Recensione: Prélude
- Il primo lungometraggio di Sabrina Sarabi, molto ben scritto, diretto e interpretato, trasforma un giovane pianista, nuova recluta in un prestigioso conservatorio, in un eroe romantico assoluto
E’ un primo lungometraggio molto ben fatto, scritto in modo impeccabile, messo in scena con la moderazione e l'esaltazione che il soggetto richiede, e sostenuto con fermezza dai suoi attori, quello che ha presentato la sceneggiatrice e regista Sabrina Sarabi in anteprima mondiale nella sezione New German Cinema del 37° Festival di Monaco. L'ambientazione di Prélude [+leggi anche:
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scheda film] è un conservatorio di musica di altissimo livello, con la sua grande aula spoglia e le sale per le prove quasi monastiche, e il giovane eroe, nel senso più romantico del termine, è David (Louis Hofmann), una nuova recluta della sezione pianistica la cui dedizione al lavoro supera presto il calmo e implacabile rigore della sua insegnante (Ursina Lardi), alle cui orecchie non sfuggono nemmeno le imperfezioni interpretative più impercettibili. A questi personaggi si aggiunge Walter (Johannes Nussbaum), il rivale musicale e amoroso dall’aspetto di angelo insolente, che prova crudele piacere nel tormentare David con regolarità inesorabile, la stessa della sua pallina da ping-pong che rimbalza incessantemente nel silenzio della notte.
E poi c'è Marie von Lilienthal, interpretata da Liv-Lisa Fries, nei panni di una falsa ingenua e tormentatrice, i cui abiti sapientemente fioriti nascondono un corpo non convenzionale e un viso puro, che si staglia sul suo collo esile, dietro cui si celano pensieri inaspettatamente subdoli (almeno per David). Dal loro primo incontro (in cui lei è quasi un'apparizione), David è affascinato, catturato, e la sua monomania (che si esprime in una miscela di introversione ed espansività che corrisponde alle qualità ideali che si presume che un pianista debba avere), cambia oggetto, mettendo a rischio anche la sua possibilità di vincere la borsa di studio a Julliard che tutti i suoi compagni bramano, oltre a scuotere il suo fragile equilibrio di fronte a un desiderio che David non può nemmeno avvicinarsi a soddisfare con qualcosa di concreto, come il lavoro, un desiderio verso il quale si limita a galoppare appassionatamente nelle sue fantasie.
Con il suo titolo che indica qualcosa che comincia, ma anche qualcosa di non ancora compiuto, e il suo classicismo che rimanda ad altri tempi (in questo contesto, che più tedesco non si può, dove tutti sono biondi con gli occhi chiari, dove gli studenti, il cui portamento è perfetto, si danno del voi e discutono di nozioni come "Heimat", patria e nazione, e dove gli amanti si leggono a vicenda brani di libri), Prélude si collega chiaramente alla grande tradizione del racconto romantico sulle pene dell'adolescenza e le prime emozioni d'amore, molto ben rappresentate da Hofmann che, nonostante alcune esplosioni emotive che lasciano intravedere la tempesta in atto dentro David in un universo che gli sembra ostile e gli mette pressione a tutti i livelli, come se tutto gli si rivoltasse contro, rimane a lungo ritirato e imperscrutabile. Allo stesso modo, la messa in scena, molto controllata senza pesantezza, si alterna tra voluttà e freddezza, turbinii onirici e inquadrature fisse, per riportare di questa età la confusione e la follia pericolosa in maniera piuttosto soggettiva, ma senza mai permettere allo spettatore di avvicinarsi troppo.
Prélude è prodotto da Weydemann Bros., che si occupa delle vendite internazionali. In Germania, il film uscirà il 28 agosto, distribuito da X Verleih.
(Tradotto dal francese)
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