BERLINALE 2021 Berlinale Special
Recensione: Who We Were
di Ola Salwa
- BERLINALE 2021: L'ambizioso documentario di Marc Bauder sulla crisi umanitaria e ambientale globale veicola le solite brutte notizie ma da una prospettiva leggermente nuova
Presentare un documentario sulla minaccia più pericolosa per il pianeta Terra, alias homo sapiens, alla Berlinale è come cercare di reinventare la ruota. La città è già molto eco-compatibile, così come il festival, promuovendo l'uguaglianza e l'inclusione, vietando i bicchieri di plastica usa e getta e promuovendo ogni tipo di iniziative verdi. Aggiungere Who We Were [+leggi anche:
trailer
intervista: Marc Bauder
scheda film] di Marc Bauder al programma Berlinale Special 2021 è apparentemente una mossa del genere, e anche un po' rischiosa. Da un lato, Berlino è il festival perfetto per questo film, ma allo stesso tempo proiettarlo qui è come predicare ai convertiti.
La storia di quasi due ore sull'imminente fine dell'Antropocene, narrata da scienziati, attivisti e astronauti, all'inizio è noiosa e ripete le solite vecchie notizie. Tuttavia, dopo aver introdotto i "relatori principali" Alexander Gerst (che osserva il pianeta Terra letteralmente dallo spazio), la biologa marina Sylvia Earle, il buddista e neuroscienziato Matthieu Ricard, l'economista Dennis Snower, la filosofa umanista Janina Loh e lo studioso senegalese Felwine Sarr, il ritmo intellettuale del racconto aumenta e, attraverso l'intreccio di dati e narrazioni differenti, offre un quadro complesso e quindi più fresco.
La maggior parte dei documentari, primo fra tutti An Inconvenient Truth, si concentra su un singolo elemento della crisi globale e di solito ci lascia senza un briciolo di speranza che gli esseri umani cambieranno. In Who We Were, ispirato agli scritti del defunto autore tedesco Roger Willemsen, il quadro è più ampio – poiché il regista Bauder visita alcuni continenti oltre che lo spazio – e offre barlumi di ottimismo. Earle afferma che gli oceani, non abitati da esseri umani, sono il centro del nostro mondo, ispirando così un cambio di prospettiva; Snower critica il capitalismo che ha reso la nostra civiltà orientata alla crescita e ossessionata dall'accumulare ricchezza, potere e persino informazioni, senza nemmeno riuscire a dargli un senso; e Sarr spiega che antichi disegni anticipavano già la furia dell'umanità e la distruzione della Terra. Il raggio di speranza viene, naturalmente, dal buddista. Presentando le sue scoperte sulla neuroplasticità del cervello, Ricard afferma che i tratti della personalità possono essere esercitati e rinforzati come qualsiasi muscolo, e quindi anche la cura del pianeta può essere "flessa". Quando Loh fa domande su cosa penseranno di noi le generazioni future, fornisce molti spunti di riflessione.
Detto questo, il film sembra troppo lungo, ripetitivo e persino banale a volte, poiché anche le menti più brillanti a volte possono pronunciare cliché come: "Le persone sono capaci del bene e del male". Who We Were è solo uno di quei documentari che finisce per essere più interessante dopo la proiezione, quando tutte le informazioni possono essere spremute e analizzate dal pubblico.
Who We Were è prodotto dalla berlinese bauderfilm, mentre Films Boutique rappresenta il film all’estero.
(Tradotto dall'inglese)
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