Coordinate: 34°10′N 77°35′E

Ladakh

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Ladakh
Territorio dell'Unione
Union Territory of Ladakh
Ladakh – Stemma
Ladakh – Veduta
Ladakh – Veduta
Panorama del Ladakh
Localizzazione
StatoIndia (bandiera) India
Amministrazione
CapoluogoLeh (Estate), Kargil (Inverno)
Lingue ufficialiInglese e hindī[1]
Territorio
Coordinate
del capoluogo
34°10′N 77°35′E
Superficie59 196 km²
Abitanti232 864 (2001)
Densità3,93 ab./km²
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+5:30
ISO 3166-2IN-LA
Cartografia
Mappa di localizzazione: India
Leh (Estate), Kargil (Inverno)
Leh (Estate), Kargil (Inverno)
Ladakh – Mappa
Ladakh – Mappa
Sito istituzionale

Il Ladakh è una regione facente parte del Tibet storico amministrata dall'India come territorio dell'Unione (Union Territory), e costituisce la porzione orientale della più ampia regione del Kashmir, oggetto di una disputa tra India e Pakistan dal 1947 e tra India e Cina dal 1959. È stato istituito come territorio il 31 ottobre 2019, in seguito all'approvazione del Jammu and Kashmir Reorganization Act; prima di allora faceva parte dello stato di Jammu e Kashmir.[2] Il Ladakh è il territorio più grande dell'India, e il secondo meno popoloso.

Confina con la regione autonoma del Tibet a est, lo stato indiano dell'Himachal Pradesh a sud, con il territorio di Jammu e Kashmir e il Gilgit-Baltistan (amministrato dal Pakistan) a ovest, e con l'angolo sud-occidentale dello Xinjiang, attraverso il passo Karakorum, a nord. Si estende dal ghiacciaio Siachen nella catena del Karakorum a nord, fino al Grande Himalaya a sud.[3] L'estremità orientale della regione, costituita dalle pianure disabitate dell'Aksai Chin, è rivendicata dal governo indiano come parte del Ladakh, ma è sotto il controllo cinese.[4]

In passato il Ladakh acquisì importanza grazie alla sua posizione strategica, al crocevia di importanti rotte commerciali; ma quando le autorità cinesi negli anni 60 chiusero i confini con il Tibet il commercio internazionale iniziò a diminuire. Dal 1974, il governo indiano ha incoraggiato con successo il turismo in Ladakh. Poiché il Ladakh è strategicamente importante, l’esercito indiano mantiene una forte presenza nella regione.

La città più grande del Ladakh è Leh, seguita da Kargil, entrambe sedi di distretto. Il distretto di Leh comprende le valli dei fiumi Indo, Shyok e Nubra. Il distretto di Kargil comprende le valli dei fiumi Suru, Dras e Zanskar. Le aree più popolose sono le valli fluviali, ma i pendii montuosi sostengono la pastorizia nomade dei Changpa. I principali gruppi religiosi nella regione sono i musulmani (principalmente sciiti) (46%), i buddisti (principalmente buddisti tibetani) (40%) e gli induisti (12%), con il restante 2% composto da altre religioni. La cultura e la storia del Ladakh sono strettamente legate a quelle del Tibet.[5]

Lo stesso argomento in dettaglio: Confine tra la Cina e l'India.

Il territorio del Ladakh, il cui capoluogo è Leh in estate e Kargil in inverno, è racchiuso tra le catene montuose del Karakorum e dell'Himalaya, e la sua popolazione, pari a 232 864 abitanti, si suddivide in buddhisti di scuola tibetana, che raggiungono poco più della metà, e musulmani di ramo sciita, con una piccola minoranza di induisti.

L'economia si basa sull'agricoltura di sussistenza, con estese coltivazioni di orzo e di albicocche lungo il corso dei fiumi Indo e Zanskar. Nella parte meridionale della regione è possibile incontrare le ultime tribù di pastori nomadi khampa che vivono di allevamento, mentre nella valle di Nubra l'economia si basa sulla coltivazione di albicocche e sull'allevamento del cammello di Battria. Recentemente è anche aumentato il peso economico del commercio di pashmina.

La piccola parte del Ladakh chiamata «linea di effettivo controllo» si ritrovò a essere, all'inizio degli anni sessanta del Novecento, praticamente in contemporanea con la crisi dei missili di Cuba, il pomo della discordia nella crisi sino-indiana per i territori di confine. Bertrand Russell raccolse accuratamente in un libro tutte le fasi del proprio impegno a favore della pace e alla rimozione delle cause che avrebbero potuto portare a una guerra atomica, nonché il continuo scambio di messaggi con quei protagonisti che avevano in mano i destini del mondo tra i quali Kennedy e Chruščëv riguardo a Cuba e Nehru e Ciu En-lai riguardo al Ladakh. «L'unico ostacolo che si oppone a un'intesa tra India e Cina è, per il momento, la linea di confine provvisoria. Che accadrà se non si riuscirà a metterle d'accordo su questo punto? Si ricomincerà a combattere, e all'inizio, i cinesi si troveranno in vantaggio. L'America e la Gran Bretagna correranno in aiuto all'India, ma si accorgeranno che è impossibile sconfiggere la Cina senza armi nucleari. Se le impiegheranno, la Cina comporrà le sue divergenze con la Russia e la Russia impiegherà a sua volta armi nucleari, non soltanto contro l'India ma anche contro l'Occidente. Dopo pochi giorni il mondo diventerà vuoto e desolato come sono ora le montagne himalaiane».[6]

Chiuso al turismo fino al 1974, il Ladakh oggi è meta di pellegrinaggi buddhisti, camminatori e appassionati di rafting, che può essere praticato sull'Indo e sullo Zanskar.

Leh conta circa diecimila abitanti, ed è famosa per il Palazzo reale, simile a una versione in miniatura del Potala di Lhasa, oltre che per la splendida moschea lignea e per le frequenti visite del XIV Dalai Lama. Altri luoghi interessanti sono i villaggi buddhisti di Lamayouru, Atitse, Bagso, Hemis, famoso per l'imponente monastero omonimo, Alchi, celebre per il locale monastero ospitante meravigliose pitture murali, e Likir, oltre che i villaggi sciiti di Draas e Karghil, al confine con l'Azad Kashmir pakistano.[7]

Suddivisioni amministrative

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Il territorio del Ladakh comprende i distretti di Kargil e quello di Leh. La raggiungono due strade carrozzabili, una dal Kashmir e una ad alta quota porta a Manali nello Stato dell'Himachal Pradesh. Contrariamente al vicino Kashmir, teatro di frequenti attentati indipendentistici, in Ladakh gli episodi violenti sono molto rari, e buddisti e musulmani convivono, salvo rare eccezioni, in modo pacifico.

  1. ^ (EN) Naseer Ganai, Urdu No More Official Language Of Ladakh, Outlook India, 19 gennaio 2022. URL consultato il 10 maggio 2024.
  2. ^ Article 370 revoked Updates: Jammu & Kashmir is now a Union Territory, Lok Sabha passes bifurcation bill, su businesstoday.in.
  3. ^ (EN) The Future of Kashmir?, su BBC News. URL consultato il 31 maggio 2024.
  4. ^ (EN) Alastair Lamb, The China-India Border--the Origins Of Disputed Boundaries, Londra, Chatham House Essays, 2023. URL consultato il 31 maggio 2024.
  5. ^ (EN) Tim Pile, Ladakh: the good, bad and ugly sides to India's 'Little Tibet', high in the Himalayas, in South Chinan Morning Post, 1º agosto 2019. URL consultato il 31 maggio 2024 (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2020).
  6. ^ Bertrand Russell, La vittoria disarmata, Traduzione di Lidia Locatelli, Longanesi & C., Milano 1965. © Bertrand Russel, 1963.
  7. ^ Danilo Taino, Le mazze chiodate con le quali si sono scontrati i soldati di India e Cina, sull’Himalaya, su Corriere della Sera, 17 giugno 2020. URL consultato il 18 giugno 2020.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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