Molly Manning Walker • Regista di How to Have Sex
"Ogni donna ha vissuto qualcosa di simile, semplicemente non ne parliamo"
di Marta Bałaga
- CANNES 2023: L'estate non è mai stata così imbarazzante, o così reale, come nel film della regista britannica
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intervista: Molly Manning Walker
scheda film] di Molly Manning Walker - selezionato in Un Certain Regard a Cannes - tre amiche (interpretate da Mia McKenna-Bruce, Lara Peake e Enva Lewis) vanno in vacanza da sole, ma è difficile divertirsi quando si è una ragazza, soprattutto se si vuole finalmente perdere la verginità, come Tara. Con tutte quelle feste a cui partecipare, le cose si fanno sempre più confuse.
Cineuropa: È un'esperienza imbarazzante guardare il tuo film. Anche se non è un vero e proprio trauma, ti fa comunque tornare in mente alcune scelte infelici fatte da giovane!
Molly Manning Walker: Oh, mi dispiace molto [ride]. Per me, ogni donna ha vissuto qualcosa di simile a Tara, ma non ne parliamo. Non ne parliamo tra di noi, non ne parliamo in generale. Dovremmo iniziare. Perché le nostre prime esperienze tendono a essere così orribili? Dovremmo parlare del piacere femminile e di un sesso migliorabile perché c'è ancora tanto stigma intorno a questo argomento. E poi, si spera, le cose cambieranno.
Nel film dimostri anche che le donne fanno così con le donne. Invece di essere oneste l'una con l'altra, mentiamo.
Ognuna di queste ragazze ha un ruolo diverso nel gruppo di amiche. Si tratta comunque delle cosiddette "amicizie situazionali": quelle con cui ci si ritrova perché ti si sedevano accanto in classe, per esempio. Non le hai scelte tu, non sono la tua tribù. E poi si cresce. Ma possono ancora avere un impatto così forte sui nostri ricordi e, sì, su queste prime esperienze.
È anche una storia sensuale. Si possono quasi toccare quei volti sudati e si sente l'odore dei colpi bassi. Volevi esagerare queste "vacanze infernali"?
Sì, si possono respirare! Il realismo di tutto questo era molto importante per me. Volevo che tutti avessero la sensazione di essere lì con loro, come se anche loro si stessero svegliando con un forte mal di testa, seduti in quelle stanze d'albergo. Però non credo di esagerare. Anch'io ho partecipato a quelle vacanze quando ero adolescente, tra i 16 e i 19 anni, e ho visto qualcuno che si faceva fare un pompino sul palco. Accadono cose assurde.
Questo è certo. E anche cose tristi. Ma c'è ancora un po' di speranza, che francamente arriva inaspettata.
Era davvero importante mostrare che Tara non è una vittima - almeno non come le vediamo al cinema, dove succede qualcosa di orribile a una donna e sembra che lei non possa più fare nulla. E poi arriva un uomo a salvarla. Tara è forte e va avanti, ma la cosa le rimarrà impressa.
Quando parli di aggressioni l’atmosfera si fa calda. È ancora molto difficile da capire per le persone, eppure tante donne continuano a subirne. Anche in questo caso, dobbiamo iniziare a parlarne. Fortunatamente i nostri finanziatori ci hanno sostenuto tantissimo durante la realizzazione del film; abbiamo avuto anche incredibili dirigenti donne. Hanno davvero spinto perché questa storia fosse in primo piano. Ma è molto interessante vedere la reazione degli uomini che vedono questo film qui a Cannes.
Anche loro si sentono a disagio?
Certo! Lo si capisce da alcune delle loro domande e da alcune recensioni. Non capiscono proprio.
Peraltro non si dice nulla in modo esplicito. Alcuni degli scambi più importanti in How to Have Sex sono senza parole: è così che Tara comunica con uno dei ragazzi, Badger. Si guardano e basta.
Penso che nella vita molte cose accadano senza bisogno di parole, soprattutto in uno spazio come quello, dove c'è musica ovunque e tante cose che accadono. Io sono così anche perché non riesco a nascondere le mie emozioni. Si possono leggere sul mio viso. In questo film c'è stata molta improvvisazione; siamo usciti spesso dal copione. Ci dimenticavamo di una scena e... andavamo avanti. È stato molto divertente. Quando cercavo Tara, volevo trovare una persona con un alto livello di energia, ma anche una persona che, quando è da sola, può esprimere interiorità. Mia [McKenna-Bruce] è un talento eccezionale per questo. Mi piacciono molto le sottoculture e la cosiddetta "esperienza adolescenziale" è qualcosa che mi interessa molto. Penso che mi piacerebbe parlarne ancora in futuro. È affascinante perché è il momento in cui stai cominciando a capire tutto. È un periodo così strano.
(Tradotto dall'inglese)
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