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Suicidio

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Suicidio (E. Manet, 1877-81)

Citazioni sul suicidio.

Citazioni

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  • Accettare la morte non significa affrontare la morte. I gladiatori, che erano dei professionisti della morte, riuscirono sempre dei pessimi soldati. Nel suicida non è difficile scorgere un insano amore alla vita, un edonismo irragionevole, incapace di concepire l'avversità come un elemento insopprimibile dell'esistenza. La morbosa pietà per i suicidi è una delle forme della pubblica immoralità. (Mario Missiroli)
  • A che serve | sbarazzarsi del mondo, | quando nessun'anima mai sfugge al destino eterno della vita? (Edgar Lee Masters)
  • A poco a poco venne su di me una grande chiarezza. Non ci si poteva mai uccidere; la vita era degna di essere vissuta, perché Lui l'aveva donata. Ed essendo degna di essere vissuta, era anche giusto che venisse offerta diversamente da una cosa di cui non si ha più semplicemente voglia. (Adrienne von Speyr)
  • A questo punto | cercate di non rompermi i coglioni | anche da morto. | È un innato modo di fare | questo mio non accettare | di esistere. | Non state a riesumarmi dunque | con la forza delle vostre incertezze | o piuttosto a giustificarvi | che chi ammazza è un vigliacco: | a creare progettare ed approvare | la propria morte ci vuole coraggio! | Ci vuole il tempo | che a voi fa paura. | Farsi fuori è un modo di vivere | finalmente a modo proprio | a modo vero. | Perciò non state ad inventarvi | fandonie psicologiche | sul mio conto | o crisi esistenziali | da manie di persecuzioni | per motivi di comodo | e di non colpevolezza. | Ci rivedremo | ci rivedremo senz'altro... | Addio bastardi maledetti | vermi immondi | addio noiosi assassini. (Salvatore Toma)
  • Ai nostri giorni, il suicidio è considerato un fatto di neurastenia, anzi di viltà, ed esso crea una sensazione di orrore. Presso i Romani, lo compiono gli uomini più degni e più posati: arriva un momento in cui la somma dei disgusti che si provano e che si aspettano è troppo superiore alla somma dei diletti; ci si uccide, e questo viene chiamato l'«uscita ragionevole» (insisto sulla parola «ragionevole», del tutto opposta alla nostra concezione moderna, per la quale il suicidio equivale più o meno allo squilibrio mentale). Non ci si dice che Bruto o Menenio si siano suicidati in una crisi di depressione nervosa; ci si dice che sono vinti e ci si fa capire che s'instaura un ordine che non vogliono sopportare; questa ragione pare più che sufficiente per giustificare il loro suicidio. (Henry de Montherlant)
  • – Allora, – disse d'Artagnan, lasciando cadere le braccia con scoraggiamento, – è inutile lottare ancora: tanto vale che mi bruci le cervella e facciamola finita!
    – Questa è l'ultima sciocchezza da fare, – disse Athos, – perché è la sola cui non c'è rimedio. (Alexandre Dumas padre)
  • Amici! Ora io sono dinanzi al sipario, e mi appresto ad alzarlo per vedere se dietro di esso ci sia più pace che di qua. Non si tratta dell'impulso di una folle disperazione. Conosco troppo bene la catena dei miei giorni dai pochi anelli che ho vissuti. Sono stanco di andare avanti. Qui io voglio morire completamente o almeno rimanere per la notte. Qui riprenditi, o natura, la mia materia, impastala di nuovo nella massa degli esseri, fa' di me un cespuglio, una nube, tutto quello che vuoi, anche un uomo; ma non più me! Siano rese grazie alla filosofia se il corso dei miei pensieri non è ora turbato da alcuna pia commedia. Penso abbastanza, non temo nulla: bene, via dunque il sipario! (Georg Christoph Lichtenberg)
  • Bisogna essere prudenti quando ci si ammazza, se no si fanno delle figure! (Giorgio Gaber)
  • Ci si può domandare se è ragionevole e morale – questi due termini sono inseparabili – uccidersi.
    No! Uccidersi è irragionevole, così come tagliare i polloni di una pianta che si vorrebbe estirpare. Essa non morrà, crescerà irregolarmente, ecco tutto. La vita è indistruttibile, al di là del tempo e dello spazio. La morte non può che cambiarne la forma, mettendo fine alla sua manifestazione in questo mondo. Ma rinunciando alla vita in questo mondo, io non so se la forma che essa prenderà altrove, mi sarà più gradita e in secondo luogo io mi privo della possibilità di imparare e di acquisire a profitto del mio io, tutto ciò che avrei potuto apprendere in questo mondo. D'altra parte e soprattutto, il suicidio è irrazionale perché, rinunciando alla vita a causa del disgusto che essa mi provoca, io mostro di avere un concetto errato dello scopo della mia vita, supponendo che serva al mio piacere, mentre essa ha per scopo, da un lato, il mio perfezionamento personale e dall'altro la cooperazione all'opera generale che si compie nel mondo.
    Ed è per questo che il suicidio è immorale. All'uomo che si uccide, la vita era stata data con la possibilità di vivere fino alla sua morte naturale, a condizione di essere utile all'opera generale della vita e lui, dopo aver goduto della vita, finché gli è parsa gradevole, ha rinunciato a metterla al servizio dell'utilità generale, appena gli è divenuta spiacevole; mentre verosimilmente egli cominciava a divenire utile nel preciso istante in cui la sua vita si incupiva, perché ogni lavoro comincia con travaglio. (Lev Tolstoj)
  • Ci sono mille modi di suicidarsi. Balzac scelse il caffè, Verlaine l'assenzio, Rimbaud l'Etiopia, l'Occidente la democrazia, e Guevara la giungla. (Jean Cau)
  • Come avviene a un disperato spesso, | che da lontan brama e disia la morte, | e l'odia poi che se la vede appresso, | tanto gli pare il passo acerbo e forte. (Ludovico Ariosto)
  • Come le luci del penitenziario si smorzano quando viene accesa la corrente per la sedia elettrica, così trema il nostro cuore davanti a un suicidio, perché non vi è una sola morte volontaria per la quale l'intera società non sia da biasimare. (Cyril Connolly)
  • Così come una pietra cade dalla mano sulla tomba del suicida, così d'altro canto era dura la battaglia del pover'uomo che giustamente si è ucciso. Egli gettò alla morte uno sguardo angoscioso e le si rivolse inorridito; poi, tremando, la prese alla lontana; ma di giorno in giorno le si avvicinò sempre di più e all'ultimo gettò le braccia stanche al collo della morte e la guardò negli occhi: e lì c'era la pace, la pace più dolce. (Philipp Mainländer)
  • È certo che l'uomo il più sano, e fors'anco il più gaio, potrà, capitando il caso, determinarsi al suicidio; ciò succederà quando l'intensità dei dolori o d'una sventura prossima ed inevitabile sarà più forte dei terrori della morte. (Arthur Schopenhauer)
  • E se non si può vivere con le qualità e con la autorità che l'uomo desidera, non per questo volere morire. Perché oltre che la vita è meglio che la morte, possono facilmente tornare de' tempi e degli accidenti, che a chi sarà morto non faranno frutto alcuno, ma a chi fussi ancora vivo restituirebbono la sua degnità. (Francesco Guicciardini)
  • Epitaffio del suicida: veni vidi fugi. (Alessandro Morandotti)
  • Ho tentato il suicidio due o tre volte, ma per una ragione o per l'altra ho fallito: semplicemente non ero un vero professionista del suicidio. (Charles Bukowski)
  • I re e i preti, proscrivendo la dottrina del suicidio, hanno voluto assicurare la durata del nostro servaggio. Essi vogliono tenerci rinchiusi in una cella senza uscita, simili a quello scellerato dell'inferno dantesco che fa murare la porta della prigione dov'era rinchiuso lo sciagurato conte Ugolino. (Sébastien-Roch Nicolas de Chamfort)
  • Il gusto del suicidio è un dono. (Georges Bernanos)
  • Il suicida è un carcerato che, nel cortile della prigione, vede una forca, crede erroneamente che sia destinata a lui, evade nottetempo dalla sua cella, scende giù e s'impicca da sé. (Franz Kafka)
  • Il suicidio dimostra che ci sono nella vita mali più grandi della morte. (Francesco Orestano)
  • Il suicidio è il più puro atto filosofico. È anzi il reale principio della filosofia, e verso lui è rivolto ogni bisogno del giovane discepolo della filosofia. Solo questo atto risponde a tutte le condizioni e a tutti i caratteri dell'azione trascendentale. (Novalis)
  • Il suicidio è una condanna a morte della cui esecuzione il giudice incarica il condannato. (Guido Morselli)
  • Il suicidio fu l'ultima virtù degli antichi. Nel pieno disfacimento d'ogni principio morale e di ogni credenza, essi formarono sotto il nome di stoicismo una filosofia della morte: non sapendo più vivere eroicamente, vollero saper morire da eroi. (Francesco De Sanctis)
  • Il suicidio ha sempre un risvolto comico, e io non posso permettere di suscitare dell'ironia su di me. (L'amico di famiglia)
  • Il suicidio non deve essere giudicato per sé ma in rapporto al motivo che lo ispira e che da questo attinge il suo carattere. Come giudicheremo allora quei casi nei quali l'uomo, travolto dalla violenza delle circostanze od oppresso da un isolamento sconsolato, persuaso della vanità d'ogni suo sforzo e dell'inutilità, per sé e per gli altri, della sua vita, mette fine ad un'esistenza inutile e tediosa? Per me confesso che non so trovare dinnanzi a questi casi altro sentimento che quello di una profonda pietà. Il suicidio non è in questi casi una viltà: l'affrontare la morte volontariamente non è mai per sé una viltà ed esige una risoluzione disperata, alla quale un animo veramente vile non si ridurrà mai. È vero che generalmente il suicidio è la conclusione disperata di una vita anormale, alla quale hanno concorso forse anche la leggerezza e la colpa: ma il suicidio è anche l'espressione d'una condanna della vita condotta, la dimostrazione che non era spento nel cuore del suicida ogni buon sentimento: la morte disperata di Giuda prova che egli non era completamente perverso ed era capace ancora del più tormentoso rimorso. (Piero Martinetti)
  • Il suicidio permette di sfuggire alla vita; ma non permette di sfuggire alla caricatura postuma, e specialmente alla caricatura fatta, per leggerezza e passione, delle ragioni del vostro suicidio. (Henry de Montherlant)
  • Il suicidio, però, non è abominevole e inammissibile perché Dio lo ha proibito, ma al contrario Dio lo ha proibito perché, degradando al di sotto dell'animalità la dignità intrinseca dell'uomo, è abominevole. (Immanuel Kant)
  • Il suicidio! ma è la forza di quelli che non hanno più forza, è la speranza di quelli che non credono più, è il sublime coraggio dei vinti! Già: in questa vita c'è almeno una porta che possiamo sempre aprire per passare dall'altra parte! La natura ha avuto un moto di pietà: non ci ha imprigionati. (Guy de Maupassant)
  • Il suicidio non è voler morire, è voler sparire. (Georges Perros)
  • Il suicidio permette di sfuggire alla vita; ma non permette di sfuggire alla caricatura postuma, e specialmente alla caricatura fatta, per leggerezza e passione, delle ragioni del vostro suicidio. (Henry de Montherlant)
  • Il suicidio richiede un destinatario o dei destinatari. Qualcuno che noi decidiamo di punire, o viceversa di ammaestrare (vedi: Bruto). (Guido Morselli)
  • Il suicidio suscita un'avversione accompagnata da orrore per il fatto che ogni natura cerca di conservarsi: un albero percosso, un essere vivente, un animale; ora, nell'uomo, dovrebbe diventare un principio volto alla distruzione di se stessi proprio la libertà, che è il grado supremo della vita e quel che le conferisce valore. Ciò costituisce la cosa più spaventosa che si possa pensare, perché chi è giunto ormai al punto di disporre in ogni occasione di se stesso dispone anche della vita di tutti: a lui si aprono le porte verso ogni possibile vizio, dal momento che, prima che ci si possa impadronire di lui, egli è pronto a fuggire dal mondo. Il suicidio suscita dunque orrore, perché con esso l'uomo si pone al disotto delle bestie; e noi consideriamo un suicida alla stregua di una carogna [als ein Aas], mentre riserviamo la nostra pietà a chi è vittima della sorte. (Immanuel Kant)
  • – Io sono un tipo da monossido di carbonio. Respiri profondamente e te ne vai.
    – Meglio le pillole.
    – Ah, figurati...
    – Come sarebbe "figurati"?
    – Le pillole sono costose. Non pensarci nemmeno.
    – Non sapevo che il mio ipotetico suicidio avesse un budget.
    – Be', bisogna pensare a queste cose.
    – Guadagno undici centesimi l'ora, quando uscirò di qui non avrò una casa, non avrò nemmeno un lavoro e soprattutto nessuna prospettiva.
    – Tutti motivi in più per fare economia. Benvenuta nel mondo reale, principessa.
    – Questa non è una discussione sana.
    – Quando vai al poligono di tiro paghi quando te ne vai. Prendi una pistola e ti spari lì dove sei. Non costa niente. (Orange Is the New Black)
  • L'idea di togliersi la vita è, paradossalmente, un processo vitale, lento e progressivo, tutto sommato coerente, perché deve portare l'individuo ad accettare quell'esito come l'unico modo per uscire dalla propria dolorosissima, intollerabile condizione. E per riuscirci occorre forza, determinazione, perseveranza e anche un'enorme dose di coraggio. (Paolo Crepet)
  • La frequenza dei suicidi prova la decadenza delle idee e credenze religiose. (Mariano José Pereira da Fonseca)
  • La gente condanna i suicidi per dispetto della paura, che questi non hanno avuto. (Alfredo Oriani)
  • La vecchiaia arriva con un sorriso | per ogni bimbo amato. | La vecchiaia arriva per infastidire | i giovani che sognano il suicidio. (Red House Painters)
  • Le persone si uccidono. É crudele, ma capita. E possono farlo senza un motivo... perché, forse, non esiste nessuna buona ragione per morire... Ma, a volte, sembra anche cosí difficile trovarne una per vivere! (Dylan Dog)
  • Le più futili motivazioni d'un suicidio sono spesso le più pesanti da sostenere. (Robert Louis Stevenson)
  • Lo sai cos'è il suicidio? [...] L'estremo vaffanculo di chi vuole avere sempre l'ultima parola. (Patricia Cornwell)
  • Ma a che bene, dimmi? a che bene se tutto si dissolve nella nebbia maledetta, se la vita stessa è l'errore di cui non siamo responsabili, ma pur ne portiamo il peso, a che bene continuare se io lo so, se tu sai che mai ci potrà esser mutamento? a che bene? Sia pur violenza quella ch'io faccia a me stesso col suicidio, e che mi importa se pur dopo io sia distrutto nell'incoscienza? (Carlo Michelstaedter)
  • Ma quando uno si ammazza e ti coinvolge, facendo in modo che ci fossi tu dalle parti della sua esistenza in quei giorni, quindi che tu fossi anche dalle parti del suo suicidio, be'... quella persona ti costringe a tenertela nella tua vita e non se ne andrà mai anche se è morta e sepolta. Resterà il suo fantasma in casa tua, ovunque tu vada. (Alda Teodorani)
  • Mio padre si è suicidato perché i giornali del mattino lo deprimevano e lo potete biasimare? Con l'orrore, la corruzione e l'ignoranza e la povertà e i genocidi e l'AIDS e il riscaldamento globale e il terrorismo e quegli idioti dei valori della famiglia e quei maniaci delle armi. (Basta che funzioni)
  • Non che il suicidio sia sempre follia. [...] Ma in genere non è in un accesso di ragione che ci si ammazza. (Voltaire)
  • Non ci si toglie la vita per vendicarsi di qualcuno; no, ci si toglie la vita perché non c'è più la forza di vivere... (Sof'ja Tolstaja)
  • Non penserei mai di uccidermi – interviene Leonora – Ho troppa curiosità di sapere ciò che succederà domani. (Elena Poniatowska)
  • Non sprecate il vostro suicidio: ammazzate prima qualcuno che vi è odioso. (Marcello Marchesi)
  • Ogni suicidio è diverso, e privato. È l'unico modo per scegliere: perché le cose cruciali della vita, l'amore e la morte, non si scelgono; tu non scegli di nascere, né di amare, né di morire. Il suicidio è l'unico, arrogante modo dato all'uomo per decidere di sé. Ma io sono la dimostrazione che neppure così si riesce a decidere davvero. Il proiettile bucò il cuore e si conficcò nel pericardio, dov'è tuttora incapsulato. Ero a casa da solo. Anna, allora mia moglie, era partita; ma aveva lasciato le chiavi a un amico, che poco dopo entrò a vedere come stavo. (Gino Paoli)
  • Pecca chi sostiene che secondo le leggi di Dio questo ragazzo è dannato perché si è tolto la vita. Io dico che è stato il diavolo a sopraffarlo. È più colpevole questo ragazzo per la disperazione che lo ha colto di un innocente ucciso a tradimento nel bosco da un brigante? (Luther - Genio, ribelle, liberatore)
  • Per la maggior parte della gente il suicidio è come la roulette russa. (Jeffrey Eugenides)
  • Per suicidarsi bisogna amarsi molto. (Albert Camus)
  • Proprio così, come ho già dimostrato nella mia opera principale [vol. I della Philosophie der Erlösung] la morale di Cristo è nient'altro che il suo comandamento [Anbefehlung] di un lento suicidio; se si assume ancora il profetico tramonto del mondo inteso per aiutare, si potrà finire di dire che Cristo, così come Buddha, ha raccomandato il suicidio. Io perciò insisto su questo punto così tanto, come dovetti confessare apertamente, poiché lo spietato giudizio della maggior parte degli uomini, soprattutto dei preti, è davvero unico. Esso mi può ancora profondamente indignare. Inoltre vorrei spazzar via tutte quelle vuote motivazioni che possano distogliere gli uomini dal cercare la serena notte della morte, e se la mia professione di fede, cioè il fatto che mi sbarazzerò tranquillamente di questa esistenza, e se lo struggimento per la morte ancora di un poco aumenterà in me, allora potrò avere la forza per sostenere un altro solamente o altri ancora dei miei prossimi nella battaglia con la vita; così agirò. (Philipp Mainländer)
  • Quanto il cristianesimo abbia modificato la scienza e la morale e quindi l'arte antica, si può inferire da questo solo: il suicidio antico è virtù, il suicidio moderno è colpa: il suicida pagano è un eroe, il suicida cristiano è un codardo. (Francesco De Sanctis)
  • Quella sera, arrivato a casa nei sobborghi, contemplai seriamente il suicidio per la prima volta nella mia vita. Mentre però vi riflettevo, la prospettiva divenne fastidiosa oltre ogni sopportazione, e finii col concludere che sarebbe stata una faccenda grottesca. Rifuggivo, per indole dall'ammettere una sconfitta. (Yukio Mishima)
  • Questo è l'unico motivo per cui non possiamo lagnarci della vita: essa non trattiene nessuno. (Lucio Anneo Seneca)
  • Ricorda, al mondo c'è solo omicidio. Non esiste suicidio. (Evgenij Aleksandrovič Evtušenko)
  • Ricorda che la porta sta aperta. Non essere più timido dei ragazzini, ma, come quelli, quando il gioco non è di loro gradimento, dicono «Non gioco più», così anche tu, quando le circostanze ti sembrano altrettanto spiacevoli, dì semplicemente «Non gioco più» e vattene: se rimani, però, non lamentarti. (Epitteto)
  • Se un uomo si uccidesse non di colpo ma per gradi, dieci gradi, in modo che fosse cosciente di ogni grado, cioè si togliesse la vita a poco a poco sapendo quanta parte di essa se ne va, e potesse chiedersi: seguiti a voler morire? allora, penso, quanto più uno si toglierebbe di vita, tanto più si attaccherebbe a ciò che gliene resta, e in così alto grado che nessun uomo più si ucciderebbe. (Lev Tolstoj)
  • Se uno si sente tentato di dare un brusco addio al mondo, è meglio si prenda prima una grossa pipa e una buona bottiglia. (Charles Dickens)
  • Se uno veramente non riesce più a sopportare la propria vita, cioè se a motivo delle condizioni fisiologiche e psicologiche in cui si trova non è più in grado di disporre in modo realmente libero di se stesso, e in tale situazione egli stesso pone termine alla propria vita, costui va a finire nelle mani del Dio misericordioso. In ogni generazione della mia parentela mi è capitato di assistere a qualche conclusione apparentemente arbitraria della vita. Una volta ho dato sepoltura ecclesiastica a un parente prossimo che era morto così, e trovo che ciò è senz'altro conforme allo spirito della religione e della Chiesa. (Karl Rahner)
  • Senti, io non mi intendo di suicidi. Quando sono cresciuto, a Brooklyn, mai nessuno si è suicidato. Erano tutti troppo infelici. (Crimini e misfatti)
  • Si arriva al suicidio solo quando si sta per essere presi. (NCIS - Unità anticrimine)
  • Si dice che il suicidio è una viltà: certamente l'intrepidezza sta nel sopportare le sventure e non nel fuggirle: ma questo passo è sì brusco, che trattiene nella fuga anche i più poltroni, e rende loro il coraggio di vivere infelici. (Carlo Giuseppe Londonio)
  • Si è liberi veramente quando ci si può suicidare senza arrecare danno o dolore o rimpianto a nessuno: la libertà è la forma intermedia della solitudine, il suicidio la forma estrema dell'unica compagnia che ti è rimasta. (Aldo Busi)
  • [Alla domanda: «Di cosa ha paura oggi Fabrizio De André?»] Sicuramente della morte. Non tanto la mia che in ogni caso, quando arriverà, se mi darà il tempo di accorgermene, mi farà provare la mia buona dose di paura, quanto la morte che ci sta intorno, lo scarso attaccamento alla vita che noto in molti nostri simili che si ammazzano per dei motivi sicuramente molto più futili di quanto non sia il valore della vita. Io ho paura di quello che non capisco, e questo proprio non mi riesce di capirlo. (Fabrizio De André)
  • Spesso a chi è risoluto verso il suicidio non è rimasto molto senso dell'umorismo. (Chuck Palahniuk)
  • – Succederà che mi ammazzerò, ecco cosa succederà.
    – Anch'io farò un bel buco nell'acqua.
    – Che motivi hai per farlo?
    – È un'idea che mi attrae. Non è un motivo sufficiente? (Venere bionda)
  • Suicidio: È molto diverso togliersi la vita e darsi la morte. (Giordano Bruno Guerri)
  • Un suicidio elegante è la suprema opera d'arte. (Stay - Nel labirinto della mente)
  • Un vero suicidio è una regolata, disciplinata certezza. La gente pontifica: "il suicidio è un atto di cordardia". Non può essere più lontana dalla verità; il suicidio richiede un tremendo coraggio. (Cloud Atlas)
  • Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: quello del suicidio. (Albert Camus)
  • «Voglio dire», fece Endriade, «che la vita ci riuscirebbe insopportabile, anche nelle condizioni più felici, se ci fosse negata la possibilità di suicidio. Nessuno ci pensa, si capisce. Ma se l'immagina cosa diventerebbe il mondo se un giorno si sapesse che della propria vita nessuno può disporre? Una galera spaventosa. Pazzi, si diventerebbe.» (Dino Buzzati)
  • I suicidi sono solo degli impazienti.
  • In alternativa al suicidio, che esige qualche virtù manuale e morale di difficile uso, ammutinarsi contro la vita.
  • Molte morti sono suicidii truccati.
  • Signore, abbi pietà dei suicidi, risparmia loro l'immortalità.
  • Vi sono suicidi invisibili. Si rimane in vita per pura diplomazia, si beve, si mangia, si cammina. Gli altri ci cascano sempre, ma noi sappiamo, con un riso interno, che si sbagliano, che siamo morti.
  • Chi non ha mai immaginato di uccidersi si deciderà a farlo più prontamente di chi non smette di pensarci. Poiché ogni atto cruciale è più facile da compiersi per assenza di riflessione che per esame, lo spirito vergine di suicidio, non appena vi si senta sospinto, sarà senza difesa contro la pulsione subitanea, sarà accecato e scosso dalla rivelazione di una via d'uscita definitiva, mai considerata fino a quel momento; l'altro, invece, potrà sempre ritardare un gesto indefinitamente pesato e soppesato, un gesto ch'egli conosce a fondo, al quale si deciderà senza passione – se mai si deciderà.
  • L'ossessione del suicidio è propria di colui che non può né vivere né morire, e la cui attenzione non si allontana mai da questa duplice impossibilità.
  • Passo il tempo a consigliare il suicidio con gli scritti e a sconsigliarlo con la parola. Il fatto è che nel primo caso si tratta di un esito filosofico; nel secondo, di un essere, di una voce, di un lamento...
  • Vivo solo perché è in mio potere morire quando meglio mi sembrerà: senza l'idea del suicidio, mi sarei ucciso subito.
  • Chi è riuscito a suicidarsi, non può nemmeno farsi le congratulazioni.
  • L'istinto di autoconservazione è a volte la molla del suicidio.
  • Non mi suiciderei mai. Credo nell'uomo – si troverebbe sempre un assassino.
  • A ogni modo queste cose non mi persuadono che l'uccidersi da sé stesso non sia contro natura: perché il senso nostro porta troppo manifesta contrarietà e abborrimento alla morte: e noi veggiamo che le bestie; le quali (quando non sieno forzate dagli uomini o sviate) operano in ogni cosa naturalmente; non solo non vengono mai a questo atto, ma eziandio per quanto che sieno tribolate e misere, se ne dimostrano alienissime. E in fine non si trova, se non fra gli uomini soli qualcuno che lo commette: e non mica fra quelle genti che hanno un modo di vivere naturale; che di queste non si troverà niuno che non lo abbomini, se pur ne avrà notizia o immaginazione alcuna; ma solo fra queste nostre alterate e corrotte, che non vivono secondo natura.
  • Così questo atto dell'uccidersi, il quale ci libera dalla infelicità recataci dalla corruzione, perché sia contrario alla natura, non seguita che sia biasimevole: bisognando a mali non naturali, rimedio non naturale.
  • L'uccidersi di propria mano senza necessità, è contro natura. Anzi, per dir meglio, e l'atto più contrario a natura, che si possa commettere. Perché tutto l'ordine delle cose saria sovvertito, se quelle si distruggessero da se stesse.
  • Bisogna osservare bene questo: ai nostri tempi il suicidio è un modo di sparire, viene commesso timidamente, silenziosamente, schiacciatamente. Non è più un agire, è un patire.
  • La difficoltà di commettere suicidio sta in questo: è un atto di ambizione che si può commettere solo quando si sia superata ogni ambizione.
  • I suicidi sono omicidi timidi. Masochismo invece che sadismo.
  • Più il dolore è determinato e preciso, più l'istinto della vita si dibatte, e cade l'idea del suicidio.
    Sembrava facile, a pensarci. Eppure donnette l'hanno fatto. Ci vuole umiltà, non orgoglio.
  • Il suicidio è il non atto più grave e più lesivo del dovere di conservazione, quanto è il più comune a sostenersi coll'apparenza delle ragioni.
  • Il suicidio [...] indiretto per azioni doverose e fatte a tale scopo è un dovere, una virtù. Quindi il soldato che corre alla morte sul campo di battaglia, i medici ed i filantropi che soccombono vittime del loro amore per gli altri lungi dal commettere il suicidio colpevole indiretto, toccano il grado sommo della moralità o dell'onesto.
  • Il suicidio [...] non è altro che l'attentato qualunque alla propria esistenza, distinguendosi esso perciò in diretto ed indiretto secondo che la distruzione di noi stessi è propriamente diretta ed intenzionale, ovvero indiretta e di pura conseguenza.
  • Le obbiezioni colle quali si pretende di legittimare o di scusare il suicidio, e che sono le più comuni, quanto sono le più apparenti o speciose noi le riscontriamo nelle seguenti:
    1." La natura vuole l'uomo felice; dunque essa nell'infelicità autorizza il suicidio.
    2" Tra due mali può sempre aver luogo la scelta del minore e perciò del suicidio.
    3." La natura ci attornia di oggetti tendenti alla nostra distruzione, ella adunque approva il suicidio.
    4." L'uomo quando è inutile a sé ed agli altri non offende più alcun dovere col suicidio.
    5." Si può esporre la vita per altri doveri; dunque anche per quello della felicità.
    6." Il suicidio si commette sempre nello stato di pazzia; dunque non può essere imputato a disonestà o a colpa.
    7." Il suicidio è determinato da un'irresistibile tendenza nel punto nel quale si commette; dunque esso non è più imputabile, siccome non libero.
    8." Il suicidio fu qualche volta ammesso dalle leggi e dai filosofi: dunque esso non è di quelle immoralità che si tennero sempre ed assolutamente per tali.
  • Tutti i mali si rendono sopportabili colla speranza, coi molti beni che vi si ponno sempre contrapporre, coll'idea della felicità assoluta o futura. Dunque i mali stessi anche i più gravi ed indipendenti non sono mai una cagione plausibile per commettere il suicidio.
  • A morir si è sempre in tempo.
  • A palate i guai, ma la morte mai.
  • Di tutti i matti il maggiore è colui che s'impicca.
  • È provvisto di poco sapere, colui che s'ammazza per quel che non può avere.
  • Il male è per chi va, chi campa si rifà.
  • Matto è chi invita la morte.
  • Meglio vivere che morire.
  • Ogni animale per non morir s'aiuta.
  • Ogni cosa è meglio della morte.
  • Tutto fuorché la morte.
  • A tutto c'è rimedio tranne che alla morte.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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