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Woody Allen

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«Non voglio raggiungere l'immortalità attraverso le mie opere; voglio raggiungerla vivendo per sempre. Non mi interessa vivere nel cuore degli americani; preferisco vivere nel mio appartamento.»

Woody Allen al Tribeca Film Festival 2009

Woody Allen, al secolo Allan Stewart Königsberg (New York, 1º dicembre 1935Hollywood, 1 dicembre 2009), è stato un regista, sceneggiatore e attore statunitense, nonché comico, autore teatrale, scrittore umoristico e clarinettista jazz.

La sua intensa produzione (una media di quasi un film all'anno) e il suo stile cerebrale e raffinato l'hanno reso uno degli autori cinematografici più rispettati e prolifici dei nostri tempi. Scrive e dirige i propri film, ed ha recitato in molti di essi nel ruolo di protagonista.

I temi affrontati da Allen - dalla crisi esistenziale degli ambienti intellettuali alla rappresentazione spesso autoironica della comunità ebraica newyorkese - rispecchiano la sua passione per la letteratura, la filosofia, la psicoanalisi, il cinema europeo, e soprattutto per la sua città natale, New York, dove vive e dalla quale trae continua ispirazione.

Biografia

Le origini

Manhattan nel 1931

Allan Stewart Königsberg nasce il 1º dicembre 1935 a Brooklyn, New York in una famiglia di modesta condizione sociale di origini ebraiche, secondo taluni proveniente dall'Ungheria. Il padre, Martin Königsberg (1900-2001), svolge diversi lavori: prima come incisore di gioielli presso un orafo, poi come cameriere a Manhattan e infine come tassista; la madre, Nettea Cherry (1908-2002), detta Netty, è impiegata come contabile presso un fiorista ed entrambi provengono da famiglie ebree di origine europea. Nel 1943 nasce sua sorella, Letty Aronson, che in futuro lo sosterrà e gli sarà sempre molto vicina.

All'età di 3 anni la madre lo porta al cinema a vedere Biancaneve e i sette nani (1937), film che affascina e segna indelebilmente il piccolo Woody; da allora, come spesso ha raccontato successivamente in diverse interviste, la sala cinematografica diventa la sua seconda casa. Da ragazzo il suo film preferito è La fiamma del peccato (1944) di Billy Wilder.

Il primo anno di scuola viene inserito in una classe avanzata, grazie al suo elevato QI, ma sviluppa da subito un odio per l'ambiente scolastico, diventando un ribelle, non svolgendo i compiti a casa, rispondendo male agli insegnanti e disturbando continuamente in classe. Sorprendentemente si dimostra molto abile negli sport, pallacanestro, football americano, baseball, stickball, sia a scuola che nel quartiere; si appassiona anche al pugilato, allenandosi per diversi mesi prima che i suoi genitori gli chiedano di smettere.

Soprannominato dai compagni Red, "rosso", per il colore della sua capigliatura, si distingue tra gli studenti per il suo straordinario talento nei giochi di carte e nei trucchi di magia, a cui si appassiona e che in seguito appariranno spesso nelle sue opere. All'età di 15 anni partecipa ad un'audizione per il programma televisivo The Magic Clown, per il quale esegue un trucco chiamato Passe-Passe Bottles, che tuttavia non viene messo in onda poiché vengono utilizzate bottiglie di alcolici, ed il programma è destinato ad un pubblico di bambini. Nel frattempo inizia anche a suonare il clarinetto.

Dopo aver frequentato la scuola ebraica per otto anni e quella pubblica, la Public School 99, Allen viene iscritto alla Midwood High School di Brooklyn, dove conosce Mickey Rose, futuro co-autore di alcune delle sue prime sceneggiature, con il quale condivide gli interessi per il basket, il baseball, il cinema e la musica jazz. Durante quegli anni vive sulla Avenue K, tra la 14a e la 15a Est.

Continua a dimostrare poco interesse per lo studio e la lettura, preferendo di gran lunga la scrittura di gag e barzellette, che spedisce ai giornalisti umoristici Walter Winchell e Earl Wilson, i quali, entusiasti del materiale ricevuto, decidono di contattare l'autore e di trovargli un agente, David O. Alber, che inizia a far pubblicare gli scritti di Allen su diverse riviste e giornali.

I titoli di testa originali del film La fiamma del peccato (1944) di Billy Wilder, il preferito di Allen da adolescente

Gli inizi in televisione e il primo matrimonio

«Gli americani non gettano mai via i loro rifiuti. Li trasformano in show televisivi.»

Nel 1952, all'età di 17 anni, assume lo pseudonimo di Woody Allen, in onore del celebre clarinettista jazz Woody Herman, e scrive battute per colossi dello spettacolo come Ed Sullivan e Sid Caesar. Due anni dopo, nel 1954, viene assunto dalla rete televisiva nazionale ABC, della quale diventa l'autore di punta, scrivendo per celebri programmi come il The Ed Sullivan Show e The Tonight Show.

Nel 1955 inizia la sua prima relazione sentimentale stabile con Harlene Rosen, studentessa di filosofia; i due si incontrano casualmente per formare un trio jazz insieme all'amico di Allen Elliot Mills; nel gruppo, che suona insieme in un'unica occasione, Allen suona il sassofono soprano, la Rosen il pianoforte e Mills le percussioni. Nel 1955 passa alla rete televisiva NBC e si trasferisce ad Hollywood, senza Harlene, per unirsi ad un gruppo di scrittori per il programma The Colgate Comedy Hour. L'autore principale dello show è Danny Simon, fratello maggiore dell'autore teatrale Neil Simon, al quale Allen in seguito sarà sempre riconoscente per l'aiuto ricevuto nello sviluppo del suo classico stile di scrittura.

Il 15 marzo 1956, all'età di 20 anni, Woody sposa Harlene a Hollywood, e insieme tornano a New York per andare a vivere a Manhattan. I due divorziano bellicosamente dopo sei anni nel 1962. Harlene Rosen, alla quale Allen si riferiva spesso nei suoi spettacoli di cabaret definendola "la terribile signora Allen" ("the dread Mrs. Allen"), successivamente denunciò l'ex-marito per diffamazione, per alcuni commenti che questi aveva espresso in alcuni show televisivi poco dopo il loro divorzio. La versione di Allen nel suo album Standup Comic, che raccoglie i suoi migliori pezzi comici degli anni sessanta, è diversa; nel suo pezzo, Allen racconta che l'ex-moglie lo denunciò per una battuta che fece in un'intervista. In un'intervista successiva al The Dick Cavett Show, Allen riaccese la polemica ripetendo i propri commenti, pur riferendosi alla Rosen come alla sua "seconda moglie", e riferendo che l'ammontare della somma richiesta per la causa era di 1 milione di dollari.

I genitori progettano di farlo studiare all'università, ma la frequentazione di Allen alla New York University, dove studia comunicazione e cinema, si limita ad un solo semestre, peraltro senza grandi risultati; frequenta quindi brevemente il City College of New York, ma i risultati sono gli stessi dell'esperienza precedente. La sua carriera, invece, non conosce sosta.

Come autore scrive i pezzi per numerosi comici al prezzo di 100$ al minuto, e tra il 1956 e il 1958 lavora al teatro Tamiment, dove fa grande esperienza come autore e regista; il teatro, infatti, produceva settimanalmente nuovi musical e sketch comici, che Woody scrive e dirige. Di nessuno di questi spettacoli esiste ancora oggi il copione, fatta eccezione per lo spettacolo della serata d'apertura, la cui sceneggiatura è stata ritrovata al teatro recentemente.

Nel novembre 1958 inizia a lavorare come co-autore con Larry Gelbart per il The Chevy Show della NBC. Il programma, presentato dalla celebre stella televisiva Sid Caesar, dura per oltre 10 anni.

Il cabaret, il teatro e il secondo matrimonio

Woody Allen

In questi anni Allen si accontenta del suo lavoro per la TV, che gli frutta più di 1.700$ a settimana. Tuttavia, dopo aver assistito a uno spettacolo di Mort Sahl, e avendo perduto interesse per il lavoro di autore televisivo, prende la decisione di iniziare una propria carriera come cabarettista.

Nel 1958 cambia agenti, passando nelle mani di Jack Rollins e Charles H. Joffe, che saranno poi i produttori di tutti i suoi film, anche se con i due curiosamente Allen non ha mai siglato un contratto ufficiale, ma solo una "stretta di mano", nonostante i suoi manager abbiano nel tempo negoziato per lui contratti da milioni di dollari, senza che ci sia mai stata la minima controversia. I due manager lo spronano a portare sul palco il suo stesso materiale.

L'anno successivo, iniziando a sentirsi malinconico senza capirne il motivo, per la prima volta decide di consultare uno psicoanalista. Da allora, e per più di 30 anni, la terapia diventa un appuntamento fisso alla media di una seduta a settimana, con brevi periodi di pausa e con periodi più intensi con anche 3 appuntamenti a settimana. La psicoanalisi sarà un elemento portante dei suoi film e del suo personaggio.

Nel 1960 inizia ufficialmente la sua carriera di stand-up comedian, con esibizioni di grande successo in numerosi night club newyorchesi. Nel frattempo continua a scrivere per la televisione, in particolare per il popolare programma Candid Camera, nel quale appare persino in alcuni episodi. Conosce, nel frattempo, Marshall Brickman, con il quale collabora come autore TV e con il quale in futuro scriverà alcune delle sue migliori sceneggiature.

Insieme ai suoi manager riesce a trasformare le sue debolezze nel suo punto di forza, sviluppando la sua classica immagine nevrotica, cerebrale e timida che diventerà una costante delle sue pellicole. Diventa in breve molto popolare come comico, e i suoi spettacoli diventano sempre più richiesti e frequenti. Durante questo periodo usa qualche volta il nome d'arte di Heywood Allen, anche se mai in maniera ufficiale.

Inizia a scrivere storie brevi per alcune riviste (la maggior parte delle quali per il prestigioso The New Yorker) ed opere teatrali; il primo successo a Broadway arriva con Don't Drink the Water (1966), che viene replicato per 598 performance.

Il 2 febbraio 1966 si risposa nuovamente, questa volta con l'attrice e comica Louise Lasser. Sceglie la moglie come una delle voci per il doppiaggio del suo primo film da regista, Che fai, rubi? (1966), e le assegna un ruolo minore nel suo secondo film, Prendi i soldi e scappa (1969). La Lasser sarà da quel momento co-protagonista di altre due delle prime pellicole di Allen, Il dittatore dello stato libero di Bananas (1971) e Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere) (1972), oltre che del cortometraggio Men of Crisis: The Harvey Wallinger Story (1971), prima della fine della loro relazione, inaugurando quello che poi per Allen diventerà una sorta di abitudine. La coppia divorziò nel 1969; Allen non si risposerà fino al 1997.

Allen continua la sua carriera di comico fino al 1968, diventando sempre più popolare ogni anno; agli inizi nel 1960 guadagnava solamente 75 dollari la settimana, ma già nel 1964 era un comico affermato e richiesto in tutto il paese, e i suoi guadagni settimanali arrivavano ad oltre 5000 dollari. Nel suo periodo come showman pubblica tre album con i suoi sketch, Woody Allen, Woody Allen Volume 2 e The Third Woody Allen Album. Oggi l'unica registrazione reperibile è il CD del 1978 Woody Allen: Standup Comic, una raccolta dei migliori pezzi. Tra questi il più celebre è il famoso monologo I shot a Moose Once ("una volta ho sparato ad un'alce"):

«Questa è assolutamente da non credere. Abbattei un alce, un giorno. Andavo a caccia, su, verso il confine col Canada, e abbattei un alce. Lo lego al parafango, e via. Me ne torno a New York, sull'autostrada. Però non mi ero accorto che l'avevo colpito di striscio: l'alce era solo tramortito. Alle porte di New York comincia a riprendere conoscenza. Eccomi dunque a viaggiare con un alce vivo sul parafango, laddove c'è una legge nello Stato di New York che lo vieta espressamente - di viaggiare con un alce vivo sul parafango - il martedì, il giovedì e il sabato. Vengo preso dal panico.
Allora mi sovviene che un mio amico dà una festa in costume, quella sera. Prendo una decisione: vado e ci porto l'alce. L'imbuco e me ne lavo le mani. Detto e fatto. Arrivo e busso alla porta con l'alce appresso. Il padrone di casa ci accoglie sulla soglia. "Ciao", gli faccio, "conosci i Solomon?". Entriamo. L'alce socializza subito. Non se la cava mica male. Tanto più che un tale cerca, con una certa insistenza, di vendergli una polizza d'assicurazione.
A mezzanotte c'è la premiazione per i costumi più belli. Vincono il primo premio i coniugi Berkowitz, travestiti da alce. L'alce arriva secondo. Come monta su tutte le furie! Lui e i coniugi Berkowitz si prendono a cornate, lì, in salotto. Si tramortiscono a vicenda.
Ecco, dico fra me, il momento opportuno. Acchiappo l'alce, lo lego al parafango e via - torno nei boschi. Sennonché ho agguantato i coniugi Berkowitz. Ed eccomi a viaggiare con due ebrei sul parafango. Laddove vige una legge nello Stato di New York, per cui ciò è severamente vietato il martedì, il giovedì e soprattutto il sabato...
La mattina seguente, i coniugi Berkowitz si risvegliano nel bosco in costume da alce. Di lì a poco il consorte viene abbattuto, imbalsamato ed esposto, come trofeo di caccia, al Circolo Atletico di New York. È da ridere, veramente, perché a quel club non sono ammessi gli ebrei.»

L'approdo al cinema

«È assolutamente evidente che l'arte del cinema si ispira alla vita, mentre la vita si ispira alla TV.»

Nel 1965 firma la sua prima sceneggiatura cinematografica: Ciao Pussycat, diretto da Clive Donner, nel quale appare in un ruolo minore accanto a Peter Sellers, Peter O'Toole, Romy Schneider, Capucine ed Ursula Andress.

Nel 1966 realizza il suo primo lungometraggio, Che fai, rubi?, per il quale firma la sceneggiatura e la regia, e nella quale appare in veste di attore. Il film utilizza diverse clip del film giapponese Kokusai himitsu keisatsu: Kagi no kagi (1965, noto anche con il titolo inglese internazionale di International Secret Police: Key of Keys) di Senkichi Taniguchi, una sorta di parodia di una pellicola di James Bond, i cui dialoghi vengono doppiati in inglese completamente reinventati in chiave comica e surreale da Allen: la storia del film di Taniguchi si trasforma in una lotta per il possesso di una ricetta di un'insalata di uova.

Del 1967 è la sua partecipazione al film collettivo James Bond 007 - Casino Royale, una parodia "non ufficiale" della saga dedicata a James Bond.

L'incontro con Diane Keaton

Dopo aver divorziato da Louise Lasser, nel 1969, durante i provini per la messa in scena a Broadway della sua celebre e fortunata opera teatrale Provaci ancora, Sam, che diventerà un film diretto da Herbert Ross nel 1972 con lo stesso Allen protagonista, incontra Diane Keaton. Lo spettacolo ottiene anch'esso un grande successo e viene replicato per 453 performance.

Durante la loro collaborazione, i due danno inizio a una relazione duratura che darà vita anche ad un proficuo sodalizio artistico; Allen, infatti, sceglierà sempre la compagna come protagonista di tutte le sue pellicole, tra le quali Io e Annie (1977), che frutta ad Allen tre premi Oscar 1978 per il "miglior film", la "miglior regia" e la "miglior sceneggiatura originale", e alla Keaton quello per la "miglior attrice protagonista". Il film è interamente dedicato alla Keaton: il personaggio di Annie Hall, la protagonista, ha il vero cognome di Diane Keaton, che la interpreta, il cui vero nome è proprio Diane Hall. Annie è inoltre il soprannome con cui Woody Allen chiamava la sua compagna. La coppia non si è mai sposata, ma ha solo convissuto per un certo periodo. Allen, anche dopo il suo matrimonio con Soon-Yi Previn, ha sempre definito Diane Keaton come il grande amore della sua vita.

I due hanno collaborato spesso, anche dopo la separazione, ed insieme hanno girato 8 film: Provaci ancora, Sam (1972), Il dormiglione (1973), Amore e guerra (1975), Io e Annie (1977), Interiors (1978), Manhattan (1979), Radio Days (1987) e Misterioso omicidio a Manhattan (1993).

I primi film

«Il mio primo film era così brutto che in sette stati americani aveva sostituito la pena di morte.»

Nel 1969 è il suo primo film "convenzionale" come regista, il finto documentario Prendi i soldi e scappa, sceneggiato in collaborazione con l'amico Mickey Rose. Due anni dopo, nel 1971, Allen realizza Il dittatore dello stato libero di Bananas, nel quale recita a fianco della ex-moglie Louise Lasser, e Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere) (in quest'ultimo è presente un episodio ambientato in Italia, omaggio a Federico Fellini e Michelangelo Antonioni, recitato in italiano nella versione originale).

Nel 1972 partecipa alla versione cinematografica della sua commedia Provaci ancora, Sam, diretto da Herbert Ross.

Pur non abbandonando del tutto l'attività teatrale, Allen si dedica soprattutto al cinema, e la sua carriera, segnata dal legame sentimentale e professionale con Diane Keaton, è inarrestabile; in pochi anni gira Il dormiglione (1973) e Amore e guerra (1975), e riceve un Orso d'Argento al Festival di Berlino in riconoscimento dell'attività svolta come cineasta per soli quattro film.

Tutti i primi film di Allen sono commedie pure che puntano molto su una comicità fisica slapstick, battute fulminee e gag visive, che da sempre caratterizzano i dialoghi di Allen, tenute insieme da una trama esile, creata ad arte come raccordo tra le varie situazioni necessarie per gli sketch. Protagonista di tutte queste sue prime pellicole è lo stesso Allen, che punta molto sulla sua figura perfetta per il suo stile di comicità. Tra le maggiori influenze di questo periodo figurano Bob Hope e Groucho Marx.

Il grande successo

La statua di Allen ad Oviedo, Spagna

«Ogni volta, quando un mio film ha successo, mi chiedo: come ho fatto a fregarli ancora?»

Nel 1976 recita in Il prestanome di Martin Ritt, una pungente satira sulle "liste nere" della Hollywood maccartista degli anni cinquanta.

I maggiori successi di Allen, critici e commerciali, arrivano nel decennio che inizia nel 1977 con l'uscita nelle sale di Io e Annie, che gli vale 4 Oscar 1978 ("miglior film, "miglior regia", "miglior sceneggiatura originale" e "miglior attrice protagonista" alla Keaton) e 1 Golden Globe ("miglior attrice protagonista musical/commedia", sempre alla Keaton). Il film, oggi considerato un classico moderno, segna il passaggio di Allen ad una comicità più sofisticata, mescolata ad aspetti drammatici, creando allo stesso tempo un nuovo modello per il genere della commedia romantica, ed influenzando la moda con il particolare stile degli abiti scelti dalla Keaton per il suo personaggio; il film è di per sé un omaggio alla sua compagna.

Alla pellicola seguono in breve tempo altri due successi, il sofisticato Interiors (1978), suo primo film drammatico e prima pellicola nella quale non appare in veste di attore, ispirato ad uno degli idoli di Allen, Ingmar Bergman, e Manhattan (1979), una serenata alla sua amata New York con le musiche di George Gershwin, definito da alcuni critici statunitensi "l'unico grande film americano degli anni settanta", condito da una comicità meno buffonesca e più riflessiva.

Negli anni ottanta Allen comincia ad inserire nei suoi film diversi riferimenti filosofici. Al Festival di New York del 1980 presenta Stardust Memories, dalla forte componente autobiografica, ispirato al cinema europeo ed in particolare a Federico Fellini ed Ingmar Bergman, accolto freddamente dai critici. Nel film un regista di successo, Sandy Bates, interpretato dallo stesso Allen, esprime il suo risentimento e il suo disprezzo per i propri fan; sconvolto dalla recente morte di un caro amico, Bates afferma di non voler mai più girare film comici, ed una gag ricorrente per tutto il film vede diverse persone (compreso un gruppo di alieni!) esprimere a Bates il proprio apprezzamento per i suoi film, "specialmente i primi comici".

L'anno successivo scrive e dirige Zelig, tragicomica parodia idiosincratica di un documentario degli anni venti e trenta, da molti considerato uno dei sui capolavori.

La relazione con Mia Farrow

Verso il 1980, Allen inizia una lunga relazione, durata oltre 12 anni, con l'attrice Mia Farrow, la quale, come Louise Lasser prima e Diane Keaton poi, avrà da quel momento i ruoli da protagonista in diversi suoi film. Scrive appositamente per lei Una commedia sexy in una notte di mezza estate (1982).

La Farrow ed Allen non si sposano, ma insieme adottano due bambini, Dylan Farrow (che ha cambiato il suo nome in Eliza ed è oggi nota come Malone) e Moses Farrow (noto come Misha), e hanno un figlio biologico, Satchel Farrow (oggi noto come Ronan Seamus Farrow). Allen non adotterà nessuno degli altri figli della Farrow e del suo ex-marito André Previn, compresa l'orfana coreana Soon-Yi Farrow Previn (oggi nota semplicemente come Soon-Yi Previn).

Woody Allen e Soon-Yi al Tribeca Film Festival 2009.

Allen e la Farrow si separano nel 1992, dopo che l'attrice scopre alcune fotografie di Soon-Yi nuda scattate dal compagno, e dopo la successiva ammissione di Allen della relazione con la figlia adottiva. Con la separazione, inizia una lunga e pubblica battaglia legale tra Allen e la Farrow per la custodia dei figli. Durante il processo, la Farrow accusa l'ex compagno di abusi sessuali sulla figlia adottiva Malone, di sette anni. Il giudice conclude che le accuse sono prive di fondamento e la vertenza non giunge mai in tribunale. Allen non viene indiziato, ma il giudice definsce comunque "inappropriata" la sua condotta. La custodia dei tre figli della coppia viene affidata alla Farrow, ad Allen è negato il permesso di visitare Malone, può vedere Ronan solamente sotto supervisione, mentre Misha, all'epoca quattordicenne, decide di non frequentare suo padre.

In un'intervista del 2005 a Vanity Fair, Allen ha dichiarato che nonostante lo scandalo che ha danneggiato la sua reputazione e la sua immagine, la scoperta delle fotografie da parte della Farrow fu "solo uno degli eventi fortuiti, dei colpi di fortuna della mia vita [...] è stato un punto di svolta in meglio." Sulla sua relazione con la Farrow, e poi con Soon-Yi, ha dichiarato: "Sono sicuro che ci sono delle cose che avrei dovuto fare diversamente. [...] Probabilmente in retrospettiva avrei dovuto dichiarare la relazione prima di quanto feci." Ad appena un anno dalla separazione e dalla battaglia legale, Allen considererà brevemente la Farrow come candidata per il ruolo di sua moglie nel film La dea dell'amore, ruolo poi andato a Helena Bonham Carter su suggerimento del direttore del casting.

La coppia insieme ha girato 13 film: Una commedia sexy in una notte di mezza estate (1982), Zelig (1983), Broadway Danny Rose (1984), La rosa purpurea del Cairo (1985), Hannah e le sue sorelle (1986), Radio Days (1987), Settembre (1987), Un'altra donna (1988), New York Stories (1989), Crimini e misfatti (1989), Alice (1990), Ombre e nebbia (1992) e Mariti e mogli (1992).

Gli altri successi

A partire dalla metà degli anni ottanta Allen inizia, quindi, a mescolare nelle sue opere aspetti romantici, comici e tragici.

Negli anni successivi escono in successione Broadway Danny Rose, caratterizzato dall'impiego di attori non professionisti, La rosa purpurea del Cairo (1985), un altro film meta-cinematografico molto apprezzato dalla critica e uno dei film preferiti dello stesso Allen, e Hannah e le sue sorelle (1986), vincitore di 3 Oscar 1987 ("miglior sceneggiatura originale", "miglior attore non protagonista" a Michael Caine e "miglior attrice non protagonista" a Dianne Wiest).

Nel 1987 dirige ben due film, Radio Days e Settembre, altra pellicola di ispirazione felliniana e bergmaniana. Nello stesso anno, dall'unione con la Farrow nasce Satchel, il suo primo figlio, e partecipa a King Lear di Jean-Luc Godard.

Nel 1988 dirige Un'altra donna e partecipa al film collettivo New York Stories, insieme a Martin Scorsese e Francis Ford Coppola, dirigendo l'episodio Edipo relitto.

Nel 1989 Crimini e misfatti, uno dei suoi film più amati, ottiene un buon successo di pubblico e critica. L'anno successivo esce Alice, del quale è protagonista incontrastata Mia Farrow. Allen, nel frattempo, recita a fianco a Bette Midler in Storie di amori e infedeltà, diretto da Paul Mazursky.

Al Festival di Berlino del 1992 viene presentato, con scarso successo, Ombre e nebbia, un omaggio in bianco e nero al cinema espressionista tedesco.

Nello stesso anno accetta di produrre quattro spot televisivi di quarantacinque secondi per la Coop, la catena di supermercati italiani.

Lo scandalo e il terzo matrimonio

Palazzo Cavalli-Franchetti a Venezia, luogo delle terze nozze di Allen

Nel 1992, dopo aver ufficialmente adottato Moses e Dylan Farrow, Allen, come già detto, finisce al centro di un grosso scandalo: Mia Farrow scopre la sua relazione con Soon-Yi Previn, figlia adottiva coreana della Farrow e del suo ex-marito André Previn; la storia sarebbe cominciata a partire dalla fine del liceo da parte della ragazza, della quale, essendo orfana, non si conosce l'età esatta; la differenza di età tra i due è comunque stimata intorno ai 35 anni. I giornali scandalistici si impossessano della vicenda e montano un vero e proprio caso.

Dopo la separazione ufficiale dalla ex-compagna, il regista continua apertamente la sua relazione con Soon-Yi Previn. Anche se Allen e la Previn hanno sempre negato che lui sia mai stato il suo patrigno, la loro relazione fu un grande scandalo e attirò molte critiche che influirono negativamente anche sulla carriera cinematografica di Allen. All'epoca il regista aveva 57 anni e la Previn 22. La coppia si è sposata il 22 dicembre 1997 a Palazzo Cavalli-Franchetti a Venezia, città amata da Allen. Successivamente hanno adottato due figlie, Bechet e Manzie (i nomi sono stati scelti da Allen da due dei suoi jazzisti preferiti, rispettivamente Sidney Bechet e Manzie Johnson).

Il ritorno al cinema

Poco dopo lo scoppio dello scandalo esce Mariti e mogli (1992), l'ultimo film della coppia Allen-Farrow, il film più autobiografico e sincero, con un incredibile cast di quarantadue attori, di cui sette protagonisti, cui segue Misterioso omicidio a Manhattan (1993), che combina thriller e commedia nera, nel quale torna a recitare accanto a Diane Keaton, e Pallottole su Broadway (1994).

Nello stesso anno dirige la trasposizione cinematografica di una sua vecchia commedia per la ABC, Don't Drink the Water, già precedentemente portata sul grande schermo da Howard Morris, con il titolo Come ti dirotto il jet, nel 1969.

Verso la metà degli anni novanta la sua produzione torna ad assumere toni più leggeri, pur mantenendo uno stile ricercato ed intelligente; nel 1995 esce La dea dell'amore, che frutta un premio Oscar alla protagonista Mira Sorvino; nel 1996 Allen dirige il suo primo musical, Tutti dicono I Love You, ambientato a Venezia, New York e Parigi. Gli attori furono informati dal regista che avrebbero dovuto cantare loro stessi solamente il primo giorno delle riprese. Subito dopo la realizzazione della pellicola Allen ha dichiarato di voler dirigere un altro musical, ma da allora non si è mai saputo più nulla di tale progetto.

Nel 1997 è la volta di Harry a pezzi, altro film meta-cinematografico ispirato al capolavoro del regista svedese Ingmar Bergman Il posto delle fragole (1957) che ottiene una nomination all'Oscar per la migliore sceneggiatura originale.

Il 22 dicembre 1997 sposa a Venezia la compagna Soon-Yi, alimentando nuove polemiche, e si dedica a un progetto sul mondo del cinema e della moda, Celebrity (1998), completamente girato a New York, in bianco e nero, che si avvale della fotografia di Sven Nykvist, col quale aveva già collaborato negli anni ottanta, e che vanta un ricco cast con Leonardo DiCaprio, Melanie Griffith, Kenneth Branagh e Winona Ryder.

Nel 1998 esordisce come doppiatore nel film d'animazione della DreamWorks Z la formica, nel quale dà la voce a Z, il protagonista del film, formica nevrotica modellata sulla sua personalità e sul suo aspetto; esce anche Wild Man Blues, un documentario di Barbara Kopple che ha seguito il tour europeo di Allen e della sua jazz band.

Nel 1999 esce Accordi e disaccordi, presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia, falso documentario dedicato al mondo del jazz degli anni trenta.

I flop e la crisi

Nel 2000 cambia studio di produzione e passa alla DreamWorks SKG: il primo film girato per la nuova compagnia è Criminali da strapazzo, che presenta un'inversione di tendenza: Allen inizia a concedere più interviste e sembra intenzionato a tornare alle origini del suo stile comico. La pellicola è un discreto successo commerciale in patria, ma le quattro successive si rivelano dei flop al botteghino e vengono accolti male dalla critica: nel 2001 dirige La maledizione dello scorpione di giada, un omaggio ai film dell'epoca d'oro di Hollywood, e continua la sua prolifica produzione con Hollywood Ending (2002), nel quale, probabilmente non a caso, interpreta un vecchio regista hollywoodiano in declino, Anything Else (2003) e Melinda e Melinda (2004). I suoi film ottengono un maggior successo in Europa, in particolare in Francia e in Italia, dove il regista ha molti fan, e lo stesso Allen ha dichiarato di "sopravvivere" grazie al mercato europeo.[senza fonte]

Nel frattempo nel 2000 recita in Ho solo fatto a pezzi mia moglie di Alfonso Arau.

Il ritorno al successo

Il ritorno alla ribalta, quando tutti ormai lo consideravano un regista finito, avviene al Festival di Cannes 2005, dove presenta un film atipico per la sua filmografia, Match Point, con Jonathan Rhys-Meyers e Scarlett Johansson. Allen, questa volta solo sceneggiatore e regista, abbandona i toni della commedia per girare un dramma/thriller di denuncia sociale (in parte ispirato dal celebre romanzo "Delitto e castigo" di Fedor Dostoievskj) ambientato a Londra, lontano dalla sua New York, e cambia anche la colonna sonora: non più jazz, ma musica lirica.

Il film incassa negli USA più di 23 milioni di dollari (rivelandosi il suo film più proficuo degli ultimi 20 anni) e Allen riceve ancora una volta una candidatura agli Oscar per la sceneggiatura. Il regista lo considera tra i suoi film meglio riusciti (nel senso di più fedeli alla sua visione originale), come ha dichiarato in un'intervista rilasciata a Premiere Magazine[1].

Il 28 luglio 2006 esce negli USA il suo nuovo film, Scoop, scritto appositamente per poter nuovamente lavorare con Scarlett Johansson, divenuta sua nuova musa, accanto a Hugh Jackman, Ian McShane e Kevin McNally, e nuovamente ambientato a Londra. Nel film, un ritorno alla commedia, Allen torna a recitare dopo 3 anni di assenza dagli schermi (l'ultima apparizione era stata in Anything Else nel 2003).

Il terzo ed ultimo film ambientato nella capitale britannica (e l'unico dei tre senza Scarlett Johansson nel cast) è Sogni e delitti, presentato fuori concorso alla 64a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, la cui uscita nella sale cinematografiche italiane è stata il 1º febbraio 2008. La pellicola segna un ritorno ai toni cupi e drammatici di Match Point, dopo il breve ritorno alla commedia leggera di Scoop; il cast vede come protagonisti Colin Farrell, Ewan McGregor (che interpretano due fratelli), Tom Wilkinson, Hayley Atwell e Sally Hawkins.

Nel frattempo Allen torna alla narrativa dopo 25 anni di assenza pubblicando la raccolta di racconti umoristici Pura anarchia.

Il film successivo di Allen (2008) è Vicky Cristina Barcelona, il suo quarto lungometraggio girato al di fuori degli Stati Uniti, questa volta in Spagna, principalmente a Barcellona. Del cast fanno parte Scarlett Johansson, Penélope Cruz, che per il ruolo ha vinto il premio Oscar come migliore attrice non protagonista nel 2009, il primo assegnato ad una attrice spagnola, Javier Bardem e Rebecca Hall. Nel film appare, in un breve cameo, Joan Pera, storico doppiatore spagnolo di Allen. Il film tratta di un intrigo amoroso a Barcellona tra un pittore, la sua ex e due turiste americane. Il film si rivela, inaspettatamente, un vero successo, ed è uno dei film più proficui del regista.[senza fonte]

Dopo il lungo soggiorno "cinematografico" in Europa, Allen ha deciso di tornare nella sua New York per il progetto successivo, Whatever Works - Basta che funzioni, una commedia drammatica dai forti toni autobiografici, con Larry David, Evan Rachel Wood, Emma Thompson e Patricia Clarkson. Il film era stato scritto da Allen verso la fine degli anni '70 ed il protagonista, interpretato da Larry David, era stato scritto per Zero Mostel, che tuttavia morì nel 1977, l'anno di uscita di Io e Annie, prima che il progetto potesse realizzarsi, e portando Allen a "congelare" di fatto il film per oltre 30 anni.

Progetti futuri

Per il progetto successivo, le cui riprese sono iniziate a luglio 2009, Allen sceglie di tornare a Londra; il lungometraggio vedrà nel cast Antonio Banderas, Josh Brolin, Anthony Hopkins, Anupam Kher, Freida Pinto e Naomi Watts. Anche i due successivi lungometraggi di Allen dovrebbero essere filmati in Europa, nelle estati del 2010 e 2011 rispettivamente.

Estetica e stile

«Il pubblico vuole vedere sempre gli stessi film. Invece bisogna deluderlo, altrimenti non si farebbe nulla di interessante nell'arte.[senza fonte]»

I primi film slapstick

I primi anni della carriera risentono fortemente del background che Allen si è costruito con le precedenti esperienze in televisione e come comico. Il suo talento camaleontico si esprime nelle prime pellicole in tutte le sue forme, come regista-sceneggiatore-attore, decretandolo protagonista assoluto e mattatore dei suoi primi lavori, commedie pure che presentano una comicità molto semplice e fisica, da classica slapstick comedy, espressa con un ritmo frenetico di gag visive e battute fulminanti, che da sempre caratterizzano i dialoghi di Allen, tenute insieme da una trama esile, creata ad arte come raccordo tra le varie situazioni necessarie per gli sketch.

Allen punta molto sulla sua figura, plasmandosi addosso un personaggio su misura per il suo stile, sviluppato a partire dai primi anni del cabaret e perfezionato nel tempo, divenuto poi l'immagine classica percepita dal pubblico; nevrotico, paranoico, impacciato e sfortunato con le donne, Allen sceglie sempre al suo fianco come co-protagonista le proprie compagne, prima Louise Lasser, poi Diane Keaton e infine Mia Farrow, dopo la quale non ci sarà più una "primadonna".

Tra le maggiori influenze di questo periodo figurano Bob Hope e Groucho Marx. In tutte i primi film, Prendi i soldi e scappa (1969), Il dittatore dello stato libero di Bananas (1971), Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso * ma non avete mai osato chiedere (1972), Il dormiglione (1973) e Amore e guerra (1975), sono presenti elementi surreali ed assurdi, a caratterizzare ed amplificare l'effetto comico. Allen, per esempio, indossa continuamente i suoi occhiali con la montatura nera, tipicamente anni settanta, ma che non abbandonerà mai, anche in Amore e guerra, ambientato in Russia in epoca napoleonica.

Le commedie sofisticate

Ingmar Bergman, principale modello del regista
Federico Fellini, un altro modello del regista

Il punto di svolta arriva nel 1977 con quello che è considerato il suo capolavoro, Io e Annie; i maggiori successi critici e commerciali di Allen arrivano proprio nella decade che inizia con l'uscita nelle sale di questa pellicola, che gli vale 4 Oscar 1978 ("miglior film, "miglior regia", "miglior sceneggiatura originale" e "miglior attrice protagonista" alla Keaton) e 1 Golden Globe ("miglior attrice protagonista musical/commedia", sempre alla Keaton). Il film, oggi considerato un classico moderno, segna il passaggio di Allen ad una comicità più sofisticata, mescolata ad aspetti drammatici, segnando allo stesso tempo un nuovo modello per il genere della commedia romantica.

Negli anni ottanta comincia ad inserire nei suoi film diversi riferimenti filosofici e dimostra il suo anticonformismo. I film di Allen non sono più solamente comici, ma portano con sé una componente riflessiva più marcata; la trama non è più solo un filo conduttore per legare un susseguirsi di gag e battute, ma assume un ruolo centrale nel film, diventando più studiata, arricchita da sottotrame romantiche e drammatiche. Alla pellicola seguono in breve tempo altri due successi, il sofisticato Interiors (1978), suo primo film drammatico e prima pellicola nella quale non appare in veste di attore, ispirato ad uno degli idoli di Allen, Ingmar Bergman, e Manhattan (1979), una serenata alla sua amata New York con le musiche di George Gershwin, definito da alcuni critici statunitensi "l'unico grande film americano degli anni settanta", condito da una comicità meno buffonesca e più riflessiva.

In questo periodo emerge una delle caratteristiche peculiari della cinematografia alleniana, che sarà d'ora in poi una costante, la riflessione sul ruolo stesso del regista, dell'autore e, più in generale, una riflessione sull'arte cinematografica, che daranno vita ad una serie di pellicole meta-cinematografiche e dai forti toni autobiografici. Solitamente il protagonista di queste pellicole è lo stesso Allen, ma nel tempo, con l'avanzare dell'età, ha talvolta ceduto il "suo ruolo": a John Cusack in Pallottole su Broadway (1994), Kenneth Branagh in Celebrity (1998), Jason Biggs in Anything Else (2003) e Will Ferrell in Melinda e Melinda (2004).

La prime pellicola di questo genere è Stardust Memories (1980), dalla forte componente personale autobiografica, ispirato al cinema europeo ed in particolare a Federico Fellini e di nuovo a Ingmar Bergman. Nel film un regista di successo, Sandy Bates, interpretato dallo stesso Allen, esprime il suo risentimento e il suo disprezzo per i propri fan; sconvolto dalla recente morte di un caro amico, Bates afferma di non voler mai più girare film comici, ed una gag ricorrente per tutto il film vede diverse persone (compreso un gruppo di alieni) esprimere a Bates il proprio apprezzamento per i suoi film, "specialmente i primi comici". La gag è chiaramente uno sfogo dello stesso Allen e del suo pensiero, frustrato dai continui commenti di chi lo ritiene solo un autore comico.

Questo tipo di riflessione continua nelle pellicole successive, Zelig (1983), tragi-comica parodia idiosincratica di un documentario degli anni venti-trenta, Broadway Danny Rose (1984), caratterizzato dall'impiego di attori non professionisti, e La rosa purpurea del Cairo (1985), uno dei suoi film preferiti.[senza fonte]

A partire dalla metà degli anni ottanta Allen inizia, quindi, a mescolare nelle sue opere aspetti romantici, comici e tragici.

Si susseguono in breve tempo Hannah e le sue sorelle (1986), vincitore di 3 Oscar 1987 ("miglior sceneggiatura originale", "miglior attore non protagonista" a Michael Caine e "miglior attrice non protagonista" a Dianne Wiest), Radio Days (1987), nel quale recitano fianco a fianco Diane Keaton e Mia Farrow, Settembre (1987), altra pellicola di ispirazione felliniana ed bergmaniana, e Un'altra donna (1988), oltre al film collettivo New York Stories, insieme a Martin Scorsese e Francis Ford Coppola, dirigendo l'episodio Edipo relitto.

Nel 1989 Crimini e misfatti, uno dei suoi film più amati, il cui il tema centrale è l'ipocrisia borghese nella tradizione ebraica, ottiene un buon successo di pubblico e critica, e l'anno successivo esce Alice, del quale è protagonista incontrastata Mia Farrow. Al Festival di Berlino del 1992 viene presentato, con scarso successo, Ombre e nebbia, un omaggio in bianco e nero al cinema espressionista tedesco.

Nel 1993, dopo lo scandalo della relazione con Soon-Yi Previn, torna al cinema con Mariti e mogli, il film più autobiografico e sincero[2] con un incredibile cast di quarantadue attori, di cui sette protagonisti, cui segue Misterioso omicidio a Manhattan (1993), che combina thriller e commedia nera, e Pallottole su Broadway (1994).

Il ritorno ai toni leggeri

Verso la metà degli anni novanta la sua produzione torna ad assumere toni più leggeri, pur mantenendo uno stile ricercato ed intelligente; nel 1995 esce La dea dell'amore, che frutta un premio Oscar alla protagonista Mira Sorvino; nel 1996 Allen dirige il suo primo musical, Tutti dicono I Love You, ambientato a Venezia, New York e Parigi. Gli attori furono informati dal regista che avrebbero dovuto cantare loro stessi solamente il primo giorno delle riprese. Subito dopo la realizzazione della pellicola Allen ha dichiarato di voler dirigere un altro musical, ma da allora non si è mai saputo più nulla di tale progetto.

Nel 1997 è la volta di Harry a pezzi, altro film meta-cinematografico ispirato al capolavoro del regista svedese Ingmar Bergman Il posto delle fragole (1957) che ottiene una nomination all'Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Nel 1999 esce Accordi e disaccordi, presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia, falso documentario dedicato al mondo del jazz degli anni trenta.

Nel 2000 è la volta di Criminali da strapazzo, primo film girato per la DreamWorks SKG, che presenta un'inversione di tendenza: Allen inizia a concedere più interviste e sembra intenzionato a tornare alle origini del suo stile comico.

La pellicola è un discreto successo commerciale in patria, come le precedenti, ma le quattro successive si rivelano dei flop al botteghino e vengono accolti male dalla critica,[senza fonte] portando molti critici a decretare la fine del regista: nel 2001 dirige La maledizione dello scorpione di giada, un omaggio ai film dell'epoca d'oro di Hollywood, e continua la sua prolifica produzione con Hollywood Ending (2002), nel quale, probabilmente non a caso, interpreta un vecchio regista hollywoodiano in declino, Anything Else (2003) e Melinda e Melinda (2004). I suoi film ottengono un maggior successo in Europa, in particolare in Francia, dove il regista ha molti fan, e lo stesso Allen ha dichiarato di "sopravvivere" grazie al mercato europeo.

Il dramma e la commedia

Il ritorno alla ribalta avviene al Festival di Cannes 2005, dove presenta un film atipico per la sua filmografia, Match Point, con Jonathan Rhys-Meyers e Scarlett Johansson. Allen, questa volta solo sceneggiatore e regista, abbandona i toni della commedia per girare un dramma/thriller ambientato a Londra, lontano dalla sua New York, e cambia anche la colonna sonora: non più jazz, ma musica lirica. In un'intervista rilasciata a Premiere Magazine, Allen ha dichiarato di considerare Match Point il suo miglior film.

Segue una commedia, Scoop (2006), scritta appositamente per poter lavorare ancora con Scarlett Johansson, divenuta sua nuova musa, accanto a Hugh Jackman, Ian McShane e Kevin McNally, e nuovamente ambientato a Londra. Nel film, Allen torna a recitare dopo 3 anni di assenza dagli schermi (l'ultima apparizione era stata in Anything Else nel 2003).

Dopo la pausa leggera, il terzo ed ultimo film londinese di Allen, Sogni e delitti, segna un ritorno ai toni cupi e drammatici di Match Point. Il suo quarto film europeo, Vicky Cristina Barcelona, è ancora una commedia drammatica, questa volta a sfondo sentimentale, ambientata nella capitale catalana. Con Whatever Works - Basta che funzioni (2009) Woody Allen torna a girare nell'amata New York, dopo diversi anni di assenza.

Interessi e tematiche

La psicoanalisi

«E poi Freud - altro grande pessimista! Gesù, sono stato in analisi per anni. Non è successo niente. Il mio analista, per la frustrazione, cambiò attività. Aprì un self-service vegetariano.»

Celebre per la sua immagine nevrotica, Allen ha passato più di 30 anni in psicoanalisi.

Frequenta per la prima volta uno specialista nel 1959, a soli 24 anni, poiché inizia a sentirsi malinconico senza capirne il motivo. Da allora la terapia diventa un appuntamento fisso ed irrinunciabile, in media una volta a settimana, tranne brevi periodi di pausa. In momenti più intensi, invece, Allen arriva a frequentare lo studio di psicologi addirittura tre volte a settimana.

Gran parte dei suoi film contengono riferimenti a questo suo problema o anche scene esplicite di psicoanalisi, ed è diventata una caratteristica essenziale del "personaggio" Allen. Persino il film d'animazione Z la formica, nel quale Allen doppia il protagonista Z, inizia con una classica scena di psicoanalisi.

Il regista ha dichiarato di aver concluso la terapia più o meno al tempo dell'inizio della sua relazione con Soon-Yi Previn, anche se ha dichiarato di soffrire ancora di claustrofobia ed agorafobia.

Il jazz e il clarinetto

Louis Armstrong, uno degli artisti preferiti di Allen
Woody Allen al clarinetto
Woody Allen e la sua New Orleans Jazz Band

Allen è un grandissimo fan e conoscitore della musica jazz, che spesso è una presenza prominente nella colonne sonore delle sue opere, soprattutto quella classica americana degli anni trenta e anni quaranta.

Non a caso nel finale di Manhattan, nella scena nella quale Isaac Davis (interpretato dallo stesso Allen) elenca a se stesso, ed al pubblico della pellicola, le cose per cui vale veramente la pena vivere, accanto a Groucho Marx, Joe DiMaggio (nella versione originale si tratta in realtà di Willie Mays), il secondo movimento della sinfonia Jupiter, i film svedesi, L'educazione sentimentale di Flaubert, Marlon Brando, Frank Sinatra, le incredibili mele e pere dipinte da Cézanne e i granchi da Sam Wo mette il suo amato Louis Armstrong, e in particolare la sua celebre incisione di Potato Head Blues.

Accanto ad Armstrong, una presenza ricorrente nelle pellicole di Allen, il regista newyorchese ha usato autori classici del calibro di Irving Berlin (noto per non aver mai concesso a nessun altro regista, nemmeno a Federico Fellini, i diritti delle sue canzoni), Rodgers & Hammerstein, George Gershwin, le celebri orchestre di Tommy Doorsey e Glenn Miller e le performance di Fred Astaire e Ginger Rogers, che compaiono anche in uno spezzone nel quale ballando al ritmo di Cheek to Cheek in La rosa purpurea del Cairo, ma ha anche selezionato alcuni tra i migliori musicisti contemporanei, tra i quali Burt Bacharach (in Ciao Pussycat), Marvin Hamlisch (in Prendi i soldi e scappa e Il dittatore dello stato libero di Bananas) e Dick Hyman (in La rosa purpurea del Cairo e La dea dell'amore). In alcuni casi, come per la colonna sonora de Il dormiglione, Allen stesso ha scritto le canzoni originali necessarie, interpretandole poi con la celebre Preservation Hall Jazz Band, o ha composto alcuni pezzi ispirandosi a grandi musicisti, non necessariamente jazzisti, come Sergej Prokofiev (per Amore e guerra, ambientato in Russia), Felix Mendelssohn (per Una commedia sexy in una notte di mezza estate), Kurt Weill (ispirandosi al suo Soldati e bombe per esigenze espressionistiche in Ombre e nebbia) o Frank Sinatra (ispirandosi a If You Are But a Dream per Radio Days).

Tuttavia Allen non è solo un fan del jazz, ma lo ha sempre suonato sin dall'adolescenza per poter a sua volta esibirsi. All'età di 15 anni impara a suonare il clarinetto, esercitandosi giornalmente. I suoi primi spettacoli pubblici risalgono addirittura a partire dagli anni sessanta. Una delle sue prime performance televisive fu quella al The Dick Cavett Show il 20 ottobre 1971.

Woody Allen e la sua New Orleans Jazz Band a partire dagli anni settanta suonano tutti i lunedì sera al Cafè Carlyle di Manhattan (fino al 1997 suonavano al Michael's Pub), un piccolo locale sempre assiepato dai fan, soprattutto europei, tranne rari casi nei quali Allen è fuori città per la lavorazione dei suoi film. Il gruppo è specializzato in New Orleans jazz degli inizi del XX secolo, lo stile tipico, tra gli altri, di Louis Armstrong, ed ha pubblicato un CD originale, The Bunk Project (1993).

Il gruppo ha intrapreso diversi tour, soprattutto in Europa, a proposito dei quali Allen ha dichiarato :"Sono sempre sorpreso ogni volta che veniamo in Europa e abbiamo la possibilità di suonare in queste grandi e prestigiose sale concerto. Io personalmente sono un musicista molto molto mediocre e quindi suppongo che la gente venga a vederci più che a sentirci. Il nostro pubblico ha visto tutti i miei film e per questi film probabilmente accorre a teatro, non certo per la musica. Se non fosse per il cinema e fosse solo per il sottoscritto non verrebbe nessuno ad ascoltarci, questo vale per Milano, per Parigi, per Vienna. Siamo sempre molto sorpresi vedendo tutte quelle persone a teatro". Il documentario Wild Man Blues (1997), diretto da Barbara Kopple, documenta un tour europeo del 1996 di Allen e il suo gruppo, così come la sua relazione con Soon-Yi Previn. La colonna sonora del documentario è interamente composta da brani interpretati dalla band, ed è stata pubblicata nel 1997.

La sua passione lo ha portato a scegliere il suo nome d'arte da uno dei suoi idoli, il celebre clarinettista Woody Herman, ma anche a chiamare gli ultimi due figli adottati con la moglie Soon-Yi Previn, Bechet e Manzie, con i nomi di due dei suoi jazzisti preferiti, rispettivamente Sidney Bechet e Manzie Johnson.

New York, Parigi, Venezia

Facciata del teatro La Fenice di Venezia, alla cui ricostruzione Allen ha contribuito

New York è senza dubbio la città che più viene associata a Woody Allen e alla sua opera, essendo la sua città natale, nonché il luogo dove ha sempre vissuto. A New York sono ambientati moltissimi suoi film, come il celeberrimo Manhattan. La comicità verbale di Allen è derivata da quella degli ambienti artistici ebraici newyorchesi; molti suoi racconti presentano termini dell'yiddish, la lingua degli ebrei dell'est europeo diffusa anche nella Grande Mela in questi ambienti.[3] Non è possibile separare l'immagine del regista dalla sua città. La New York di Allen è quella degli intellettuali e delle classi medio-alte, non quella dei quartieri "bassi". Questo per il fatto che è quella da lui conosciuta e non ha niente a vedere, come confermato da lui stesso, con una preferenza "classista". A proposito, ha dichiarato in un'intervista, a una domanda sulle critiche ricevute sul fatto che si occuperebbe solo dei problemi della borghesia bianca della città: "Se è per questo la comunità ebraica mi accusa di parlare male degli ebrei e quella di colore stigmatizza il fatto che io non inserisco mai attori neri nelle mie pellicole... Io abito in una città ed in un certo ambiente ricco. Quello che mi diverte è raccontare quello che vedo. Tutti pensano che "i ricchi" non abbiano problemi, quando, invece, in ogni mio film dimostro come le persone abbienti hanno i problemi di tutti quando vengono a scontrarsi con le questioni di cuore o psicologiche.[4]" Significativo dell'amore per la sua città che l'unica apparizione (tra l'altro fuori concorso, nel 2002) alla notte degli Oscar (cerimonia sempre disertata, anche quando era in gara e vinse), come già detto, di Allen sia stata per sostenere, con un montaggio di clip newyorchesi, dai suoi film, la città, invitando il cinema a non abbandonarla, dopo l'11 settembre. Il regista era presente il giorno degli attentati, a Manhattan, e si è detto "distrutto ma non sorpreso" ma orgoglioso di come reagì la popolazione.[5]

Le altre città amate da Allen sono Parigi e, soprattutto Venezia. Grande amante dell'Italia e della città lagunare, appunto, in particolare, ha contribuito economicamente alla ricostruzione del teatro La Fenice, distrutto da un incendio il 29 gennaio 1996 e riaperto il 14 dicembre 2003. Il 22 dicembre 1997 ha scelto Palazzo Cavalli-Franchetti per le sue terze nozze, con Soon-Yi Previn. A proposito di Venezia ha dichiarato:

«Adoro la città, non mi piace la campagna. Fuori da New York ci sono solo due città al mondo dove mi sento a casa: una è Venezia, l'altra è Parigi. Sono venuto a Venezia per la prima volta a cinquant'anni e prima di arrivare, mentre stavo sull'aereo, ero preso dalle angosce: non mi piaceva molto l'idea di dovere andare in giro con una gondola oppure su una barca. Quando, però, mi sono trovato per la prima volta a solcare la laguna, il tempo melanconico, le emozioni del paesaggio, la gioia irrazionale che mi derivava dall'esserci me l'hanno fatta amare. So che è pazzesco, ma per qualche motivo che non so spiegare New York, Parigi e Venezia hanno per me un denominatore comune che me le fa sentire molto vicine. Io ho girato tutto il mondo e tutta l'Europa. Queste tre città, nel mio cuore, non hanno uguali.»

Premi e riconoscimenti

Lo stesso argomento in dettaglio: Lista di premi e riconoscimenti di Woody Allen.

Curiosità

  • Allen si rifiuta di guardare i suoi film dopo la loro uscita nelle sale; il regista, infatti, ha affermato che rivedendo la pellicola finita sicuramente penserebbe che il film non sia sufficientemente buono e che avrebbe potuto fare di meglio. Anche per questo motivo non ha mai registrato un commento audio per nessuno dei suoi film da includere nei DVD, per i quali pretende edizioni semplici, prive di extra, monodisco e con l'audio mono che caratterizza tutti i suoi film.
  • Sono numerosissime le sue fobie: è terrorizzato da insetti, cani, cervi, colori brillanti, strapiombi, spazi piccoli, dalla folla, dai bambini, dal cancro, e, persino, dal sole.
  • Grande appassionato di pallacanestro, come di molti altri sport, baseball soprattutto, Allen è da molti anni un abbonato della squadra NBA della "Grande Mela", i New York Knicks, dei quali non perde una partita. I piani di lavorazione sono basati anche sulle date e sugli orari delle partite, in modo che Allen possa finire in tempo le riprese della giornata e andare a vedere la partita.
  • Quasi tutte le sequenze dei titoli di apertura e di chiusura dei film di Allen presentano come carattere di scrittura il Windsor bianco su sfondo nero, senza effetti di scorrimento, con musica jazz di sottofondo.
  • Tra i suoi miti figurano Ingmar Bergman, Groucho Marx, Federico Fellini, Cole Porter, Louis Armstrong ed Anton Čechov.
  • Secondo la vedova di Stanley Kubrick, il regista aveva considerato Allen per il ruolo di Sydney Pollack nel suo ultimo film, Eyes Wide Shut.
  • Non è mai stato apertamente schierato politicamente, ma negli ultimi anni ha sostenuto esplicitamente il Partito Democratico, anche se ha ammesso di non averlo sempre scelto, in passato.[6]

Filmografia

Lo stesso argomento in dettaglio: Filmografia di Woody Allen.

Doppiatori italiani

La voce ufficiale e "storica" di Woody Allen, che lo ha doppiato in tutti i suoi film, nonché negli spot pubblicitari ed interviste, è stata, fino alla scomparsa, quella dell'attore e comico Oreste Lionello, la cui voce è ormai comunemente identificata con l'immagine di Allen. Le uniche eccezioni sono rappresentate da James Bond 007 - Casino Royale (1967, voce di Gianfranco Bellini, King Lear (1987, voce di Oliviero Dinelli) e Che fai, rubi? (1966, voce di Piero Tiberi).

Anche nell'episodio de I Simpson 19.18 Ogni maledetto Sundance, in cui compare un cameo di Woody Allen, questi venne doppiato da Oreste Lionello.

Lionello si è più volte dissociato dalle opinioni e dalle azioni di Woody Allen. Dopo lo scandalo della relazione con Soon-Yi Previn, dichiarò che non avrebbe più prestato la sua voce ad Allen, definendolo "un pedofilo", proposito poi ritirato. In occasione di un'intervista concessa da Allen a Paolo Bonolis all'interno della sua trasmissione Il senso della vita, Allen dichiarò di essere ateo; Lionello, che doppiava l'intervista, volle prendere la parola per dissociarsi dai concetti espressi dal regista. La presa di posizione del doppiatore suscitò polemiche.

Teatrografia

Libri

L'opera scritta di Woody Allen nasce dalla trascrizione dei suoi monologhi e da molti racconti che l'autore ha pubblicato su quotidiani nel corso degli anni, integrata con inediti. La sua abilità sta nel cogliere, in brevi racconti, l'ordinaria follia del quotidiano, trasformando situazioni normali o strane in gioiellini surreali, cogliendo le contraddizioni degli Stati Uniti e della società globale.

A fine 2004 la Bompiani ha deciso di pubblicare una nuova traduzione completa e fedele dei tre classici di Woody Allen a cura di Daniele Luttazzi poiché le precedenti traduzioni, pubblicate 30 anni prima, erano una versione addomesticata, per avvicinare il mondo surreale di Allen al pubblico italiano, abituato ad una comicità televisiva più leggera.[3]

Discografia

Con la New Orleans Banjo Band:

Note

  1. ^ Jason Matloff, Woody Speaks!, in Premiere Magazine.
  2. ^ Woody Allen tra autobiografismo e (auto)plagio, su elapsus.it, 9 Aprile 2009. URL consultato il 2-10-2009.
  3. ^ a b Daniele Luttazzi: come ti traduco Woody (tra comicità e musica), su omero.it. URL consultato il 02-10-2009.
  4. ^ "New York, New York" - Intervista a Woody Allen, su tempimoderni.com. URL consultato il 02-10-2009.
  5. ^ Fiero della mia New York che ha reagito all'orrore, su repubblica.it, 20 settembre 2001. URL consultato il 02-10-2009.
  6. ^ Arianna Finos, Woody Allen: "Voterò democratico", su repubblica.it, repubblca.it, 3 gennaio 2008. URL consultato il 02-10-2009.

Bibliografia

Voci correlate

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