Hoffman, uno dei maggiori esponenti del romanticismo tedesco, ci ha fatto dono di un filone letterario diverso dal solito, poiché è riuscito a far suoHoffman, uno dei maggiori esponenti del romanticismo tedesco, ci ha fatto dono di un filone letterario diverso dal solito, poiché è riuscito a far suoi elementi grotteschi, fantastici, fiabeschi e ad inserirli nella realtà proprio come se ne facessero naturalmente parte. Sarò banale, ma ho adorato il racconto “Schiaccianoci e il re dei topi”, che va di pari passo con “Le miniere di Falun”, che, al contrario, è un racconto puramente gotico. Per gli amanti del genere, è un autore da esplorare, ma anche stavolta non sono uscita totalmente entusiasta da questa lettura, proprio come era successo, anni fa, con “Racconti notturni”: forse per colpa dell’elemento reale così preponderante nella sua scrittura, che non riesce a provocarmi quel brivido, la pelle d’oca che aspetto da questo genere di letture. ...more
Weyward è la famiglia di appartenenza delle tre donne protagoniste di questo romanzo corale. Tre donne vissute in tre epoche diverse, distanti centinaWeyward è la famiglia di appartenenza delle tre donne protagoniste di questo romanzo corale. Tre donne vissute in tre epoche diverse, distanti centinaia e decine di anni l’una dall’altra, ma con un potere che viene tramandato di generazione in generazione: traggono energia e conoscenza dalla natura, dagli animali, dagli insetti, stabilendo una connessione potente e intima, un vero e proprio do tu des reciproco. Ma tutte e tre le protagoniste devono combattere contro la prepotenza e il sopruso degli uomini, che non cambia mai di epoca in epoca. La loro è una storia di resilienza e sopravvivenza, un non arrendersi mai e uscirne con le proprie forze. È stata una lettura molto piacevole e scorrevole, intrisa di magia, natura, amore sororale e storia. Di sicuro, indicata per il periodo autunnale e da inframezzare tra una lettura più impegnativa e l’altra. ...more
Elizabeth è una ninfetta degna erede di Dolores/Lolita, dalla quale si differenzia solo per l’eredità di poteri magici maligni, che grava sulla sua faElizabeth è una ninfetta degna erede di Dolores/Lolita, dalla quale si differenzia solo per l’eredità di poteri magici maligni, che grava sulla sua famiglia da generazioni. Ha 14 anni, Elizabeth e una consapevolezza del proprio corpo e delle proprie capacità che mette i brividi: ma forse è proprio la presenza della magia e la sua discendenza da famigerati gruppi di streghe, che la rendono più adulta rispetto alle sue coetanee. Non ci sono personaggi amabili in questa storia, ognuno è caratterizzato da comportamenti riprovevoli ed Elizabeth (narratrice in prima persona) non ci risparmia descrizioni disgustose di ogni loro difetto fisico e morale. Mi aspettavo qualcosa di più, lo ammetto, ma posso anche accontentarmi della scorrevolezza della trama e della presenza della magia oscura....more
**spoiler alert** La maestria di Shirley Jackson si denota in ogni suo romanzo e in Lizzie emerge, in modo particolare, nel riuscire a delineare quatt**spoiler alert** La maestria di Shirley Jackson si denota in ogni suo romanzo e in Lizzie emerge, in modo particolare, nel riuscire a delineare quattro personalità diverse nella stessa persona. Elizabeth, Beth, Betsy e Bess, quattro ragazze totalmente differenti tra di loro, ma contenute nello stesso guscio umano. Ho provato angoscia, batticuore a mille nel climax del racconto, quando le quattro “sorelle” sembrano perdere totalmente il controllo di loro stesse e si contendono quel corpo che ormai non si sa più a chi appartenga. Alla fine chi è davvero Lizzie? Forse la quinta sorella, quella che alla fine riesce ad unificare le altre quattro e ad attingere un po’ dall’una e un po’ dall’altra. Bello e inquietante, come piace a me e non manca una riflessione su quanto sia importante non trascurare la salute mentale e sull’importanza di avere un supporto valido dalla propria famiglia e da un bravo terapeuta....more
Nella cultura nipponica, il mondo invisibile del soprannaturale è considerato parte della vita stessa e non curarsi dei defunti o sottovalutare uno spNella cultura nipponica, il mondo invisibile del soprannaturale è considerato parte della vita stessa e non curarsi dei defunti o sottovalutare uno spirito, è considerato increscioso e irrispettoso. Alcuni racconti sono più inquietanti, altri più commoventi, ma li ho apprezzati quasi tutti, compresi i commenti e le testimonianze delle esperienze dirette di Lafcadio Hearn. ...more
“Mai stati così felici” è un romanzo famigliare o sarebbe meglio dire caotico, confusionario (nel senso bonario dei termini), come solo le famiglie mo“Mai stati così felici” è un romanzo famigliare o sarebbe meglio dire caotico, confusionario (nel senso bonario dei termini), come solo le famiglie molto numerose sanno essere. Ci addentriamo nelle vite di Marilyn e David, mamma e papà e le loro quattro figlie, tutte diverse, tutte con un trascorso di vita complesso e variegato, felice, doloroso, traumatico. Seguiamo la crescita della famiglia Sorenson sin dal primo incontro di Marilyn e David, non con un percorso lineare, ma Lombardo ci accompagna nella conoscenza di ogni membro con una serie di flashback e ritorni al presente ben giostrati. Tutta la trama ruota intorno all’amore, anche se non ce ne rendiamo conto subito perché veniamo assorbit*, durante la lettura, dal vortice delle vicissitudini dei protagonisti: l’amore in ogni sua forma e dimensione, verso un partner, un figlio, una figlia, un genitore, un nipote. È una storia che ti trascina all’interno pagine, ti lascia la sensazione di aver vissuto davvero accanto ad ogni singolo personaggio, di aver spiato le loro vite da dietro una spalla e aver partecipato alle loro gioie e ai loro dolori. Difficilmente dimenticherò la famiglia Sorenson....more
Giulia Caminito parla dei luoghi della mia infanzia, della mia adolescenza, della mia vita. Roma nord è il mio quadrante della città, dove vivo, ho viGiulia Caminito parla dei luoghi della mia infanzia, della mia adolescenza, della mia vita. Roma nord è il mio quadrante della città, dove vivo, ho vissuto e vivrò, ma a Corso Trieste non ho dovuto subire tutte le angherie che ha subìto la protagonista, di cui scopriremo il nome solo alla fine della storia. Il lago di Bracciano è il lago di Roma, lo frequento fin da bambina e ho saputo muovermi senza difficoltà tra le descrizioni di Anguillara Sabazia, Trevignano Romano o del centro storico di Bracciano. C’è molta denuncia sociale in questo romanzo di formazione, tra le difficoltà di crescere in un ambiente povero e senza risorse, all’assegnazione di una casa popolare, l’abusivismo. La vergogna di non essere all’altezza dei propri coetanei, la frustrazione di crescere con una madre padrona, studiare ossessivamente per anni e anni e ritrovarsi comunque senza uno straccio di lavoro. Sono tutti temi attualissimi e che ci riguardano da vicino, ma mi aggrego a chi ha ritrovato molto di Elena Ferrante, Donatella Di Pietrantonio nella scrittura di Caminito, usando, però, sinonimi, ripetizioni a non finire, voli pindarici per ogni singola descrizione. Nonostante ciò, ho divorato avidamente le pagine di questo romanzo, anche il brusco rallentamento della parte centrale e non ho potuto fare a meno, a volte, di ritrovarmi nella rabbia di G....more
Eccolo qui, “il piccolo miracolo” di cui parla il Sunday Times. Piccolo romanzo, piccolo racconto, chiamatelo come preferite: le 71 pagine che compongoEccolo qui, “il piccolo miracolo” di cui parla il Sunday Times. Piccolo romanzo, piccolo racconto, chiamatelo come preferite: le 71 pagine che compongono questa storia sono di una delicatezza e di un’intimità rare e mi è sembrato di trovarmi davvero nella parte più rurale dell’Irlanda di metà Novecento. La bambina protagonista, dal nome non precisato, scoprirà cosa vuol dire essere amati davvero, ricevere cure e attenzioni senza dover competere con la moltitudine di fratelli e sorelle che compongono la sua vera famiglia. Non nego che alla fine è scesa una lacrima di commozione, leggendo della consapevolezza raggiunta dalla bambina e il suo non voler lasciare andare un amore così incondizionato. ...more
Gianluca Gotto non si arroga il diritto di insegnare ai lettori cosa sia il buddismo o quale sia il metodo migliore per imparare a meditare. Ma, attraGianluca Gotto non si arroga il diritto di insegnare ai lettori cosa sia il buddismo o quale sia il metodo migliore per imparare a meditare. Ma, attraverso le sue esperienze dirette e il suo vissuto, ci racconta come si è avvicinato a questa pratica zen sempre più diffusa e blasonata in Occidente. Lo fa con un linguaggio chiaro, pulito, che trasmette serenità e calma attraverso le pagine. È riuscito a donarmi qualche attimo di tranquillità mentale, e nonostante non sia avvezza a questo genere di letture, è stato un piacevole passatempo. ...more
Festa mobile e ricordi mobili, quelli di Hem (per gli amici), che racchiuse in questo splendido memoire, anche se la sua memoria era stata manomessa dFesta mobile e ricordi mobili, quelli di Hem (per gli amici), che racchiuse in questo splendido memoire, anche se la sua memoria era stata manomessa dall’elettroshock, dalla malattia, dalla depressione. Racconta una delle versioni migliori di Parigi, quella degli Anni ‘20, brulicante di vita e dei suoi incontri con alcuni dei mostri sacri della letteratura del Novecento: gli eccentrici coniugi Fitzgerald, l’enigmatico Joyce, il pacato Ezra Pound. Sono solo alcune delle amicizie strette da un Hemingway in erba e squattrinato, che viveva alla giornata, dopo aver lasciato il giornalismo per dedicarsi ai racconti e ai romanzi, ma felice con la sua prima moglie, Hadley, e il suo primo figlio, Bumby. Si scriveva ad ogni ora del giorno, seduti al tavolo di uno dei numerosi Cafè parigini, si beveva alcool, tanto alcool e si aveva la possibilità di scambiare opinioni, vivere avventure con le migliori menti dell’epoca. È un’opera rimasta incompiuta, curata dal nipote Sean e comprensiva di frammenti non inclusi da Hem, oltre che da piccoli trafiletti scartati e rivisionati molteplici volte. L’anima di Hemingway scrittore traspare in ogni riga e si percepisce quanto volesse ricordare uno dei suoi periodi di più intensi e felici, prima che il tempo divorasse tutti i suoi ricordi....more
Tutto ciò che sappiamo, all’inizio, è che due coppie sposate, Paul e Claire, Serge e Babette, stanno per incontrarsi in un lussuoso ristorante p3.5 ⭐️
Tutto ciò che sappiamo, all’inizio, è che due coppie sposate, Paul e Claire, Serge e Babette, stanno per incontrarsi in un lussuoso ristorante per discutere del futuro dei loro figli. Questi ultimi, tornando da una festa, hanno picchiato e ucciso una barbona, che dormiva davanti allo sportello di un bancomat, per il solo piacere di farlo o per liberarsi di quello che loro consideravano l’ennesimo scarto della società. I capitoli sono scanditi come le portate della cena, dall’antipasto fino al dessert e alla mancia e la narrazione è una sorta di flusso di coscienza di Paul, inframmezzato da flashback utili alla comprensione della situazione in cui si trovano nel presente. Nessuno dei protagonisti ha la coscienza pulita, ognuno di loro nasconde qualcosa e trama per uscirne nel miglior modo possibile: scopriranno che tutti dovranno sacrificare qualcosa. Paul non è il miglior narratore che si possa desiderare e non si fa amare neanche un po’ con la sua saccenza, il suo estremismo e i suoi scatti collerici. Ma il ritmo, in fondo, tiene botta e l’escamotage dei flashback fa sì che la tensione aumenti, fino ad arrivare allo scoppio della bomba finale. ...more
Marina Sarracino, la mente che ha ideato questa raccolta di leggende italiane “moderne”, ha avuto una bella pensata: ha riunito alcuni scrittori emergMarina Sarracino, la mente che ha ideato questa raccolta di leggende italiane “moderne”, ha avuto una bella pensata: ha riunito alcuni scrittori emergenti (molti di loro con la passione per occulto e horror) e, ispirandosi alle antiche leggende italiane, che da secoli fecondano la nostra cultura, sono riusciti a creare delle nuove leggende della tradizione. Alcune più scontate, altre più banali, altre ancora, invece, più originali, ma tutte con un unico fil rouge: fantasmi, spiriti, presenze oscure e folletti dispettosi. Ho conosciuto questa casa editrice la scorsa edizione del Più Libri Più Liberi a Roma e ho voluto dar loro fiducia. Devo dire che non sono per niente delusa, nonostante mi aspettassi qualcosa di più, ma sono sicura che, alla prossima fiera all’interno de La Nuvola, mi fermerò al loro stand per acquistare qualche altro volume....more
Regalatomi lo scorso Natale e non ancora letto, ho pensato fosse arrivato il momento di iniziarlo dopo la vincita del Premio Strega, spinta dalla curiRegalatomi lo scorso Natale e non ancora letto, ho pensato fosse arrivato il momento di iniziarlo dopo la vincita del Premio Strega, spinta dalla curiosità. In “L’età fragile” Donatella di Pietrantonio si ispira ad un fatto di cronaca nera realmente accaduto sulla Maiella negli Anni ‘90. E, come tutte le piccole realtà che vengono colpite da queste tragedie, ne rimase profondamente segnata. Di Pietrantonio mescola la cruda realtà che deve affrontare un piccolo paesino sugli Appennini abruzzesi, dopo il brutale omicidio di due ragazze, al rapporto tra Lucia, la voce narrante della storia, con sua figlia Amanda. O con suo padre, la sua amica d’infanzia Doralice, il suo quasi ex marito Dario. Tutte situazioni diverse in cui emerge la fragilità di Lucia, la fragilità di Amanda o quella del padre. L’età fragile non si riconduce ad un numero specifico, poiché tutti lo siamo, dal momento in cui esaliamo il primo respiro e per tutta la nostra esistenza. Di sicuro, è una storia commovente e struggente, non facile da mandar giù, ma anche per me non è scattata quella scintilla e non mi sento di annoverare questo romanzo tra le mie migliori letture della prima metà del 2024....more
La sfolgorante Elettra, il cui nome deriva da uno dei tanti appellativi del dio del Sole, figlia di Agamennone e Clitennestra, principessa di Micene, La sfolgorante Elettra, il cui nome deriva da uno dei tanti appellativi del dio del Sole, figlia di Agamennone e Clitennestra, principessa di Micene, non è l’unica protagonista dell’omonimo romanzo. È una storia corale, che dà voce ad alcune delle donne che hanno subito le conseguenze della guerra di Troia, tra cui Elena, Clitennestra e Cassandra. Solo nella terza parte Elettra acquisirà tutto lo spazio della narrazione che le è dovuto e avrà finalmente la sua vendetta. Jennifer Saint ci rimanda il punto di vista di ognuna di loro, mentre vivono le stesse vicende, così da poter comprendere meglio la soggettività delle reazioni e scegliere con quale di loro empatizzare di più. I miti greci romanzati sono tra i miei guilty pleasures dai tempi del liceo e nonostante non ci sia bisogno dell’ennesimo romanzo del genere, non mi fermerò dal leggere quelli di cui vale davvero la pena. ...more
In occasione di Più Libri Più Liberi, la fiera della piccola e media editoria che si svolge ogni anno a Roma, ho avuto modo di scambiare quattro chiacIn occasione di Più Libri Più Liberi, la fiera della piccola e media editoria che si svolge ogni anno a Roma, ho avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con Elisabetta Garieri, la traduttrice, che ha curato questa piccola raccolta di fiabe greche. L’intento di Aiora è diffondere e far conoscere la letteratura greca contemporanea, dai romanzi alle poesie, che da sempre vive all’ombra delle mastodontiche opere classiche e correlata mitologia. I rimandi ad alcune delle figure mitologiche sono inevitabili, poiché fanno parte della cultura greca da millenni, ma non ci si deve aspettare la classica raccolta di storie nello stile di Esopo, anzi. Mi fa sorridere come le dinamiche narrate in esse siano molto simili a tutte le altre fiabe nordiche di cui ho letto finora ed è l’ennesima riprova di quanto i popoli si siano influenzati, mescolati l’uno con l’altro nel corso dell’evoluzione. ...more
È arrivato quel momento dell’anno, durante il quale dedico il (poco, purtroppo) tempo libero alle mie letture “guilty pleasures”: i miti greci romanzaÈ arrivato quel momento dell’anno, durante il quale dedico il (poco, purtroppo) tempo libero alle mie letture “guilty pleasures”: i miti greci romanzati e retelling vari ed eventuali. Natalie Haynes ci restituisce una visione della Gorgone Medusa totalmente diversa dal mostro di cui ci hanno sempre narrato, facendo sì che emerga tutto il suo lato umano e mortale. Sì, perché Medusa, nonostante sia figlia di Ceto e Forco, dèi dei mari, non è immortale come le sue sorelle Gorgoni: verrà accolta, cresciuta e amata come una di loro, finché il tracotante Perseo non porterà dolore e violenza nelle loro vite idilliache. Ammetto di aver trovato un po’ forzato il fatto di voler umanizzare e portare nella contemporaneità gli dèi Olimpi e i vari personaggi, ma ho amato gli intrecci narrativi e la coralità del racconto, fusi perfettamente con la conoscenza del mondo classico dell’autrice. Haynes ci porta a riflettere su chi sia davvero il mostro della storia, se colei dall’aspetto così diverso dal nostro, che va oltre la nostra idea di “normalità” e umanità oppure colui che si è fatto carico di spezzare una vita innocente per i propri interessi.
“Gli uomini vi diranno che le Gorgoni sono dei mostri, ma gli uomini sono degli stolti. Non colgono alcuna bellezza al di là di quella che vedono. E quella che vedono è una piccolissima parte di ciò che esiste”....more
Questa piccola raccolta di leggende racchiude solo alcune delle storie più diffuse della tradizione napoletana, orale e non. Il lessico utilizzato da Questa piccola raccolta di leggende racchiude solo alcune delle storie più diffuse della tradizione napoletana, orale e non. Il lessico utilizzato da Matilde Serao è quello di fine ‘800, quindi sicuramente meno scorrevole rispetto a quello moderno. Il volumetto non si distingue certo per originalità, ma le descrizioni dei luoghi più conosciuti della città partenopea sono evocative e ho percepito tutto il romanticismo e il misticismo che poche città come Napoli trasmettono....more