Se cercate una storia semplice da comprendere, per quanto intrecciata possa essere la trama, allora lasciate perdere questo libro. Questo romanzo è un Se cercate una storia semplice da comprendere, per quanto intrecciata possa essere la trama, allora lasciate perdere questo libro. Questo romanzo è un tuffo a mani e piedi legati dentro un sogno, o un incubo se preferite, ma pur sempre nell'ambito dell'onirico e infatti non so bene da dove cominciare.
L'impatto con questo libro è un po' violento e può spaventare, perché inizia in medias res e non fornisce spiegazioni, mai chiare per lo meno. Evocativo come pochi altri libri, stimola la mente a generare una serie pressoché infinita di immagini fantastiche e fantasiose nel tentativo di visualizzare tutto quello che va narrando. E sono talmente tanti i dettagli e i particolari da immaginare e visualizzare, da produrre spesso una sorta di stordimento, come quando ci si trova dentro ad un Museo pieno zeppo di opere d'arte e non c'è modo di evitarle; ovunque ci si giri c'è qualcosa da vedere, apprezzare, analizzare, studiare, interpretare, comprendere, ecc.
Ma provo ad entrare un pochino più nello specifico per quanto possibile. Chi narra la storia? Il romanzo non ha un narratore unico, ma è un coro di molte voci diverse che si alternano di continuo, ognuna con il suo timbro caratteristico, con una sua visione del mondo, con la sua sensibilità e perfino con un suo peculiare linguaggio (parole, toni e modi di dire). All'inizio può risultare ostico, ma dopo un po' ci si abitua e le diverse voci diventano riconoscibili, al punto che si potrebbe aprire il libro ad una pagina qualsiasi, leggere una frase a caso e riconoscerne il narratore. Gran merito va all'autore per questo.
Cosa si narra? Si narra di una ricerca. Si narra del viaggio intrapreso per perseguirla, incredibilmente arduo, lungo e costellato di difficoltà, pericoli e dolori, ma anche di gioie, avventure e scoperte. Si narra della tenacia, della caparbietà e del coraggio dell'Orda, un gruppo di uomini e donne addestrati fin da bambini a questo unico scopo, ciascuno con il suo compito preciso. Si narra soprattutto di legami, dei legami che uniscono i membri dell'Orda, legami in essere, nuovi legami creati, vecchi legami interrotti, la forza dei legami tra le persone. Questo se ci si ferma ad un primo livello di lettura, altrimenti potremmo dire che narra anche del senso della vita, della ricerca della felicità, del rapporto con la fede.
Nel corso della ricerca condotta dall'Orda, ciascuno con le proprie motivazioni profonde (qualcuno è convinto del successo, qualcun altro non è nemmeno certo di quello che si sta cercando, per altri ancora conta solo il viaggio e la ricerca per sé stessa), veniamo tirati dentro questo libro, che racchiude un mondo intero, complesso e meraviglioso. Ma non veniamo invitati con dolcezza e accompagnati, ma strattonati con forza e spinti quasi in un vortice di immagini, personaggi ed emozioni da cui non si riesce più a scappare. Nel corso della lettura l'immedesimazione con i vari personaggi cresce in maniera continua e costante fino a diventare quasi totale: si cresce e si fatica con loro, si soffre e si lotta con loro, si impara e si piange con loro (si, si piange anche), si ama e si litiga insieme a loro (e ce n'è parecchio di che arrabbiarsi), si prova paura e si spera insieme a loro. Il coinvolgimento è tale che ben presto il lettore stesso si sente personaggio del libro e partecipe della ricerca come ventiquattresimo componente dell'Orda. E alla fine si fa davvero una gran fatica a separarsi da questo mondo e da tutta questa varia umanità.
Questo romanzo possiede inoltre alcune significative caratteristiche peculiari che vanno ricordate: - la numerazione delle pagine è al contrario (il libro inizia con la pagina 589 e termina alla pagina 0) - l'assenza di un narratore unico e la conseguente narrazione tramite 23 diversi pov - ogni paragrafo inizia con un simbolo e ogni simbolo corrisponde ad un personaggio (c'è una lista dei simboli e dei nomi all'inizio del libro e sul segnalibro dedicato) - le tecnologie descritte appaiono talvolta futuristiche, ma altre volte sembrano molto arretrate rendendo impossibile la collocazione temporale della storia - anche l'aspetto linguistico del libro è stupefacente, pieno zeppo di invenzioni lessicali (parole e modi di dire del tutto inventati), giochi di parole e calembour che non fanno altro che stimolare la fantasia del lettore facendo germogliare ulteriori nuove immagini nella sua mente - il romanzo è anche costellato di moltissimi simbolismi (non tutti chiari per il lettore medio come me) e significati filosofici più o meno evidenti (e non credo nemmeno di averli colti tutti) - esiste anche una colonna sonora musicale, appositamente composta per questo libro da Arno Alyvan
E poi c'è il vento, sempre, onnipresente, incessante, impetuoso, in tutte le sue nove forme. Così forte e intenso da sentirselo addosso. Così presente e vorticoso da diventare quasi un altro personaggio del libro. Talmente importante e centrale da aver dato origine ad una notazione specifica con cui descriverlo per iscritto, una specie di linguaggio del vento. Il tipo di vento, la quantità e la natura delle raffiche, il ritmo e la variazione, la frequenza e la forza, tutto trascritto tramite i segni di punteggiatura.
Prima di cominciare a leggere questo romanzo, ne avevo sentito parlare in diversi commenti come di un libro-mondo e non capivo bene cosa si intendesse; ora mi è chiaro, ma allargherei la definizione a libro-universo per la varietà di personaggi, oggetti, filosofie, luoghi, tecniche, linguaggi, animali e non solo che descrive. Inoltre lo definirei libro-universo perché ti avvolge, ti circonda, ti abbraccia, ti attrae e sembra non avere fine.
Se mi chiedessero se ho capito tutto quello che ho letto, la risposta sarebbe no, ma è perfetto così. In fondo non possiamo pretendere di capire fino in fondo un mondo diverso dal nostro ed è forse il modo migliore per trasmettere l'idea di alieno nel senso di cultura sconosciuta (in questo caso poi non sappiamo se questa cultura appartiene al passato o al futuro né se appartiene a questo pianeta o ad uno diverso). Non è forse così anche nella realtà? In fin dei conti, e per quanto mi sforzi, non capisco del tutto nemmeno la cultura giapponese o quella tibetana (e non mi riferisco solo alla lingua)... ma va benissimo così.
Mi rendo conto che questa recensione non deve sembrare molto lineare e nemmeno tanto lucida, ma è così che mi ha lasciato questa lettura, felicemente frastornato. Potente, emozionante, coinvolgente, immaginifico, formativo, avvolgente, fantasioso, riflessivo, visionario, evocativo, entusiasmante. È così che si scrive un ottimo romanzo di fantascienza, semplicemente magnifico....more
Piccolo capolavoro della fantascienza, quella bella della golden age degli anni 50, ma potrebbe anche essere catalogato nel genere fantastico, visto cPiccolo capolavoro della fantascienza, quella bella della golden age degli anni 50, ma potrebbe anche essere catalogato nel genere fantastico, visto che evita sapientemente gli stereotipi classici degli alieni umanoidi verdi con gli occhi grandi su una faccia triangolare così come quelli delle astronavi e dei pianeti sconosciuti. Scrittura scorrevole e piacevole, si divora in pochissimo tempo; la storia si svolge tutta sulla terra e parla essenzialmente di "umanità", toccando con delicatezza e sensibilità i temi dell'accettazione del diverso e dei freaks e rendendo di fatto questo libro un piccolo gioiello....more