Risate di gioia: differenze tra le versioni
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*[[Mac Ronay]]: Alfredo, il conducente della metropolitana |
*[[Mac Ronay]]: Alfredo, il conducente della metropolitana |
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*[[Toni Ucci]]: 'amico di Milena |
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*[[Carlo Pisacane (attore)|Carlo Pisacane]]: nonno di Gioia |
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*[[Rick von Nütter]]: giovane aristocratico tedesco |
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*[[Dori Dorika]]: nobildonna al veglione |
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*[[Pino Locchi]]: Lello |
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*[[Ferruccio Amendola]]: L'amico di Milena |
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|fotografo = [[Leonida Barboni]] |
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|montatore = [[Adriana Novelli]] |
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Versione delle 15:33, 11 set 2012
{{{titolo italiano}}} | |
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Un fotogramma del film | |
Paese di produzione | Italia |
Durata | 106 min |
Genere | commedia |
Regia | Mario Monicelli |
Soggetto | Alberto Moravia, Suso Cecchi D'Amico, Age & Scarpelli, Mario Monicelli |
Sceneggiatura | Suso Cecchi D'Amico, Age & Scarpelli, Mario Monicelli |
Produttore | Silvio Clementelli |
Fotografia | Leonida Barboni |
Montaggio | Adriana Novelli |
Musiche | Lelio Luttazzi |
Scenografia | Piero Gherardi, Giuseppe Ranieri |
Interpreti e personaggi | |
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Risate di gioia è un film del 1960 diretto da Mario Monicelli, con Totò e Anna Magnani.
È l'unico film in cui la Magnani e Totò recitano insieme.
Trama
Gioia e Umberto si conoscono da vent'anni. Lei fa l'attrice, lui vive di espedienti: crea finti incidenti per riscuotere l'assicurazione infortuni.
L'ultimo giorno dell'anno Umberto viene convinto da un ladro, Lello, ad aiutarlo a compiere furti durante il veglione di capodanno. Lello ruba una spilla di diamanti dal petto di una signora dandola poi a Umberto che la nasconderà.
Nel frattempo Umberto ha incrociato Gioia, la quale nota che è vestito con il frac. Umberto non le vuole dire che se lo è messo per "mimetizzarsi" tra la folla che partecipa al veglione. Inventa una frottola: aspetta una donna.
Gioia non si dà per vinta: non crede di essere da meno di qualsiasi donna.
I due partecipano alla lotteria della festa e vincono il terzo premio. Sul palco dichiarano di essere attori. A grande richiesta, cantano una canzone. Gli applausi sono da tripudio.
Il colpo grosso non va a segno: al posto della spilla Lello è riuscito solo a rubare un portasigarette d'oro.
E lo dà a Umberto perché lo nasconda. Ma Umberto è un inetto: l'oggetto gli cade e, nella calca, non riesce più a recuperarlo.
Successivamente le strade dei due uomini e di Gioia si dividono.
A metà della notte Lello individua una nuova vittima: un turista americano mezzo ubriaco.
La sua auto è rimasta bloccata sulla strada, invasa dalle suppellettili gettate dalle case per festeggiare il nuovo anno.
Lello e Umberto lo aiutano a spostare gli oggetti, poi vanno insieme in un locale a bere.
All'uscita del locale, l'americano vede Gioia, nonostante la sbronza si ricorda di averla vista all'inizio della serata mentre stava cercando la Fontana di Trevi e lei gli aveva detto che era da tutt'altra parte.
Lascia subito Lello e Umberto, carica la donna in macchina e si fa condurre alla fontana. Qui comincia a spogliarsi per fare il bagno e pretende che
Gioia faccia lo stesso, ma la donna chiama la polizia e lo fa arrestare. Anche questo possibile colpo è sfumato.
Ormai è notte fonda; i tre sono ancora insieme. Lello vuole rubare qualcosa a tutti i costi con Umberto, mentre Gioia è attratta dalla bellezza di Lello e spera che tra loro nasca qualcosa. Riescono ad entrare, non invitati, ad una festa che si tiene in una lussuosa villa. Tutti gli invitati sono tedeschi molto ricchi. Lello elabora un piano: rubare oggetti piccoli e preziosi e nasconderli nella borsetta di Gioia. La chiama da parte, ma invece di dirle la verità la corteggia con parole galanti. Umberto, accortosi delle intenzioni di Lello, decide finalmente di dire a Gioia la verita: Lello fa il ladro. Ma la donna non gli crede. Tra i tre nasce una colluttazione; la borsetta di Gioia si apre e ne escono oggetti preziosi. Subito vengono circondati. Dopo un breve conciliabolo, un giovane, forse il figlio del padrone di casa, annuncia loro che non saranno denunciati a patto che lascino immediatamente la villa e non si facciano più vedere.
È l'alba. Lello, frustrato per tutti gli insuccessi, litiga con Gioia e se ne va.
La donna ed Umberto, rimasti soli, entrano in una chiesa. Qui Gioia rivede Lello in ginocchio davanti all'immagine della Madonna.
Non crede ai suoi occhi. Ma quando è sola con Lello si accorge che ha appena rubato la collana che adorna la statua.
Lello scarica a Gioia la collana e fugge all'istante, un fedele dà l'allarme ed è Gioia che
finisce in prigione.
Otto mesi dopo, il giorno di Ferragosto, le viene ridata la libertà.
Ad aspettarla fuori dal carcere c'è Umberto. I due, senza un soldo, si avviano a piedi per il Lungotevere verso il centro di Roma.
Voci correlate
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