Il termine piccolo formato indica generalmente una tipologia di fotocamere, che usa appunto un tipo di pellicola detta «di piccolo formato», ad esempio il formato 135 e altri come il APS, ecc. Su questi formati di pellicola, possono coesistere vari formati di fotogramma, i quali sono tutti conosciuti come «di piccolo formato», tipo: il formato Leica 24x36, il 24x18, il 24x65, 30x17, e vari altri, con specifiche dimensioni, più spesso in millimetri, e relativi rapporti d'aspetto.[1]

     Piccolo formato

     Medio formato

     Grande formato

Il piccolo formato si differenzia dal medio formato e dal grande formato.

Considerazioni

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Tra i piccoli formati, il rullino 135 caricato con pellicola cinematografica da 35 mm, è stato il più famoso e usato al mondo, ed ha consentito di costruire macchine veramente piccole e leggere a partire dalla Leica I (poi aumentate di dimensioni con le reflex dal dopoguerra), rispetto a quelle di medio formato, ed anche relativamente più economiche, che hanno comunque permesso di ottenere immagini di discreta qualità, adeguata nella gran parte delle applicazioni di massa; si tratta quindi di un formato per uso generale, che prima dell'avvento della fotografia digitale, veniva usato praticamente da tutti i dilettanti e anche da alcuni professionisti, almeno per le applicazioni meno critiche. Tuttavia, in ambito professionale, il formato Leica è sempre stato usato solo per i lavori più economici e/o in quelle situazioni che richiedevano leggerezza e praticità, come nel fotogiornalismo (cronaca, sport, guerra, ma anche nei matrimoni) o di reportage in luoghi impervi e di viaggio in generale. Per i lavori di qualità più alta, il medio formato e il grande formato, ancora oggi temono pochi paragoni nel confronto.

  1. ^ Formato - Significato ed etimologia - Vocabolario, su Treccani. URL consultato il 6 luglio 2024.

Voci correlate

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