Let's Dance (album David Bowie)

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Let's Dance
album in studio
ArtistaDavid Bowie
Pubblicazione14 aprile 1983
Durata39:41
Dischi1
Tracce8
Genere[1]Pop rock
New wave
EtichettaEMI America Records (1983)
Virgin Records (1995)
EMI (1999)
ProduttoreDavid Bowie, Nile Rodgers
RegistrazionePower Station, New York
FormatiCD
Noten. 4 Stati Uniti (bandiera)
n. 1 Regno Unito (bandiera)
n. 5 Italia (bandiera)
Certificazioni
Dischi d'oroAustria (bandiera) Austria[2]
(vendite: 25 000+)
Finlandia (bandiera) Finlandia[3]
(vendite: 45 000+)
Spagna (bandiera) Spagna[4]
(vendite: 50 000+)
Dischi di platinoCanada (bandiera) Canada (5)[5]
(vendite: 500 000+)
Francia (bandiera) Francia[6]
(vendite: 845 000+)
Regno Unito (bandiera) Regno Unito[7]
(vendite: 300 000+)
Paesi Bassi (bandiera) Paesi Bassi[8]
(vendite: 100 000+)
Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti[9]
(vendite: 1 000 000+)
David Bowie - cronologia
Album successivo
(1984)
Singoli
  1. Let's Dance
    Pubblicato: 17 marzo 1983
  2. China Girl
    Pubblicato: maggio 1983
  3. Modern love
    Pubblicato: settembre 1983
  4. Without You
    Pubblicato: novembre 1983

Let's Dance è il quindicesimo album in studio del cantautore britannico David Bowie pubblicato nel 1983.

Si tratta di un album coprodotto, con Nile Rodgers degli Chic, negli anni successivi alla disco music, anni caratterizzati da sonorità più elettroniche.
La canzone Let's Dance, la traccia del titolo, è divenuta un motivo di successo, mentre China Girl, nuova versione di una canzone che Bowie aveva scritto insieme ad Iggy Pop per il suo album The Idiot, destò sensazione per il suo video promozionale.
Un'edizione a diffusione limitata venne anche pubblicata in versione Picture Disc, che riportava da un lato dell'album la foto di copertina con l'elenco delle tracce, e dall'altro ricordava il Serious Moonlight Tour '83, accompagnato da una foto del concerto.

L'album fu pubblicato su CD nel 1983 dalla EMI. Nel 1995 la Virgin Records lo ripubblicò sempre su CD, aggiungendo Under Pressure come bonus track.
Nel 1999 la EMI ne fece un'ulteriore pubblicazione, priva di bonus tracks, in cui il suono venne rimasterizzato in digitale a 24 bit audio.
Nel 2003 c'è stata un'ultima riedizione della casa discografica EMI, che ha prodotto l'album nel formato CD ibrido.

Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[1]
Blender[10]
Chicago Tribune[11]
Piero Scaruffi[12]
Robert Christgau[13]B
Rolling Stone[14]
The Rolling Stone Album Guide[15]
Q[16]
Smash Hits[17]

Il grande successo dell'album sorprese Bowie. Nel 1997, egli disse: «All'epoca, Let's Dance non era mainstream. Era virtualmente una nuova specie di ibrido, usando chitarre blues-rock in contrasto al formato dance. Non c'era niente che suonasse veramente simile ai tempi. Quindi sembrò commerciale solo in apparenza perché vendette così tante copie. Fu grande in questo senso, ma mi mise nella condizione di mandare a farsi "fottere" la mia integrità artistica».[18] Bowie aggiunse: «Si trattò di un buon disco, ma venne concepito come un progetto a parte. Avevo tutte le intenzioni di proseguire nel mio stile consueto poi. Ma il successo di quel disco mi costrinse veramente, in qualche modo, a continuare a flirtare con "la bestia". Fu una mia decisione, certo, ma sentii, dopo qualche anno, che mi ero bloccato artisticamente».[19]

Bowie avrebbe successivamente affermato che il successo riscosso dall'album si tramutò in un periodo che gli fece toccare il punto più basso della sua carriera dal punto di vista creativo negli anni immediatamente seguenti.[18][20][21] «Mi ricordo che osservavo la marea di persone [che venivano ai concerti per ascoltare i brani dell'album suonati dal vivo] e pensavo: "mi chiedo quanti dischi dei Velvet Underground hanno queste persone a casa... ". Mi sentii presto estraniato dal mio pubblico. E fu deprimente, perché non sapevo cosa volessero in realtà».[18]

Dopo i successivi Tonight (1984) e Never Let Me Down (1987), entrambi stroncati dalla critica,[22] Bowie formò la band proto-grunge dei Tin Machine per risollevare il suo status artistico.[23] I dati sulle vendite dell'album Let's Dance sono approssimativi: il primo anno (l'album uscì nel 1983) vendette 8 milioni di copie in tutto il mondo. Intorno al 1990, quando Bowie iniziò a ripubblicare tutti i suoi album in digitale (per la seconda volta), aggiungendo ad ognuno "bonus tracks", l'album aveva già raggiunto le 15 milioni di copie vendute. Nel 2013, dopo l'ennesima "renaissance" bowiana (dovuta alla pubblicazione dopo dieci anni di assenza del nuovo album The Next Day), si pensa che abbia superato le 20 milioni di copie vendute[senza fonte]. Let's Dance contende a The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars il titolo di album più venduto di Bowie nel mondo.

  • Tutte le tracce, tranne quando diversamente specificato, sono scritte da David Bowie.
  • Lato 1
  1. Modern Love – 4:46
  2. China Girl – 5:32 (David Bowie, Iggy Pop)
  3. Let's Dance – 7:38
  4. Without You – 3:08
  • Lato 2
  1. Ricochet – 5:14
  2. Criminal World – 4:25 (Peter Godwin, Duncan Browne, Sean Lyons)
  3. Cat People (Putting Out Fire) – 5:09 (David Bowie, Giorgio Moroder)
  4. Shake it – 3:49

Classifiche di fine anno

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Classifica (1983) Posizione
Australia[24] 4
Austria[34] 9
Canada[35] 2
Francia[36] 8
Germania[37] 5
Giappone[38] 22
Italia[30] 36
Nuova Zelanda[39] 1
Paesi Bassi[40] 3
Regno Unito[41] 2
Stati Uniti[42] 28
Classifica (1984) Posizione
Stati Uniti[43] 64
  1. ^ a b (EN) Let's Dance, su AllMusic, All Media Network.
  2. ^ (EN) European Gold & Platinum Awards 1987 (PDF), su americanradiohistory.com, Music & Media. URL consultato il 7 luglio 2019.
  3. ^ (FI) David Bowie, su ifpi.fi, International Federation of the Phonographic Industry. URL consultato il 21 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2009).
  4. ^ Productores de Música de España, Solo Exitos 1959–2002 Ano A Ano: Certificados 1979–1990, prima edizione, ISBN 84-8048-639-2.
  5. ^ (EN) Gold/Platinum, su musiccanada.com, Music Canada. URL consultato il 21 aprile 2016.
  6. ^ (FR) Les Certifications depuis 1973, su infodisc.fr. URL consultato il 21 aprile 2016.
  7. ^ (EN) BRIT Certified, su bpi.co.uk, BPI. URL consultato il 21 aprile 2016.
  8. ^ Goud / Platina, su nvpi.nl. URL consultato il 21 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2022).
  9. ^ (EN) David Bowie - Let's Dance – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 21 aprile 2016.
  10. ^ Douglas Wolk, David Bowie Part 2: The 1980s and Beyond, in Blender, n. 48, luglio 2007.
  11. ^ Greg Kot, Bowie's Many Faces Are Profiled On Compact Disc, in Chicago Tribune, 10 giugno 1990. URL consultato il 14 luglio 2016.
  12. ^ Piero Scaruffi, The History of Rock Music: David Bowie. URL consultato il 31 gennaio 2017.
  13. ^ Robert Christgau, Christgau's Consumer Guide, su The Village Voice, 31 maggio 1983. URL consultato il 18 gennaio 2010.
  14. ^ Ken Tucker, Let's Dance, in Rolling Stone, 26 maggio 1983. URL consultato il 18 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2011).
  15. ^ Nathan Brackett e Christian Hoard (a cura di), The New Rolling Stone Album Guide, Simon & Schuster, 2004, pp. 97–99, ISBN 0-7432-0169-8.
  16. ^ David Bowie: Let's Dance, in Q, n. 112, gennaio 1996, p. 146.
  17. ^ Steve Bush, David Bowie: Let's Dance, in Smash Hits, 14–27 aprile 1983, p. 25.
  18. ^ a b c Steve Pond, Beyond Bowie, in Live! magazine, marzo 1997, pp. 38–41, 93.
  19. ^ David Fricke, Art Crime, in Rolling Stone magazine, n. 719, 19 ottobre 1995, p. 148.
  20. ^ Mary Campbell for the Associated Press, 6 agosto 1993
  21. ^ Scott Cohen, David Bowie Interview, in Details magazine, settembre 1991, pp. 86–97.
  22. ^ David Barton, David Bowie puts career on the line, in Journal-American, 8 giugno 1989, p. D5.
  23. ^ Mark Hendrickson, David Bowie: Outside Looking in, novembre 1995. URL consultato il 1º agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2002).
  24. ^ a b (EN) David Kent, Australian Chart Book 1970–1992, Australian Chart Book, St Ives, N.S.W, 1993, ISBN 0-646-11917-6.
  25. ^ a b c d e f g (DE) David Bowie - Let's Dance, su hitparade.ch, Schweizer Hitparade. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2016).
  26. ^ (EN) Top Albums - May 21, 1983, su Collectionscanada.gc.ca, Library and Archives Canada. URL consultato il 17 marzo 2016.
  27. ^ (FI) Timo Pennanen, Sisältää hitin - levyt ja esittäjät Suomen musiikkilistoilla vuodesta 1972, 1ª ed., Helsinki, Kustannusosakeyhtiö Otava, 2006, ISBN 978-951-1-21053-5.
  28. ^ (FR) Le Détail des Albums de chaque Artiste, su infodisc.fr, InfoDisc. URL consultato il 17 marzo 2016. Selezionare "David BOWIE" e premere "OK".
  29. ^ (EN) Oricon Album Chart Book: Complete Edition 1970–2005, Roppongi, Tokyo, Oricon Entertainment, 2006, ISBN 4-87131-077-9.
  30. ^ a b Gli album più venduti del 1983, su hitparadeitalia.it, Hit Parade Italia. URL consultato il 17 marzo 2016.
  31. ^ (EN) Official Albums Chart Top 100: 17 April 1983 - 23 April 1983, su officialcharts.com, Official Charts Company. URL consultato il 17 marzo 2016.
  32. ^ (ES) Fernando Salaverri, Sólo éxitos: año a año, 1959–2002, 1ª ed., Spagna, Fundación Autor-SGAE, settembre 2005, ISBN 84-8048-639-2.
  33. ^ (EN) David Bowie – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 17 marzo 2016. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
  34. ^ (DE) Jahreshitparade 1983, su austriancharts.at. URL consultato il 17 marzo 2016.
  35. ^ (EN) Top 100 Albums of 1983, su Collectionscanada.gc.ca, Library and Archives Canada. URL consultato il 17 marzo 2016.
  36. ^ (FR) Les Albums (CD) de 1983 par InfoDisc, su infodisc.fr. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2012).
  37. ^ (DE) Album – Jahrescharts 1983, su offiziellecharts.de, Offizielle Deutsche Charts. URL consultato il 17 marzo 2016.
  38. ^ (JA) 年間アルバムヒットチャート 1983年, su entamedata.web.fc2.com. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2013).
  39. ^ (EN) Top Selling Albums of 1983, su nztop40.co.nz, The Official New Zealand Music Chart. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2016).
  40. ^ (NL) Dutch charts jaaroverzichten 1983, su dutchcharts.nl, Dutch Charts. URL consultato il 17 marzo 2016.
  41. ^ (EN) Chart Archive - 1980s Albums, su everyhit.com. URL consultato il 17 marzo 2016.
  42. ^ (EN) Top Pop Albums of 1983, su billboard.biz. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2012).
  43. ^ (EN) Top Pop Albums of 1984, su billboard.biz. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2012).

Collegamenti esterni

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