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Viaggi Quotes

Quotes tagged as "viaggi" Showing 1-8 of 8
Giorgio Faletti
“La musica non tradisce, la musica è la meta del viaggio. La musica è il viaggio stesso.”
Giorgio Faletti, Io uccido

Gianni Celati
“Camminando la linea d'orizzonte ti dice sempre che tu sei disperso in un punto qualsiasi sulla linea della terra, come le cose che si vedono in distanza. Bisogna cercare un altro punto con cui fare asse, e immaginare che ci si arriverà una volta o l'altra. Bisogna sempre riuscire a immaginare quello che c'è là fuori, altrimenti non si potrebbe fare un solo passo.”
Gianni Celati, Verso la foce

Cees Nooteboom
“Ancora una volta voglio dunque compiere questo viaggio, e anche ora so che non riuscirò ad andarci direttamente, che viaggio per me non può mai significare altro che digressione, l'eterno labirinto che il Viaggiatore si costruisce lasciandosi sedurre ogni volta da una deviazione e dalla deviazione della deviazione, dal mistero del nome sconosciuto sulla guida, dal profilo del castello in lontananza cui non porta quasi nessuna strada, da quello che potrebbe esserci da vedere dietro la prossima collina o montagna.”
Cees Nooteboom

“Il diritto fondamentale dell'uomo dovrebbe essere viaggiare.”
Bjorn Larsson, From Cape Wrath to Finisterre: Sailing the Celtic Fringe

Henry James
“L’incanto della costa mediterranea, a conoscerla meglio, non faceva che divenire più profondo per la nostra eroina, poiché era la soglia d’Italia, la porta delle meraviglie. L’Italia, ancora veduta e sentita in modo imperfetto, le si stendeva dinanzi come una terra promessa, come una terra in cui l’amore del bello poteva essere confortato da un sapere senza fine. Tutte le volte che andava per la spiaggia con il cugino - gli era compagna nella passeggiata quotidiana - guardava al mare, con occhi bramosi, verso là dove sapeva che sorgeva Genova. Era contenta, però, di sostare sulla soglia di questa immensa avventura; anche in questi indugi preliminari c’era di che fremere. E poi le faceva l’effetto di un interludio di pace, di un placarsi del tamburo e del piffero in una vita che aveva scarse prove sinora per considerare agitata, ma che nondimeno dipingeva costantemente a se stessa alla luce delle sue speranze, dei suoi timori, delle sue fantasie, delle sue ambizioni, delle sue predilezioni, e che rifletteva codeste accidentalità soggettive in maniera sufficientemente drammatica.[...]Si smarriva in un groviglio di visioni: le cose belle da fare per una ragazza ricca, indipendente, generosa, che in quanto ad occasioni ed obblighi era di larghe, umane vedute, erano un ammasso imponente. Il suo patrimonio divenne perciò, nei suoi pensieri, una parte del suo io migliore; le conferì importanza, le conferì persino, nella sua immaginazione, una certa ideale bellezza. Quel che fece per lei nell’immaginazione degli altri è un altro affare, e a suo tempo dovremo parlare anche di questo punto. Le visioni di cui ho parlato or ora si mischiavano ad altri travagli. A Isabel piaceva di più pensare al futuro che al passato; ma a volte, mentre ascoltava il mormorio delle onde del Mediterraneo, il suo sguardo volava all’indietro. Si fermava su due figure che, nonostante l’aumentare della distanza, erano ancora sufficientemente evidenti; ed erano riconoscibili senza difficoltà come quelle di Caspar Goodwood e di Lord Warburton. Era strana la rapidità con la quale queste potenti immagini erano cadute nello sfondo della vita della nostra signorina. Era proprio della sua natura, sempre, di perder fede nella realtà delle cose assenti; questa fede poteva riconvocarla, in caso di bisogno, con uno sforzo, ma lo sforzo era spesso penoso anche quando la realtà era stata piacevole. Il passato era soggetto ad apparire cosa morta, e la sua resurrezione proiettava quasi una livida luce da giorno del giudizio. Per di più la ragazta non era incline ad ammettere di vivere nella mente altrui: non era così fatua da credere di lasciar tracce indelebili. Era capace di rimanere ferita se veniva a scoprire di essere stata dimenticata; ma di tutte le libertà quella che stimava più dolce era la libertà di dimenticare.”
Henry James, The Portrait of a Lady

Jean-Claude Izzo
“comme beaucoup de Marseillais, les récits de voyages me comblaient plus que les voyages eaux-mêmes / come molti marsigliesi, i racconti di viaggi mi incantavano più dei viaggi stessi.”
Jean-Claude Izzo, Chourmo

Antonia Pozzi
“Perché io sono come i gatti: che si affezionano più alle cose che agli uomini, più ai muri che alla faccia del padrone. È così orribile, sai, pensare che io tornerò nel mio paese, e continuerò a vivere e poi morirò e tutte le cose che sono state mie per tanti giorni, la chiesa, il chiostro, il giardino della casa e tutto, tutto, continueranno a vivere staccate da me, avulse da me, morte per i miei occhi.”
Antonia Pozzi, L'Antonia. Poesie, lettere e fotografie di Antonia Pozzi scelte e raccontate da Paolo Cognetti

Vitaliano Brancati
“Ma il verme dei viaggi era entrato nei loro cervelli, e non smetteva di roderli. Giovanni trovò, nelle vecchie abitudini di Catania, quell'odore sgradevole che dopo due o tre anni si trova in un abito di fatica. Le passeggiate per il corso, i discorsi con gli amici, mio Dio, di nuovo?”
Vitaliano Brancati, Don Giovanni in Sicilia