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Danubio blu

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Ambientato all’inizio del secolo in un’isola vicino a Budapest, meta di villeggiatura della buona società ungherese, questo romanzo narra l’amore sfortunato di una ragazza dolce e sensibile per un bellimbusto vanesio e cinico. I tremori da innamorata si trasformano presto in disperazione, quando la ragazza scopre di avere nella propria madre la rivale più temibile. Quando il fiume in piena sommerge parte dell’isola, la ragazza si lascia portare via dalle acque del Danubio. Autore del celebre I ragazzi della via Paal, Molnár ha saputo dare una rappresentazione ironico-critica della vita borghese e della piccola nobiltà.

100 pages, ebook

Published November 18, 2011

About the author

Ferenc Molnár

141 books91 followers
Ferenc Molnár (Americanized name: Franz Molnar) was a Hungarian dramatist and novelist. During the World War II he emigrated to the United States to escape the Nazi persecution of Hungarian Jews.

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Profile Image for Orsodimondo [on a hiatus].
2,327 reviews2,255 followers
November 12, 2021
STORIA DI UNA BARCA SENZA PADRONE

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Budapest, il monumento ai ragazzi di via Pál in Pál utca.

1902: cinque anni prima di via Pál.
Ma, ancora, ragazzi.
Fragili e coraggiosi come quegli altri dell’opera più famosa.

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Ferenc Molnár fu saccheggiato dal cinema: 1916, qui il poster di un film muto, “Doctor Ur – Il signor dottore” diretto dal regista ungherese Manó Kertész, che una volta approdato a Hollywood cambiò il nome in Michael Curtiz e diventò famoso per “Casablanca”.

E ancora Budapest, negli anni della bella epoque, anni della doppia monarchia, capitale Budapest e capitale Vienna, Impero d’Austria e Regno d’Ungheria (la Cacania di Musil, la mitteleuropa)

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1917: la prima versione cinematografica de “I ragazzi di via Pál“ diretta da Béla Bartogh.

Chi conosce I ragazzi di via Pál sa che dal patetico non si potrà sfuggire: la protagonista donna-bambina vive un amore tragico e impossibile per un giovane fatuo, l’animo di lei si agita come le acque del Danubio...
Ma Molnár sa coniugarlo con l’ironia (al contrario di qualche suo collega della stessa epoca sempre figlio di bandiera tricolore).

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1929: Lyonel Barrymore dirige “His Glorious Night – Ladro d’amore" da una commedia di Molnár “Olympia – Gli occhi azzurri dell’imperatrice”.

Qui le protagoniste sono due ragazzine, una sognatrice immersa in un mondo di poesia (Heine), l’altra smorfiosa e futile tutta focalizzata sul matrimonio. Nonostante la scelta di protagoniste femminile, non mi pare che Molnár brilli per acutezza psicologica verso l’altro sesso: si muove abbastanza su modelli standard con una vena di non so quanto sottesa misoginia.
[Mi chiedo se questo possa avere a che fare con i suoi tre matrimoni: il primo a ventotto anni, durato meno di sei mesi – seguì quello senza troppa convinzione con un’attrice – appena divorziò da questa, sposò una sedicenne, sempre attrice, ma ovviamente ancora in erba].

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1934: versione di via Pál firmata Frank Borzage col titolo “No Greater Glory”.

E come in via Pál ci si muove lungo il confine che separa l’adolescenza dalla maturità, quella sottile linea d’ombra, che sembra elastica, ma, mi pare, che una volta varcata sia non più recuperabile.

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1934: Fritz Land dirige “Liliom – La leggenda di Liliom”.

Nelle pagine di Molnár la capitale ungherese freme di vita: caffè e teatri, giornalisti e attrici, boulevard e carrozze, aristocratici borghesi operai e contadini, ebrei slovacchi svevi magiari, baffi arroganti e svettanti cappelli a cilindro.
Ma per tutti, Parigi era il faro, modello che si cercava di imitare.
Protagonista diventa l’isola Margherita, la lingua di terra in città circondata dal Danubio, da due secoli parco e luogo di divertimento.

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Billy Wilder attinse da Molnár due volte: qui, 1961, “Uno, due, tre!”. Nella foto James Cagney e Pamela Tiffin. Nel cast anche Horst Buchholz.

Molnár raggiunse ampia fama col teatro (è stato parecchio rappresentato anche da noi). Durante la seconda guerra mondiale, per lui, ebreo e celebrità, Budapest diventò inospitale e pericolosa: riuscì a emigrare negli USA con la speranza di approdare a Hollywood. La mecca del cinema annoverò tra i suoi fondatori una vera folla di ebrei ungheresi, russi, polacchi, austriaci, tedeschi, scrittori e cineasti in fuga dall’orrore nazista. Ma sbarcò a New York e lì rimase, senza ritrovare il successo lasciato in patria (nonostante il cinema l’abbia ripetutamente omaggiato). Morì nel 1952.

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1968: ennesima versione del classico “A Pál utcai fiúk“, questa volta a colori, firmata Zoltán Fábri.

PS
Storia di una barca senza padrone è il titolo originale di questa novella.
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952 reviews34 followers
February 17, 2022
Un racconto breve e pieno di dolcezza, la triste storia di un amore giovanile e impossibile, vissuto da una ragazza troppo matura e sensibile per la sua giovane età, il cui animo scorre e vacilla come il Danubio, ingombrante protagonista della storia.
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