Luciano Violante
Luciano Violante (Dire Daua, 25 settembre 1941) è un ex magistrato e politico italiano, parlamentare alla Camera dei deputati dal 1979 al 2008, dov'è stato presidente della Commissione parlamentare antimafia dal 1992 al 1994 e presidente della Camera dal 1996 al 2001.
Luciano Violante | |
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Luciano Violante nel 2006 | |
Presidente della Camera dei deputati | |
Durata mandato | 10 maggio 1996 – 29 maggio 2001 |
Predecessore | Irene Pivetti |
Successore | Pier Ferdinando Casini |
Vicepresidente della Camera dei deputati | |
Durata mandato | 21 aprile 1994 – 8 maggio 1996 |
Presidente | Irene Pivetti |
Capogruppo dei Democratici di Sinistra alla Camera dei deputati | |
Durata mandato | 11 giugno 2001 – 20 aprile 2006 |
Predecessore | Fabio Mussi |
Successore | Antonello Soro[1] |
Presidente della 1ª Commissione Affari Costituzionali Camera dei deputati | |
Durata mandato | 20 aprile 2006 – 16 maggio 2008 |
Predecessore | Donato Bruno |
Successore | Donato Bruno |
Presidente della Commissione parlamentare antimafia | |
Durata mandato | 28 giugno 1992 – 10 maggio 1994 |
Predecessore | Gerardo Chiaromonte |
Successore | Tiziana Parenti |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 20 giugno 1979 – 28 aprile 2008 |
Legislatura | VIII, IX, X, XI, XII, XIII, XIV, XV |
Gruppo parlamentare | VIII-X: PCI X-XII: PDS XIII-XIV: DS-L'Ulivo XV: PD-L'Ulivo |
Coalizione | Progressisti (XII) L'Ulivo (XIII, XIV) L'Unione (XV) |
Circoscrizione | VIII-XI: Torino-Novara-Vercelli XII; XIV: Piemonte 1 XIII: Sicilia 1 XV: Sicilia 2 |
Collegio | XII: Collegno XIV: Torino 2 |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Democratico (dal 2007) In precedenza: PCI (1979-1991) PDS (1991-1998) DS (1998-2007) |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Università | Università degli Studi di Bari Aldo Moro |
Professione | Docente universitario |
Biografia
modificaNacque a Dire Daua in Etiopia, in un campo di concentramento dove la famiglia era stata internata per volontà degli inglesi; il padre, giornalista comunista, era stato costretto dal regime fascista a emigrare in quel paese. I componenti della famiglia furono liberati alla fine del 1943 e al termine della seconda guerra mondiale tornarono in Italia, nella loro città d'origine Rutigliano, in provincia di Bari.
Conseguita la maturità classica al Liceo-Ginnasio "Domenico Morea" di Conversano, intraprese gli studi giuridici laureandosi in giurisprudenza nel 1963 presso l'Università degli Studi di Bari, dove fu giovane assistente di Aldo Moro.
Nel 1966 superò il concorso in magistratura e nel 1970 divenne libero docente di diritto penale all'Università degli Studi di Torino.
Attività professionale
modificaÈ stato giudice istruttore a Torino fino al 1977. Nel 1974 ha istruito il processo sul cosiddetto "Golpe bianco", che ha portato all'arresto di Edgardo Sogno e Luigi Cavallo, imputati di tentativo di colpo di Stato con Randolfo Pacciardi; i tre successivamente sono stati assolti da ogni accusa. Dal 1977 al 1979 ha lavorato, su segnalazione del ministro democristiano Francesco Paolo Bonifacio, presso l'ufficio legislativo del Ministero della giustizia, occupandosi prevalentemente di terrorismo. Dal 1974 al 1981 ha svolto l'attività di professore incaricato di Istituzioni di diritto pubblico presso la stessa università e nel 1983 ha vinto la cattedra di Istituzioni di diritto e procedura penale e si è dimesso da magistrato.
È diventato poi professore ordinario di Istituzioni di diritto e procedura penale presso la Facoltà di giurisprudenza dell'Università degli Studi di Camerino concludendo il suo incarico il 30 dicembre 2009[2]. Il 30 marzo 2013, su invito del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accettò di far parte del gruppo di lavoro finalizzato alla presentazione di proposte programmatiche in materia istituzionale, economico-sociale ed europea.
È presidente onorario della Fondazione Italia decide[3] e dal 4 febbraio 2019 presidente della Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine.[4]
Nel settembre 2023 è designato dall'assemblea dei soci presidente del gruppo Multiversity, gruppo italiano del settore education.[5]
Attività politica
modificaCommissione antimafia
modificaNel 1979 si iscrisse al Partito Comunista Italiano di Enrico Berlinguer e venne subito eletto deputato. Nel 1991 aderisce alla svolta della Bolognina di Achille Occhetto, entrando nel Partito Democratico della Sinistra.
In Parlamento fece parte della Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Moro e poi è stato Presidente della Commissione parlamentare antimafia dal 28 giugno 1992 al 10 maggio 1994. Fu in questo ruolo che raccolse le deposizioni "choc" di Tommaso Buscetta, Antonino Calderone, Gaspare Mutolo e Leonardo Messina, che rivelarono l'esistenza del "terzo livello" della mafia, cioè il legame con il mondo politico e con la massoneria deviata[6]. Infatti nel 1993 preparò una relazione sui rapporti tra mafia e politica, la prima in assoluto a essere approvata nella storia repubblicana[7][8], che fu accompagnata da numerose polemiche perché accusava apertamente una parte della Democrazia Cristiana (ossia la corrente andreottiana) di collusione con Cosa nostra[9][10]. Nel 1994, Totò Riina (capo indiscusso di Cosa nostra) lo minacciò di morte, accusandolo di essere a capo di un "complotto comunista" ai suoi danni.[11][12] La sua gestione della Presidenza della Commissione fu criticata da Giulio Andreotti come improntata a parzialità politica all'indomani dalla sentenza di Palermo che l'assolse dall'addebito di associazione per delinquere di stampo mafioso per i fatti successivi al 1980, mentre confermò la colpevolezza per i fatti antecedenti, ormai prescritti[13][14][15]. Nel 1994 fu invitato a dimettersi da Presidente dell'antimafia da Silvio Berlusconi dopo una sua intervista sul quotidiano La Stampa in cui menzionava un'inchiesta in corso riguardante Marcello Dell'Utri.[16]
Presidenza della Camera
modificaDopo la vittoria di Romano Prodi e dell'Ulivo alle elezioni politiche del 1996, il 10 maggio viene eletto Presidente della Camera dei deputati al quarto scrutinio con 316 voti. Il suo discorso d'insediamento fu un appello alla riconciliazione tra le forze che, in merito alle vicende italiane del 1943, si richiamano alla Resistenza e coloro che avevano aderito alla Repubblica Sociale Italiana.[17]
Sotto la sua Presidenza è stata introdotta una revisione del Regolamento della Camera, dal medesimo in passato definita "novità di maggior rilievo" fra quelle comprese nell'apertura di Montecitorio al web[18], approvata dall'Assemblea nel 1998[19]. Secondo il Lippolis, la riforma recepiva le mutazioni del sistema di comando del paese in senso maggioritario a seguito delle riforme elettorali del 1993[20]; a questo tipo di commento, in ordine alla maggiore attualità della "novella" regolamentare, si affianca il giudizio critico espresso da parte della dottrina giuridica in ordine all'estromissione della magistratura dal giudizio sul contenzioso tra la Camera ed i terzi[21].
Più travagliato fu il suo rapporto con la struttura amministrativa della Camera dei deputati. Il 14 ottobre 1999, a seguito di un Ufficio di Presidenza in cui confermò[22] la rottura del rapporto di fiducia con il segretario generale Mauro Zampini[23], il massimo funzionario dell'amministrazione, il 18 ottobre 1999 il Consiglio dei ministri affidò a Zampini l'incarico di presiedere il comitato istituito presso la Presidenza del Consiglio per la valutazione e il controllo dei risultati dell'attività della pubblica amministrazione. Di conseguenza il 10 novembre 1999 l'Ufficio di Presidenza della Camera designò a sostituirlo come segretario generale Ugo Zampetti, su proposta di Violante. Violante firmò anche un contratto di affitto ventennale, senza clausole di recesso e senza gara pubblica, per Palazzo Marini che avrebbe dovuto contenere uffici per i deputati, ma che è praticamente inutilizzato[24], come risulta da un'inchiesta del 2013.
Già a inizio d'anno vi era stato un altro segnale in controtendenza rispetto all'antica disponibilità delle Camere a favorire la circolazione dei loro migliori funzionari tra le Amministrazioni costituzionali[25]. All'annuncio della chiamata di Carmela Decaro (vice segretario generale della Camera, in carriera direttiva dal 1979, responsabile dei Rapporti comunitari e internazionali) al Quirinale come consigliere economico del neopresidente Ciampi, emerse il moderato disappunto della Presidenza della Camera per non essere stata previamente consultata[26]. L'anno prima, su richiesta delle opposizioni, aveva disposto un'inchiesta amministrativa sulla fattura dei quiz del concorso a consigliere parlamentare, giudicati da più parti capziosi o di parte[27].
Partito
modificaRieletto deputato alle elezioni del 13 maggio 2001, fu nominato presidente del gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo. Ancora eletto alla Camera dei deputati nel 2006, è stato nominato presidente della Prima Commissione Permanente, Affari Costituzionali. Dopo la caduta del governo Prodi II, in vista delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008, ha dichiarato di non volersi più ricandidare a parlamentare per rispettare il ricambio generazionale perseguito dal segretario del Partito Democratico Walter Veltroni.
Dal 2008 è stato editorialista del quotidiano Il Riformista. Sempre nel 2008 si era parlato di Violante come possibile nuovo giudice della Corte costituzionale[28]. Il 23 luglio 2009, sentito dai magistrati di Palermo, ha confermato le dichiarazioni di Massimo Ciancimino circa la proposta di incontrare «in modo riservato, a quattr'occhi» Vito Ciancimino, proposta avanzata da Mario Mori nel settembre del 1992, quando Violante era ancora Presidente della Commissione parlamentare antimafia.
L'incontro, che, secondo Violante, non ebbe mai luogo, avrebbe dovuto inserirsi nell'ambito della cosiddetta "trattativa tra Stato e Mafia" e in particolare avrebbe dovuto riguardare le "garanzie politiche" richieste da Ciancimino per portare avanti la trattativa fra Cosa nostra e membri delle istituzioni durante la stagione delle stragi del 1992. In passato Violante non aveva mai fatto cenno a questa richiesta[29][30].
Ha sostenuto la candidatura di Pier Luigi Bersani in occasione delle elezioni primarie del Partito Democratico del 2009.
Fu presidente del Forum Riforme del Partito Democratico dal 2009 dal neo segretario Pier Luigi Bersani.
Nel 2014 è stato proposto dal PD come Giudice della Corte costituzionale in sostituzione di Gaetano Silvestri, ma non ha raggiunto il quorum necessario all'elezione.
Controversie
modificaRapporti col Popolo della Libertà
modificaViene da molti considerato il ponte di collegamento per le questioni sulla giustizia tra il PD e il PdL, tanto da essere l'unico esponente del centro-sinistra invitato alla Festa delle Libertà di Milano nel 2008[31].
Nell'intervento nella seduta n. 106 della XIV legislatura del 28 febbraio 2002 alla Camera dei deputati ha dichiarato[32][33]:
«Se dovessi applicare i vostri criteri, quelli che avete applicato voi nella scorsa legislatura contro di noi, che non avevamo fatto una legge sul conflitto di interessi, non avevamo tolto le televisioni all'onorevole Berlusconi... Onorevole Anedda, la invito a consultare l'onorevole Berlusconi perché lui sa per certo che gli è stata data la garanzia piena, non adesso, nel 1994, quando ci fu il cambio di Governo, che non sarebbero state toccate le televisioni. Lo sa lui e lo sa l'onorevole Letta. A parte questo, la questione è un'altra. Voi ci avete accusato di regime nonostante non avessimo fatto il conflitto di interessi, avessimo dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni... Durante i governi di centrosinistra il fatturato di Mediaset è aumentato di 25 volte.»
Nella stessa seduta, prima di abbandonare l'aula per protesta contro la legge in discussione, egli dichiarò pure (da pag. 73 del resoconto stenografico della seduta):
«La libertà, dal settecento in poi, è lotta contro le posizioni dominanti, è lotta contro la costruzione di posizioni dominanti. Riteniamo che la legge che è stata predisposta favorisca la costruzione di una posizione dominante, perché tiene in sé un soggetto che è un imprenditore nel mercato e un soggetto che è la più forte autorità politica del paese. Riteniamo che questo sia il problema e che non sia stato risolto... Chi garantisce la differenza di poteri? Questa è una domanda che devono porsi tutti e non soltanto noi... Questa legge ha, sostanzialmente, amnistiato il conflitto di interessi... l'emendamento presentato dal Governo consente al proprietario di una azienda, purché la gestisca un'altra persona, di ricoprire comunque il ruolo di ministro... è vero che gli elettori sapevano che il PdC attuale era in conflitto di interessi, ma il PdC aveva promesso che avrebbe risolto il conflitto di interessi nei famosi cento giorni… voi avete abbandonato l'aula quando si trattava di far entrare l'Italia nell'Unione monetaria europea, noi l'abbandoniamo quando si tratta di difendere la libertà, la democrazia e il pluralismo nel nostro paese!»
Nel 1994 venne invitato a dimettersi da presidente della commissione antimafia da esponenti di Forza Italia, dopo avere rilasciato una intervista in cui menzionava un'inchiesta in corso su Marcello Dell'Utri.
Nel 2003 rilasciò un'intervista a Pierluigi Diaco nel programma C'è Diaco su Sky Tg 24, in cui dichiarò che la mafia non uccideva più perché non aveva più paura, grazie alle politiche del centro-destra[34]:
«La mafia oggi non ha paura e non per responsabilità delle forze dell'ordine, ma per responsabilità del presidente del Consiglio.»
In riferimento all'ineleggibilità di Silvio Berlusconi, il 21 maggio 2013 ha dichiarato[35]:
«Per tre o quattro volte, nelle passate legislature, il centrosinistra ha votato in un certo modo. Se non ci sono fatti nuovi non vedo perché dovremmo cambiare questa scelta.»
Su Silvio Berlusconi ha dichiarato[36]:
«[...] lo abbiamo trattato come un normale avversario. Ma Berlusconi non è un politico normale per una democrazia occidentale. Il suo disprezzo per le regole della politica, per il Parlamento, non è un fatto democratico.»
Verifica "preventiva" dei titoli per la candidatura alla Corte costituzionale
modificaSecondo il Movimento 5 Stelle, Violante sarebbe stato privo dei requisiti, come indicati dall'art. 135 della Costituzione, in quanto non è mai stato magistrato di giurisdizioni superiori (Cassazione, Consiglio di Stato, Corte dei Conti o Corte costituzionale), né avvocato e non risultando più professore ordinario di università (Università di Camerino, da cui andò in pensione nel 2009) in materie giuridiche per cui la legge per quest'ultimo caso non specifica l'opzione "anche a riposo" (con l'eccezione dei professori emeriti).
Secondo altri, l'art. 135 non specifica che i professori ordinari di università in materie giuridiche debbano essere in attività, che sarebbe un limite d'anzianità per i soli professori non è presente nella disposizione costituzionale; per gli avvocati, lo stesso articolo richiede almeno 20 anni di attività pregressa, non richiesta ai professori. Dopo queste polemiche anche Forza Italia, divenuta insofferente alle critiche del PD sulla votabilità dei propri candidati, ha chiesto la verifica dei titoli di Violante che ritira ufficialmente la sua candidatura, ma per altri motivi: «Il protrarsi dell'indecisione, che mi auguravo superabile, sta producendo un grave discredito delle istituzioni parlamentari accentuato dal manifestarsi in Aula, nel corso delle ultime votazioni, di comportamenti, limitati ma gravi, di dileggio del Parlamento».[37]
Opere
modifica- La mafìa dell'eroina (libro intervista), Editori Riuniti, 1987,
- I corleonesi (libro-intervista), l'Unità, 1993,
- Non è la piovra, Einaudi, 1995
- Cantata per i bambini morti di mafia, Bollati Boringhieri, 1995
- Dizionario delle istituzioni e dei diritti del cittadino, Editori Riuniti, 1996
- Mafie e antimafia - Rapporto 1996, Laterza
- Mafia e società italiana - Rapporto 1997, Laterza
- La criminalità, Annali della Storia d'Italia, Einaudi 1997 (a cura di)
- Legge Diritto Giustizia, Annali della Storia d'Italia, Einaudi (a cura di)
- I soldi della mafia - Rapporto 1998, Laterza
- Le due libertà. Contributo per l'identità della sinistra, Laterza, 2000
- Il Parlamento, Annali della Storia d'Italia, Einaudi, 2001
- Il ciclo mafioso, Laterza, 2002
- Giustizia penale e poteri dello Stato (manuale di diritto e procedura penale), Garzanti, 2002, con Carlo Federico Grosso e Guido Neppi Modona
- Un mondo asimmetrico, Einaudi, 2003
- Secondo Qoèlet. Dialogo fra gli uomini e Dio, Piemme, 2004.
- Lettera ai giovani sulla Costituzione, Piemme, 2006.
- Diario di montagna. Scripta volant, Le Chateau, 2007.
- Uncorrect. Dieci passi per evitare il fallimento del partito democratico, Piemme, 2007.
- Magistrati, Einaudi, 2009.
- Politica e menzogna, Einaudi, 2013.
- Governare, San Paolo 2014.
- Il dovere di avere doveri, Einaudi 2014
- Democrazie senza memoria, Einaudi, 2017.
- Giustizia e mito. Con Edipo, Antigone e Creonte, coautore con Marta Cartabia, Il Mulino, 2018.
- Colpire per primi, Solferino, 2019
- Notizie della signora Marthensen?, Marsilio, 2022
Onorificenze
modificaOnorificenze italiane
modifica— 27 dicembre 2017[38]
Onorificenze straniere
modificaNote
modifica- ^ Nel 2007 i Democratici di Sinistra confluiscono nel Partito Democratico
- ^ Mario Portanova, Consulta, Violante ineleggibile? Lui e il Pd tacciono. E i dubbi restano, su ilfattoquotidiano.it, Il Fatto Quotidiano, 3 ottobre 2014. URL consultato il 3 ottobre 2014.
- ^ Organi, su italiadecide. URL consultato il 30 settembre 2021.
- ^ Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine - Presidenza e Direzione
- ^ Multiversity, Violante nuovo presidente: "Digitale e tecnologie per rinnovare il sistema educativo", su CorCom, 27 settembre 2023. URL consultato il 13 marzo 2024.
- ^ MERCOLEDI' LA RELAZIONE SUI LEGAMI COSCHE - POLITICA - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 3 febbraio 2023.
- ^ LA DC SI RIBELLA ' FERMIAMO VIOLANTE' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 3 febbraio 2023.
- ^ ' E ORA COSA NOSTRA CERCA NUOVE ALLEANZE' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 14 aprile 2023.
- ^ ANTIMAFIA, SCONTRO DC - RETE - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 3 febbraio 2023.
- ^ ANTIMAFIA, LA DC CI RIPENSA E TRATTA SULLA RELAZIONE - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 3 febbraio 2023.
- ^ Riina punta l'indice contro i nemici: «Violante e Caselli » (PDF), su archivio.unita.news, L'Unità, 26 maggio 1994.
- ^ L' IRA DI SCALFARO ' IMPEDITE QUELLE MINACCE' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 9 marzo 2023.
- ^ la Repubblica/politica: Andreotti attacca l'Antimafia di Violante, su www.repubblica.it. URL consultato il 29 gennaio 2023.
- ^ la Repubblica/politica: Violante difende il lavoro dell'Anfimafia, su www.repubblica.it. URL consultato il 29 gennaio 2023.
- ^ Enrico Ferrio, Ora la Dc isolata dice sì a Violante (PDF), in L'Unità, 7 aprile 1993.
- ^ BUFERA SU VIOLANTE ' DEVE DIMETTERSI' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 30 settembre 2021.
- ^ L'Avvenire, Violante: «Restano da capire le ragioni dei vinti», di Angelo Picariello, 20 aprile 2015.
- ^ Camera.it, Benvenuti nel sito Internet
- ^ Camera.it, Testo del Regolamento con modifiche e integrazioni
- ^ Vincenzo Lippolis, La riforma del regolamento della Camera dei deputati del 1997 e il Parlamento del bipolarismo Archiviato il 20 agosto 2016 in Internet Archive.
- ^ L’intervento non dimostra una tendenza a venire incontro alle istanze critiche da più voci manifestate verso l'autodichia, ma "addirittura una tendenza espansiva che copre anche quei rapporti di diritto comune (in particolare gli appalti e i contratti di fornitura) rispetto ai quali sarà precluso l’accesso al giudice. D’altra parte, prima dell’adozione dei regolamenti in questione era consolidata la tesi della sussistenza della giurisdizione del giudice comune sugli atti precedenti o successivi la stipula dei contratti tra Camere e soggetti esterni; non si poteva in questo caso parlare di una carente tutela giurisdizionale di diritti e interessi legittimi a cui l’estensione della giurisdizione domestica doveva porre rimedio": Antonello Lo Calzo, L’AUTODICHIA DEGLI ORGANI COSTITUZIONALI: IL DIFFICILE PERCORSO DALLA SOVRANITÀ ISTITUZIONALE DELL’ORGANO ALLA GARANZIA DELLA FUNZIONE, pagina 5 Archiviato il 12 maggio 2016 in Internet Archive..
- ^ Già nella mattinata in Assemblea della Camera erano intervenuti i deputati Marco Taradash e Giorgio Rebuffa per "conoscere le ragioni che portano all'allontanamento di un segretario generale della Camera".
- ^ "Nell'interesse primario della Camera, cui tengono in egual misura Presidente e Segretario Generale", Violante assicurò che si sarebbe lavorato per evitare "soluzioni traumatiche e inedite": Filippo Ceccarelli, Burocrazia e politica mai così forte il conflitto fra i vertici (Camera, duello alla "Die Hard"), La Stampa, 14 ottobre 1999.
- ^ Palazzo Marini, 32,5 mln di euro l'anno di affitto ma dentro non c'è nessuno Corriere della Sera, 31 marzo 2014.
- ^ Proprio all'amministrazione di Montecitorio il presidente uscente, Oscar Luigi Scalfaro, aveva attinto nel 1992, portando al Quirinale Magda Sammartino Michela Zucco e Franco Messina: cfr. Marzio Breda, Lo staff di Scalfaro, una sciarpa per divisa, Corriere della sera, 22 febbraio 1993.
- ^ "Non risulta a Montecitorio alcuna richiesta ufficiale di distacco della professoressa (...) Di queste procedure dovrebbe occuparsi l'ufficio di presidenza della Camera": Zuccolini Roberto, Ciampi porta una donna al Quirinale, Corriere della Sera (16 maggio 1999) - pagina 10.
- ^ Corriere della sera, 12 settembre 1998, Camera, dai quiz si scopri' che il duce "fu giustiziato".
- ^ Lo slalom di Violante Copia archiviata, su lastampa.it. URL consultato il 5 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2010).
- ^ Patto mafia-Stato, Violante dai pm "Mori mi disse: Ciancimino vuol parlarle" - cronaca - Repubblica.it, su repubblica.it. URL consultato il 30 settembre 2021.
- ^ Patto mafia-Stato, Violante dai pm "Mori mi disse: Ciancimino vuol parlarle" | Palermo la Repubblica.it, su palermo.repubblica.it. URL consultato il 30 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2021).
- ^ Gli interventi di Violante http://www.radioradicale.it/scheda/263399/festa-della-liberta-riforme-chimera-o-realta
- ^ Resoconto stenografico (pag. 75) dell'intervento di Luciano Violante nella seduta n. 106 della XIV Legislatura del 28 febbraio 2002 alla Camera dei deputati
- ^ Video dell'intervento di Luciano Violante nella seduta n. 106 della XIV Legislatura del 28 febbraio 2002 alla Camera dei deputati.
- ^ Violante: grazie a Berlusconi la mafia non ha più paura
- ^ Ineleggibilità Berlusconi, rinviata di una settimana la giunta per le elezioni, da il Fatto Quotidiano.
- ^ Birgit Schöna, SÜDDEUTSCHE ZEITUNG 08/03/2002 «Berlusconi non è un normale avversario democratico», su lucianoviolante.it, Sito di Luciano Violante, 8 marzo 2002. URL consultato il 10 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2015).
- ^ Luciano Violante, Violante rinuncia alla Consulta «Deriva che offende le istituzioni», su corriere.it, Corriere della sera, 29 ottobre 2014. URL consultato il 10 gennaio 2015.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ Bollettino Ufficiale di Stato
- ^ [1]
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikisource contiene una pagina dedicata a Luciano Violante
- Wikiquote contiene citazioni di o su Luciano Violante
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Luciano Violante
- Wikinotizie contiene l'articolo Violante: intorno a Berlusconi molti mafiosi., 22 marzo 2006
Collegamenti esterni
modifica- Violante, Luciano, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Paola Salvatori, Violante, Luciano, in Enciclopedia Italiana, VI Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2000.
- Opere di Luciano Violante, su MLOL, Horizons Unlimited.
- Luciano Violante, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Luciano Violante, su Openpolis, Associazione Openpolis.
- Registrazioni di Luciano Violante, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- Luciano Violante, in Archivio storico Ricordi, Ricordi & C..
- Altre informazioni, su beppegrillo.it. URL consultato il 22 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2012).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 5089356 · ISNI (EN) 0000 0001 1588 2243 · SBN CFIV050915 · BAV 495/285058 · LCCN (EN) n79063361 · GND (DE) 119412373 · BNF (FR) cb13520980t (data) · J9U (EN, HE) 987007269573205171 |
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