Recensione: De Grandes espérances
- Rebecca Marder illumina l'intenso thriller di Sylvain Desclous ambientato nell'anticamera delle alte sfere politiche, tra il desiderio di cambiare il mondo e il confronto con la realtà
“Mio padre pensa che tu sia un ribelle, che ti sei approfittato di me, della nostra famiglia". In Francia, come in molti altri Paesi, i confini delle classi sociali, quando le aree di potere più influenti si incontrano, si rivelano spesso particolarmente sottili e le migliori intenzioni possono scontrarsi con porte chiuse invisibili quando non provengono dalla classe dominante. Questa chiusura è rafforzata dall'estrema selettività dell'istruzione superiore e dal primato delle "grandes écoles", come l'ENA (Ecole Nationale d'Administration, ribattezzata l'anno scorso Institut National du Service Public), dove si formano i migliori funzionari pubblici francesi. È questo lo sfondo del secondo lungometraggio di Sylvain Desclous, De Grandes espérances, che uscirà nelle sale francesi il 22 marzo distribuito da The Jokers e che si apre in una Corsica estiva con una giovane coppia di studenti che si prepara all'esame di ammissione all'ENA, in attesa dei risultati degli esami scritti per sapere se saranno ammessi al "Grand Oral".
Ospitata nella lussuosa villa affittata dai genitori di Antoine a Lione (un ottimo Benjamin Lavernhe in un ruolo difficile), Madeleine (Rebecca Marder) viene notata da un altro membro della famiglia: Gabrielle (Emmanuelle Bercot), ex ministro. Va detto che la giovane ha tutte le carte in regola per piacere alla donna ,che ancora deputata socialista: proviene da un sobborgo difficile di Lione, è la prima borsista ad essersi classificata al primo posto a Sciences-Po Lille ed è appassionata di economia sociale e solidale, tanto che si dichiara con un idealismo molto concreto a favore dell'acquisizione delle fabbriche in difficoltà da parte di cooperative di lavoratori e per una regolamentazione generale dei salari in una scala da 1 a 20. Il futuro non potrebbe essere più promettente per la bella Madeleine, alla quale Gabrielle offrirà presto un lavoro come assistente parlamentare. Ma nel frattempo si verifica una terribile tragedia, che suggella un segreto pesantissimo tra Madeleine e Antoine. Una spada di Damocle che percorrerò l'intero film e metterà in luce crepe sempre più evidenti e pericolose…
"Non farmi la morale”. Intrecciando film poliziesco, storia di ambizione politica e violenza, storia d'amore e di vigliaccheria, rapporti complessi con i padri, segreti e bugie, colpi bassi e sopravvivenza quando sono in gioco interessi vitali, Sylvain Desclous lavora sulla multiforme zona di attrito tra il vecchio e il nuovo mondo. Il ritmo del film, la fotografia di Julien Hirsch e le musiche di Florencia Di Concilio confezionano una sceneggiatura che cerca di abbracciare molti temi e soprattutto offre all'astro nascente Rebecca Marder (apprezzata di recente in Mon crime [+leggi anche:
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scheda film] e Simone, le voyage du siècle) un ruolo di spicco in una filmografia che senza dubbio si arricchirà molto rapidamente.
Prodotto da Sésame Films in coproduzione con Auvergne-Rhône-Alpes Cinéma, De Grandes espérances è venduto da Loco Films.
(Tradotto dal francese)
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