Stefano Bellandi

arbitro di calcio, dirigente sportivo e arbitro di rugby a 15 italiano

Stefano Bellandi (Soresina, 30 maggio 18921964) fu un pioniere dello sport, di professione economo del teatro alla Scala di Milano e arbitro di calcio dilettante; si adoperò per diffondere la disciplina del rugby a 15 in Italia, di cui divenne anche arbitro, e fu tra i promotori del comitato che diede origine alla Federazione Italiana Rugby.

Stefano Bellandi
Informazioni personali
Arbitro di Calcio
SezioneMilano
ProfessioneEconomo del Teatro alla Scala
Attività nazionale
AnniCampionatoRuolo
1919-1922
1922-1926
1926-1927
Prima Categoria
Prima Divisione
Divisione Nazionale
Arbitro
Arbitro
Arbitro

Biografia

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Fratello maggiore di Enrico, Luigi e Mario Bellandi, tutti calciatori tesserati per l'Associazione Calcio Stelvio e per l'Unione Sportiva Milanese, risiedeva ad Affori[1][2].

Arbitro FIGC

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Inizia ad arbitrare quale arbitro effettivo nel 1919, ed è elencato fra gli arbitri già nei ruoli dell'A.I.A.[3] a disposizione del Comitato Regionale Lombardo per le gare regionali. Sui giornali sportivi era citato come "Bellandi (USM)".

Prima dell'eliminazione del tesseramento obbligatorio per una società calcistica italiana (1927) aveva la tessera dell'Unione Sportiva Milanese.
Terminò l'attività arbitrale FIGC alla fine della stagione sportiva 1926-1927.[4]
Dopo la fine della guerra mondiale fu consigliere FIGC sempre in ambito A.I.A.[5]

 
L'U.S. Milanese, prima squadra italiana di rugby. In piedi a sinistra Stefano Bellandi

Bellandi fu il principale promotore del rugby in seno all'USM nel 1911 e fautore della fusione con l'altra squadra milanese, lo Sport Club Italia (che giocava al Velodromo Sempione) la squadra di Algiso Rampoldi. La fusione fra l'USM e lo SC Italia è avvenuta nel 1927.

All'atto della nascita del "Comitato Nazionale di Propaganda del Giuoco della Palla Ovale" è fra i fondatori con Algiso Rampoldi, Piero Mariani, Carlo Bonfanti, Enrico Davin, Rodolfo Brauer e Gustavo Laporte[6]. Il Comitato viene affiliato al CONI il 26 luglio 1927.[7] Il primo campo federale fu il Velodromo Sempione.[8].

Per promuovere a livello nazionale il movimento che aveva appena ricevuto il riconoscimento ufficiale del Comitato Olimpico Bellandi interpellò un giornalista francese, Henry Desgrange, direttore di una testata parigina il quale demandò a uno dei suoi collaboratori, tale Gaston Bénac allenatore di rugby, il compito di trovare una soluzione: questi ebbe l'idea di organizzare due incontri in Italia tra una selezione francese e una italiana.

Il primo incontro si tenne il 1º novembre 1927 al Velodromo di Bologna, e la squadra francese vinse 27-18; l'indomani le stesse due selezioni si incontrarono al Velodromo Sempione di Milano (sulle cui ceneri fu ricostruito nel 1935 il Vigorelli) e furono sempre i francesi a prevalere, per 46-35. Altri incontri tra selezioni italiane e transalpine si tennero nei mesi successivi: sotto il periodo natalizio una squadra di Parigi fu invitata a disputare incontri a Milano, Torino e Brescia, mentre nella primavera successiva, a marzo del 1928, fu una selezione milanese a recarsi in Francia, al Parco dei Principi di Parigi.

La fusione dell'USM con l'Inter a fine agosto 1928 fece trasformare la squadra creata da Bellandi nella sezione rugbistica della sorgente Ambrosiana, ma la squadra con i colori biancorosso crociato ebbe vita breve. Con la dipartita del Presidente dell'Ambrosiana Ernesto Torrusio nel marzo 1929 la società milanese si trovò fortemente indebitata, tanto da portare le autorità fasciste e sportive a fare vari tentativi per salvare la situazione deficitaria, situazione risolta solo con l'arrivo del nuovo presidente Oreste Simonotti.

L'Ambrosiana rinuncia perciò a continuare a gestire la sezione rugby ed è per questo motivo che Bellandi portò via la squadra dall'Ambrosiana e fondò l'Amatori Rugby Milano accasandosi nel 1929 sul campo della Pirelli in viale Sarca.

A causa del crollo della tribuna del campo di via Goldoni e il mancato accordo con il Comune di Milano per la permuta del vecchio campo con l'area di via Ponzio[9][10] a Milano non c'erano altri campi disponibili.

Solo in seguito, nel 1933 con la costruzione del nuovo impianto "Giuriati", Bellandi riuscì a dare all'Amatori una sede fissa.[11][12]

  1. ^ All'atto della visita medica militare. Archivio di Stato di Milano, liste di leva del Comune di Affori - volume 1892, Distretto Militare di Milano. Il secondo fratello dovette attendere che lui terminasse il servizio militare e questa nota fu apposta sulla visita di leva sia di Enrico che di Luigi.
  2. ^ In seguito prese residenza in Via Candiani 3 a Bovisa, vicino al campo dell'Unione Sportiva Milanese. Elenco arbitri A.I.A. pubblicato dal libro "Annuario generale degli sports e turismo" del marzo 1925 a pag. 1966, volume conservato dalla Biblioteca nazionale braidense (segnatura Per R 10) e dalla Biblioteca comunale centrale di Milano nel deposito staccato di Via Quaranta.
  3. ^ Da la "Gazzetta dello Sport" del 26 settembre 1919, che 2 settimane prima dell’inizio dei campionati ha pubblicato l'elenco fornito dall'A.I.A. inserendo Bellandi nell'elenco degli "Arbitri federali di vecchia e nuova nomina" a disposizione del Comitato Regionale Lombardo: Bellandi Stefano, Legnano. (Non è stata citata la società presso cui era tesserato e Legnano era la sua residenza effettiva nel 1919.)
  4. ^ Fontanelli, pag.76..
  5. ^ Citato in alcune assemblee federali tenutesi e organizzate dalla Lega e dal Comitato Regionale Lombardo. Il verbale dell'ultima assemblea consultato in sede al C.R.L. in via Pitteri a Milano è del 1959.
  6. ^ Ravagnani, pag. 305.
  7. ^ Tilesi-Giffoni, pag.114..
  8. ^ La Gazzetta dello Sport, del 26 luglio 1927.
  9. ^ "Lo Sport Fascista" anno III, n. 7 - luglio 1930 in "L'Ambrosiana campione d'Italia" in cui si cita il tentativo di cessione del campo di via Goldoni.
  10. ^ L'attuale via Carlo Pascal nel 1930 era un pezzo di via Ponzio (vista cartina di Milano allegata alla "Guida Commerciale Savallo & Fontana" in Biblioteca Nazionale Braidense).
  11. ^ Sesta nazione, Francesco Volpe, «Sfida Milano-Roma», pag. 25.
  12. ^ Volpe, pag. 13.

Bibliografia

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  • Guido Baccani, Annuario italiano del football - stagione 1919-20, Novara, De Agostini, 1919, p. 108.
  • Carlo Fontanelli, Cento anni di calcio - Italia 1926/27 - Lo scudetto revocato, Fornacette (PI), Mariposa Editrice S.r.l., luglio 1997.
  • Marco Tilesi e Manfredi Maria Giffone, Elogio del rugby. Sport degli ultimi guerrieri, Castelvecchi, 2009.
  • Luciano Ravagnani, Pierluigi Fadda, Rugby. Storia del Rugby Mondiale dalle origini a oggi, 2ª ed., Milano, Vallardi, 2007 [1992], ISBN 88-87110-92-1.
  • Francesco Volpe, Paolo Pacitti, Rugby 2009, Roma, ZESI, 2008.
  • Gianluca Barca, Gian Franco Bellè (a cura di), La sesta nazione. Ottant’anni di storia della Federazione Italiana Rugby, Parma, Grafiche Step, 2008, ISBN 1-01-000003530-7.

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