Eirene (astronomia)
Eirene | |
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Satellite di | Giove |
Scoperta | 6 febbraio 2003 |
Scopritore | Scott S. Sheppard, David Jewitt, Jan Kleyna, Yanga R. Fernández, Henry Hsieh |
Parametri orbitali | |
Semiasse maggiore | 23 495 000 km |
Periodo orbitale | 738,73 giorni |
Inclinazione rispetto all'equat. di Giove | 165,247° |
Eccentricità | 0,2478 |
Dati fisici | |
Diametro medio | ~4 km |
Massa | ~9,0 × 1013 kg
|
Densità media | ~2,6? × 103 kg/m³ |
Acceleraz. di gravità in superficie | ~0,0015 m/s² |
Albedo | 0,04 |
Dati osservativi | |
Magnitudine app. | 22,4 |
Eirene, o Giove LVII, è un satellite naturale irregolare del pianeta Giove.
Scoperta
[modifica | modifica wikitesto]È stato scoperto nel 2003 da una squadra di astronomi dell'Università delle Hawaii guidata da Scott S. Sheppard,[1][2] ma fu subito perduto.[3][4][5][6] Fu ritrovato nel 2017 e a quel punto ha ricevuto la designazione provvisoria S/2003 J 5 e l'ordinale Giove LVII.[7][8]
Denominazione
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2019, l'Unione Astronomica Internazionale (IAU) gli ha assegnato la denominazione ufficiale in riferimento a Eirene (Εἰρήνη), che nella mitologia greca è figlia di Zeus e Temi, ed è la personificazione della pace.
La scelta del nome fu fatta attraverso un concorso pubblico su Twitter e il nome Eirene fu suggerito da sedici utenti.[9][10][11]
Parametri orbitali
[modifica | modifica wikitesto]Il satellite è caratterizzato da un moto retrogrado, ed appartiene al gruppo di Carme, composto da satelliti retrogradi ed irregolari che orbitano attorno a Giove ad una distanza compresa fra 23 e 24 milioni di chilometri, con una inclinazione orbitale pari a circa 165°.
Eirene ha un diametro di circa 4 km e orbita attorno a Giove in 743,88 giorni, a una distanza media di 23,974 milioni di km, con un'inclinazione di 166° rispetto all'eclittica (167° rispetto al piano equatoriale del pianeta) e un'eccentricità orbitale di 0,307.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) AUC 8087: Sats OF JUPITER; 2003bg; GRB 030227, su cbat.eps.harvard.edu, 4 marzo 2003.
- ^ MPEC 2003-E11: S/2003 J 1, 2003 J 2, 2003 J 3, 2003 J 4, 2003 J 5, 2003 J 6, 2003 J 7 2003 March 4 (discovery and ephemeris)
- ^ Kelly Beatty, Outer-Planet Moons Found — and Lost, su skyandtelescope.com, Sky & Telescope, 4 aprile 2012. URL consultato il 27 giugno 2017.
- ^ Marina Brozović e Robert A. Jacobson, The Orbits of Jupiter's Irregular Satellites, in The Astronomical Journal, vol. 153, n. 4, 9 marzo 2017, pp. 147, Bibcode:2017AJ....153..147B, DOI:10.3847/1538-3881/aa5e4d.
- ^ B. Jacobson, M. Brozović, B. Gladman, M. Alexandersen, P. D. Nicholson e C. Veillet, Irregular Satellites of the Outer Planets: Orbital Uncertainties and Astrometric Recoveries in 2009–2011, in The Astronomical Journal, vol. 144, n. 5, 28 settembre 2012, pp. 132, Bibcode:2012AJ....144..132J, DOI:10.1088/0004-6256/144/5/132.
- ^ Scott S. Sheppard, New Moons of Jupiter Announced in 2017, su home.dtm.ciw.edu, 2017. URL consultato il 27 giugno 2017.«We likely have all of the lost moons in our new observations from 2017, but to link them back to the remaining lost 2003 objects requires more observations a year later to confirm the linkages, which will not happen until early 2018. ... There are likely a few more new moons as well in our 2017 observations, but we need to reobserve them in 2018 to determine which of the discoveries are new and which are lost 2003 moons.»
- ^ Scott S. Sheppard, Jupiter's Known Satellites, su home.dtm.ciw.edu, 2017. URL consultato il 10 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2015).
- ^ (EN) Scott S. Sheppard - JupiterMoons, su sites.google.com. URL consultato il 27 gennaio 2019.
- ^ Planetary Names: Planet and Satellite Names and Discoverers, su planetarynames.wr.usgs.gov.
- ^ Naming Contest for Newly-discovered Moons of Jupiter, su iau.org. URL consultato il 27 agosto 2019.
- ^ Public Contest Successfully Finds Names For Jupiter's New Moons, su iau.org. URL consultato il 27 agosto 2019.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- S.S. Sheppard, Moons of Jupiter, su: Carnegie Science, on line, (2019).