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GINEVRA 2018

Recensione: The Witness

di 

- Il regista svizzero di origini macedoni Mitko Panov presenta il suo ultimo lungometraggio, una caccia all’uomo nel profondo dei Balcani

Recensione: The Witness
Padraic Delaney e Bruno Ganz in The Witness

Dopo quasi dieci anni dal suo ultimo film The War Is Over, presentato alle Giornate di Soletta nel 2010, il regista svizzero di origini macedoni Mitko Panov torna a parlare dei traumi della guerra ma questa volta avvalendosi della finzione come motore della sua ricerca. Il risultato è The Witness [+leggi anche:
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, una coproduzione fra Svizzera, Macedonia, lrlanda e Croazia presentata in prima mondiale al GIFF (Geneva International Film Festival). Mitko Panov propone al pubblico un thriller che mette in scena un uomo alla ricerca della verità, poco importa il prezzo da pagare.

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Al tribunale internazionale dell’Aia è in corso ormai da anni il processo al colonnello Pantic, accusato e incolpato di crimini contro l’umanità. Il problema è che nessuno osa testimoniare contro di lui, terrorizzati all’idea di affrontare la collera di un uomo che, malgrado sia dietro le sbarre gode ancora di un’influenza notevole nel suo paese.

Vince Harrington (interpretato da Padraic Delaney, conosciuto tra l’altro per aver interpretato Teddy O’Donovan nel film Il vento che accarezza l’erba [+leggi anche:
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di Ken Loach), ausiliario di giustizia che conosce molto bene il caso Pantic, decide di partire nell’Ex Jugoslava alla ricerca del solo uomo capace di smascherare e accusare pubblicamente il colonnello. Quest’uomo è l’ex generale Nikola Radin, testimone delle atrocità commesse da Pantic che ha deciso di affrontare i suoi demoni interiori rifugiandosi tra le montagne dei Balcani.

Contrariamente alle aspettative, il viaggio intrapreso da Harrington si trasforma in una caccia all’uomo alla ricerca di una verità che forse non sarà mai svelata. Il timido e in apparenza insicuro ausiliario di giustizia irlandese deve infatti fare i conti con le proprie paure affrontando una violenza alla quale non era certo preparato.

Lui stesso di origini macedoni, il regista Mitko Panov mette in scena un thriller (anche se il produttore Gérard Monier lo definisce piuttosto come un western) teso, purtroppo a tratti difficilmente credibile (perché in Macedonia i personaggi parlano tra loro inglese? Come può un uomo che non ha mai preso in mano un’arma sparare con tanta precisione?) ma comunque lodevole nel tentativo di parlare di quello che rimane dopo le atrocità della guerra. Da sottolineare in questo senso l’interpretazione di Bruno Ganz che incarna con emozione e forza un uomo (l’ex generale Radin) devastato dai ricordi del conflitto dei Balcani, un uomo che cerca di fare i conti con le azioni commesse, con quello che avrebbe potuto ma anche non dovuto fare.

Qual’ è la differenza tra la violenza legittimata dalla guerra e la violenza pura, perpetrata solo per il piacere di vedere soffrire un altro essere umano? Nikola Radin ha deciso di abbandonare i panni dell’eroe per indossare quelli del poeta, narratore di un passato con il quale è difficile dialogare, un passato crudele che si insinua nel presente, come un’ombra perennemente in agguato.

The Witness è prodotto da Tipi’mages Productions e coprodotto da Pirej Film Dooel, Samson Films, MP Filmska Produkcija, RTS Radio Télévision Suisse e Téléclub. La vendita all’internazionale è affidata a Tipi’mages Productions.

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