas iniziò qui a scrivere la sua versione del Ramayana. È considerata sacra soprattutto per essere stata la capitale del regno di Rama, l'eroe del Rāmāyaṇa, e prima di lui del re Ikshvaku, il fondatore della dinastia "solare" (Suryavamsa) dei re indiani e degli antenati di Rama. Sono tuttora celebrati in città con un festival i personaggi del Ramayana. Fu ricostruita dal re Vikramaditya, che vi spostò la propria corte; fu anche capitale di Chandragupta II. Secondo una tradizione, il fondatore della città fu lo stesso Manu, il primo uomo.
Nell'anno 1350 fu fondata la nuova capitale del Siam e in omaggio a Ayodhya le fu dato il nome Ayutthaya,[4] che avrebbe dominato buona parte del Sud-est asiatico per oltre 4 secoli, ponendo le basi per la fondazione dell'odierna Thailandia. In epoca moderna Ayodhya prese il nome Audh (o Oudh) e fu annessa al territorio di Agra, mentre ai tempi dell'India Britannica fu conosciuta con il nome di Agra e Oudh. In questo periodo fu governata da diversi nababbi, il più celebre dei quali fu Asaf ud-Daula (1775-1797). Un gran numero di templi circonda oggi le rovine dell'antica città.
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]- Ram Mandir, tempio indù costruito a partire dal 2020 nel sito di Ram Janmabhoomi, l'ipotetico luogo di nascita di Rāma, una delle principali divinità dell'induismo. Il tempio è stato inaugurato dal primo ministro indiano Narendra Modi il 22 gennaio 2024[5] e dovrebbe diventare uno dei luoghi principali di pellegrinaggio della religione induista ed il sito religioso più visitato al mondo[6]. Precedentemente sul sito sorgeva una moschea cinquecentesca, demolita da una folla di attivisti del Vishva Hindu Parishad nel 1992. L'azione, che ha sollevato molte controversie, non ha fatto che approfondire la lunga disputa di Ayodhya.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Al censimento del 2001 la popolazione di Ayodhya assommava a 49.593 persone, delle quali 29.234 maschi e 20.359 femmine. I bambini di età inferiore o uguale ai sei anni assommavano a 5.937, dei quali 3.022 maschi e 2.915 femmine. Infine, coloro che erano in grado di saper almeno leggere e scrivere erano 31.994, dei quali 21.157 maschi e 10.837 femmine.[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) India Post, Pincode search - Ayodhya, su indiapost.gov.in. URL consultato il 28 luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2021).
- ^ (EN) Indiacom, STD Code list for City : A, su indiacom.com. URL consultato il 10 agosto 2008.
- ^ (EN) Census of India, Alphabetical list of towns and their population - Uttar Pradesh (PDF), su censusindia.gov.in. URL consultato il 21 maggio 2008.
- ^ (EN) Ayutthaya History, su ayutthaya-history.com. URL consultato il 29 maggio 2017.
- ^ (EN) Rhea Mogul, Vedika Sud, Sania Farooqui, Aishwarya S. Iyer and Jerome Taylor CNN, India's Ayodhya Ram Mandir temple inauguration, su CNN, 22 gennaio 2024. URL consultato il 23 gennaio 2024.
- ^ Can Ayodhya be India’s biggest tourism place in India? - Opening of Ram temple, su The Economic Times. URL consultato il 23 gennaio 2024.
- ^ (EN) Census of India 2001, Population, population in the age group 0-6 and literates by sex - Cities/Towns (in alphabetic order): 2001, su censusindia.net. URL consultato il 20 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2004).
- Goel, S. R. (2009). Hindu temples, what happened to them. New Delhi: Voice of India.
- Narain, Harsh (1993). The Ayodhya temple-mosque dispute: Focus on Muslim sources. Delhi: Penman Publishers.
- Elst, K. (2002). Ayodhya: The case against the temple. New Delhi: Voice of India.
- Jain, Meenakshi (2013). Rama and Ayodhya. Delhi:Aryan Books International.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ayodhya
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Ayodhya, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 159552468 · GND (DE) 4349446-8 · BNF (FR) cb12412980s (data) · J9U (EN, HE) 987007567196905171 |
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