IFFR 2018 Voices Rotterdämmerung
La nuit a dévoré le monde : “non voglio uscire“
- Il francese Dominique Rocher realizza un film di zombie astuto, un “survival“ minimalista e psicologico, interpretato da Anders Danielsen Lie
Cosa rimane ancora da inventare nel sovraffollato universo dei film di zombie, declinato in tutti i modi a partire dalla matrice di George Romero, passando per World War Z, Train to Busan, 28 settimane dopo [+leggi anche:
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scheda film] e Io sono leggenda (per citarne solo alcuni), senza dimenticare l’appassionante serie The Walking Dead? E come fare quando è evidente che non si può competere con i blockbuster sul terreno dell’offerta tecnica? A queste domande, il giovane cineasta francese Dominique Rocher ha trovato una buona risposta con il suo primo lungometraggio, La nuit a dévoré le monde [+leggi anche:
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scheda film], svelato in prima internazionale nel programma Voices Rotterdämmerung del 47° Festival di Rotterdam. In che modo? Scegliendo l’angolo del minimalismo, dell’isolamento e della sopravvivenza psicologica quasi a porte chiuse attorno a un personaggio che diventa una sorta di Robinson Crusoé nel cuore di Parigi, in un bell’edificio haussmaniano, mentre le strade pullulano di zombie.
Venuto a recuperare dalla sua ex una scatola di vecchie audiocassette, Sam (l’ottimo attore norvegese Anders Danielsen Lie, rivelatosi in Oslo, August 31st [+leggi anche:
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intervista: Joachim Trier
scheda film]) si addormenta in una stanza mentre una festa, alla quale si sente totalmente estraneo, è in corso nell’ampio appartamento. Al suo risveglio, i luoghi sono deserti, ma c’è del sangue sulle pareti e sul pavimento. Dalla finestra, poi dal tetto che raggiunge tramite una scala nascosta, il trentenne scopre che il caos, la morte e gli zombi regnano nelle strade. Recuperando un fucile dai vicini di casa che si sono suicidati, Sam scende a bloccare le porte dell’edificio e recupera le chiavi di tutti i piani nella portineria. Segue un’esplorazione metodica dell'edificio, alloggio per alloggio, per raccogliere materiale (provviste, coltelli, ecc.) e identificare gli appartamenti da evitare. Un rastrellamento che gli consente di bloccare uno zombie (Denis Lavant) nell'ascensore. Col passare dei giorni e dei mesi, la situazione gradualmente si sfalda, costringendo Sam a inventare qualcosa per riempire la sua solitudine (jogging, musica, paintball dalla finestra), per trovare soluzioni ingegnose alla crescente penuria quotidiana (acqua, cibo) e per affrontare un'ansia permanente che poco a poco mina il suo stato mentale. Può vivere così, da solo, all'infinito? Ed è veramente solo?
Adattamento del regista (con Guillaume Lemans e Jérémie Guez) di un romanzo di Pit Agarmen, La nuit a dévoré le monde mescola l’intimo e il soprannaturale. Sotto un inventivo involucro di genere, il film ritrae in modo filosofico la solitudine moderna nelle grandi metropoli. Mantenendo la tensione drammatica su un filo relativamente tenue, si affida alle risorse classiche del genere (la suggestività del suono, tra le altre) senza sfruttarle troppo (gli zombie sono sempre ripresi di giorno, in campi lunghi), senza cercare di spaventare, ma piuttosto di riflettere l'evoluzione interiore del protagonista. Un proposito interessante e finemente elaborato che tuttavia ha i propri limiti di esercizio di stile, un tallone d'Achille poco emozionale ma che alla fine si rivela irrilevante per un film che sa suscitare una buona dose di curiosità, e per il suo regista di cui vanno seguiti con attenzione i prossimi passi.
La nuit a dévoré le monde è prodotto da Haut et Court (che lo distribuirà in Francia il 7 marzo). Le vendite internazionali sono gestite da WTFilms.
(Tradotto dal francese)
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