Il viaggio di un occidentale un po’ sprovveduto nella capitale del Giappone e un omaggio agli eroi del manga. "Viaggio a Tokyo" è un’avventura allucinata sulle orme dei grandi autori del fumetto gekiga Tsuge Tadao e suo fratello Yoshiharu. Un diario sgangherato alla ricerca di un senso per una vita di rese e sconfitte. Un racconto onirico e grottesco delle abitudini dei suoi abitanti tra quartieri a luci rosse, foreste dei suicidi, karaoke, manga kissaten, love hotel, templi buddhisti e negozi di jeans. Un viaggio e un’educazione sentimentale in una grande metropoli e nell’immaginario del fumetto giapponese, tra grandi icone pop e autori meno celebrati. La storia di un paradiso trovato, rinnegato e perduto per sempre.
Vincenzo Filosa (Crotone, 1980), fumettista e traduttore dal giapponese, dopo le pubblicazioni underground su antologie come Futuro Anteriore, Zero Tolleranza, Spaghetti, Crack Antologia, Deriva, Epoc, Lamette, Gilette, è tra i fondatori dell’etichetta indipendente Ernest, ed autore per Canicola e Delebile.
Nel 2011 realizza per la rivista Domus un servizio a fumetti sull’architetto giapponese Shigeru Ban. Nel 2012 illustra la ZeroGuida di Roma e inoltre è tra gli invitati alla mostra Nuvole di Confine, Graphic Journalism L’arte del reportage a fumetti, con un catalogo edito da Rizzoli Lizard. Vive a Milano.
Vincenzo Filosa vola a Tokyo per rifornirsi degli strumenti necessari per scalare una montagna. La montagna sono i grandi autori di gekiga, ai quali vuole ispirarsi per diventare un fumettista. Gli strumenti sono le decine di volumi mai pubblicati in Italia comprati da Mandarake, o forse condividere lo stesso suolo che ha dato la nascita ai fratelli Tsuge e a Osamu Tezuka. Un'anno in Giappone per studiare o forse per fuggire dai limitanti confini della città natale, entrambe probabilmente, per ritrovarsi in realtà confinato dentro di se, in un vortice di antidolorifici e insicurezza. Se sull'onda di quel viaggio avvenuto nel 2007 è nato questo volume nel 2015, direi che di fallimento non si può certo parlare. Anzi, Viaggio a Tokyo è un fumetto bellissimo, perfetto accompagnamento a Quaderni Giapponesi di Igort, due filtri attraverso i quali guardare un paese - spesso fin troppo "standardizzato" nella percezione popolare - e due dichiarazioni d'amore rivolte alle arti che da questi paese vengono. Due amori, appunto, diversissimi: uno, quello di Igort, contemplativo, in qualche modo sereno, l'altro, quello di Filosa, ossessivo e immerso nel disagio.
Si, affascinante il Giappone, e anche la sintesi grafica di Filosa, con i suoi personaggi iconizzati, dalle ombre espressive piuttosto che descrittive, le inquadrature frontali per gli ambienti, gli oggetti che si affastellano in porzioni pienissime della pagina, per contrastare adiacenti e bianchissime porzioni di nulla.
La storia però, che ha per picco emotivo (e di interesse) la ricerca del “migliore autore di fumetti al mondo”, per il resto del lavoro scorre con aria flaneur per un tessuto di perdigiorno periferici, con stacchi sincopatici che non lasciano il tempo di apprezzare o affezionarsi agli amici del protagonista.