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L'angelo dell'abisso
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Autofiction delirante. Libro difficile da definire, somma di generi, autobiografico, pessimista, una specie di lunga indagine sul destino dell’uomo e sulla morte. Pieno di personaggi enigmatici e angosciati, tra cui l’autore stesso, che lasciano addosso una vago senso di inquietudine e incomunicabilità. Molta gente che cammina, entra nei caffè, si siede sulle panchine, torna a casa e poi riesce. Una Buenos Aires spesso oscura e piovosa, topograficamente dettagliata, rumorosa. Laceranti i riferimenti alla dittatura, alle torture e ai desaparecidos. Diverse sequenze oniriche/allucinate.
Sabato sembra essere stato un personaggio notevole: dottorato in fisica, ricercatore sulle radiazioni atomiche, a stretto contatto con i surrealisti francesi, comunista vicino al Partito ma deluso da Stalin. Morto a cento anni con tre romanzi pubblicati a distanze siderali, ha portato la letteratura argentina verso una dimensione metafisica e intellettualistica.
Quasi fondamentale aver già letto Il tunnel e, in particolare, Sopra eroi e tombe, cui si fanno molteplici riferimenti (si ritorna più volte al Rapporto sui ciechi). E pure in questo caso la sensazione di avere talvolta a che fare con frammenti incomprensibili non è del tutto scansata. Un libro che dà poco spazio alle certezze. Potrebbe piacere ai fan di Rayuela o dei Detective Selvaggi.
Molto cupo.
[81/100]
∞ Una teoria deve essere spietata.
∞ Dio fu una tappa necessaria, che fra cent’anni farà ridere gli studenti, come adesso ridiamo di Tolomeo.
∞ Non credere in quelli che scrivono di qualsiasi argomento. Le ossessioni hanno radici molto profonde, e quanto più profonde sono, meno sono numerose. (…) Scrivi quando non ce la fai più a tenere duro, quando capisci che potresti impazzire. E a quel punto rimettiti a scrivere la stessa cosa.
∞ Mi succedono cose che non posso spiegare.
∞ Non esiste una felicità assoluta. (…) La frustrazione è l'inevitabile destino di ogni essere nato per morire; tutti siamo soli o restiamo soli un giorno o l'altro. (…) La vita intera è un eterno abbandono (…) e nostro padre muore senza averci detto parole forse fondamentali.
Sabato sembra essere stato un personaggio notevole: dottorato in fisica, ricercatore sulle radiazioni atomiche, a stretto contatto con i surrealisti francesi, comunista vicino al Partito ma deluso da Stalin. Morto a cento anni con tre romanzi pubblicati a distanze siderali, ha portato la letteratura argentina verso una dimensione metafisica e intellettualistica.
Quasi fondamentale aver già letto Il tunnel e, in particolare, Sopra eroi e tombe, cui si fanno molteplici riferimenti (si ritorna più volte al Rapporto sui ciechi). E pure in questo caso la sensazione di avere talvolta a che fare con frammenti incomprensibili non è del tutto scansata. Un libro che dà poco spazio alle certezze. Potrebbe piacere ai fan di Rayuela o dei Detective Selvaggi.
Molto cupo.
[81/100]
∞ Una teoria deve essere spietata.
∞ Dio fu una tappa necessaria, che fra cent’anni farà ridere gli studenti, come adesso ridiamo di Tolomeo.
∞ Non credere in quelli che scrivono di qualsiasi argomento. Le ossessioni hanno radici molto profonde, e quanto più profonde sono, meno sono numerose. (…) Scrivi quando non ce la fai più a tenere duro, quando capisci che potresti impazzire. E a quel punto rimettiti a scrivere la stessa cosa.
∞ Mi succedono cose che non posso spiegare.
∞ Non esiste una felicità assoluta. (…) La frustrazione è l'inevitabile destino di ogni essere nato per morire; tutti siamo soli o restiamo soli un giorno o l'altro. (…) La vita intera è un eterno abbandono (…) e nostro padre muore senza averci detto parole forse fondamentali.
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L'angelo dell'abisso.
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Reading Progress
August 18, 2023
–
Started Reading
August 18, 2023
– Shelved
August 19, 2023
–
Finished Reading