Cima da Conegliano
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Cima da Conegliano, soprannome di Giovanni Battista Cima (1459/1460 – 1517/1518), pittore italiano.
Citazioni su Cima da Conegliano
[modifica]- E in ogni tempo, ovunque suoni caro il balbettìo dell'infanzia, sarà amato l'umile montanaro di Conegliano, che ci dette un poema lieto di suoni dolci, tranquilli, di ritmi armoniosi, di cadenze portate dall'aria di primavera. Fuor dal paesello natìo il poeta serbò l'ingenuità del cuore, la timida bontà, l'umiltà dell'aspetto, la pietà sincera. A Venezia i grandi pittori s'accorsero ch'egli portava un'onda sana, fresca, dai monti alla città magnifica; Giambellino[1] volse gli occhi umanissimi come a immagine impicciolita di se medesimo, e gli fece onore valendosi della sua invenzione del Battesimo di Cristo; Tiziano da giovane guardò sorridente verso di lui, mentre era in cerca di tipi ai quali dar poi carni vive; Sebastiano del Piombo esordiente lo copiò come si copiano gli esemplari grati allo spirito nei di delle prime prove. E molti lo seguirono, senza però spargere dalle opere i suoi ricordi di bianchi fiori alpestri, del riso dei monti azzurri, della pace de' campi e de' cuori. (Adolfo Venturi)
- Impacciato a render l'ambiente architettonico, assetato d'aria e di luce, Cima fa cadere ogni sipario, dipingendo nell'anno seguente [il 1496] la Madonna fra i Santi Lorenzo e Girolamo. La semplice logica dell'artista trevigiano vuol dar ragione della forma compositiva insolita, ed ecco che egli unisce alla Sacra conversazione un episodio della Fuga in Egitto ridotto a semplice macchietta: Giuseppe, buon vecchio pastore, conduce al pascolo il somarello nei prati del fondo. La concezione del gruppo, sotto il mantegnesco albero d'arancio, è essenzialmente plastica. Acute, lucenti, alla maniera vicentina si staccano le foglie sul chiaro cielo, e altissime si alzano le piante in confronto al colle di Conegliano, che poco s'allontana nella visione del paese. [...] Noncurante di effetti prospettici, Cima non sa ancora architettare lo spazio; e il gruppo divino, con le solide forme statuarie, si rileva sul fondo di alberi e di monti come sopra un commesso di marmi variopinti. (Adolfo Venturi)
- L'attività di Cima aumenta; e si modifica, si sviluppa il modo di concepire la scena; il paese, l'aria, le nubi divengono elementi principali del battesimo di S. Giovanni in Bragora, del 1494. Le nuvole argentee pregne di luce, non d'acqua, come risplendono ed illuminano il vario paese, ne' più deliziosi elementi pittoreschi, dalla rocciosa montagna che regge il bel castello, al Giordano, tra erbose sponde, ai mondi lontani! [...].
Non più Mantegna, né Alvise[2], né Giovanni Bellini! il quadro non parla se non dell'ingenuità dell'anima che l'ha concepito, della luminosità che gli occhi di Cima diffondono, della penetrazione profonda della scena. L'artista sorge sopra la scuola pittorica che lo ha educato, e con schietta gentilezza d'anima un po' rozza e più sincera, fa muovere il villano che egli ricorda da bambino presso la sua casa, e i ragazzi curiosi e semplici che gli furono compagno a Conegliano. L'elaborata, faticosa tecnica d'Alvise sparisce; gli stessi elementi propri di Cima sfuggono, perché l'artista ha saputo superare il pittore, dando un'anima sola a tutte le forme degli uomini e della natura. (Lionello Venturi)
Note
[modifica]- ↑ Giovanni Bellini, noto anche con il nome di Giambellino.
- ↑ Alvise Vivarini (1442/1453-1503/1505), pittore italiano.
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Opere
[modifica]- Battesimo di Cristo (1492)
- Madonna dell'Arancio (1496-1498)
- Madonna col Bambino (1504)
- San Pietro martire tra i santi Nicola e Benedetto (1505-1506 circa)
- Polittico della chiesa di Sant'Anna di Capodistria (1513)