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70 pages, Paperback
First published January 1, 1956
“Our game is possibly a little strange,” his host confessed cautiously. “What we do at these evenings is to play at our old professions.”
The guests smiled again, politely, discreetly.
Traps was perplexed. How was he to interpret that?
“Well,” his host explained, “I used to be a judge, Herr Zorn a prosecuting attorney, and Herr Kummer a trial lawyer. And we play at holding court.”
“I have never yet met a defendant who made such reckless statements with greater assurance.”
Traps laughed. “Don’t worry about a thing, my friend,” he said. “Wait till the interrogation begins. I won’t lose my head, I assure you.”
This remark was followed by a deathly silence such as had fallen once before. All noise of chewing, of smacking lips, of sipping wine, ceased abruptly.
“You unfortunate wretch,” the lawyer groaned. “What do you mean by ‘wait till the interrogation begins’?”
“Oh,” Traps said, heaping salad on his plate, “has it begun already?”
Racconto molto breve che si legge in un lampo.
L'espediente narrativo è ben noto ed è stato utilizzato da molti autori in passato:
- un emerito signor nessuno rimane bloccato in una piccola cittadina da un guasto alla macchina
- nella piccola cittadina non si trovano posti letto liberi per trascorrere la notte
- l'emerito sconosciuto accetta di dormire a casa di un cortese anziano del luogo che si offre di ospitarlo
- l'anziano signore è solito fare un gioco un po' particolare ogni sera con altri 3 amici vecchietti
- l'emerito sconosciuto decide di partecipare al gioco, che avrà uno svolgimento e un esito del tutto inattesi
E allora perché parlarne? E perché consigliarlo poi?
Prima di tutto perché non è affatto semplice racchiudere in così poche pagine una storia tanto significativa e tanto interessante; e Dürrenmatt è una grande penna.
In secondo luogo, nonostante la brevità del testo, l'autore è riuscito a farmi riflettere su almeno due questioni.
Nell'era dell'apparire, quanto siamo disposti a sembrare qualcosa che non siamo, anche mentendo, pur di sentirci importanti?
E soprattutto, chi può dirsi davvero senza colpa in questo mondo? Chi può dire di aver avuto una vita talmente specchiata da considerarsi del tutto esente da colpe e torti?
Il racconto, che ruota attorno ad una variazione sul tema della giustizia, particolarmente caro all'autore, finisce con l'indagare la natura umana e la percezione soggettiva di concetti quali responsabilità e moralità, ma anche colpa e giustizia.
Con una scrittura precisa e senza fronzoli, va dritto al punto con meccanismi narrativi perfetti. Un gioiellino che consiglio a tutti.