Hans Memling

pittore tedesco di formazione fiamminga

Hans Memling (Seligenstadt, 1436 circa – Bruges, 11 agosto 1494) è stato un pittore tedesco di formazione fiamminga.

Presunto autoritratto di Hans Memling nel Trittico Donne, National Gallery, Londra

Fu tra i principali maestri della "seconda generazione" della pittura fiamminga, dopo quella dei pionieri come Jan van Eyck, Robert Campin e Rogier van der Weyden. Le sue opere sono caratterizzate da un'eleganza raffinata, a tratti malinconica, che riassume al meglio la breve ma intensa stagione artistica promossa dai mercanti di Bruges[1].

Biografia

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Nei pressi di Aschaffenburg, in Baviera, si trova ancora oggi la cittadina di Mömlingen, dal quale si pensa sia derivato il cognome della famiglia Memling: non lontano di lì, a Seligenstadt, in un anno imprecisato, ma vicino al 1435, nacque Hans Memling, figlio di Hermann[2].

Fino al suo trasferimento nelle Fiandre, nessun documento attesta vicende della sua vita, ma la sua approfondita conoscenza del trittico del Giudizio Universale del pittore tedesco Stephan Lochner, a Colonia, e l'esser stato indicato come proveniente da Magonza nell'atto di morte redatto dal notaio Rombouts de Doppere[3] rende certa la sua permanenza in queste due città negli anni precedenti il 1460.

Analoghi motivi stilistici, che evidenziano la stretta dipendenza delle sue opere giovanili dalla pittura di Rogier van der Weyden, lo fanno ritenere allievo[4] di quest'ultimo, a Bruxelles, nei primi anni sessanta, fino al suo trasferimento a Bruges dopo la morte del suo maestro avvenuta nel 1464, e il conseguimento della cittadinanza della città fiamminga il 30 gennaio 1465.

Il Trittico Donne (1470 circa)

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Trittico Donne

A Bruges, dove la stella di Petrus Christus era ormai in declino, Memling colmò un vuoto importante, aggiudicandosi commissioni di prim'ordine[1]. Affiancato da una bottega ben strutturata, avviò un'abbondante produzione di dipinti devozionali, in cui si manifesta tutta la sua impressionante capacità operativa, su opere di grandi dimensioni e notevole complessità. A questi lavori intervallò pungenti ritratti, che gli garantirono presto una dilagante fortuna internazionale, dalle città anseatiche all'Italia (compresa l'elitaria Firenze medicea)[1].

Al matrimonio, celebrato a Bruges nel 1468, di Carlo il Temerario con la principessa Margherita di York, figlia di Riccardo Plantageneto, III duca di York, parteciparono molti nobili inglesi, fra i quali sir John Donne di Kidwelly, che proprio in quell'occasione dovette conoscere il pittore, al quale commissionò il trittico che porta il suo nome. Non è noto quando Memling abbia iniziato a dipingerlo, né quando sia stato terminato: la data dovrebbe aggirarsi intorno al 1470.

Si tratta di un piccolo microcosmo che riflette una cultura raffinatissima, ma ormai idealizzata[1]. Considerazioni analoghe valgono anche per la tavola della Passione di Torino o per quella di Monaco di Baviera.

Il Trittico di Danzica (1473 circa)

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Trittico di Danzica

Un'altra opera di grande impegno di quegli anni è il Trittico di Danzica, raffigurante il Giudizio Universale. Venne avviato sempre attorno tra il 1467 e il 1473 per il banchiere fiorentino Angelo Tani, direttore del Banco Medici a Bruges, e per la moglie Caterina Tanagli, i cui nomi furono identificati dagli stemmi di famiglia dipinti nei due pannelli[5]. Diretto in nave a Firenze, venne rubato con tutta la merce trasportata dai corsari nella Manica e portata a Danzica per farne dono alla cattedrale locale.

Proprio dal confronto con il celebre Polittico del Giudizio Universale di Rogier van der Weyden, al quale Memling si ispirò, «si vede quanto Memling fosse più progredito: Rogier suddivise la scena in nove tavole che non hanno un nesso molto organico tra di loro, mentre Memling concepisce la superficie del quadro come un tutto unitario; in Rogier troviamo ancora chiaramente il rapporto con le sculture medievali, mentre Memling persegue compiti puramente pittorici; Rogier, infine, si accostò soltanto con grande cautela al problema del nudo, invece il maestro della fine del secolo si distingue proprio per aver dato con particolare predilezione, in questo soggetto più che mai adatto allo scopo, un numero per quanto possibile alto di movimentati nudi maschili e femminili», rilevando altresì la loro «foggia morbida ed elegante» e la «toccante espressione del viso».

Altre opere degli anni settanta

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Ritratto del canonico Gilles Joye

Tanto la Madonna col Bambino, sant'Antonio e un devoto, oggi nella National Gallery of Canada di Ottawa, che il Ritratto di Gilles Joye, del Clark Art Institute di Williamstown (Massachusetts), sono datati dal pittore stesso all'anno 1472. Quest'ultima tavola porta sul retro il nome del personaggio ritratto, che fu canonico della chiesa di San Donaziano di Bruges e musicista della cappella musicale della corte borgognona.

Dal 1473 Memling risulta iscritto nella Confraternita della Madonna della Neve[6], alla quale appartengono notabili di Bruges e perfino il duca Carlo il Temerario.

Al 1475 risale la piccola tavola della Vergine che mostra il Cristo dolente, a Melbourne, dove Gesù, benché deposto dalla croce, non è rappresentato come morto ma piuttosto come Christus patiens, sofferente. Sullo sfondo sono dipinti tutti i segni della Passione, dalla colonna con le verghe alle mani nei diversi gesti delle percosse e dello scherno, dalle figure dei sommi sacerdoti a quelle di Erode e di Pilato, dalla croce alla testa di Giuda impiccato.

Il trittico del Matrimonio mistico di santa Caterina (1479)

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Il trittico del Matrimonio mistico di santa Caterina con Gesù: Madonna con Bambino in trono, Santa Barbara, San Giovanni Battista, San Giovanni Evangelista, santa Caterina d'Alessandria, angeli

Il trittico del Matrimonio mistico di santa Caterina (o di san Giovanni) fu un punto di arrivo per la spettacolare ricchezza dei dettagli e la maggiore interrelazione tra i personaggi. Fu commissionato dai due frati e dalle due suore che presiedevano l'Ospedale di San Giovanni di Bruges (ora sede del Memlingmuseum) nel 1475 ed è firmato e datato 1479. Il pannello centrale ripropone la composizione di quello del Trittico Donne con poche varianti.

L'eleganza sofisticata e malinconica delle figure si sta ormai cristallizzando allontanandosi dagli sconvolgimenti che interessavano le Fiandre in quell'epoca: la pittura di Memling, priva di sostanziali variazioni nel corso degli anni, arriva così a simboleggiare la stagione che sta portando la città di Bruges fuori dal vivo dell'attualità[7].

La piena maturità

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Nello Hans Memlingmuseum sono conservate altre opere del Maestro: oltre al dittico van Nieuwenhove e al capolavoro dell'artista, il Reliquiario di sant'Orsola, un Ritratto di donna, erroneamente identificata dalla tradizione con la Sibilla Persica, datato 1480; il Trittico Floreins, datato 1479, la cui tavola centrale rappresenta una Adorazione dei Magi: esso fu commissionato dai cancelliere di Bruges e professo dell'Ospedale San Giovanni Jan Floreins; il Trittico Reins, datato verso il 1480, commissionato da Adriaan Reins, converso dell'Ospedale, la cui tavola centrale rappresenta un Compianto di Cristo che Memling replicò con poche varianti altre due volte, una delle quali è conservata nella Galleria Doria Pamphilj di Roma.

Il nome di Memling appare poi in una lista di sovversivi redatta da Massimiliano I d'Austria nel 1480: nel 1477, dopo la sua morte simulata e la morte di Carlo l'audace, Memling venne assunto per realizzare un altare nella cappella di Bruges. L'opera, dedicata ai Sette dolori di Maria, è uno dei suoi capolavori.

L'opera di Memling, delicata nei colori e caratterizzata da forme di estrema grazia, venne presto notata anche in Italia da committenti come il cardinale Grimani ed il cardinale Bembo a Venezia, oltre ai Medici di Firenze.

Reliquiario di sant'Orsola

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Il capolavoro maturo di Memling è il Reliquiario di sant'Orsola conservato nella sede dell'antico ospedale di Bruges, probabilmente realizzato nel 1480: pregevoli di quest'opera sono l'attenzione ai particolari, la delicatezza delle figure, la varietà del paesaggio retrostante, la resa del panneggio e della stoffa.

Quest'attenzione verrà eguagliata solo dal San Cristoforo con i santi del 1484 e, in parte, dalla Crocifissione del 1491, nel pannello centrale del celebre Polittico della Passione eseguito per il Duomo di Lubecca e oggi al Museumsquartier St. Annen.

              Il Polittico della Passione

Fase tarda

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Nel pieno dell'indebolimento delle Fiandre, rispetto alla precedente, sfolgorante stagione commerciale e artistica, Memling si assestò su uno stile cristallizzato, fatto di figure rassicuranti, estranee agli accenti drammatici e disposte in ambienti sempre simmetrici e ordinati. Nell'ultima stagione dell'attività dell'artista, dalla fine degli anni ottanta alla morte nel 1494, rielaborò gli elementi della grande tradizione locale, creando un linguaggio armonioso e misurato[1].

I registri dell'epoca attestano la presenza di due apprendisti con lo stesso cognome di Memling, ma la loro identità e la loro opera rimane sconosciuta, come le circostanze di morte del pittore, che lasciò una cospicua eredità.

Fase giovanile (1467-1471)

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Fase intermedia (1472-1480)

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Fase matura (1480-1489)

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e 45×34 cm (ciascuno scomparto laterale), Berlino, Gemäldegalerie

Fase tarda (1490-1494)

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  • Memling, Rinascimento fiammingo, Scuderie del Quirinale (2014-18 gennaio 2015).
  1. ^ a b c d e Zuffi 2004, cit., pag. 318.
  2. ^ Nota nel «Registro dei cittadini di Bruges», 30 gennaio 1465, pubblicato da R. A. Parmentier, Indices op de Brugsche Poorterboeken, Brugge 1938
  3. ^ Pubblicato da H. Dusart, Annales de la Societé d'Emulation de Bruges, 1891
  4. ^ Già Giorgio Vasari lo faceva allievo del van der Weyden: «Ausse creato di Rugieri», Vite, Firenze 1550
  5. ^ A. Warburg, Sitzungsberichte der Kunstgeschichtlichen Gesellschaft, Berlin 1891
  6. ^ A. Schouteet, Revue belge d'archéologie et d'histoire de l'art, 1955
  7. ^ Zuffi 2007, cit., pag. 160

Bibliografia

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  • M. A. Michiel, Notizie d'opere di disegno, Venezia 1521
  • Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, Firenze 1550
  • Stendhal, Lettres de Vienne, en Autriche, sur le célèbre compositeur J. Haydn, suivie d'une vie de Mozart e de considérations sur Métastase et l'état présent de la musique en France et en Italie, Paris 1814
  • H. G. Hotho, Geschichte der deutschen und niederländischen Malerei, Berlin 1843
  • H. Dusart, Annales de la Societé d'Emulation de Bruges, Brugge 1891
  • K. Voll, Memling, des Meisters Gemälde, Stuttgart-Leipzig 1909
  • Aby Warburg, Sitzungsberichte der Kunstgeschichtlichen Gesellschaft, Berlin 1891
  • R. A. Parmentier, Indices op de Brugsche Poorterboeken, Brugge 1938
  • Dirk de Vos, Memling, Rizzoli, Milano 1994. ISBN 88-17-24368-X
  • Stefano Zuffi, Il Quattrocento, Electa, Milano 2004. ISBN 88-370-2315-4
  • Stefano Zuffi, Grande atlante del Rinascimento, Electa, Milano 2007. ISBN 978-88-370-4898-3

Voci correlate

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