Ino (Euripide): differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Trama: fix
Trama: fix
Riga 29: Riga 29:
Nelle ''[[Fabulae]]'', [[Igino (astronomo)|Igino]] riporta la trama della tragedia euripidea:
Nelle ''[[Fabulae]]'', [[Igino (astronomo)|Igino]] riporta la trama della tragedia euripidea:


{{Citazione|“Atamante, re di Tessaglia, convinto che sua moglie Ino, dalla quale aveva avuto due figli, fosse morta, sposò Temisto, figlia di una Ninfa, che gli diede due gemelli. In seguito scoprì che Ino si trovava sul Parnaso, dove era andata per partecipare alle cerimonie delle Baccanti; la mandò a prendere e quando gli fu condotta la tenne nascosta. Temisto venne a conoscere che era stata trovata, ma ignorava chi fosse. Concepì allora il progetto di uccidere i suoi figli; prese come complice proprio Ino, che credeva una prigioniera di guerra, e le disse di vestire i propri figli con vesti bianche e quelli di Ino con vesti nere. Ino però rivestì i suoi di bianco e quelli di Temisto con abiti scuri; allora Temisto, ingannata, uccise i suoi e quando seppe la cosa si suicidò. Atamante poi, in un accesso di follia, uccise il proprio figlio maggiore Learco durante una battuta di caccia, mentre Ino si precipitò in mare insieme al figlio minore Melicerte e divenne una dea.|Igino, ''Miti'', a cura di [[Giulio Guidorizzi]] (Adelphi, 2022)}}Tuttavia, è dubbio se la versione narrata da Igino sia effettivamente basata sulla tragedia o se il mitografo abbia attinto ad oltre fonti.<ref>{{Cita libro|nome=William Nickerson|cognome=Bates|titolo=Euripides: A Student of Human Nature|url=https://www.google.it/books/edition/Euripides/lU0rEAAAQBAJ?hl=en&gbpv=1&dq=hyginus+ino+euripides+plot&pg=PA254&printsec=frontcover|accesso=21 settembre 2024|data=2017|editore=University of Pennsylvania Press|lingua=en|p=254|ISBN=978-1-5128-1423-1}}</ref>
{{Citazione|, re di Tessaglia, convinto che sua moglie Ino, dalla quale aveva avuto due figli, fosse morta, sposò Temisto, figlia di una Ninfa, che gli diede due gemelli. In seguito scoprì che Ino si trovava sul Parnaso, dove era andata per partecipare alle cerimonie delle Baccanti; la mandò a prendere e quando gli fu condotta la tenne nascosta. Temisto venne a conoscere che era stata trovata, ma ignorava chi fosse. Concepì allora il progetto di uccidere i suoi figli; prese come complice proprio Ino, che credeva una prigioniera di guerra, e le disse di vestire i propri figli con vesti bianche e quelli di Ino con vesti nere. Ino però rivestì i suoi di bianco e quelli di Temisto con abiti scuri; allora Temisto, ingannata, uccise i suoi e quando seppe la cosa si suicidò. Atamante poi, in un accesso di follia, uccise il proprio figlio maggiore Learco durante una battuta di caccia, mentre Ino si precipitò in mare insieme al figlio minore Melicerte e divenne una dea.|Igino, ''Miti'', a cura di [[Giulio Guidorizzi]] (Adelphi, 2022)}}Tuttavia, è dubbio se la versione narrata da Igino sia effettivamente basata sulla tragedia o se il mitografo abbia attinto ad oltre fonti.<ref>{{Cita libro|nome=William Nickerson|cognome=Bates|titolo=Euripides: A Student of Human Nature|url=https://www.google.it/books/edition/Euripides/lU0rEAAAQBAJ?hl=en&gbpv=1&dq=hyginus+ino+euripides+plot&pg=PA254&printsec=frontcover|accesso=21 settembre 2024|data=2017|editore=University of Pennsylvania Press|lingua=en|p=254|ISBN=978-1-5128-1423-1}}</ref>


Un frammento rinvenuto nel 2022 suggerisce che nella versione euripidea del mito la protagonista è rappresentata in modo complesso e nobilitante, contrariamente alla versione canonica del mito che la descrive come una matrigna crudele. Ino, zia del dio Dioniso e membro della famiglia reale di Tebe, viene ritratta in frammenti precedenti come spietata e intenzionata a uccidere i figli del marito per vendetta. Tuttavia, il frammento del 2022 cambia la trama: Ino non è più la matrigna malvagia, ma la vittima, mentre un'altra donna compie l'omicidio e si suicida. In questa nuova versione, Ino è presentata come un'eroina positiva, guidata da amore e equilibrio, offrendo un ritratto più profondo del personaggio.
Un frammento rinvenuto nel 2022 suggerisce che nella versione euripidea del mito la protagonista è rappresentata in modo complesso e nobilitante, contrariamente alla versione canonica del mito che la descrive come una matrigna crudele. Ino, zia del dio Dioniso e membro della famiglia reale di Tebe, viene ritratta in frammenti precedenti come spietata e intenzionata a uccidere i figli del marito per vendetta. Tuttavia, il frammento del 2022 cambia la trama: Ino non è più la matrigna malvagia, ma la vittima, mentre un'altra donna compie l'omicidio e si suicida. In questa nuova versione, Ino è presentata come un'eroina positiva, guidata da amore e equilibrio, offrendo un ritratto più profondo del personaggio.

Versione delle 14:21, 21 set 2024

Ino
Tragedia di cui restano frammenti
Scultura raffigurante Euripide, conservata presso la galleria del Colosseo
AutoreEuripide
Lingua originale
GenereTragedia
Personaggi
 

Ino (Ἰνώ) è una tragedia perduta composta da Euripide nel V secolo a.C., presumibilmente tra il 455 e il 425 a.C..[1]

Trama

Nelle Fabulae, Igino riporta la trama della tragedia euripidea:

«Atamante, re di Tessaglia, convinto che sua moglie Ino, dalla quale aveva avuto due figli, fosse morta, sposò Temisto, figlia di una Ninfa, che gli diede due gemelli. In seguito scoprì che Ino si trovava sul Parnaso, dove era andata per partecipare alle cerimonie delle Baccanti; la mandò a prendere e quando gli fu condotta la tenne nascosta. Temisto venne a conoscere che era stata trovata, ma ignorava chi fosse. Concepì allora il progetto di uccidere i suoi figli; prese come complice proprio Ino, che credeva una prigioniera di guerra, e le disse di vestire i propri figli con vesti bianche e quelli di Ino con vesti nere. Ino però rivestì i suoi di bianco e quelli di Temisto con abiti scuri; allora Temisto, ingannata, uccise i suoi e quando seppe la cosa si suicidò. Atamante poi, in un accesso di follia, uccise il proprio figlio maggiore Learco durante una battuta di caccia, mentre Ino si precipitò in mare insieme al figlio minore Melicerte e divenne una dea.»

Tuttavia, è dubbio se la versione narrata da Igino sia effettivamente basata sulla tragedia o se il mitografo abbia attinto ad oltre fonti.[2]

Un frammento rinvenuto nel 2022 suggerisce che nella versione euripidea del mito la protagonista è rappresentata in modo complesso e nobilitante, contrariamente alla versione canonica del mito che la descrive come una matrigna crudele. Ino, zia del dio Dioniso e membro della famiglia reale di Tebe, viene ritratta in frammenti precedenti come spietata e intenzionata a uccidere i figli del marito per vendetta. Tuttavia, il frammento del 2022 cambia la trama: Ino non è più la matrigna malvagia, ma la vittima, mentre un'altra donna compie l'omicidio e si suicida. In questa nuova versione, Ino è presentata come un'eroina positiva, guidata da amore e equilibrio, offrendo un ritratto più profondo del personaggio.

Frammenti

Circa una ventina di frammenti della tragedia sono sopravvissuti per tradizione indiretta. Nel 2022 è stato rinvenuto un papiro a Filadelfia, nell'Oasi del Fayyum, contenenti 98 versi da Ino e Poliido, di cui solo ventidue già noti.[3] Il frammento, datato al III secolo d.C. e considerato uno dei più importanti testi euripidei scoperti, è stato identificato grazie al lavoro degli studiosi Yvona Trnka-Amrhein e John Gibert, col supporto dell'archeologo Basem Gehad. Recuperato all'interno della tomba di un bambino, è stato analizzato utilizzando il Thesaurus Linguae Graecae, un database digitale di testi greci antichi.

Note

  1. ^ C’è un altro Euripide in un frammento di papiro, su quotidiano.net.
  2. ^ (EN) William Nickerson Bates, Euripides: A Student of Human Nature, University of Pennsylvania Press, 2017, p. 254, ISBN 978-1-5128-1423-1. URL consultato il 21 settembre 2024.
  3. ^ (EN) Uncovered Euripides fragments are ‘kind of a big deal’, su Colorado Arts and Sciences Magazine, 1° agosto 2024. URL consultato il 21 settembre 2024.
Controllo di autoritàVIAF (EN212906727 · LCCN (ENno2022109817 · GND (DE4390357-5 · J9U (ENHE987012124844105171